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#1 | |
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Raghuram G. Rajan e Luigi Zingales «Salvare il capitalismo dai capitalisti»
Qualche giorno fà da Ferrara c'era un giovanissimo economista italiano (ma ben quotato, insegna in un Università Usa) che ha portato avanti un discorso molto pragmatico e sensato sul futuro del capitalismo.
Tra le altre cose, tanto per ravvivare la discussione, ha risposto a precisa domanda di Ferrara se il governo della sinistra avesse fatto meglioo no di quello di Berlusconi e la risposta è stata un si abbastanza deciso, (più per demeriti del cav. che per meriti del centrosinistra) ![]() L'idea di base è che i capitalisti monopolistici, grazie agli appoggi politici (sovvenzioni alle campagne o interventi diretti) siano il principale nemico del libero mercato e del capitalismo basato sulla libera concorrenza tra elementi. Quote:
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#2 |
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...successone...vabbeh chi tace acconsente....
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#3 | |
Senior Member
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Re: Raghuram G. Rajan e Luigi Zingales «Salvare il capitalismo dai capitalisti»
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#4 |
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Finchè non ci sarà una diffusione scolastica universale ed uno sforzo politico delle classi dirigenti, per far capire "all'uomo della strada" le categorie di base del mondo economico in cui viviamo, la discussione sul capitalismo rimarrà una materia esclusiva.
In altre parole, non si può discutere di capitalismo nel 2004 finchè "capitalismo" il 90% delle persone lo identifica come la dialettica tra Rockfeller e i personaggi dei quadri di Pellizza da Volpedo. |
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#5 | |
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#6 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Non mi sembra una tesi particolarmente rivoluzionaria.. è noto che chi ha privilegi si senta minacciato dai liberi mercati.
Il titolo del libro purtroppo si presta fin troppo facilmente alla degenerazione del mio post precedente, cioè alla lettura in chiave di dicotomia marxista (l'unica interpretazione diffusa dell'economia che c'è nella nostra società, a prescindere dalla posizione politica). Quando scrivi "L'idea di base è che i capitalisti monopolistici, grazie agli appoggi politici (sovvenzioni alle campagne o interventi diretti) siano il principale nemico del libero mercato e del capitalismo basato sulla libera concorrenza tra elementi." mi sembra che anche tu intenda (o almeno così mi pare ![]() In realtà se guardi alla realtà ci sono settori in cui le imprese, le imprese tutte dall'azionista di maggioranza all'ultimo dei dipendenti, operano in condizioni di privilegio. Pensa ad Autostrade s.p.a.: il lavoro di Autostrade e di tutti i suoi dipendenti consiste essenzialmente nel contrattare col CIPE gli aumenti tariffari. Autostrade non può fallire. Autostrade non può perdere. Deve solo contrattare quanto vincere. Fiat Auto e Alitalia erano società così.. quando i produttori stranieri di auto non potevano entrare nel mercato italiano seriamente, quando i voli interni erano monopolio della compagnia di bandiera, Fiat Auto e Alitalia non potevano perdere.. potevano solo decidere quanto vincere.. dall'azionista di controllo, giù fino all'ultimo dei dipendenti. Oggi Fiat Auto e Alitalia sono esposte al mercato.. alla concorrenza.. Daewoo viene in Italia, apre concessionarie, propone i suoi prodotti, buoni, ai suoi prezzi, bassi, e la gente sceglie liberamente.. sceglie Daewoo, i suoi azionisti e i suoi dipendenti, lascia Fiat, i suoi azionisti e i suoi dipendenti. "Il privilegio" nel mondo di oggi appartiene a chi fa impresa, a chi lavora per imprese, a chi deve il suo reddito a imprese, che operano in settori senza concorrenza.. penso a tutte le PA, ai servizi a prezzi regolati.. e guarda caso, è ciò che tutti vorrebbero: quando la zucchina costa troppo, la richiesta spontanea qual'è? Un prezzo regolato.. regolato alto? Buono per chi vende e i dipendenti di vende.. regolato basso? Buono per chi compra, chi vende perde, lo stato paga.. comunque, privilegio. Chi opera nei settori aperti alla concorrenza, dall'imprenditore ai dipendenti, vive in un altro mondo.. è più privilegiato Michael Dell o mia mamma che insegna in una media statale? Probabilmente mia mamma.. Michael Dell in 20 anni ha fatto una compagnia che fattura 100 milioni di dollari al giorno, con una sola idea: vendiamo PC direttamente.. non ha rubato cacao in Abissinia, ne' petrolio in Venezuela, ne' caffè alla compagnia delle indie.. non può nemmeno brevettare, chiunque può copiarlo.. eppure.. quello è il massimo della concorrenza. In definitiva: la linea di demarcazione tra privilegio e concorrenza, non è orizzontale sul reddito delle persone, ma verticale tra settori. Tutti aborrono il privilegio (Mughini docet ![]() I sistemi finanziari sono importanti, perchè finanziano.. su questo non sono con gli autori del libro però: tutti dicono "finanziamo le idee, non i privilegi" certo, però quanta gente conosci che presta soldi a venture capitalist, a nuove idee? Pochissimi.. tutti preferiscono BOT e CCT, i titoli dell'unica azienda italiana che non può fallire. Anche qui insomma.. tutti aborrono il privilegio, ma tutti corrono a finanziare il privilegio perchè è l'unico che da' rendimenti solidi e sicuri.. pochi finanziano chi opera esposto alla concorrenza, pochissimi finanziano le idee, perchè per definizione le idee possono essere buone ma anche cattive, se sono cattive i soldi si perdono e nessuno vuole perdere. |
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#7 | |
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Così di primo acchitto direi che nel caso di Alitalia e Fiat una delle cause dell'attuale crisi mi pare proprio l'esposizione al mercato di aziende affatto pronte, che uscite dal privilegio si son ritrovate preda di un mercato ben più dinamico (che ha speso in ricerca, in miglioramenti, in joint veinture...in tagli, non solo dal basso). Capisco inoltre cosa intendi con "privilegio vantaggioso", certo che attualmente è naturale che l'investitore e la massaia finiscano per favorirlo: il problema che mi pare i due sottolineino è che le spinte politiche che dovrebbero essere illuministe, in questo senso, sono invece molto ostacolate dai cattivi "capitalisti", per cui ci si dirige assolutamente nella parte opposta...il chè, a mio avviso, è uno dei motivi della stagnazione.
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#8 | |
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