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Old 02-10-2007, 18:09   #1
IpseDixit
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Abruzzo, strage di orsi nel Parco nazionale

http://www.corriere.it/cronache/07_o..._abruzzo.shtml
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Old 02-10-2007, 18:10   #2
giannola
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Old 02-10-2007, 18:13   #3
ania
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http://www.repubblica.it/2007/10/sez...n-abruzzo.html

Quote:
Parco degli Abruzzi, è strage di orsi
Trovata una terza carcassa: avvelenati

Dopo la scoperta dei cadaveri di "Bernardo" e della sua compagna un altro plantigrado è stato rinvenuto morto nella stessa zona
Probabilmente, per uccidere, sono state utilizzate capre morte imbottite di veleno
Il Wwf mette una taglia di diecimila euro sui colpevoli


PESCASSEROLI - E' strage di orsi nel parco nazionale degli Abruzzi. Dopo i due cadaveri dei giorni scorsi, un terzo orso è stato ritrovato senza vita dagli uomini del Corpo forestale dello Stato nel cuore del Parco, nella stessa area (nei pressi di Gioia dei Marsi) dove sono stati scoperti le carcasse di Bernardo e della sua "compagna". Il ritrovamento è avvenuto a seguito di una accurata perlustrazione da parte della task force del Corpo forestale dello Stato, per far luce sulle cause della morte dei plantigradi. Le ricerche sono state condotte con la collaborazione dei ricercatori del Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo dell'Università La Sapienza e del personale dell'Ente Parco. E il Wwf annuncia una taglia di 10mila euro per chi "consegnerà i responsabili alla giustizia". Il presidente onorario Fulco Pratesi parla di "mattanza": "Si tratta di un atto criminale gravissimo. Un Paese civile non può permettersi questi scempi".

Forse un avvelenamento. Il terzo animale morto è un esemplare più giovane rispetto agli altri due. Secondo gli investigatori del Corpo forestale si è certamente trattato di avvelenamento. In particolare, nella zona frequentata dagli orsi sarebbero state gettate delle carcasse di capra avvelenate che avrebbero causato la morte dei golosi plantigradi. "La stretta sequenzialità dei ritrovamenti rafforza questa tesi - ha dichiarato Livia Mattei, esperta biologa e funzionario del Corpo forestale dello Stato - anche se non è escluso che sia stato accidentale e non necessariamente legato alla volontà di sopprimere Bernardo, considerato in passato un orso problematico. La vicenda evidenzia - continua la Mattei -lo stato di profondo abbandono del territorio: terre di nessuno dove, per colpa di alcuni irresponsabili, si rischia di compromettere il prezioso patrimonio biologico della specie in via di estinzione".

Un orso speciale. "Bernardo" e la femmina erano stati trovati ieri dopo che gli agenti del parco ne avevano cominciato le ricerche insospettiti dal fatto che, da qualche tempo, il plantigrado non si era più visto in giro. Grazie al radiocollare satellitare, non è stato difficile rintracciarlo. I due orsi sarebbero deceduti in due momenti diversi. Uno degli animali, infatti, era ancora in buono stato di conservazione, l'altro no. Viste le circostanze la direzione del parco ha disposto "immediati accertamenti ed indagini di polizia giudiziaria poichè non si escludono cause di natura dolosa".

Bernardo era diventato famoso per le sue incursioni nei paesi del Parco. La sua fama aveva fatto il giro del mondo ed era diventato una vera attrattiva non solo per i più piccoli.

Una donatrice americana, la miliardaria Jenny, aveva destinato lo scorso anno un milione di euro al parco, al Corpo forestale e alla Sapienza di Roma proprio per la ricerca e la conservazione dell'orso marsicano. Non si sa con esattezza quanti esemplari di orso vivano ancora nel parco anche se secondo una stima potrebbero essere tra i 30 ed i 50.

"E' una grave perdita - ha dichiarato il direttore del parco, Aldo Di Benedetto - in quanto incide sul potenziale riproduttivo della popolazione dei plantigradi già numericamente esigua. Per di più viene a mancare l'orso Bernardo che, negli ultimi anni, tanto ha fatto parlare di se per gli incontri ravvicinati nei centri abitati e che ha "battezzato" una delle tante associazioni costituitesi per la tutela della specie".

Una perdita destinata a pesare anche sull'economia della regione, ultimamente sempre più legata al turismo: "Tristezza, impotenza e rabbia sono i sentimenti che si provano", ha concluso il capogruppo dei Verdi alla Regione Abruzzo Walter Caporale.

(2 ottobre 2007)
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Old 02-10-2007, 18:13   #4
scorpionkkk
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sicuramente qualche contadino bastardo del luogo...

In galera...
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Old 02-10-2007, 18:15   #5
giannola
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Old 02-10-2007, 18:17   #6
IpseDixit
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Originariamente inviato da scorpionkkk Guarda i messaggi
sicuramente qualche contadino bastardo del luogo...
Quello che ho pensato....
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Old 02-10-2007, 18:18   #7
ania
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http://www.repubblica.it/2007/10/sez...ento-orsi.html

Quote:
Affrontare i suoi problemi con l'uomo
Ecco come salvare l'orso in Italia

La strage del Parco degli Abruzzi preoccupa. I plantigradi quasi sempre
vittime delle persone che ne causano la morte volontariamente o involontariamente
Funziona il progetto della Provincia di Trento: informazione, rimborsi dei danni
e la gente comincia ad accettare gli animali e a coglier il "bello" della loro presenza

di PIERO GENOVESI *

Come stanno gli orsi d'Italia? Tornati alla ribalta con l'abbattimento di "Bruno" lo scorso anno, la cattura di Jurka di questa primavera e - notizia di oggi - la morte di tre esemplari in Abruzzo, vale la pena fare il punto sulla situazione del più grande carnivoro che abita il nostro paese.

Nel futuro degli orsi ci sono molti chiari e molti scuri, ma tanto vale partire subito dalle brutte notizie. Per chi si occupa di conservazione degli orsi, il rinvenimento di tre carcasse in Abruzzo - tra le quali "Bernardo", un maschio di orso marsicano che negli ultimi anni si è avvicinato spesso ai paesi della zona - negli ultimi tre giorni, è infatti una notizia sconfortante. Anche perché - con i due cuccioli trovati morti pochi giorni fa - sono cinque gli animali perduti solo in questo ultimo mese.

Purtroppo ancora oggi - nonostante gli enormi progressi tecnologici di questi ultimi anni - non sappiamo esattamente quanti orsi ci sono in Abruzzo, ma si teme che il numero possa essere così basso (poche decine di animali), da collocare la popolazione molto vicino al baratro dell'estinzione. E con popolazioni così piccole, la perdita anche di pochi individui all'anno può avere effetti catastrofici. Gli orsi sono infatti animali poco prolifici (le femmine fanno da uno a tre cuccioli ogni due o tre anni), ed in natura le popolazioni persistono perché la mortalità degli adulti è bassissima, considerato che questi grandi carnivori non hanno praticamente nemici naturali. E infatti la mortalità degli orsi d'Abruzzo non ha nulla di naturale, visto che oltre il 75% degli 85 orsi trovati morti negli ultimi venti anni sono stati uccisi - intenzionalmente o accidentalmente - dall'uomo.

I motivi alla base di questa strage sono diversi. A volte gli orsi vengono uccisi per i danni che causano agli allevamenti o ai pollai, in altri casi ingoiano accidentalmente bocconi avvelenati messi da pastori e cacciatori per combattere il lupo o la volpe (come probabilmente nel caso degli ultimi tre animali morti), o muoiono investiti dai treni e dalle auto.

Per assicurare la sopravvivenza di questa popolazione - una delle ultime tre ultime di tutta l'Europa sud occidentale - occorre quindi affrontare subito le cause dei conflitti tra l'uomo e l'orso, prevenendo e compensando i danni fatti dagli orsi, valutando la necessità di regolamentare alcune forme di caccia, e proteggendo gli habitat più critici.

Per il futuro dell'orso marsicano c'è fortunatamente anche qualche buona notizia. Nel 2006 è stato infatti firmato un accordo tra tutti gli enti competenti per la conservazione dell'Orso (Ministero Ambiente, Regioni, Province, Corpo Forestale dello Stato, Università di Roma e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) che impegna tutti questi organismi a lavorare insieme per assicurare la tutela di questa popolazione minacciata. Speriamo che questo impegno - che vede in prima linea il Ministero dell'Ambiente, la Regione Abruzzo ed il Parco Nazionale d'Abruzzo - si traduca immediatamente in misure concrete per la protezione degli ultimi esemplari d'Abruzzo. E uno dei punti chiave di questo accordo è la realizzazione di una ricerca che chiarisca finalmente la consistenza di questa popolazione. Per questo obiettivo i ricercatori dell'Università di Roma "la Sapienza" hanno catturato oltre 16 orsi, dotandoli di un radiocollare per poterne seguire gli spostamenti. E indagini genetiche stanno portando a creare una banca dati di tutti gli individui, in modo da permettere un vero e proprio censimento degli animali. Speriamo che già nei prossimi mesi questi sforzi portino finalmente a capire meglio come intervenire per assicurare un futuro a questi plantigradi.

Ma se dall'Abruzzo arrivano brutte notizie, più incoraggiante è invece la situazione nelle Alpi, dove vive oggi - a cavallo tra Trentino, Alto Adige, Veneto e Lombardia - una popolazione di circa 25 orsi, frutto di un progetto di reintroduzione realizzato dal Parco Adamello Brenta, la Provincia Autonoma di Trento e l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Dal 1999, quando furono rilasciati i primi tre esemplari, provenienti dalla vicina Slovenia (dove vive una abbondante popolazione), sono stati liberati in tutto dieci animali dai quali sono nati oltre 24 cuccioli. Per assicurare una coesistenza pacifica tra l'orso e gli abitanti di questa regione, la Provincia di Trento ha messo in atto un'efficace politica di prevenzione e compensazione dei danni, monitoraggio degli animali, attivazione di squadre di emergenza addestrate ad intervenire nei casi più critici e trasparente informazione dei cittadini.

L'impegno della Provincia di Trento è stato particolarmente delicato nel caso dell'orsa Jurka. Questa femmina, rilasciata nel 2001, ha mostrato un comportamento particolarmente curioso e sfrontato, entrando spesso nei paesi della zona, ed in diversi casi sfondando addirittura la porta di alcune legnaie e malghe per cercare cibo. Dopo avere messo in atto tutti i possibili accorgimenti per correggere questo comportamento (come ad esempio cercando di spaventarla con proiettili di gomma quando si avvicinava ai paesi), quest'anno si è deciso di catturarla per metterla in cattività. Una scelta difficile e dolorosa, ma che almeno ha dimostrato che è possibile evitare soluzioni ancora più estreme, come quelle messe in atto in Germania lo scorso anno, quando proprio uno dei figli di Jurka è stato abbattuto per paura che potesse ferire qualcuno.

Un altro risultato importante per il futuro dell'orso nelle Alpi è che tutte le regioni dell'arco alpino hanno collaborato a realizzare un piano d'azione per l'orso bruno, che introduce un sistema analogo a quello trentino su tutte le Alpi centro orientali, dal Friuli fino alla Lombardia. E proprio oggi è in corso una riunione in Slovenia cui partecipano anche svizzeri, austriaci e sloveni, per arrivare ad una collaborazione anche al di fuori dei confini nazionali.

La necessità di affrontare la conservazione dell'Orso a scala sovranazionale è dimostrata dal caso del Friuli Venezia Giulia, periodicamente interessato dall'arrivo di orsi dalla Slovenia. Questa presenza dimostra come il destino di questi animali - che possono compiere spostamenti di molte centinaia di chilometri - richiede politiche coordinate a scala almeno nazionale, se non europea. Ma la buona notizia è che - anche grazie all'ingresso della Slovenia nell'Unione Europea - una collaborazione è possibile. Due degli orsi che frequentano le alpi friulane sono stati dotati di un radiocollare dai ricercatori dell'Università di Udine, in modo da poterli seguire e proteggerli più efficacemente.

* Istituto nazionale per la Fauna Selvatica
Vice Presidente dell'International Association for Bear Research and Management


(2 ottobre 2007)
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Old 02-10-2007, 18:18   #8
Charonte
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gente che non ha niente da fare tutto il giorno questa e anche deviati mentali e aggiungerei invidiosi della vita perche la loro è 1 vita di merda perche avvelenare 3 orsi in 1 parco nazionale non si è a posto con la testa
spero li prendano e gettino la chiave ( ma tanto non succedera mai in italy quindi meglio dire al contrario , spero non li becchino mai e che se li beccassero che li liberino dopo 2 giorni con scuse annesse )
esseri molto pericolosi questi lasciati liberi
fossi 1 orso li squarterei in 2

Ultima modifica di Charonte : 02-10-2007 alle 18:21.
Charonte è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 02-10-2007, 18:23   #9
ania
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fonte:
http://www.lastampa.it/lazampa/girat...9&sezione=News

Quote:
Strage di orsi nel Parco nazionale d'Abruzzo

Tre orsi marsicani, due femmine e un maschio, sono stati uccisi nel Parco nazionale degli Abruzzi. Lo ha annunciato il presidente onorario del Wwf Fulco Pratesi che ha parlato di avvelenamento nei confronti degli animali. Il terzo orso è stato ritrovato senza vita dagli uomini del Corpo forestale dello Stato nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nella stessa area dove sono stati scoperti i corpi di Bernardo e della sua ’compagnà. Il ritrovamento è avvenuto a seguito dell’ampia e capillare opera di perlustrazione messa in atto dalla task force inviata dal Corpo forestale dello Stato per far luce sulle cause della morte dei plantigradi.

Il terzo animale morto è di un esemplare più giovane rispetto agli altri due animali rinvenuti. Diventa sempre più probabile l’ipotesi dell’avvelenamento portata avanti dagli investigatori del Corpo forestale dello Stato. Le ricerche sono condotte con la collaborazione dei ricercatori del Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università La Sapienza e del personale dell’Ente Parco. «La stretta sequenzialità dei ritrovamenti rafforza la tesi di un possibile avvelenamento - dichiara Livia Mattei, esperta biologa e funzionario del Corpo forestale dello Stato - anche se non è escluso che sia stato accidentale e non necessariamente legato alla volontà di sopprimere Bernardo, considerato in passato un orso problematico.

La vicenda pone in evidenza - conclude la Mattei -l’esistenza di sacche di profondo abbandono del territorio, terre di nessuno dove, per colpa di alcuni irresponsabili, si rischia di compromettere il prezioso patrimonio biologico della specie in via di estinzione».L’altro esemplare di orso è stato trovato morto intorno alle 11 a Pescasseroli, a poca distanza da quella in cui sono stati trovati gli altri due, in località Acqua ventilata. Le guardie del Parco stanno procedendo attualmente al recupero. Sempre nella stessa zona è stata trovata una pecora parzialmente sbranata. L’ipotesi è che le carni della pecora siano state avvelenate e gli orsi, dopo averle parzialmente mangiate, sarebbero morti.
ania è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 02-10-2007, 18:25   #10
ania
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fonte:
http://www.ilmessaggero.it/articolo....=HOME_INITALIA

Quote:
Parco degli Abruzzi: avvelenati 3 orsi, uccisi 2 lupi
Dal Wwf 10mila euro per chi trova i responsabili


L'AQUILA (2 ottobre) - Il Wwf ha comunicato che nel Parco nazionale degli Abruzzi tre orsi sono stati trovati morti avvelenati, e due lupi sono stati uccisi. L'associazione promette una taglia da 10mila euro a chi consegnerà i responsabili alla giustizia. Per il presidente onorario del Wwf, Fulco Pratesi «si tratta di un atto criminale gravissimo. Un Paese civile e un giovane su una popolazione di 30-50 orsi può costituire un colpo mortale alla specie». I tre orsi sono stati trovati morti stamattina nel Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Da un po' di tempo non erano molto amati nel parco nazionale d'Abruzzo per le visite nei pollai dei centri abitati: oggi sono stati trovati dal personale che cercava un orso il cui radiocollare satellitare che aveva smesso di trasmettere il segnale.

«È una grave perdita - ha detto il direttore del Parco, Aldo Di Benedetto - in non può permettersi questi scempi». Secondo il Wwf, «la perdita di un maschio, una femmina in età riproduttiva quanto incide sul potenziale riproduttivo della popolazione dei plantigradi già numericamente esigua; per di più viene a mancare l'orso Bernardo che, negli ultimi anni, tanto ha fatto parlare di sé per gli incontri ravvicinati nei centri abitati e che ha battezzato una delle tante associazioni costituitesi per la tutela della specie».

Uno degli animali era ancora in buono stato di conservazione, mentre l'altro si presentava in avanzato stato di decomposizione: è stato ordinato l'immediato trasferimento delle carcasse presso l'Istituto Zooprofilattico per l'esame necroscopico effettuato dai veterinari del Parco, dell'Istituto Zooprofilattico e dell'Istituto nazionale della Fauna Selvatica.
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Old 02-10-2007, 18:28   #11
drakend
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Messaggi: 1334
Ho sentito dire che questi orsi attaccavano i pollai e facevano comunque danni ai contadini della zona. Ora io non dico che abbiano fatto bene d ucciderli però sinceramente mi starebbe alquanto sul cazzo se un orso venisse nelle mie proprietà a mangiarmi il bestiame e a procurarmi danni materiali. Del fatto che si è all'interno di un parco naturale non me ne fregherebbe di meno dal momento che probabilmente la mia famiglia e la mia casa sarebbero lì da ben prima dell'istituzione del parco.
Quanto è successo è principalmente colpa di chi doveva sorvegliare il comportamento di questi orsi e se ne è fregato.
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Old 02-10-2007, 18:28   #12
ania
Senior Member
 
Iscritto dal: Nov 2006
Messaggi: 1886
fonte:
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=69324

Quote:
Tre orsi avvelenati, «Arrestare i responsabili»

Sono tre gli orsi marsicani, due femmine e un maschio, uccisi nel Parco nazionale d'Abruzzo. Nella stessa area dove erano stati scoperti i corpi di Bernardo e della sua «compagna», un terzo esemplare di orso è stato trovato morto intorno alle 11 a Pescasseroli, a poca distanza da quella in cui sono stati trovati gli altri due, presso la località Acqua ventilata. Le guardie del Parco stanno procedendo attualmente al recupero. Sempre nella stessa zona è stata trovata una pecora parzialmente sbranata.

Il ritrovamento, spiega il Corpo Forestale dello Stato in una nota, è avvenuto a seguito della perlustrazione messa in atto dalla task force inviata dal Corpo forestale per far luce sulle cause della morte dei plantigradi. L'ipotesi è che le carni della pecora siano state avvelenate e gli orsi, dopo averle parzialmente mangiate, sarebbero morti. «La stretta sequenzialità dei ritrovamenti rafforza la tesi di un possibile avvelenamento - dichiara Livia Mattei, esperta biologa e funzionario del Corpo forestale dello Stato - anche se non è escluso che sia stato accidentale e non necessariamente legato alla volontà di sopprimere Bernardo, considerato in passato un orso problematico. La vicenda pone in evidenza - conclude la Mattei – l´esistenza di sacche di profondo abbandono del territorio, terre di nessuno dove, per colpa di alcuni irresponsabili, si rischia di compromettere il prezioso patrimonio biologico della specie in via di estinzione.»

«Arrestare e condannare questi criminali», annuncia il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. «Dopo gli incendi di quest'estate, la vile uccisione degli orsi bruni nel Parco Nazionale d'Abruzzo è un nuovo e pesantissimo attacco ai Parchi Nazionali e ai loro simboli. Non ci faremo intimidire». Il Wwf ha messo una taglia di 10mila euro a chi permetterà di scovare i colpevoli dell'uccisione dei tre orsi. I Verdi hanno chiesto alla Regione e alle Province di potenziare la presenza del corpo forestale dello Stato e delle polizie provinciali nelle aree protette.

La morte di Bernardo e degli altri due orsi assesta un duro colpo ai programmi di tutela e conservazione dell'orso bruno marsicano del parco nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise. Continua, infatti, lo stillicidio delle uccisioni di plantigradi che negli ultimi anni registra una recrudescenza. Sul banco degli imputati sono finiti, tra gli altri, bocconi avvelenati, i percorsi del treno non protetti nella parte che passa all'interno dell'area protetta e anche i carnieri che- secondo alcuni- vengono ancora realizzati nel parco. Secondo le ricerche più accreditate, ricorda la Legambiente, la piccola popolazione di orsi residua nel Pna e nell´area dell´Appennino Centrale sarebbe stimata in circa 40-50 individui (report recenti azzardano anche che la quota sia scesa sotto la soglia dei 30 individui). Con l'uccisione degli orsi marsicani la popolazione dunque si sarebbe ridotta del 4% in un colpo solo.

Nella stessa zona sono stati ritrovati anche due lupi. L´orso Bernardo era diventato famoso nel mondo per le sue incursioni nei paesi del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. A proteggerlo era nata l'associazione «Amici di Bernardo» che risarciva i proprietari delle galline di cui sembra che Bernardo fosse ghiotto. «Sempre nella marsica l'anno scorso sono stati ritrovati più di 10 grifoni avvelenati e tanti altri animali- commenta Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf - è chiaro che si tratta di un'area ad alto rischio». Per il Wwf occorre rimettere ordine nelle priorità di chi è responsabile della prevenzione e della tutela del nostro patrimonio naturale: immediatamente, è necessario avviare un puntuale monitoraggio della compra-vendita delle sostanze velenose usate in agricoltura, vere e proprie armi nelle mani di gente senza scrupoli; poi, si creino strumenti appropriati di cui squadre investigative e ad alta specializzazione scientifica possano servirsi per individuare responsabilità e perseguire i reati».
fonte:
http://qn.quotidiano.net/2007/10/02/...velenati.shtml

Quote:
GIALLO NEL PARCO D'ABRUZZO
Strage di orsi, forse avvelenati
Wwf e Verdi: "Taglia di 20mila euro"

Sono state ritrovate tre carcasse: il famoso orso 'Bernardo', un esemplare femmina (probabilmente la sua 'compagna' ) e un plantigrado più giovane. Wwf e Verdi, doppia taglia sui responsabili

Roma, 2 ottobre 2007 - Il Corpo forestale dello Stato ha inviato una task force nel cuore del Parco Nazionale d`Abruzzo, Lazio e Molise per indagare sulla morte dell`Orso Bernardo, di un altro esemplare di orsa, probabilmente la sua "compagna", e di un terzo plantigrado più giovane rinvenuti cadaveri nel territorio montano di Gioia dei Marsi.

E` quasi certo che gli animali siano stati vittime di avvelenamento: le carcasse sono state infatti trasferite presso l`Istituto Zooprofilattico di Roma per l`esame necroscopico di rito. Sono in corso indagini del Corpo forestale dello Stato su un vasto raggio di territorio per raccogliere ogni elemento utile alla ricostruzione dei fatti e all`individuazione dei responsabili.

Inoltre, per scongiurare ulteriori conseguenze alla fauna selvatica, è in atto una massiccia operazione di setacciamento della zona da parte del Corpo forestale dello Stato che ha inviato un altro contingente a supporto degli agenti di tutti i Comandi Stazione già sul posto.

Il ritrovamento dell`Orso Bernardo è stato possibile grazie al radiocollare satellitare di cui l`animale era dotato. E proprio i dati della telemetria hanno contribuito a ricostruire gli spostamenti del plantigrado nei giorni precedenti la morte. All`interno del territorio abitato dall`orso sono stati anche rinvenuti i resti di una capra su cui si stanno effettuando degli esami necroscopici per verificarne l`eventuale avvelenamento.

Il terzo orso trovato senza vita dagli uomini del Corpo forestale dello Stato nel cuore del Parco Nazionale d`Abruzzo, Lazio e Molise era nella stessa area dove sono stati scoperti i corpi di Bernardo e della sua "compagna". Il ritrovamento, spiega il Corpo Forestale dello Stato in una nota, è avvenuto a seguito dell`ampia e capillare opera di perlustrazione messa in atto dalla task force inviata dal Corpo forestale per far luce sulle cause della morte dei plantigradi. Si tratterebbe di un esemplare più giovane rispetto agli altri due. Diventa sempre più probabile l`ipotesi dell`avvelenamento portata avanti dagli investigatori del Corpo forestale dello Stato.

"La stretta sequenzialità dei ritrovamenti rafforza la tesi di un possibile avvelenamento - dichiara Livia Mattei, esperta biologa e funzionario del Corpo forestale dello Stato - anche se non è escluso che sia stato accidentale e non necessariamente legato alla volontà di sopprimere Bernardo, considerato in passato un orso problematico. La vicenda pone in evidenza - conclude la Mattei - l`esistenza di sacche di profondo abbandono del territorio, terre di nessuno dove, per colpa di alcuni irresponsabili, si rischia di compromettere il prezioso patrimonio biologico della specie in via di estinzione."

Bernardo, in particolare, aveva guadagnato in questi ultimi anni una certa notorieta': famose, infatti (e forse causa di odio da parte di qualche residente) le sue pacifiche incursioni nei paesi del parco. Lo scorso
anno, poi, una miliardaria americana aveva donato un milione di euro per la tutela dei plantigradi.

LA TAGLIA DEL WWF...

Una taglia di 10mila euro a chi permettera' di scovare i colpevoli dell'uccisione di tre orsi marsicani.
Indignazione del Wwf per la perdita dei tre esemplari, a cui si aggiungono due lupi appena ritrovati nella stessa zona. Si tratta di specie tra le piu' importanti della fauna italiana. Tra questi l'orso Bernardo, diventato famoso nel mondo per le sue incursioni nei paesi del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. A proteggerlo era nata l'associazione "Amici di Bernardo" che risarciva i proprietari delle galline di cui sembra che Bernardo fosse ghiotto.

"Sempre nella Marsica l'anno scorso sono stati ritrovati piu' di 10 grifoni avvelenati e tanti altri animali- commenta Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf- e' chiaro che si tratta di un'area ad alto rischio. Ma tutta l'Italia lo e'. Stiamo distruggendo una delle ricchezze attorno a cui e' nata e fiorita l'economia di intere regioni". "Siamo profondamente indignati: dopo una stagione di incendi, e l'Abruzzo e' la regioni piu' colpita, i parchi e la loro fauna continuano a subire colpi. Ora serve una risposta ferma e puntuale sulla prevenzione".

Per il Wwf occorre rimettere ordine nelle priorita' di chi e' responsabile della prevenzione e della tutela del nostro patrimonio naturale: immediatamente, e' necessario avviare un puntuale monitoraggio della compra-vendita delle sostanze velenose usate in agricoltura, vere e proprie armi nelle mani di gente senza scrupoli; poi, si creino strumenti appropriati di cui squadre investigative e ad alta specializzazione scientifica possano servirsi per individuare responsabilita' e perseguire i reati. "Ma soprattutto e' necessario che il Governo rafforzi il suo impegno nella tutela della nostra biodiversita' e faccia si' che i parchi possano tornare a svolgere in via prioritaria l' attivita' primaria per cui sono stati creati: proteggere la natura e garantire il nostro patrimonio di biodiversita'".

...E QUELLA DEI VERDI

"Una ricompensa di 10.000 euro, che si aggiunge a quella di pari importo gia' stabilita dal Wwf, per chi contribuira' in modo decisivo all'identificazione del responsabile, o dei responsabili, dell'avvelenamento di tre orsi marsicani nel parco nazionale d'Abruzzo". Lo hanno annunciato il tesoriere della Federazione nazionale dei Verdi Marco Lion e la capogruppo in commissione Ambiente alla Camera, Grazia Francescato che aggiungono: "Siamo di fronte a un atto di inaudita e vile barbarie criminale".

Come Verdi- dicono- "valuteremo anche la possibilita' di costituirci parte civile contro i responsabili di questo vero e proprio scempio: gli eventuali risarcimenti ottenuti saranno devoluti ad azioni di tutela delle aree protette e della fauna".


fonte:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=210338
Quote:
"Tre orsi avvelenati"
E' strage in Abruzzo


L'Aquila - È salito a tre il numero degli gli orsi trovati morti nel parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise: la terza carcassa è stata trovata in un’area boschiva tra Pescasseroli e Gioia dei Marsi (L’Aquila), vicina a quella dove erano stati trovati gli altri due. Secondo i primi accertamenti le cause della morte del terzo orso potrebbero dipendere da bocconi avvelenati, uguali a quelli che avrebbero provocato la morte degli altri due plantigradi. Si tratterebbe di un esemplare più giovane rispetto agli altri due animali rinvenuti. Diventa sempre più probabile l’ipotesi dell’avvelenamento portata avanti dagli investigatori del corpo forestale dello Stato. Le ricerche sono condotte con la collaborazione dei ricercatori del dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università La Sapienza e del personale dell’Ente Parco.

Animali in via d'estinzione
"La stretta sequenzialità dei ritrovamenti rafforza la tesi di un possibile avvelenamento - dichiara Livia Mattei, esperta biologa e funzionario del Corpo forestale dello Stato - anche se non è escluso che sia stato accidentale e non necessariamente legato alla volontà di sopprimere Bernardo, considerato in passato un orso problematico"."«La vicenda pone in evidenza - conclude la Mattei - l’ esistenza di sacche di profondo abbandono del territorio, terre di nessuno dove, per colpa di alcuni irresponsabili, si rischia di compromettere il prezioso patrimonio biologico della specie in via di estinzione".

Ultima modifica di ania : 02-10-2007 alle 18:38.
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Old 02-10-2007, 19:01   #13
ania
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http://www.tuttoabruzzo.it/index.php...413&Itemid=250

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Orso marsicano
intervista a Franco Tassi

Sulla stampa continuano a comparire notizie ( invero sempre più preoccupanti ) sulla consistenza del popolamento di Orso marsicano.
Alcuni minimizzano; altri, forse, ingigantiscono il problema.

Possibile che oltre a impiantare qualche campo di mais a perdere e alberi da frutta a produzione soprattutto autunnale, come meli, peri e perché no, uva – non si possa attivare anche, nei punti maggiormente frequentati dal simpatico bestione, qualche “carnaio” e, perché no, qualche “fruttaio”? In fondo spesso i produttori distruggono (anziché commerciarli a basso prezzo) i prodotti orticoli in eccedenza.

Al Boscone della Mesola, lo scorso autunno i nobilissimi Cervi sgranocchiavano a sbafo di noi comuni mortali croccanti cespi del prelibato Radicchio di Treviso che a noi, in negozio, sarebbe costato 7 – 8 € al chilogrammo!
Diamo la parola a Franco Tassi, che oltre ad aver condotto con successo il Parco Nazionale d’Abruzzo per molti anni, è anche autore di un libro oggi introvabile ( “Orso Vivrai!”, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano 1990 ) nel quale questi problemi venivano esaurientemente affrontati, e che costituisce finora l’unico studio approfondito, frutto di prolungate esperienze, sull’Orso bruno marsicano. Dato che l’argomento appassiona molto, aggiungiamo qualche quesito supplementare.

Ecco quindi la risposta complessiva.

Tassi : “ La domanda è centrata, perché coglie uno dei punti cruciali per la sopravvivenza del plantigrado, e cioè quello alimentare. Perché, come confidò l’americano Earl Gutskey, “una verità fondamentale sull’Orso è che lui non si trova mai troppo lontano dal suo prossimo pasto”. La strategia di offrire cibo in luoghi idonei, da tenere assolutamente segreti, venne attuata dal Parco in modo efficace negli anni Ottanta, attraverso l’Operazione “In bocca all’Orso”.

Già da molto tempo, e cioè dal 1969, era stata in verità avviata una vasta “Campagna alimentare” che ogni anno offriva granturco, mele e pere in abbondanza: ma se si voleva davvero nutrire una intera popolazione, favorendone la riproduzione ed evitando sconfinamenti e spostamenti eccessivi, tutto ciò non era ancora sufficiente. Furono allora costituiti ampi punti di alimentazione, a base non solo di carne, ma soprattutto di frutta (donata in gran quantità da produttori e commercianti, bastava andarla a caricare sul camion).

E si prescelsero i siti più remoti, frequentati da femmine in età riproduttiva o già accompagnate da cuccioli, arrivando a trasportarvi il cibo con l’elicottero: non soltanto per comodità, ma soprattutto per evitare di lasciar tracce che avrebbero potuto facilitare l’arrivo di disturbatori e bracconieri. In questo modo l’orso si nutriva senza modificare l’antica dieta, ma senza essere costretto a discendere le valli, ad attraversare le strade e ad uscire allo scoperto, proprio nella stagione in cui si apriva la caccia. Perché si può affermare che fu un vero successo? Ma semplicemente perché ad ogni primavera successiva potemmo constatare importanti miglioramenti: animali più tranquilli, più numerosi, non costretti a compiere incursioni negli “stazzi” per rubare le pecore…e persino orse con tre cuccioli, un indicatore confortante dello stato di salute della popolazione. “

D. : Si sente affermare, con insistenza, che nell’ultimo quinquennio sarebbe cambiata la situazione, è vero? Eppure risulta che le ricerche sull’orso marsicano si avvalgono attualmente di consistenti risorse umane e finanziarie, mai ottenute in precedenza: questo non potrà giovare al futuro del plantigrado?

Tassi : “Il tempo consentirà di trarre conclusioni definitive in proposito, ma per ora dovremo limitarci ad alcune semplici constatazioni di fatto. La strategia del Parco sembra oggi molto cambiata: sospesa la campagna alimentare, abolita l’Operazione Arma Bianca che offriva ai pastori ottimi cani da guardia abruzzesi, soppressa la sorveglianza in alta quota, praticamente incontrollata l’invasione dei fuoristrada… Non sappiamo quanti Orsi marsicani siano stati abbattuti dal 2002 ad oggi, ma è certo che già nell’autunno 2002 un quotidiano locale lanciava l’allarme (“Sale a 5 il numero di orsi marsicani scomparsi quest’anno. Un numero impressionante, rimasto fino a qualche giorno fa nascosto”, Il Centro, 31 ottobre 2002).

Meno d’un anno dopo alcuni responsabili forestali, sconsolati, rincaravano la dose ( “Negli ultimi venti mesi abbiamo trovato ben 8 esemplari uccisi dai bracconieri”, Il Corriere della Sera, 9 luglio 2004; “Ben 9 gli orsi uccisi dal 2003 ad oggi su una popolazione che conta complessivamente la presenza di circa 40 esemplari”, Il Centro, 2 settembre 2004 ). Ma già qualche mese prima la direzione del Parco era stata costretta ad ammettere pubblicamente che negli ultimi due anni erano state trovate “le carcasse di ben 16 Orsi bruni marsicani, con un rischio per la specie definito altissimo”( Il Centro, 1° maggio 2004 )… La verità, però, appare ancor più drammatica: perché in base ai dati in mio possesso, affluiti grazie alla collaborazione di guardie ed escursionisti, ho calcolato che gli individui abbattuti sarebbero stati, soltanto nel primo biennio, circa una ventina. Vittime soprattutto di bracconaggio e di bocconi avvelenati, come tutti sanno. Abbattuti non di rado alle porte dei paesi, magari proprio da coloro che spergiurano di amarli e proteggerli…”

D. : Una vera assurda strage… Siamo dunque sull’orlo dell’estinzione ?

Tassi : Non ancora, per fortuna. I plantigradi uccisi sono molti, ma ne resta ancora un discreto numero vivo e vegeto. Fortunatamente alcuni presìdi istituiti dal parco in passato hanno tenuto bene: come le riserve Integrali, la chiusura delle piste forestali, la cessazione dei tagli boschivi nei demani comunali proprio per questo assunti dal parco in gestione diretta, e via dicendo… Nella parte più intatta e remota del parco gli orsi vivono ancora benissimo, all’epoca degli amori ne sono stati osservati persino 6 esemplari insieme, ed anche quest’anno vi sono state femmine con 3 cuccioli… Sulla quantità di orsi marsicani esistenti nell’Appennino Centrale tutti hanno voluto sentenziare, dando vita a quello che è stato definito “il valzer delle cifre”. C’era chi diceva che ne restavano solo 19, chi 30 e chi 60: per altri esperti erano persino “troppi per quel territorio”.

Ciascuno però studiava chiuso nel proprio “orticello”, e non mancavano coloro per i quali un povero orso esisteva soltanto se poteva essere catturato, pesato, valutato in ogni aspetto e sottoposto all’ormai dilagante “analisi del DNA”. In verità, se gli orsi fossero stati così pochi come qualcuno sosteneva, oggi sarebbero totalmente scomparsi. E poi, la loro diffusione interessa un vasto comprensorio montuoso dell’Appennino Centrale, e quindi non solo Abruzzo, ma anche Lazio e Molise. In questi casi, più di un accuratissimo, lungo e costoso censimento individuale vale una “stima” della popolazione, per operare al più presto tutti i necessari interventi di sostegno.

La conclusione è molto semplice: se l’orso marsicano contava appena 60 individui all’epoca del “rilancio” del parco (1969), le valutazioni più serie all’inizio del terzo millennio parlavano di almeno 100 esemplari (2001). Un dato probabilmente impreciso, ma non esagerato: errato semmai per difetto. Si può comunque ragionevolmente affermare che, nel giro di trent’anni, gli orsi erano praticamente raddoppiati. La situazione attuale invece preoccupa molto, non tanto per la consistenza del nucleo, ma piuttosto per la crescente “antropizzazione” incontrollata di gran parte degli ecosistemi, che determina la progressiva “deviazione” dei costumi del Plantigrado.

D. : Ci si riferisce qui ai casi sempre più frequenti di orsi che entrano di notte nei villaggi, compiendo razzìe nei pollai? Ma è vero ciò che si sente dire in giro, e cioè che si tratta di un comportamento indotto da ricerche troppo “invasive”?

Tassi : Esattamente, il caso è ben noto a tutti i veri “esperti” di orsi, e rischia di determinare una “deriva” irreversibile. Perché l’orso è un animale molto ghiotto, individualista e pervicace: se s’incapriccia d’un cibo o d’un sapore, continuerà poi a ricercarlo, e mamma orsa trasmetterà immancabilmente questo comportamento ai suoi cuccioli. Animali che avevano sempre evitato e fuggito l’uomo, diventano come dicono gli americani “spoiled”, vale a dire “viziati” o “deviati”. Oggi alcuni operatori preferiscono definirli orsi “problematici”, oppure “assuefatti” o “condizionati”, ma è la stessa cosa. Vengono suggeriti vari rimedi, dalle barriere di protezione con impulsi elettrici ai “dissuasori” come le pallottole di gomma, ma una cosa è certa: rieducare un orso viziato è impresa molto difficile, se non impossibile.

Lo dimostrano anche gli episodi più o meno recenti degli orsi della Slovenia bruscamente trapiantati in Trentino e nei Pirenei Francesi, e finiti assai spesso miseramente. Nel caso dell’orso d’Abruzzo la situazione non è meno seria: sembra infatti che alcuni ricercatori, all’insaputa del parco, abbiano cercato di attirare gli orsi con “esche olfattive” a base di pollame e pesce, o forse con polli che erano stati nutriti con scarti di pescherìa. L’effetto è stato disastroso: i plantigradi sono entrati nottetempo nei villaggi alla ricerca di polli, invadendo i pollai accuditi dalla gente più anziana, che vi vedeva un’attività utile e gratificante, anche per portare il quotidiano “ovetto fresco” ai nipotini. Lo spavento è stato enorme… E non esagero affermando che, se quasi tutti questi orsi sono ormai scomparsi, ciò significa purtroppo che qualcuno, regredendo alla barbarie, li ha abbattuti. Lo stesso caso dell’orso Bernardo, ucciso il 26 giugno 2006 dai cacciatori, nella civilissima Baviera, è del resto illuminante.

D. : Vuol dire allora che la ricerca scientifica, se troppo accanita e invasiva, può essere causa di danni irreparabili ?

Tassi : Ogni attività umana, se eccessiva, può produrre conseguenze dannose. Quando si tratta di specie vulnerabili e in pericolo, occorrerebbe la massima prudenza. La ricerca è il faro che illumina la via da percorrere, ma questa luce va indirizzata nel modo giusto, con visione ampia e interdisciplinare, da parte di coloro che detengono la responsabilità della “missione conservazione”. Per molti anni ho cercato di far comprendere, anche a livello internazionale, che il “fattore limitante”, nella tutela della fauna minacciata, non era certo la carenza di indagini scientifiche, tutt’altro! Mancavano, piuttosto, analisi ecosociologiche adeguate. Anche i casi del rinoceronte e dell’elefante in Africa, o della tigre in Asia lo dimostrano chiaramente. Come ha affermato il Professor Alistair Bath, geografo canadese specializzato in “human dimentions”, ovvero dimensioni umane del conflitto ambientale, stupito per la quantità di risorse umane e finanziarie devolute in Italia agli studi sull’orso: “Ma mi pongo una domanda: tutto ciò veramente utile per la sopravvivenza delle specie che studiamo? Credo che corriamo il rischio di ritrovarci con tante ricerche molto interessanti, e con diversi orsi morti.”
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Old 02-10-2007, 19:26   #14
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Old 02-10-2007, 22:44   #15
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Se venissero presi i colpevoli gli dovrebbero dare lo stesso veleno che hanno usato.Oppure dobbiamo metterli in galera???
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Old 02-10-2007, 22:46   #16
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Old 02-10-2007, 22:46   #17
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Bastardi egoisti.
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Old 02-10-2007, 22:47   #18
Venere1986
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Morte

Dovrebbero appenderli in piazza...
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Old 02-10-2007, 22:47   #19
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Tu non me la racconti giusta.Te lo spiego domani.
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Old 02-10-2007, 22:48   #20
shambler1
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Dovrebbero metterli in una gabbia con degli orsi dentro, orsi polari però.
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