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#161 | |
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Per passare da una monarchia assoluta ad un sistema diverso bisogna arrivare ad uccidere il re, semplice. Dopo 1688 il mondo è stato divero perchè era caduto un dogma religioso-politico e cioè la discendenza divina del sovrano, la borghesia elimina la classe superiore poichè essa limita la sua affermazione politica e facendo questo distrugge la leggittimazione divina della monarchia, istituendo una monarchia costituzionale dove il re è scelto dai borghesi e non dalla discendenza. |
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#162 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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#163 | |
Senior Member
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Città: Singularity
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http://en.wikipedia.org/wiki/Social_psychology http://en.wikipedia.org/wiki/Behavioral_economics
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echo 'main(k){float r,i,j,x,y=-15;while(puts(""),y++<16)for(x=-39;x++<40;putchar(" .:-;!/>"[k&7])) for(k=0,r=x/20,i=y/8;j=r*r-i*i+.1, i=2*r*i+.6,j*j+i*i<11&&k++<111;r=j);}'&>jul.c;gcc -o jul jul.c;./jul |Only Connect| "To understand is to perceive patterns" Isaiah Berlin "People often speak of their faith, but act according to their instincts." Nietzsche - Bayesian Empirimancer - wizardry |
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#164 |
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Iscritto dal: Sep 2005
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La "mano invisibile" di Smith non è una approssimazione, ma è una deduzione logico-matematica basata su un contesto in cui la proprietà dei mezzi di produzione è individuale. Evidentemente non è possibile utilizzare questa teoria in un sistema in cui la Microsoft non è solo Bill Gates e la Fiat non è solo Agnelli.
Prodotto=Reddito non è approssimazione, in un sistema come quello capitalista arcaico. Il problema è nato nel momento in cui il proprietario dei mezzi di produzione non era più anche l'utilizzatore di quei mezzi, per cui si sono avuti Marx (se la produzione è collettiva, anche la proprietà deve essere colletiva) e una miriade di altre teorie economiche liberali che non hanno fatto i conti con Smith ma lo hanno semplicemente dichiarato superato. * * * Le teorie keynesiane sono fallite nella pratica. In momenti di recessione nessuno Stato è ad oggi in grado di attuare politiche espansive nella giusta misura, nemmeno il più ricco, soprattutto se la crisi non è congiunturale ma strutturale o peggio organica. Infatti non mi pare di vedere grandi espansioni della spesa pubblica né in Europa né negli Stati Uniti. L'unica spesa statale che sta crescendo a vista d'occhio è quella bellica, che però mi pare presenti altri problemi. * * * Il "comunismo", se proprio vogliamo continuare a chiamarlo così, è fallito per molti motivi, ma l'abolizione della proprietà privata in senso marxiano non ha nulla che vedere con la maggior parte di questi motivi, prima di tutto perché l'abolizione della proprietà in senso marxiano non è mai stata realizzata né in Russia né altrove. * * * Stratificazione, classi sociali... dipende dalle categorie che utilizzi per analizzare la società. Se utilizzi come discriminante la proprietà o meno dei mezzi del proprio lavoro ottieni capitalisti e proletari esattamente come al tempo di Marx, se introduci altre variabili puoi ottenere categorie diverse, ma non significa che non esistano capitalisti e proletari. L'operatore di un call center in senso marxiano è un proletario. Dopodichè mi puoi dire che oggi c'è la classe in sé ma non quella per sé e quindi parliamo delle dinamiche dell'ideologia, ma da un punto di vista economico non mi cambia niente. * * * I contadini avrebbero riso e siamo tutti d'accordo. Ciò non significa che non sia stata fatta la democrazia. "Quando le forze produttive sviluppate non sono contenibili nei rapporti sociali, inizia un epoca di rivoluzione sociale" (Marx) In termini materialisti, il problema non è fare l'abolizione della proprità domani, ma comprendere che se un giorno la proprietà privata dei mezzi di produzione dovesse essere un vincolo all'equilibrio ed allo sviluppo umano, essa semplicemente lascerà il passo ad un nuovo ordine, come è sempre accaduto nella storia umana. Poi si può discutere se la proprietà sarà un vincolo domani, se lo è oggi o se lo era ieri o non lo sarà mai. Si può discutere su tante cose, ma il problema sollevato da ZeroStress è serio e lo dimostrano non soltanto le polemiche qui sul forum ma il fatto che filosofi, economisti e sociologi lo hanno affrontato. |
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#165 | ||||||
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
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[/quote] Ripeto partendo dalla realtà e non dai sogni come puoi pensare di cambiare il mondo nel modo in cui auspichi se non in un futuro molto remoto, alla fine si tratta solo di abolire gli stati, le banche e tutta la proprietà privata....facile no?[/quote] non si tratta di abolire stato e banche, le puoi abolire, ma finche in testa l'uomo avra questo pensiero "questo e' mio" non si andra' mai da nessuna parte. quando il "concetto" di proprieta' scomparira' dalle nostre menti allora banche poprieta' privata soldi e stato non avranno piu' modo di esistere perche' sarebbero inutili.
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La libertá sopratutto di parola é un lusso che non ci si puo' permettere in italia, per la strada come su internet. |
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#166 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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affermazione 1 A prescindere che se ai letto "wealth of nation" di matematica non c'è proprio niente, detto questo a prte il presupposto che tu indichi il mercato comunque non si riequilibra mai, e questo era chiaro già dal 700 con il fenomeno delle bubbles, quindi l'approssimazione c'è e come. Inoltre il mercato non è 1, ci sono mercati oligopolistici, monopolistici, in concorrenza perfetta, in concorrenza oligopolistica etc. che funzionano in maniera completamente diversa, per capirlo basta vedere in che modo si comportano i singoli operatori, teoria dei giochi etc. 2 Infatti Francia e la Germania con grandissimi problemi strutturali negli scorsi anni non hanno adottato politiche espenasive e vero? Gli stessi USA alla maniera loro hanno adottato una politica espansiva investendo in armamenti e adesso crescono e l'Italia il paese con il maggior e peggio debito pubblico al mondo non lo ha fatto e mentre il mondo cresce noi siamo in stagnazione, mi sembra che se non vedi queste cose la tua anlisi sia semplicemente poco obbiettiva. E non sto qui a parlare dei sistemi economici scandinavi in cui le politiche economiche keynsiane sono all'ordine del giorno. 3 Forse ti è sfuggito che l'occidente va verso una terziarizzazione, verso un sistema basato sui servizi più che sulla produzione, che viene delocalizzata altrove. La stratificazione non è una lettura diversa ma la conseguenza di una polverizzazione delle vecchie categorie, laddove il sistema produttivo in qualche modo costringe e induce un differente sistema sociale. Ecco in questo Marx aveva ragione da vendere i rapporti di produzione determino la struttura e la sovrastruttura, ma se la classe proletaria non esiste più non c'è qualla scintilla in grado di evolvere o involvere (a seconda dei punti di vista) il sistema economico in socialismo prima e comunismo poi. Il ragionamento che io faccio riguardo al futuro è diverso e pone l'accento su una destrutturazione complessiva dei sistemi economici, basata sulla polverizzazione del concetto di valore, am come ho affermati ci vorranno mille anni prima che questo accada e la società dovrà fare mille passi intermedi prima di essere pronta ad ammettere l'individuo come soggetto fondamentate e fondante della società. |
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#167 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 3759
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Per Banus: vedo che qualcuno ha raccolto le mie provocazioni.
Intendevo solo mettere in luce che il problema delle motivazioni è già stato affrontato fino alla nausea e l'accusa "se non c'è il denaro nessuno lavora" è vecchia come il denaro stesso (appunto T. More ne ha trattato ampiamente). Maslow è stato criticato come tutti coloro che hanno detto qualcosa, ma è innegabile che oltre alla pancia piena esistano anche altre forme di ricompensa (gratificazione personale, prestigio...). Il problema sollevato da ZeroStress è proprio questo: fare in modo che non esistano vincoli materiali allo sviluppo pieno della personalità del singolo. Se uno gli risponde che il soddisfacimento dei bisogni materiali è l'unico premio che l'uomo si aspetta o il più importante, quindi niente proprietà niente voglia di fare, dice un non-senso psicologico. Esistono società in cui non esiste proprietà privata dei mezzi di produzione e gli individui si differenziano sulla base delle proprietà individuali, delle capacità e magari anche per i tatuaggi che hanno sul corpo, senza che per questo siano pazzi o infelici. Ovviamente non hanno bisogno della proprietà privata dei mezzi di produzione perché ne hanno pochi. Adesso qualcuno dirà che noi ne abbiamo tanti e quindi per noi è necessaria, ma questo è un altro discorso e se qualcuno lo solleva risponderò. L'importante è assodare che la proprietà privata (non in generale, ma dei mezzi di produzione) non è innata, non è naturale, non è sempre necessaria. |
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#168 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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Ma dai Proteus pensaci bene è il sistema economico che induce ad una competitività nel senso che tu dici, i rapporti con la natura sono conflittuali da quando questa è una risorsa da sfruttare per ricavarne profitto e non da quando l'uomo è nato. Altrimenti avremmo già distrutto tutto 200 anni fa. |
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#169 | ||
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Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14044
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Le pure leggi del mercato non sono sufficienti per far funzionare al meglio un paese...tanto è vero che abbiamo dei meccanismi distorsivi quali le leggi antidumping, le quote latte (che mediante una pianificazione della quantità regolano i prezzi), gli ingenti finanziamenti ai farmer e agli agricoltori americani/europei, in Francia abbiamo il modello dei campioni nazionali, in usa (che dovrebbe costituire il paradigma del liberismo economico) la produzione dell'acciaio è aiutata da finanziamenti statali etc.. Vogliamo togliere queste distorsioni e affidarci alle pure regole di mercato? Ok, ma se si eliminano le distorsioni rischiamo di avere un fortissima sperequazione sociale..anche il modello del welfare state cosa è se non una distorsione delle leggi di mercato? Si cerca di riequilibrare il reddito delle persone più agiate con i disagiati intevenendo tramite l'erogazione di servizi pubblici.... Ovvio che poi tutto questo ha un prezzo in termini di efficienza e competitività, ma vogliamo il 40% dei poveri in europa? (percentuale ricavata togliendo questi fenomeni distorsivi le leggi di mercato) Non è neanche vero che la socialdemocrazia e il welfare state è fallimentare, dipende da dove e quando si applica.. In Svezia funziona da Dio..vaglielo a dire tu che è un modello pessimo..io non avrei il coraggio ![]() Quote:
Perchè già il welfare state o lo stato cmq moderno è afflitto da un sovraccarico di competenze volte a soddisfare la pluralità dei fini di ogni singolo cittadino/formazione sociale, dagli pure la prerogativa di un controllo dall'alto dell'economia, di strumenti di determinazione prezzi/quantità (con ad es. i piani quinquennali) e tale sistema imploderà su se stesso..perchè è impossibile fissare dall'alto tutta questa serie di variabili che nel nostro "capitalismo" sono liberamente contrattati dal mercato. Inoltre la classe politica che assolve al compito di pianificazione economica segue delle logiche affatto diverse da quelle legate all'economia..tenderà ad avere rendite politiche a distribuire favori, a occupare i vertici delle aziende di stato con suoi affiliati... Di più in un sistema collettivista NON esiste l'investimento privato ma solo quello pubblico, mentre nei nostri sistemi misti ci sono entrambi. Lo stato è talmente in crisi per l'eccessivo carico di competenze che devolve molte prerogative a istituzioni territoriali come le province o gli vengono avocati delle competenze da organismi sovranazionali (come ue etc.)
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We are the flame and darkness fears us ! Ultima modifica di zerothehero : 06-10-2005 alle 12:50. |
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#170 | |
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Iscritto dal: Apr 2002
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#171 | ||||
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Lo so molte delle cose che dico sono impossibili, e ci vuole una grande immaginazione ovviamente con logica, e io l'ho visto quel mondo migliore, vorrei solo far capire che il mondo puo' essere diverso e vivere tutti bene senza distinzioni di ceto o classe sociale.
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#172 | |
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#173 | |
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Iscritto dal: Nov 2002
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Ma mi fa sorridere chi pensa che con una società migliore diventi tutto più semplice... la società sarà sempre più complessa. Dove c'è stato progresso (esseri viventi, conoscienze matematiche, fisica, informatica, economia) si è andati sempre verso una maggiore complessità. x nomeutente: sono d'accordo sulle semplificazioni dell'economia, ma secondo me ad ora sono necessarie, e in un certo senso le pilotiamo (insegnando una certa mentalità, o mettendo meccanismi che le garantiscano) perchè il problema è molto complicato... matematicamente parlando l'economia, anche a livello molto semplice, è estremamente difficile. x zero stress: che ci siano soldi o no, per costruire un laboratorio serve gente, materiale, energia. Per mantenere una rete telematica servono migliaia di persone che la tengono sotto controllo etc... la società che proponi dovrebbe prevedere la distribuzione dei beni e dei ruoli in maniera efficiente, secondo precisi meccanismi. E una gestione centralizzata è destinata a fallire, perchè sarebbero troppe le informazioni da processare in ogni momento (che richiederebbero ancora uomini, tempo, energia).
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#174 | |
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Ma questo comporterebbe quasi un fine della storia alla fukuyama, ma la storia è stata sempre connotata da fenomeni competitivi, da disuglianze, etc..persino nel mitico "stato di natura" vi sono disugualianze..anche gli animali nei branchi sono disuguali.. ![]() Quello che continuo a chiedere senza ricevere risposta è : Se nella tua costruzione utopica-ideologica eliminiamo il denaro, eliminiamo le sperequazioni sociali, eliminiamo la concorrenza (che crea povertà e sperequazioni) eliminiamo anche il progresso tecnologico che dati alla mano ha portato ha sestuplicare la popolazione mondiale e a garantire il progresso. Nessuno privato investirebbe in S&D se non avesse concorrenza, dato che siamo in un forum tecnologico..nvidia &ati non investirebbero miliardi di dollari in innovazione se non avessero il timore della concorrenza... Rimarrebbero solo gli investimenti pubblici che tuttavia seguono alcune direttrice e ne ignorano altre. Imho un buon compromesso è la promozione di un sistema competitivo-conflittuale corretto ex-post da leggi e da un forte welfare state in modo da evitare fenomeni da darwinismo sociale (i più "deboli" diventano più poveri e mutatis mutandis i più ricchi il contrario).
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#175 | |
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#176 | |
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e' complicatissima come vedi perche' ogni essere umano sarebbe il perno principale della societa'. ovvio ci saranno le eccezzioni ma tipo 1000 persone su un miliardo e' trascurabile anche perche' ritornerebbero nei loro schemi. io parlo di persone molto evolute che non pensano all'"io" ma al noi. e' come se tu hai una famiglia e vai a lavorare per sfamarla... ma la famiglia non si deve fermare a moglie e figli e parenti in questo caso la tua famiglia e' il mondo! per la seconda parte in grassetto, non esistera' una gestione centralizzata della societa' in questo modo faresti differenze di classe, una classe dirigente che regola tutte le masse, cioe' "lo stato" a questo punto un individuo non ha piu' la possibilita' di evolversi nella direzione in cui vuole, ma nella direzione in cui la dirige lo stato! l'organizzazione andra dal basso(tutti gli esseri umani) verso l'alto (l'evoluzione della specie) e non viceversa. lo so e' difficile da immaginare ma io ci sono riuscito e vorrei far riuscirci anche voi. parliamoci chiaro lo stato democratico come oggi esiste diciamo che e' una monarchia allargata non c'e' piu' il re che comanda tutti ma un gruppo di persone che gestisce tutto e decide per tutti gli individui anche se una minoranza non e' d'accordo deve stare alla volonta' di questa classe dirigente. E per entrare in questa classe dirigente quello che ti serve sono i soldi, infatti non esiste un politico che sia povero, dal primo all'ultimo passando dai sindaci fino ad arrivare al berlusca
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#177 |
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E' un problema di mentalità imho.
Personalmente ritengo che il sistema debba cambiare a favore di uno sviluppo sostenibile, un pò quello che fa il mercato equo e solidale. La terra è una, ed è pure rotonda, e siccome quello che c'è sopra non si crea dal nulla e non è infinito bisogna utilizzarlo e sfruttarlo come dio comanda.
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#178 | ||
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Quello che dico io se oggi tu persona nasci in africa, sogni di fare l'architetto, oggi non hai la possibilita' di studiare quindi non hai la liberta' di competere con una persona che ha fatto architettura, competivita' a livello intelletuale. quindi il tuo ostacolo non e' la tua voglia o le tue capacita' ma semplicemente i soldi. In un mondo senza soldi l'unica cosa che ti puo' impedire di competere con qualcuno (sempre a livello intelletivo), se non la tua voglia, o la tua natura, ma se tu sai di aver dato il massimo di certo non ti arrabbi perche' un altro e' piu' "inteligente" di te. Mentre avere le capacita' ma non poterle mettere in pratica causa mancanza di denaro questa per me non e' liberta', semplicemente e' chiavitu' del denaro Quote:
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La libertá sopratutto di parola é un lusso che non ci si puo' permettere in italia, per la strada come su internet. Ultima modifica di ~ZeRO sTrEsS~ : 06-10-2005 alle 13:40. |
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#179 | |
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#180 | |
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![]() Al massimo si potrebbe prevedere una democrazia elettronica in cui l'uso dell'informatica può aiutare a decentralizzare le decisioni, ma anch'essa è imho fallata. ![]()
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