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Risultati sondaggio: Cosa voterai?
Primo quesito: SI 82 29.60%
Primo quesito: NO 104 37.55%
Secondo quesito: SI 83 29.96%
Secondo quesito: NO 104 37.55%
Terzo quesito: SI 185 66.79%
Terzo quesito: NO 8 2.89%
NON ANDRO' A VOTARE 85 30.69%
Sondaggio a risposta multipla Votanti: 277. Non puoi votare in questo sondaggio

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Old 16-06-2009, 13:13   #141
Ja]{|e
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Il no verrebbe inteso come "La legge attuale mi va bene".

E il porcellum a me non va bene, ma peggiorarlo è ancora peggio. Quindi scarabocchio.
Sono d'accordo. E' proprio da rifare da capo. Quindi per 'sta cosa devo scarabocchiare oppure è meglio non ritirare proprio le prime due schede?
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Old 16-06-2009, 13:18   #142
svarionman
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No, scusa... sembra che il quorum si calcoli singolarmente... così dicono....
Rilancio la domanda....posso votare solo per il terzo quesito senza ritirare i primi due, in modo da non "aiutarne" il raggiungimento del quorum?
__________________
Attenzione: il messaggio potrebbe essere ironico... gli amici (s)comodi di Topolino
"L’uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali, le autorità costituite...Il popolo è minorenne. La città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere. La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!”
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Old 16-06-2009, 13:20   #143
yggdrasil
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Il no verrebbe inteso come "La legge attuale mi va bene".

E il porcellum a me non va bene, ma peggiorarlo è ancora peggio. Quindi scarabocchio.
ma cavolo, il no vuole dire "la modifica non mi va bene", non certo la legge attuale mi va bene

se ci fosse un referendum su tutta la legge in toto potrei capire il ragionamento ma stiamo parlando di modifiche, non di abrogarla completamente.
yggdrasil è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 16-06-2009, 13:31   #144
Toyo
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Originariamente inviato da yggdrasil Guarda i messaggi
ma cavolo, il no vuole dire "la modifica non mi va bene", non certo la legge attuale mi va bene
E' così che verrebbe intesa da politici e stampa. Perfino la pubblicità informativa della RAI sul referendum dice che chi vota no è d'accordo con l'attuale legge elettorale. Ora guardo se c'è su youtube.


edit:non lo trovo

Ultima modifica di Toyo : 16-06-2009 alle 13:34.
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Old 16-06-2009, 13:56   #145
yggdrasil
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Originariamente inviato da Toyo Guarda i messaggi
E' così che verrebbe intesa da politici e stampa. Perfino la pubblicità informativa della RAI sul referendum dice che chi vota no è d'accordo con l'attuale legge elettorale. Ora guardo se c'è su youtube.


edit:non lo trovo

chi vota no è d'accordo per la non modifica, non vuole dire che la approva a priori.

la rai può raccontare il referendum come le pare ma le leggi parlano di "essere d'accordo o no con l'abrogazione in tutto o in parte di una legge". se poi io non sono d'accordo con la parziale abrogazione perchè verrebbe fuori una cagata ancora più immane è secondario.

Quote:

ART. 27.

AL FINE DI RACCOGLIERE LE FIRME DEI 500.000 ELETTORI NECESSARI PER IL REFERENDUM PREVISTO DALL'ARTICOLO 75 DELLA COSTITUZIONE, NEI FOGLI VIDIMATI DAL FUNZIONARIO, DI CUI ALL'ARTICOLO 7, SI DEVONO INDICARE I TERMINI DEL QUESITO CHE SI INTENDE SOTTOPORRE ALLA VOTAZIONE POPOLARE, E LA LEGGE O L'ATTO AVENTE FORZA DI LEGGE DEI QUALI SI PROPONE L'ABROGAZIONE, COMPLETANDO LA FORMULA _VOLETE CHE SIA ABROGATA ..._ CON LA DATA, IL NUMERO E IL TITOLO DELLA LEGGE O DELL'ATTO AVENTE VALORE DI LEGGE SUL QUALE IL REFERENDUM SIA RICHIESTO.

QUALORA SI RICHIEDA REFERENDUM PER ABROGAZIONE PARZIALE, NELLA FORMULA INDICATA AL PRECEDENTE COMMA DEVE ESSERE INSERITA ANCHE L'INDICAZIONE DEL NUMERO DELL'ARTICOLO O DEGLI ARTICOLI SU QUALI IL REFERENDUM SIA RICHIESTO.

QUALORA SI RICHIEDA REFERENDUM PER LA ABROGAZIONE DI PARTE DI UNO O PIÙ ARTICOLI DI LEGGE, OLTRE ALL'INDICAZIONE DELLA LEGGE E DELL'ARTICOLO DI CUI AI PRECEDENTI COMMI PRIMO E SECONDO, DEVE ESSERE INSERITA L'INDICAZIONE DEL COMMA, E DOVRÀ ESSERE ALTRESÌ INTEGRALMENTE TRASCRITTO IL TESTO LETTERALE DELLE DISPOSIZIONI DI LEGGE DELLA QUALI SIA PROPOSTA L'ABROGAZIONE.
che poi la tv di regime la interpreti in un altro modo è un altro affare
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Old 16-06-2009, 14:05   #146
Steinoff
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no - no - si

Il bipartitismo sara' anche come negli Usa e in GB, ma l'Italia non e' ne gli Usa ne la GB...
__________________
Evil Army wants you! Join the DarkSide Sed quis custodiet ipsos custodes? где гной, там разрез
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Old 16-06-2009, 14:14   #147
guyver
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no - no - si

Il bipartitismo sara' anche come negli Usa e in GB, ma l'Italia non e' ne gli Usa ne la GB...
anche perche il bipartitismo secondo me va a braccetto con astensionismo...

per gli amministratori potete spostare/ridurre il tasto segnala quando voglio quotare sbaglio sempre
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Old 16-06-2009, 15:11   #148
LucaTortuga
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ot
ahhhhhhhh!!!!!!!! ora ho capito tutto...

SILVIO è un grande

Avete sentito i discorsi su complotti, spallate golpe e nuove elezioni?

Sicuramente il pdl mandera i suoi a votare in modo silente...se il referendum raggiunge il quorum e vincono i SI, come per magia il governo cadra e faranno nuove elezioni....
Ecco che poi il pdl vincerà e governerà da solo...
Per fare questo però nel pd dovra cambiare leader, sono sicuro che arriverà un filo dalemiano che guarda caso, alle elezioni non si alleerà con di pietro...

Fanta politica? Forse
Peccato che il PDL comunichi con i suoi elettori essenzialmente tramite TV... mi sembra piuttosto difficile farlo senza che l'alleato leghista se ne accorga.

Voterò NO, NO, SI.
Anche se una piccola tentazione per il triplo SI... giusto per vedere cosa succederebbe in una campagna elettorale che veda PDL e Lega schierati l'uno contro l'altra: potrebbero finire per massacrarsi a vicenda ("razzisti" vs. "mafiosi"), dividendosi i voti della comune area di riferimento e finendo per far vincere un incredulo PD...
Ancor più fanta-politica? Forse..
__________________
"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960).
LucaTortuga è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 16-06-2009, 15:16   #149
guyver
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Peccato che il PDL comunichi con i suoi elettori essenzialmente tramite TV... mi sembra piuttosto difficile farlo senza che l'alleato leghista se ne accorga.

Voterò NO, NO, SI.
Anche se una piccola tentazione per il triplo SI... giusto per vedere cosa succederebbe in una campagna elettorale che veda PDL e Lega schierati l'uno contro l'altra: potrebbero finire per massacrarsi a vicenda ("razzisti" vs. "mafiosi"), dividendosi i voti della comune area di riferimento e finendo per far vincere un incredulo PD...
Ancor più fanta-politica? Forse..
beh fai conto che pur ufficialmente non schierandosi.. per via della lega berlusconi aveva fatto capire che per lui andava bene il si e fini ha dichiarato che voterà si....
naturalmente scherzo... ma potrebbe essere plausibile come scenario
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Old 16-06-2009, 15:44   #150
LucaTortuga
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beh fai conto che pur ufficialmente non schierandosi.. per via della lega berlusconi aveva fatto capire che per lui andava bene il si e fini ha dichiarato che voterà si....
naturalmente scherzo... ma potrebbe essere plausibile come scenario
Sì, ma di questo ce ne siamo accorti in pochi (quelli che seguono con attenzione le vicende politiche).
Per far arrivare un messaggio al grosso dell'elettorato PDL, bisogna che venga strombazzato a reti/testate unificate, mattina pomeriggio e sera, almeno per l'intera settimana precedente il voto...
__________________
"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960).
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Old 16-06-2009, 17:02   #151
GianoM
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http://temi.repubblica.it/micromega-...per-astenersi/

Le ragioni per per astenersi e far fallire il referendum elettorale in 50 punti; e tutti i punti si riassumono in uno solo: salvare la democrazia.
"Per questo diciamo no al referendum elettorale, non andando a votare dove si vota solo per il referendum, o rifiutando le schede del referendum se chiamati alle urne per il ballottaggio che si terrà in diversi comuni e province" (punto n. 50)

Prima parte: considerazioni sulla vigente legge elettorale

1. Siamo tutti scontenti della vigente legge elettorale, unanimemente denominata “porcellum” con la quale si è votato nelle ultime due tornate elettorali (2006 e 2008).

2. Due sono i principali aspetti negativi di questa legge: le liste bloccate ed il premio di maggioranza.

3. Questa legge, attraverso le liste bloccate, ha espropriato gli elettori di ogni residua possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, conferendo a una ristrettissima oligarchia di persone (i capi dei partiti politici) il potere di determinare al 100% la composizione delle Assemblee legislative.

4. Con questo sistema elettorale i nomi dei candidati sono persino scomparsi dalla scheda elettorale, con la conseguenza che le scelte dei candidati operate dai capi dei partiti non possono in alcun modo essere censurate, sconfessate o corrette dal corpo elettorale.

5. Di conseguenza tutti i “rappresentanti del popolo” sono stati nominati da oligarchie di partito svincolate da ogni controllo popolare.

6. In questo modo gli eletti, più che rappresentanti del popolo, sono – anche in senso tecnico – dei delegati di partito, anzi del capo politico che li ha nominati, al quale sono legati da un vincolo di fedeltà estremo, restando così fortemente pregiudicato il principio sancito dall’art. 67 della Costituzione che prevede che “ogni membro del parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

7. Il premio di maggioranza è un meccanismo truffaldino che interviene a manipolare la volontà espressa dagli elettori, trasformando – per legge – una minoranza in maggioranza.

8. Un sistema così fortemente distorsivo della volontà popolare non esisteva neppure nella c.d. “legge truffa” del 1953, che prevedeva che, per ottenere il premio di maggioranza, occorresse ottenere almeno la maggioranza dei voti popolari.

9. Con la legge truffa per conseguire il premio di maggioranza, che mirava a rendere più stabile il governo, occorreva godere del consenso della maggioranza degli elettori; la legge vigente, invece, trasforma una minoranza in maggioranza (attribuendole per legge il 54% dei seggi alla Camera) e sancisce il principio che per governare non occorre il consenso della maggioranza degli elettori.

10. La vigente legge elettorale ha introdotto delle soglie di sbarramento per l’accesso alla Camera ed al Senato che, se appaiono ragionevoli per i partiti che si riuniscono in coalizione (2% alla Camera e 4% al Senato), sono del tutto irragionevoli per i partiti esclusi dalle coalizioni (4% alla Camera e 8% al Senato). In questo modo milioni di elettori vengono esclusi dalla possibilità di essere rappresentati in Parlamento.
11. Infine la vigente legge elettorale, con l’indicazione sulla scheda del candidato alla presidenza del Consiglio, introduce una sorta di investitura popolare del Capo politico, mortificando il ruolo del Presidente della Repubblica a cui la Costituzione assegna il compito di nominare il Presidente del Consiglio.

Seconda Parte: quali modifiche introduce il referendum, con quali conseguenze

12. Il referendum proposto non corregge nessuno dei difetti del “porcellum” ma, al contrario, li aggrava, esaltandone le conseguenze negative.

13. Il referendum non restituisce agli elettori il potere di scelta dei propri rappresentanti politici, che la legge vigente ha sequestrato per conferirlo nella mani dei partiti, conservando le liste bloccate.

14. Il referendum propone sostanzialmente due modifiche della vigente legge elettorale: a) attribuisce il premio di maggioranza alla lista che abbia ottenuto anche un solo voto in più delle altre liste concorrenti, abrogando la possibilità che il premio venga attribuito ad una coalizione di partiti; b) determina il raddoppio delle soglie di sbarramento confermando per tutti la soglia del 4% alla Camera dei Deputati e dell’8% al Senato (che la legge attuale impone soltanto ai partiti non coalizzati)

15. Le conseguenze che verrebbero fuori dalla legge elettorale modificata dal referendum sarebbero nefaste per la democrazia e ne sovvertirebbero il metodo basilare per il quale le decisioni si prendono a maggioranza.

16. La nuova disciplina elettorale sancirebbe il principio che il potere di governo spetta ad una minoranza e deve essere consegnato nelle mani di un solo partito, a prescindere dal livello del consenso popolare ricevuto

17. Infatti, attribuire il premio di maggioranza ad una sola lista determina un incremento esponenziale del premio stesso, sovvertendo il rapporto fra i voti espressi ed i seggi ottenuti.

18. Nelle elezioni del 2006, a fronte di una ampia coalizione di forze politiche, che ottenne alla Camera il 49,8 %, il premio di maggioranza è stato del 4 %. Nelle elezioni del 2008, a fronte di una coalizione meno ampia, che ottenne il 46,8%, il premio di maggioranza è stato del 7%. Se si fosse votato nel 2008 con il sistema elettorale proposto dai referendari, la lista più votata (il PdL) con il 37,4% dei voti, avrebbe ottenuto il 54% dei seggi, cioè si sarebbe giovata di un premio di maggioranza del 16,6%. Vale a dire a un solo partito sarebbe stata attribuita dalla legge elettorale quasi il 50% in più della rappresentanza che gli sarebbe spettata in base ai voti ricevuti dagli elettori (cioè gli sarebbero spettati oltre 100 seggi in più rispetto ai voti ricevuti) .

19. Con questo sistema viene attribuito ad una singola lista un premio di maggioranza di proporzioni inusitate, che può consentire ad un singolo partito di ottenere in Parlamento una rappresentanza doppia rispetto al consenso ricevuto, a danno di tutti gli altri partiti e di tutti gli altri elettori.

20. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 15/2008, pur dichiarando ammissibile il referendum elettorale, ha adombrato un pesante sospetto di incostituzionalità segnalando al Parlamento: “l’esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici di una legislazione che non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi.”

21. Attraverso questo spropositato premio di maggioranza resta pregiudicato il principio costituzionale che il voto è uguale per tutti. Non tutti i cittadini saranno uguali nel voto perché il voto di taluni varrà il doppio rispetto al voto degli altri, tanto da consentire a una minoranza di diventare ex lege maggioranza e di fondare il governo non più sul consenso della maggioranza, ma su quello di una minoranza del corpo elettorale.

22. L’ulteriore effetto negativo è quello della riduzione forzata del pluralismo politico dovuta all’effetto combinato dell’incremento del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento.

23. Il corpo elettorale, proprio per la presenza di un così grave e destabilizzante premio di maggioranza, sarà costretto ad orientare le sue scelte sulle due principali liste in competizione. Ciò indebolirà tutti gli altri partiti, rendendo ancora più difficile superare lo sbarramento delle soglie raddoppiate dalla disciplina risultante dal referendum.

24. In questo modo dal bipolarismo forzato si passerà a un bipartitismo forzato, non determinato da scelte genuine del corpo elettorale, ma imposto dalle costrizioni del sistema elettorale

25. Questa situazione mortificherà ulteriormente la rappresentanza, riducendo la possibilità che il corpo elettorale possa ottenere che nel sistema politico siano rappresentati i bisogni, le esigenze, le culture ed i valori presenti nel popolo italiano.

26. In questo modo verrà introdotta, di fatto, una sorta di democrazia dell’investitura al posto della democrazia fondata sulla rappresentanza e la partecipazione dei cittadini come prevista dalla Costituzione.

27. La riduzione del pluralismo politico nelle assemblee legislative e la posizione di rendita assicurata a un solo partito politico, metterà a rischio la Costituzione, consegnandone il destino nelle mani di una sola parte politica.

28. L’attuale maggioranza politica, infatti, non può modificare a suo piacimento la Costituzione perché non dispone della maggioranza dei due terzi richiesta per escludere il referendum sulle leggi di modifica della Costituzione.

29. Se si fosse applicata alle elezioni del 2008 la legge elettorale con le modifiche proposte dai referendari, con lo stesso numero di voti, le forze politiche della attuale maggioranza (PDL + Lega) disporrebbero di circa il 62% dei seggi alla Camera. Con un piccolo sforzo potrebbero ottenere la maggioranza di due terzi necessaria per cambiare la Costituzione senza dover affrontare il giudizio del popolo italiano attraverso il referendum.

30. In questo modo si realizzerebbe una sorta di dittatura della minoranza, in quanto un solo partito, senza avere il consenso della maggioranza del popolo italiano, avrebbe nelle sue mani il controllo del Governo e la possibilità di eleggere – da solo – il Presidente della Repubblica, mentre una sola parte politica (cioè il partito beneficiato dal premio di maggioranza più i suoi alleati) avrebbe la possibilità di nominare i giudici della Corte Costituzionale e di modificare a suo piacimento la Costituzione.

31. Gli effetti che il referendum produrrebbe sul sistema politico sono stati già parzialmente sperimentati nelle elezioni politiche del 2008, quando i capi dei due principali partiti in competizione hanno deciso di restringere le coalizioni, limitandole ad una alleanza fra due soli partiti. In questo modo i partiti esclusi dalla possibilità di competere per il premio di maggioranza hanno perso una parte del loro genuino consenso elettorale e sono stati stroncati dal raddoppio delle soglie di sbarramento alla Camera ed al Senato.

32. In conseguenza di questa interpretazione delle legge elettorale sulla scia del modello proposto dal referendum, circa tre milioni di persone hanno perso ogni forma di rappresentanza in Parlamento, sono stati, pertanto, esclusi dal circuito della democrazia, mentre il tasso di astensionismo è cresciuto, essendo diminuita la partecipazione al voto dall’83,6% (2006) all’80,5% (2008).

33. Questa situazione di espulsione dal circuito democratico di milioni di persone, che abbiamo già sperimentato nelle elezioni del 2008, non sarebbe corretta dalle conseguenze del referendum, al contrario essa sarebbe ulteriormente aggravata perché le soglie di sbarramento raddoppiate varrebbero in ogni caso e per tutti i partiti.

34. Il sistema elettorale prefigurato dal referendum non esiste in nessun ordinamento di democrazia occidentale ma non rappresenta una novità assoluta nel nostro paese. Esso infatti si ispira alla legge “Acerbo” voluta da Mussolini, ed è stato già sperimentato nella storia d’Italia con le elezioni del 1924 che, schiacciando l’opposizione e le minoranze, aprirono la strada alla dittatura fascista.

35. Tuttavia la legge Acerbo era più democratica della disciplina che viene fuori dal referendum. Essa, infatti prevedeva che per accedere al premio di maggioranza, la lista più votata dovesse comunque superare la soglia del 25% dei voti e non imponeva soglie di sbarramento.

36. Per questo nel Parlamento del 1924 ebbero accesso – sia pure a ranghi ridotti - tutte le forze d’opposizione, mentre nel Parlamento repubblicano eletto nel 2008 con il metodo referendario, le opposizioni sono state drasticamente falcidiate.

37. Una situazione simile a quella del 1924 si produrrebbe di nuovo in Italia se venisse approvato il referendum.

38. Il principio democratico della rappresentanza verrebbe colpito a morte perché non vi è rappresentanza senza pluralismo e senza la libertà del corpo elettorale di scegliere le persone e le forze politiche da cui farsi rappresentare. Di conseguenza verrebbe meno il carattere democratico della forma di Governo.

39. Si produrrebbe quindi, attraverso la riforma elettorale, una riforma di fatto della Costituzione.

40. Il modello di democrazia, concepito dai padri costituenti, fondato sul pluralismo, sulla centralità del Parlamento e sulla partecipazione popolare dei cittadini associati in partiti, verrebbe definitivamente stravolto e sostituito da un ordinamento oligarchico.

Terza parte: come opporsi al referendum beffa

41. Per non tornare al 1924 bisogna respingere il referendum, utilizzando gli strumenti che la Costituzione ha messo a disposizione del corpo elettorale.

42. I Costituenti hanno previsto che i proponenti del referendum abrogativo devono superare una doppia soglia di consenso per poter raggiungere lo scopo dell’abrogazione delle norme prese di mira. Per questo la Costituzione prevede che la proposta è approvata soltanto se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

43. A differenza che nelle elezioni politiche, che mirano al rinnovo di assemblee politiche le quali devono necessariamente essere rinnovate, nel referendum il voto non è un dovere civico, in quanto la proposta di abrogazione non deve necessariamente essere approvata o respinta. Nel referendum gli elettori scelgono liberamente se andare o non andare a votare, a seconda dei risultati che vogliono conseguire.

44. Questa volta la chiamata degli elettori alle urne per il referendum nasconde un inganno: essa sfrutta l’insoddisfazione generale che tutti noi nutriamo verso questa legge elettorale (il porcellum) per spingerci ad un voto che, qualunque sia il risultato, non può avere altro effetto che quello di rafforzare il porcellum.

45. Infatti, se prevalessero i no, l’effetto sarebbe quello paradossale di offrire ai fautori dell’attuale legge elettorale imposta dalle oligarchie il destro di dire che la legge avrebbe avuto l’avallo di un voto popolare.

46. Se prevalessero i si, l’effetto sarebbe quello di blindare l’attuale legge elettorale, nella versione peggiorata proposta dai referendari. Il parlamento difficilmente potrebbe metterci mano per effettuare delle modifiche, sia perché gli si potrebbe obiettare di essere vincolato dalla volontà popolare espressa attraverso il voto referendario, sia perché la legge così modificata piacerebbe ancora di più alla maggioranza che vuole restringere gli spazi e le opportunità della democrazia.


47. Per questo si tratta di un referendum beffa: chiama alle urne dicendo di voler ammazzare il porcellum, ma in realtà lo ingrassa e lo rende intoccabile, qualunque sia la risposta al quesito referendario.

48. L’unico modo per non essere beffati, per dire NO alla proposta referendaria, è quello di disubbidire alla chiamata alle urne che i proponenti vogliono imporre al popolo italiano.

49. E’ questa l’unica strada per lasciare aperta la possibilità di una riforma elettorale che restituisca agli elettori i poteri che sono stati loro confiscati con il porcellum.

50. Per questo diciamo No al referendum elettorale, non andando a votare, dove si vota solo per il referendum, e rifiutando le schede del referendum, se chiamati alle urne per il ballottaggio che si terrà in diversi comuni e province.

a cura di Domenico Gallo
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Old 16-06-2009, 17:20   #152
xenom
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ok ora la confusione è totale

non capisco perché bisognerebbe astenersi dal votare questo referendum. Se è vero che il referendum non cancella la legge elettorale in modo completo, mi sembra che comunque possa migliorarla almeno un po'. Non capisco quindi il punto 12: "12. Il referendum proposto non corregge nessuno dei difetti del “porcellum” ma, al contrario, li aggrava, esaltandone le conseguenze negative."

il terzo quesito del referendum mi sembra utile...
xenom è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 16-06-2009, 17:20   #153
guyver
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Le ragioni per per astenersi e far fallire il referendum elettorale in 50 punti; e tutti i punti si riassumono in uno solo: salvare la democrazia.
"Per questo diciamo no al referendum elettorale, non andando a votare dove si vota solo per il referendum, o rifiutando le schede del referendum se chiamati alle urne per il ballottaggio che si terrà in diversi comuni e province" (punto n. 50)

Prima parte: considerazioni sulla vigente legge elettorale

1. Siamo tutti scontenti della vigente legge elettorale, unanimemente denominata “porcellum” con la quale si è votato nelle ultime due tornate elettorali (2006 e 2008).

2. Due sono i principali aspetti negativi di questa legge: le liste bloccate ed il premio di maggioranza.

3. Questa legge, attraverso le liste bloccate, ha espropriato gli elettori di ogni residua possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, conferendo a una ristrettissima oligarchia di persone (i capi dei partiti politici) il potere di determinare al 100% la composizione delle Assemblee legislative.

4. Con questo sistema elettorale i nomi dei candidati sono persino scomparsi dalla scheda elettorale, con la conseguenza che le scelte dei candidati operate dai capi dei partiti non possono in alcun modo essere censurate, sconfessate o corrette dal corpo elettorale.

5. Di conseguenza tutti i “rappresentanti del popolo” sono stati nominati da oligarchie di partito svincolate da ogni controllo popolare.

6. In questo modo gli eletti, più che rappresentanti del popolo, sono – anche in senso tecnico – dei delegati di partito, anzi del capo politico che li ha nominati, al quale sono legati da un vincolo di fedeltà estremo, restando così fortemente pregiudicato il principio sancito dall’art. 67 della Costituzione che prevede che “ogni membro del parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

7. Il premio di maggioranza è un meccanismo truffaldino che interviene a manipolare la volontà espressa dagli elettori, trasformando – per legge – una minoranza in maggioranza.

8. Un sistema così fortemente distorsivo della volontà popolare non esisteva neppure nella c.d. “legge truffa” del 1953, che prevedeva che, per ottenere il premio di maggioranza, occorresse ottenere almeno la maggioranza dei voti popolari.

9. Con la legge truffa per conseguire il premio di maggioranza, che mirava a rendere più stabile il governo, occorreva godere del consenso della maggioranza degli elettori; la legge vigente, invece, trasforma una minoranza in maggioranza (attribuendole per legge il 54% dei seggi alla Camera) e sancisce il principio che per governare non occorre il consenso della maggioranza degli elettori.

10. La vigente legge elettorale ha introdotto delle soglie di sbarramento per l’accesso alla Camera ed al Senato che, se appaiono ragionevoli per i partiti che si riuniscono in coalizione (2% alla Camera e 4% al Senato), sono del tutto irragionevoli per i partiti esclusi dalle coalizioni (4% alla Camera e 8% al Senato). In questo modo milioni di elettori vengono esclusi dalla possibilità di essere rappresentati in Parlamento.
11. Infine la vigente legge elettorale, con l’indicazione sulla scheda del candidato alla presidenza del Consiglio, introduce una sorta di investitura popolare del Capo politico, mortificando il ruolo del Presidente della Repubblica a cui la Costituzione assegna il compito di nominare il Presidente del Consiglio.

Seconda Parte: quali modifiche introduce il referendum, con quali conseguenze

12. Il referendum proposto non corregge nessuno dei difetti del “porcellum” ma, al contrario, li aggrava, esaltandone le conseguenze negative.

13. Il referendum non restituisce agli elettori il potere di scelta dei propri rappresentanti politici, che la legge vigente ha sequestrato per conferirlo nella mani dei partiti, conservando le liste bloccate.

14. Il referendum propone sostanzialmente due modifiche della vigente legge elettorale: a) attribuisce il premio di maggioranza alla lista che abbia ottenuto anche un solo voto in più delle altre liste concorrenti, abrogando la possibilità che il premio venga attribuito ad una coalizione di partiti; b) determina il raddoppio delle soglie di sbarramento confermando per tutti la soglia del 4% alla Camera dei Deputati e dell’8% al Senato (che la legge attuale impone soltanto ai partiti non coalizzati)

15. Le conseguenze che verrebbero fuori dalla legge elettorale modificata dal referendum sarebbero nefaste per la democrazia e ne sovvertirebbero il metodo basilare per il quale le decisioni si prendono a maggioranza.

16. La nuova disciplina elettorale sancirebbe il principio che il potere di governo spetta ad una minoranza e deve essere consegnato nelle mani di un solo partito, a prescindere dal livello del consenso popolare ricevuto

17. Infatti, attribuire il premio di maggioranza ad una sola lista determina un incremento esponenziale del premio stesso, sovvertendo il rapporto fra i voti espressi ed i seggi ottenuti.

18. Nelle elezioni del 2006, a fronte di una ampia coalizione di forze politiche, che ottenne alla Camera il 49,8 %, il premio di maggioranza è stato del 4 %. Nelle elezioni del 2008, a fronte di una coalizione meno ampia, che ottenne il 46,8%, il premio di maggioranza è stato del 7%. Se si fosse votato nel 2008 con il sistema elettorale proposto dai referendari, la lista più votata (il PdL) con il 37,4% dei voti, avrebbe ottenuto il 54% dei seggi, cioè si sarebbe giovata di un premio di maggioranza del 16,6%. Vale a dire a un solo partito sarebbe stata attribuita dalla legge elettorale quasi il 50% in più della rappresentanza che gli sarebbe spettata in base ai voti ricevuti dagli elettori (cioè gli sarebbero spettati oltre 100 seggi in più rispetto ai voti ricevuti) .

19. Con questo sistema viene attribuito ad una singola lista un premio di maggioranza di proporzioni inusitate, che può consentire ad un singolo partito di ottenere in Parlamento una rappresentanza doppia rispetto al consenso ricevuto, a danno di tutti gli altri partiti e di tutti gli altri elettori.

20. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 15/2008, pur dichiarando ammissibile il referendum elettorale, ha adombrato un pesante sospetto di incostituzionalità segnalando al Parlamento: “l’esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici di una legislazione che non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi.”

21. Attraverso questo spropositato premio di maggioranza resta pregiudicato il principio costituzionale che il voto è uguale per tutti. Non tutti i cittadini saranno uguali nel voto perché il voto di taluni varrà il doppio rispetto al voto degli altri, tanto da consentire a una minoranza di diventare ex lege maggioranza e di fondare il governo non più sul consenso della maggioranza, ma su quello di una minoranza del corpo elettorale.

22. L’ulteriore effetto negativo è quello della riduzione forzata del pluralismo politico dovuta all’effetto combinato dell’incremento del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento.

23. Il corpo elettorale, proprio per la presenza di un così grave e destabilizzante premio di maggioranza, sarà costretto ad orientare le sue scelte sulle due principali liste in competizione. Ciò indebolirà tutti gli altri partiti, rendendo ancora più difficile superare lo sbarramento delle soglie raddoppiate dalla disciplina risultante dal referendum.

24. In questo modo dal bipolarismo forzato si passerà a un bipartitismo forzato, non determinato da scelte genuine del corpo elettorale, ma imposto dalle costrizioni del sistema elettorale

25. Questa situazione mortificherà ulteriormente la rappresentanza, riducendo la possibilità che il corpo elettorale possa ottenere che nel sistema politico siano rappresentati i bisogni, le esigenze, le culture ed i valori presenti nel popolo italiano.

26. In questo modo verrà introdotta, di fatto, una sorta di democrazia dell’investitura al posto della democrazia fondata sulla rappresentanza e la partecipazione dei cittadini come prevista dalla Costituzione.

27. La riduzione del pluralismo politico nelle assemblee legislative e la posizione di rendita assicurata a un solo partito politico, metterà a rischio la Costituzione, consegnandone il destino nelle mani di una sola parte politica.

28. L’attuale maggioranza politica, infatti, non può modificare a suo piacimento la Costituzione perché non dispone della maggioranza dei due terzi richiesta per escludere il referendum sulle leggi di modifica della Costituzione.

29. Se si fosse applicata alle elezioni del 2008 la legge elettorale con le modifiche proposte dai referendari, con lo stesso numero di voti, le forze politiche della attuale maggioranza (PDL + Lega) disporrebbero di circa il 62% dei seggi alla Camera. Con un piccolo sforzo potrebbero ottenere la maggioranza di due terzi necessaria per cambiare la Costituzione senza dover affrontare il giudizio del popolo italiano attraverso il referendum.

30. In questo modo si realizzerebbe una sorta di dittatura della minoranza, in quanto un solo partito, senza avere il consenso della maggioranza del popolo italiano, avrebbe nelle sue mani il controllo del Governo e la possibilità di eleggere – da solo – il Presidente della Repubblica, mentre una sola parte politica (cioè il partito beneficiato dal premio di maggioranza più i suoi alleati) avrebbe la possibilità di nominare i giudici della Corte Costituzionale e di modificare a suo piacimento la Costituzione.

31. Gli effetti che il referendum produrrebbe sul sistema politico sono stati già parzialmente sperimentati nelle elezioni politiche del 2008, quando i capi dei due principali partiti in competizione hanno deciso di restringere le coalizioni, limitandole ad una alleanza fra due soli partiti. In questo modo i partiti esclusi dalla possibilità di competere per il premio di maggioranza hanno perso una parte del loro genuino consenso elettorale e sono stati stroncati dal raddoppio delle soglie di sbarramento alla Camera ed al Senato.

32. In conseguenza di questa interpretazione delle legge elettorale sulla scia del modello proposto dal referendum, circa tre milioni di persone hanno perso ogni forma di rappresentanza in Parlamento, sono stati, pertanto, esclusi dal circuito della democrazia, mentre il tasso di astensionismo è cresciuto, essendo diminuita la partecipazione al voto dall’83,6% (2006) all’80,5% (2008).

33. Questa situazione di espulsione dal circuito democratico di milioni di persone, che abbiamo già sperimentato nelle elezioni del 2008, non sarebbe corretta dalle conseguenze del referendum, al contrario essa sarebbe ulteriormente aggravata perché le soglie di sbarramento raddoppiate varrebbero in ogni caso e per tutti i partiti.

34. Il sistema elettorale prefigurato dal referendum non esiste in nessun ordinamento di democrazia occidentale ma non rappresenta una novità assoluta nel nostro paese. Esso infatti si ispira alla legge “Acerbo” voluta da Mussolini, ed è stato già sperimentato nella storia d’Italia con le elezioni del 1924 che, schiacciando l’opposizione e le minoranze, aprirono la strada alla dittatura fascista.

35. Tuttavia la legge Acerbo era più democratica della disciplina che viene fuori dal referendum. Essa, infatti prevedeva che per accedere al premio di maggioranza, la lista più votata dovesse comunque superare la soglia del 25% dei voti e non imponeva soglie di sbarramento.

36. Per questo nel Parlamento del 1924 ebbero accesso – sia pure a ranghi ridotti - tutte le forze d’opposizione, mentre nel Parlamento repubblicano eletto nel 2008 con il metodo referendario, le opposizioni sono state drasticamente falcidiate.

37. Una situazione simile a quella del 1924 si produrrebbe di nuovo in Italia se venisse approvato il referendum.

38. Il principio democratico della rappresentanza verrebbe colpito a morte perché non vi è rappresentanza senza pluralismo e senza la libertà del corpo elettorale di scegliere le persone e le forze politiche da cui farsi rappresentare. Di conseguenza verrebbe meno il carattere democratico della forma di Governo.

39. Si produrrebbe quindi, attraverso la riforma elettorale, una riforma di fatto della Costituzione.

40. Il modello di democrazia, concepito dai padri costituenti, fondato sul pluralismo, sulla centralità del Parlamento e sulla partecipazione popolare dei cittadini associati in partiti, verrebbe definitivamente stravolto e sostituito da un ordinamento oligarchico.

Terza parte: come opporsi al referendum beffa

41. Per non tornare al 1924 bisogna respingere il referendum, utilizzando gli strumenti che la Costituzione ha messo a disposizione del corpo elettorale.

42. I Costituenti hanno previsto che i proponenti del referendum abrogativo devono superare una doppia soglia di consenso per poter raggiungere lo scopo dell’abrogazione delle norme prese di mira. Per questo la Costituzione prevede che la proposta è approvata soltanto se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

43. A differenza che nelle elezioni politiche, che mirano al rinnovo di assemblee politiche le quali devono necessariamente essere rinnovate, nel referendum il voto non è un dovere civico, in quanto la proposta di abrogazione non deve necessariamente essere approvata o respinta. Nel referendum gli elettori scelgono liberamente se andare o non andare a votare, a seconda dei risultati che vogliono conseguire.

44. Questa volta la chiamata degli elettori alle urne per il referendum nasconde un inganno: essa sfrutta l’insoddisfazione generale che tutti noi nutriamo verso questa legge elettorale (il porcellum) per spingerci ad un voto che, qualunque sia il risultato, non può avere altro effetto che quello di rafforzare il porcellum.

45. Infatti, se prevalessero i no, l’effetto sarebbe quello paradossale di offrire ai fautori dell’attuale legge elettorale imposta dalle oligarchie il destro di dire che la legge avrebbe avuto l’avallo di un voto popolare.

46. Se prevalessero i si, l’effetto sarebbe quello di blindare l’attuale legge elettorale, nella versione peggiorata proposta dai referendari. Il parlamento difficilmente potrebbe metterci mano per effettuare delle modifiche, sia perché gli si potrebbe obiettare di essere vincolato dalla volontà popolare espressa attraverso il voto referendario, sia perché la legge così modificata piacerebbe ancora di più alla maggioranza che vuole restringere gli spazi e le opportunità della democrazia.


47. Per questo si tratta di un referendum beffa: chiama alle urne dicendo di voler ammazzare il porcellum, ma in realtà lo ingrassa e lo rende intoccabile, qualunque sia la risposta al quesito referendario.

48. L’unico modo per non essere beffati, per dire NO alla proposta referendaria, è quello di disubbidire alla chiamata alle urne che i proponenti vogliono imporre al popolo italiano.

49. E’ questa l’unica strada per lasciare aperta la possibilità di una riforma elettorale che restituisca agli elettori i poteri che sono stati loro confiscati con il porcellum.

50. Per questo diciamo No al referendum elettorale, non andando a votare, dove si vota solo per il referendum, e rifiutando le schede del referendum, se chiamati alle urne per il ballottaggio che si terrà in diversi comuni e province.

a cura di Domenico Gallo
Io non l avevo letto questo ma sono d'accordo
nella contorta politica italiana dove basta un non nulla per prenderselo dietro sono convinto che userebbero i no per dire che la legge va bene cosi e non si cambia... anche se tanto non la cambiano cmq ormai fanno quello che vogliono alla faccia nostra
Cmq questo referendum è molto subdolo, uno dei peggiori proposti
guyver è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 16-06-2009, 18:13   #154
francoisk
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il voto è un diritto-dovere, c'è un referendum, si va a votare, non concepisco la questione del quorum, io quella abolirei.
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Old 16-06-2009, 18:17   #155
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il voto è un diritto-dovere, c'è un referendum, si va a votare, non concepisco la questione del quorum, io quella abolirei.
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Old 16-06-2009, 18:33   #156
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Volevo chiedere giusto questo: secondo voi passerà o no il quorum?

http://temi.repubblica.it/micromega-...la-democrazia/

Vorrei astenermi, ma ho paura che stavolta ci sarà una massiccia affluenza alle urne... l'Italia è un paese strano, và tutto alla rovescia...
Io sono quasi convinto che non passerà per vari motivi...

P.to 1 - La maggior parte dei referendum non ha mai passato il quorum tranne pochissimi casi (divorizio e nucleare)

P.to 2 - Alle europee/comunali abbiamo avuto un calo del quasi 15-20% di affluenza rispetto alle politiche...

P.to 3 - Partiti come la Lega hanno dichiarato che si asteranno dal voto e invitano gli altri a farlo...

Immaginando che l'80% degli elettori della sola Lega non si presentino alle urne... il 62% preso alle europee scenderebbe al 56%...

Poi mettici una buona parte dell'elettorato tra il PD e IDV e scendi immediatamente sotto al 50%...

Poi considera che oltre alle europee c'erano le comunali e che perciò poche persone ritornano a votare dopo 3 settimane... ed ecco che secondo me è molto difficile che si superi il quorum
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Old 16-06-2009, 23:14   #157
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E' così che verrebbe intesa da politici e stampa. Perfino la pubblicità informativa della RAI sul referendum dice che chi vota no è d'accordo con l'attuale legge elettorale. Ora guardo se c'è su youtube.


edit:non lo trovo
Spot su rete 4: l'elettore segnerà SI se vuole abrogare la norma, segnerà NO se vuole mantenere la norma.

Quindi la porcata rimane, se passa il NO.
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Old 17-06-2009, 00:02   #158
-ReDavide-
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il voto è un diritto-dovere, c'è un referendum, si va a votare, non concepisco la questione del quorum, io quella abolirei.
la risposta a questa osservazione è scritta nel lungo post di GianoM, ceh sarebbe il caso tu leggessi... votare sì mi fa semplicemente ribrezzo perchè è seppellire definitivamente "questa cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia" (da un bel pezzo anche), votare NO implica il "mi va bene come era prima" che non è affatto vero

la legge elettorale attuale FA SCHIFO, quella che uscirà dal referendum FA ANCORA PIU' SCHIFO quindi mi astengo. punto.

(per la cronaca dovrò recarmi ai seggi lo stesos per i ballottaggi... vedrò di far impazzire gli scrutatori poveretti)
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Old 17-06-2009, 00:06   #159
GianoM
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il voto è un diritto-dovere, c'è un referendum, si va a votare,
Ma anche no. Basta con queste frasi fatte.
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Old 17-06-2009, 00:32   #160
Franco2
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Originariamente inviato da yggdrasil Guarda i messaggi
ma cavolo, il no vuole dire "la modifica non mi va bene", non certo la legge attuale mi va bene
Infatti!
E chi se ne frega di quello che vogliono intendere giornali e politici! Tanto se la cantano e se la suonano sempre come vogliono loro, in ogni caso.
Non lasciamoli usurpare l'unico strumento che abbiamo per dire davvero la nostra.
Franco2 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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