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#61 | |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2004
Messaggi: 4607
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E' sicuramente migliore il modello americano dove licenziare è consentito, ma è relativamente facile per le persone trovare un lavoro ben retribuito, rispetto al nostro sistema dove assumere una persona è peggio che sposarla (almeno in un matrimonio puoi divorziare) e hai tante di quelle beghe e costi (inail, 626, contributi, tredicesime e quattordicesime, commercialisti, consulenti del lavoro) che ad un imprenditore passa presto la voglia di farlo, anche se volesse. Alla fine l'estrema protezione che i sindacati hanno voluto per i lavoratori dipendenti ha comportato che in Italia i piccoli/medi imprenditori invece di assumere preferiscono avere 'collaboratori' che in realtà sono i nuovi schiavi con zero diritti e senza un futuro certo. |
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#62 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 14996
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Sono d'accordo che i dipendenti effettivamente sono un po' troppo garantiti nei confronti degli imprenditori stessi. Io infatti non sono contrario per principio alla flessibilità del lavoro, ma devono esistere due presupposti:
1) Se paghi meno tasse per un collaboratore, quest'ultimo deve avere uno stipendio superiore rispetto ad un dipendente (oggi succede che un collaboratore prende addirittura di MENO di un dipendente e questo si traduce in un risparmio anche del 100% sul costo del lavoro). 2) Se vengo licenziato, devo trovare un nuovo lavoro in tembi brevissimi (al max un mese) e la paga deve essere almeno equivalente 3) Il sistema bancario e del finanziamento deve prevedere anche per i precari un sistema per accedere al credito perchè altrimenti beni di un certo valore non avranno più mercato (pensate all'acquisto di case, macchine e qualsiasi prodotto con un costo importante). Se questi 3 presupposti si realizzano allora la flessibilità potrebbe essere un'arma vincente nel nostro paese, altrimenti adesso diventa solo un modo per sfruttare le persone quando hanno problemi economici e molte di queste potrebbero pensare di andare all'estero (io sto facendo più di un pensiero ad andare a vivere in un paese in via di sviluppo dove gli stipendi sono bassi, ma il costo della vita è ancora + basso). @diabolik1981 Il problema è che se il mercato è stagnante e tu mandi a casa delle persone, quest'ultime ovviamente non avranno nulla da spendere sul mercato e si innesca un circolo vizioso (meno domanda e troppa offerta = taglio delle persone = ulteriore diminuzione della domanda di beni e servizi). Ecco perchè sostengo che nel lungo periodo il licenziare le persone portà più danni che vantaggi. @Royal Knight Anche io sono d'accordo che i dipendenti a lungo andare diventano un costo sociale non indifferente xchè non hanno alcun motivo di essere produttivi in quanto sanno benissimo che hanno il "popò" parato da sindacati e governo. Il problema però è che se si raggiunge la piena flessibilità, non si devono annullare i diritti dei lavoratori e ridurli solo ad una sorta di bene che quando vuoi lo uso e quando non serve lo abbandoni da una parte (insomma un minimo di diritti devono esserci per evitare lo sfruttamento più becero... come accade adesso). Le aziende per loro natura esistono per creare profitto (concetto ben più alto del mero guadagno... infatti se mettendo i soldi in banca mi danno l 5%, io ho profitto se investendoli supero appunto il 5%). Io non contesto che un'azienda abbia il profitto contesta solo il fatto che non si possa pensare di averlo sempre agli stessi livelli e quando questo cala prendersela PUNTUALMENTE con i lavoratori di più basso livello. Per concludere vorrei commentare la tua frase: Quote:
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#63 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Brianza
Messaggi: 51
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#64 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 722
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Inoltre svizzeri e tedeschi hanno uno stato sociale INCREDIBILMENTE migliore del nostro, un reddito procapite più alto, conti pubblici "sani" e un debito largamente inferiore. Non so con quel coraggio sostieni che non se la passano meglio di noi ![]() Ultima modifica di SuperCisco : 17-07-2005 alle 15:08. |
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#65 | |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 722
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#66 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Brianza
Messaggi: 51
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Fammi vedere dove ho scritto che gli svizzeri non se la passano meglio di noi. Per quanto riguarda la Germania, se la passano meglio di noi, ma non tanto. Le tasse sui dipendenti sono di poco inferiori e sono in crisi di occupazione. Abbiamo una differenza di stipendi medi a loro favore con la conseguente differenza dei costi. Tenendo conto di tutto il lavoro sommerso che c'è in Italia, la differenza non mi sembra tale da poter dire che loro se la passano bene e noi male. Infatti sono in crisi. Certo ci sono le differenze, ma guardando il resto del mondo, non sono così rilevanti. Sul fatto che lo stato funzioni meglio, non ci sono dubbi. Se poi mi vuoi dire che in Italia vengono pagate meno tasse perchè c'è tanta evasione, allora è un altro discorso... Ultima modifica di Royal Knight : 17-07-2005 alle 15:51. |
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#67 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Brianza
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#68 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Brianza
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Devo aggiungere che sto parlando dei contratti regolari di assunzione e non dei contratti a progetto. Non è che stiamo andanto ot?
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#69 | ||
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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#70 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Se in un'azienda ieri 150.000 persone vendevano (per dire, numeri buttati lì) 10 milioni di PC in un anno, e oggi ne vendono 5 milioni, questa azienda cosa dovrebbe fare? Intanto ha un primo grosso problema, è in perdita. E quando sei in perdita è difficile fare nuovi investimenti: chi ti da' i soldi per farli? Dove vai a prenderli? Le banche sono riluttanti a prestare denaro ad imprese in crisi, ed esigono tassi di interesse più alti (giustamente: è un investimento più rischioso), quindi cresce il costo del capitale per l'azienda e le perdite peggiorano ulteriormente. Per uscirne l'azienda ha due modi: o taglia i costi, o aumenta i ricavi. Non ci sono molte altre alternative, matematica permettendo. Aumentare i ricavi è difficile non potendo fare molti investimenti, ed essendo in perdita anche abbassare i prezzi è poco praticabile. E allora cosa devi fare? Se non altro, inizi a riorganizzarti! Prendi una pizzeria: se ieri vendevi 1000 pizze con 2 pizzaioli, e oggi apre un concorrente e le tue pizze diminuiscono a 500, continui a tenere 2 pizzaioli? |
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#71 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2000
Città: NAPOLI
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#72 | |
Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Roma
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La concorrenza hai cinesi si poteva fare qualche hanno fà proprio perche avevano tecnologie e stabilimenti di scarso livello e in europa si poteva contare su questo grande margine.... Poi qualche grande "imprenditore" ha deciso di portare i suoi stabilimenti e le TECNOLOGIE ![]() Morale, adesso ci fanno il c??o a strisce.... Sicuramente il probblema non sarà tanto dei sudetti imprenditori (che si sono arricchiti) ma indovinate di chi..... ![]()
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#73 |
Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Roma
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Ciao canislupus so delle condizione di tanti precari in Italia...
Il problema dei contratti detti "flessibili" e che in un paese come il nostro, in cui il pressapochismo la fa da padrone si è stati capaci nel giro di un paio di mesi di fare quello che in altri paesi hanno impiegato ANNI ![]()
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#74 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Brianza
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C'è anche da tener conto di un altro aspetto. Noi in questi anni siamo stati così bene anche perchè c'erano un sacco di cinesi che producevano per noi a poco prezzo. Adesso che stanno uscendo dalla schiavitù che gli avevamo imposto, il nostro sistema economico traballa.
Dovremmo cercare di sfruttare la loro crescita vendendogli i nostri prodotti, invece stiamo decentrando sempre di più le produzioni... Veramente tutto ciò che facciamo in italia, loro lo possono fare con la stessa qualità ed a prezzo + basso? |
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#75 | ||
Senior Member
Iscritto dal: May 2005
Città: Verona
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#76 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 14996
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Il problema dei cinesi nei confronti dell'Italia è moltopiù grave rispetto alle altre nazioni. Infatti la maggior parte della produzione industriale italiana riguarda abbigliamento o calzature e queste sono industrie che volendo sono riproducibili abbastanza facilmente dai cinesi (certo non si ha la stessa qualità, ma i prezzi sono talmente bassi che una persona preferisce comprare cinese che spendere 10-15 volte per un qualcosa made in Italy). Nazioni che invece hanno investito molto nel tempo in ricerca e tecnologia ora si trovano in una situazione decisamente migliore rispetto a noi.
Cmq tornando Ot vorrei rispondere a SaMu. Il tuo ragionamento ovviamente non fa una piega, ma la domanda è: siamo sicuri che sia un problema SOLO della forza vendita e non ci sia qualche altra responsabilità ? HP è attiva in moltissimi settori (sia server che desktop che sviluppo di varie piattaforme) e questo sicuramente crea una sorta di frazionamento sia negli investimenti che nei guadagni. Dell per esempio ha un core business ben definito, cosa che di fatto HP non ha e questo sicuramente comporta dei costi maggiori (se io mi dedico prevalentemente ad una attività riesco sicuramente a spuntare dei prezzi più concorrenziali e a gestire tutto in maniera più oculata). Questo che ti ho fatto potrebbe essere un esempio di quello che dicevo. HP dovrebbe a mio parere focalizzarsi maggiormente su quei settori nei quali effettivamente ha un guadagno reale e lasciare stare settori dove i margini già sono estremamente ridotti e dove la concorrenza è tale che li riduce ulteriormente (il lato server io lo terrei così come le stampanti, ma i desktop li lascerei completamente andare perchè tra assemblatori e la concorrenza di Dell i guadagni si fanno SOLO con i servizi aggiunti che peraltro costano veramente tanto). @pollonzo Il problema in Italia è che come al solito si è voluto intraprendere una strada importante senza considerare le conseguenze e predisporre delle normative adeguate (si poteva ipotizzare un minimo salariale o un tetto massimo per azienda di utilizzo di collaboratori). Ora ci si rende conto che i dipendenti stanno diventando la minoranza e si ha a che fare con un branco di lavoratori che non hanno alcuna tutela e che non hanno prospettive per il futuro (io ti ripeto che sono sempre più convinto di cambiare nazione perchè non vedo alcuna speranza di miglioramento per me in Italia). |
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#77 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Fino ad alcuni anni fa (non oggi, una decina ormai) i paesi dell'est europeo e dell'Asia, Cina in primis, erano esclusi dal mercato ad opera dei ben noti regimi che li governavano. I lavoratori di quei paesi quindi si trovavano in condizione di lavorare con mezzi arcaici, improduttivi: per coltivare 1 ettaro di campo lavoravano in 100 con le mani, mentre un agricoltore europeo e un trattore facevano lo stesso lavoro. Lo stesso valeva per le produzioni manifatturiere industriali: centinaia di operai per fare a mano quello che nelle nostre aziende il progresso aveva automatizzato, consentendo di far fare quote crescenti di lavoro alle macchine, creare più valore per ogni persone, spostare il lavoro da quello manuale improduttivo a quello intellettuale (progettazione e ingegnerizzazione) più produttivo. Oggi semmai noi siamo in crisi proprio perchè questo progresso tecnologico, che fino a ieri ci siamo tenuti in casa (non era tanto egoismo, quanto i muri e le cortine di ferro) oggi è a disposizione ANCHE dei cinesi e dei polacchi, per dirne due. Oggi uno stabilimento di elettrodomestici polacco usa le stesse tecnologie di uno italiano, quindi 100 polacchi producono quanto 100 italiani (in realtà, persino di più), mentre fino a qualche anno fa 1000 polacchi non producevano quanto 100 italiani, con tecnologie obsolete. Questa comunque, che è la storia dello spostamento di molta della produzione manifatturiera dai paesi occidentali ai paesi dell'est europeo e asiatico, nel caso HP centra poco o nulla. La produzione HP era GIà in Asia da anni. HP non licenzia assemblatori di PC in USA e Europa semplicemente perchè non ne ha più da un pezzo. Licenzia responsabili vendite, magazzinieri, progettisti, addetti al marketing, per il semplice motivo che oggi vende meno di ieri e non ha senso tenere le persone a girarsi i pollici, anzi tenersele mette a rischio la continuità aziendale. La colpa non è dei cinesi e dei polacchi, ma come già detto è per esempio di Dell, cioè di occidentali più bravi, capaci di essere più efficienti, di vendere di più in meno persone con un'organizzazione migliore, portando risultati agli azionisti, ai dipendenti ed ai clienti. |
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#78 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2005
Città: Verona
Messaggi: 952
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#79 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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Non è facile fare la pizza più buona e riprendersi i clienti. Nel caso dei PC, ad esempio, HP ha perso grosso modo parte delle quote di mercato che ha guadagnato Dell, proprio grazie al modello di business diretto di Dell, che vende più PC con meno dipendenti. Quindi "la pizza buona" nella vendita ai consumatori di PC, sembra essere proprio questo: organizzazione snella, vendite dirette, prezzi più bassi, ottimo servizio. Peraltro, ti faccio notare, e vale sia per i pizzaioli che per i produttori di PC, se tu migliori e il mercato rimane lo stesso, il tuo miglioramento è a scapito dei concorrenti. Il tuo concorrente ha assunto un pizzaiolo, Dell ha assunto migliaia di persone.. perchè sono più bravi di te. In ultima analisi, la conclusione è che la cosa migliore per tutti (dipendenti, consumatori, azionisti, comunità) è che tutti facciano il lavoro più produttivo che possono fare.. che non ci siano persone che lavorano improduttivamente. Se nel business della vendita di PC, i migliori sono quelli di Dell, buon per loro.. guadagneranno quote, assumeranno dipendenti, e tutti ne trarranno giovamento. I concorrenti, se sono meno bravi, o si riorganizzano diventando bravi uguali (e quindi verosimilmente facendo lo stesso che fanno oggi con meno persone, cioè ogni persona più produttiva) oppure è bene che chiudano e facciano altri lavori. Ti faccio notare che se avessimo dato retta al tuo punto di vista, i dipendenti di Dell di HP e di IBM sarebbero ancora a zappare la terra manualmente, perchè di fronte all'ingresso sul mercato dei primi trattori, qualcuno sosteneva "ruberanno il lavoro agli uomini".. e oggi saremmo ancora tutti contadini dell'alto medioevo, capaci di produrre in 1 anno l'equivalente di 1 tonnellata di riso, e non l'equivalente di 30 notebook o di 3 automobili tecnologicamente avanzate. |
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#80 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
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SaMu non so se non hai letto il mio commento o ti è semplicemente sfuggito.
Dell ha un core business molto definito, HP invece fa un po' di tutto. Questo secondo me è già una differenza sostanziale e molto importante. HP dovrebbe focalizzarsi su alcuni ambiti specifici e laciare stare quelli meno remunerativi. |
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