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Iscritto dal: Mar 2001
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ORGOGLIO FERRARI - 1999 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2007 | 2008 (e senza bisogno di truffe) |
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#62 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 1999
Messaggi: 31880
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Epilogo... Se non ti rispondo... potresti essere tra quelli che ho messo in ignore list! Thread ufficiale Asus ZenWiFi AX - XT8 |
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#63 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2002
Città: Padova
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Intel I7 4790|Asus H97Pro|Sharkoon Silentstorm 550W|Asus Gtx 1660Super 6gb|Ddr3 2x8gb Kingston Savage CL9|Ssd 500gb Samsung 960 Evo|Bitfenix Neos|IIyama XB2374HDS (FHD). HO CONCLUSO CON: amd4ever, mysticdelta, guidoo, stemanca, lucaus, theciano, nick2000, hammer, marcowawe, sotospeak, atomix, s5otto, stirling, denike, superlory, wawacco, s.caligiuri, nemodark, uv1980, scassermps, elypepe, Indiana Joe, Paulstorm (e altri) |
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#64 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2004
Città: Terra di Merdor (VA)
Messaggi: 4795
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Matarrese, grazie di esistere. Le tue perle mi riempiono di gioia
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« La responsabilità per il sangue versato ricade su un gruppo di spregevoli provocatori che hanno approfittato di una situazione temporanea di disagio in cui versavano Poznan e la Polonia »... Armed Assault Official Thread // Gobbo fino al midollo inside // My Panoramio // My Flickr... |
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#65 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2000
Città: Roma
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31 |
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#66 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2004
Messaggi: 2046
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sono contento che non li facciamo, come ho scritto nel tread che ho aperto, è uno schifo
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#67 | |
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Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
Messaggi: 704
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mette a nudo il reale animus di certa classe dirigente nostrana ed essendo il calcio un fenomeno importante del nostro paese coinvolge naturalmente anche i nostri politici sempre pronti a cavalcarlo per qualche prebenda elettorale, maggioranza e opposizione come dice l'articolo e naturalmente anche il governo, pensiamo alle lacrime della Melandri, quella che a Berlino sembrava li avesse vinto lei i mondiali, ai "sussulti" di Prodi ecc. si tratta del classico "panem et circenses" vecchio come il cucco visto che l'avevano inventato gli antichi romani solo che gli antichi romani nella sua classe dirigente oltre a dispensare al popolo romano questi trastulli, avevano un idea, un ideale di grandezza, l'impero romano, la romanità ecc. ecc. questi invece, fra i quali si possono annoverare autentici dinosauri del calibro di Matarrese o Carraro, apparentemente immuni ad ogni scandalo, a ogni sconceria, a ogni dissesto, a qualunque illegalità, pensano solo a rimanere agrappati alle loro poltrone, per giustificare i loro faraonici stipendi, i loro meschini tornaconti di potere ecc., del calcio italiano o dell'Italia tout-court gli interessa relativamente per non dire niente, visto che gran parte dello sfascio in cui versa attualmente hanno concorso a crearlo in prima persona a costoro interessa solo la loro miserabile gloria personale, a mantenere quote di potere nei loro regnucci feudatari e l'europeo 2012 gli avrebbe dato l'ennesima occasione di buttare di nuovo la polvere sotto il tappeto (calciopoli, dissesti societari, violenza negli stadi e stadi degradati, la melma nella quale stanno affondando le categorie inferiori ecc.) e tirare a campare almeno sino a quella data speriamo invece che questa novella caporetto rappresenti al contrario l'occasione per un indispensabile ricambio, anche se visto l'attaccamento di alcuni di questi alle poltrone, attaccamento che dura da una trentina e passa di anni, non mi faccio molte illusioni in proposito |
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#68 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Lucca
Messaggi: 1666
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si appunto non vi preoccupate che almeno in ucraina gli stadi li faranno bellissimi e anche grandi (quello di kiev ha 90000 posti) poi li cè gente che investe e che ha un monte di soldi
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#69 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
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E Matarrese attacca Platini....
------------------------------------------- Euro 2012, Matarrese "Che sberla!" Le parole del Presidente della Lega Calcio Matarrese dopo l'assegnazione di Euro 2012 a Polonia e Ucraina "Una ulteriore sberla al calcio italiano. Questo è l'effetto dell'Uefa che ha eletto come presidente Michel Platini. Io posso anche andare via, anche se non mi sembra il momento, sono stato eletto democraticamente. Onestamente sarebbe sciocco stare qui a difendermi. Sono arrivato da un anno. Non ho avuto ne anche il tempo di riprendere certi rapporti. Sono convinto che anche se noi ci fossimo presentati con una federazione forte non sarebbe cambiato niente. E' la filosofia dell'Uefa che è cambiata. Noi veniamo da una delle più grandi tragedie del calcio italiano. Si tratta di una sberla che abbiamo preso". PLATINI: "Oggi la candidatura di Polonia/Ucraina è stata scelta dal Comitato Esecutivo per ospitare gli Europei del 2012 e ha sicuramente vinto con merito. Ma non ci sono sconfitti oggi, solo candidature che non hanno vinto in questa occasione". Così il presidente Uefa Michel Platini nell'annunciare l'assegnazione della rassegna continentale a Polonia e Ucraina. Platini ha ricordato il grande valore e gli sforzi compiuti dalle 5 federazioni coinvolte nell'ultima votazione: "le parole non bastano per sottolineare gli sforzi che sono stati fatti e la passione nel calcio che è stata messa dalle tre candidature. Tale procedimento è un tributo a ciascuna delle cinque federazioni coinvolte, alle autorità politiche e ai tifosi, tutti tremendamente impegnati a dare grande protezione alle rispettive candidature". "La sconfitta dell'Italia è stata una sorpresa anche per me. Ciò che dovevamo fare l'abbiamo fatto"- ha detto Platini Così il presidente dell'Uefa, l'ex fuoriclasse della Juventus Michel Platini, commenta nell'albergo dove risiedono i componenti dell'Esecutivo della confederazione continentale, il risultato della votazione che ha attribuito a Polonia e Ucraina l'organizzazione degli Europei di calcio del 2012. "Non posso fare altro - ha detto ancora Platini - che prendere atto del risultato. Io so solo che in tutti e tre i dossier c'era una cosa comune che mi è piaciuta molto: la passione per il calcio". BONIEK: ''SCONFITTA ITALIANA'' - Piu' che una vittoria della Polonia, e' stata una sconfitta dell'Italia, penso che lo stesso Platini si sia stupito dell'esito finale della votazione". Zibi Boniek, intervento ai microfoni di 'Rete Sport', ha commentato cosi' l'assegnazione degli Europei 2012 a Polonia e Ucraina anziche' all'Italia. L'ex giocatore di Juventus e Roma ha continuato: "Non ero a Cardiff, come mi aveva proposto il governo di Varsavia. Nel mio paese nell'ultimo periodo si e' lavorato assai duramente, pensate che 2 anni fa vi e' stato addirittura un referendum con cui si chiedeva al popolo se si volessero o meno questi Europei, a dimostrazione dell'impegno profuso anche dal governo". "E' una vittoria di tutto il paese -ha aggiunto-, nel corso della storia abbiamo sempre subito molto, ed Euro 2012 sara' anche la dimostrazione che la Polonia non si trova ai confini della civilta'". ZOFF: "Non me l'aspettavo. Avevo parlato con Boniek che non era assolutamente convinto della forza della candidatura di Polonia-Ucraina. E' una sconfitta grave". Così Dino Zoff, campione europeo nel 1968 a Roma, ha commentato ai microfoni di Sky la notizia dell'assegnazione di Euro 2012 a Polonia e Ucraina. (Adn Kronos) (AS_ROMA | 18/04/2007) - Zibì Boniek, intervenendo a Teleradio Stereo e Rete Sport, ha commentato la designazione di Polonia (il suo paese) e Ucraina come sede degli europei di calcio del 2012, a scapito dell'Italia favoritissima alla vigilia. "La più grande forza di Polonia e Ucraina è la debolezza dell'Italia", ha detto l'ex giocatore di Juve e Roma. ITALIA DEBOLE - "La più grande forza di Polonia e Ucraina è la debolezza dell'Italia. Pancalli venti giorni fa disse che l'Italia doveva rimboccarsi le maniche negli ultimi giorni dopo aver fatto pochissimo in precedenza. Gli sforzi del mio Paese e dell'Ucraina si sono moltiplicati dopo aver appreso che l'Italia era in difficoltà. E non si venga a dire che l'Italia paga Calciopoli, in Polonia c'è stato uno scandalo ancora più grande e c'è gente in galera per questo. E ora non si dica che Platini ce l'ha con l'Italia o che l'Uefa complotta con l'Italia. Sono sciocchezze. L'Italia paga i suoi errori, la sua lentezza". I PAESI DELL'EST - "La gente deve smetterla di dire che i Paesi dell'Est siano Paesi del Terzo Mondo. Basta parlare ad esempio con i tour operator per capire come la civiltà sia propria anche delle nostre Nazioni. In questi cinque anni che mancano Polonia e Ucraina saranno in grado di mantenere coi fatti quanto promesso nel progetto che ha riscosso il consenso dell'Uefa, votato con maggioranza assoluta. Anche il Portogallo, Paese tutt'altro che ricco, è riuscito ad organizzare tre anni fa un Europeo di primissimo livello. Due Paesi diversi come il mio e l'Ucraina non avranno problemi di integrazione. In Polonia ci sarà l'euro, l'Ucraina da sempre ospita al meglio chi va a visitarla". GLI IMPIANTI - "Dobbiamo costruire 6 stadi da 50-60mila posti ultra-moderni, per ora non c'è nulla di tutto ciò, ma nel giro di breve tempo, col lavoro e l'impegno di tutti ce la faremo tranquillamente". (Il Romanista)
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Tre interessanti articoli:
------------------------------------------- L'Uefa sceglie di guardare a Est e premia la candidatura di Varsavia e Kiev che sperano di trovare la spinta economica giusta con Euro 2012 Euro 2012 in Polonia e Ucraina, una realtà amara per l'Italia, ma un grande successo per Varsavia e Kiev che così potranno avviare un vasto piano d'investimenti nei due paesi per consolidarne le infrastrutture e lanciarne le attrattive turistiche. La candidatura era alla vigilia considerata interessante anche perché focalizza l'attenzione su una parte dell'Europa in cui c'è una grande passione per il calcio, e che per questo vuole assolutamente svilupparsi anche attraverso l'organizzazione del torneo continentale. L'Europa guarda a Est, e la Uefa di Michel Platini guarda ai paesi piccoli. Per Euro 2012 al suo paese si è molto speso, con tanto di lettera a Michel Platini, il premio Nobel Lech Walesa, mentre il ministro dello sport polacco Tomasz Lipiec si affrettava a sminuire il peso dei recenti scandali che hanno portato alla retrocessione, per match truccati, di alcune squadre come Arka Gydnia, Gornik e Kszo Ostrowiec. Grigorij Surkis, membro ucraino dell'Esecutivo, ha dovuto invece fare fronte alla situazione politica del suo paese: appena poche ore fa il premier Viktor Ianoukovitch ha evocato la possibilità di un impeachment per il presidente Iuschenko. Sul piano organizzativo, Polonia e Ucraina offrono una buona situazione degli stadi e diversi punti interrogativi sul piano dei trasporti. Nuovi stadi sono previsti in Polonia, a Varsavia (77mila posti, impianto pronto nel 2009), Wroclaw e Danzica, mentre in Ucraina ne avrà uno da 55mila spettatori Donetsk, città già dotata di un'altra arena da 40mila posti. Nuovo stadio anche a Dnipropetrovsk, mentre a Kiev l'Olimpico verrà ampliato a 83.300 posti. Altre sedi saranno Lvov, Chorzow e Poznan. Cracovia e Odessa sono pronte a subentrare solo in caso di bisogno. Punti deboli di questa candidatura, rilevati a suo tempo anche dagli ispettori dell'Uefa, sono le carenze infrastrutturali, in primis i trasporti (pochi i collegamenti tra le sedi interessate) e le sistemazioni alberghiere. Si calcola ad esempio che tra lo stadio di Gdansk in Polonia e quello di Donetsk in Ucraina ci sono 2.000 chilometri di viaggio, e solo 23 di autostrade. Ora Polonia e Ucraina avranno cinque anni di tempo per lavorare sui propri punti deboli e per dimostrare che, dopo tutto, la bocciatura italiana ha portato alla grande rinascita del calcio dell'Est. (Eurosport.it) ----------------------------------------------------------- E la Melandri pianse... Alessandro Chiappetta, 18 aprile 2007 Sport Il comitato esecutivo dell'Uefa boccia la nostra candidatura, assegnando gli Europei 2012 a Polonia e Ucraina. L'Italia paga gli scandali e le violenze, ma soprattutto l'inaffidabilità del sistema calcistico. Un danno di oltre 800 milioni di euro Quando la Francia ci sconfisse al golden gol, negli Europei 2000, Giovanna Melandri, allora ministro per i Beni e le Attività Culturali, scese col presidente Ciampi negli spogliatoi per consolare la squadra. Oggi che un altro francese si prende gioco dell'Italia, occorrerà trovare qualcuno che consoli lei, il ministro dello Sport che scoppia in lacrime per la nuova beffa. Con una inaspettata e diabolica decisione, l'esecutivo Uefa di Cardiff ha assegnato l'organizzazione dei campionati europei di calcio del 2012 all'inedita coppia Polonia-Ucraina, con otto voti a favore contro quattro, sovvertendo clamorosamente il pronostico e svergognando limiti e mancanze dell'italico sistema pallonaro, aprendo un armadio pieno di scheletri in bella mostra. E così l'Italia campione del mondo, premiata dalle classifiche e sbertucciata dai media di mezzo mondo, torna a casa a capo chino, e incassa una sconfitta politica e sportiva di proporzioni notevoli, preludio, chissà, a un terremoto di cariche e poltrone, o più probabilmente ennesimo naufragio di passaggio, dal quale per miracolo usciranno tutti sani e salvi. In realtà la sconfitta di Cardiff, tanto sonante quanto inattesa, ha radici lontane e parecchi padri. Gli scandali di Calciopoli, una federazione commissariata per mesi, un governo che non riesce a far fronte all'emergenza violenza sono solo le punte dell'iceberg contro il quale il nostro calcio si è da tempo incagliato, incapace di purificarsi nonostante i successi sul campo, anzi, forse illuso che la Coppa del Mondo funzionasse da azzurra panacea. Anzi, ce n'è abbastanza per pensare, che il nostro paese non meritasse affatto una simile vetrina (e una valigia piena così di quattrini) per dare un colpo di spugna al passato e una rinfrescata all'immagine. Come avrebbe potuto farlo, d'altra parte, se si pensa che Franco Carraro, uno degli uomini più invischiati nelle inchieste degli ultimi mesi, fa parte a pieno titolo del comitato dell'Uefa chiamato a decidere? O che i fatti violenti di Roma-Manchester, per non parlare del nuovo capitolo dell'inchiesta Calciopoli, con le carte svelate dalla Procura di Napoli, siano stati subito dimenticati dall'opinione pubblica europea e dalle massime istituzioni sportive, che al contrario di noi non hanno la memoria corta? Come a dire, che un po', in fondo, ce la siamo anche cercata, sottovalutando i nostri limiti e forse anche le qualità delle federazioni emergenti, pronte a sfruttare l'occasione della vita, ben protette e valorizzate dal new deal dell'Uefa che dalle parole oggi passa ai fatti. Il nuovo corso ha il ghigno astuto di Michel Platini, che alla austerità francese aggiunge quel pizzico di perfidia tipicamente italiana. E che se oggi se la ride per la beffa che regala ai suoi cugini, quasi una punizione, come accusano imprecanti gli sconfitti delusi, in realtà per la prima volta fa seguire al sistema calcistico una strada un po' diversa da quella del businnes, una sterzata più in linea col rispetto delle regole che con il vangelo degli sponsor. Anche se le due vincitrici, che oggi si sentono "davvero indipendenti" (come dice il premier ucraino Grygory Surkis), qualche problema ce l'hanno anche loro, tra partite truccate in Polonia e la delicatissima situazione politica in Ucraina. Ora, però, possono pianificare un evento di portata storica, proprio grazie alle aperture del neopresidente Platini, che da sempre aveva annunciato di voler potenziare le piccole realtà, in netta rottura col borioso Johansson, lo svedese a capo dell'Uefa per quasi vent'anni. All'Italia, invece, resta in mano una bomba ad orologeria, che i tanti protagonisti già si scambiano impauriti, avviando un "dagli all'untore", destinato a durare settimane. Matarrese se la prende con Platini, col sistema con cui è stato eletto (favorito dalle piccole federazioni, appunto), Abete, in sella alla Figc da due settimane, parla di "scelta politica, per aprire la porta a 85 milioni di europei", la Melandri si asciuga le lacrime e reagisce sperando di vincere sul campo, il vecchio Zoff si dice sorpreso, ma ammette la "grave sconfitta". Immancabile il coro politico trasversale che accusa il governo e la Melandri (Prodi si è limitato ad esprimere "dispiacere"), così come il moltiplicarsi di interpretazioni e commenti sulle motivazioni di uno smacco che oltre alla politica di governo e ai vizi di sistema, coglie nel segno la mentalità sportiva di ogni singolo italiano, isolandoci dal sentire sportivo di tutta l'Europa, e confinandoci nello scomodo ruolo di malati gravi del sistema calcistico europeo. E non da ora, anzi, perchè la scelta dell'Uefa ci ricorda che lo siamo da tempo, e ci dà la sberla necessaria per rendercene conto. Anche dalle prime reazioni dei politici, infatti, emerge non solo l'indignazione e l'amarezza per l'occasione persa politicamente e per gli errori di gestione della nostra delegazione, ma l'orgoglio ferito dei tanti onorevoli appassionati, gli ultras di Montecitorio in prima fila nelle tribune vip (talvolta più facinorose delle curve), che quando si tratta di pallone non riescono a scindere il tifoso dal politico, come forse adesso, invece, sarebbe necessario. Oltre all'onta, infatti, oggi parlano le cifre, a cui gli incravattati manager sportivi e gli aitanti politici appassionati non potranno non fare caso. Il danno economico, infatti, è stimato attorno agli 800 milioni di euro (un conto secondo molti approssimato per difetto), per la mancanza di introiti pubblicitari e dei diritti televisivi, per le ricadute sul turismo e sull'economia, come successo già per la coppa America di vela in corso, a Valencia e non a Napoli, e le Olimpiadi del 2004, in cui Atene battè Roma. Inoltre, pesa la perdita della possibilità di ristrutturare i nostri vecchi stadi (tra i quali Roma, Milano, Firenze, Bari), o di costruirne di nuovi (Torino, Napoli, Palermo), un restiling che sarebbe servito anche come giro di vite per l'allarme violenza, oltre che per rimpinguare le casse delle società, ma che, nel ricordo del saccheggio affaristico di Italia 90, avrebbe rischiato di diventare l'ennesima riffa all'italiana. Si proverà a farlo lo stesso, ma non sarà la stessa cosa. L'Italia che esce ridimensionata dalla scelta di Cardiff, non sembra davvero pronta a una concreta messa in discussione di un sistema ancora troppo lontano dal cambiare realmente. Oggi si lecca le ferite in pubblico, ma sentendosi in qualche modo violata, raggirata, sconfitta ingiustamente come da un errore arbitrale, privata del suo giocattolo preferito, la cui mancanza non può essere paragonata davvero a nessun danno economico. In fondo non è la prima bocciatura di un paese già troppe volte disconosciuto dall'Europa. Ma stavolta è diverso. Guai a toccarci il pallone. (aprileonline.info) ------------------------------------------------------------ Euro 2012: delusione Italia, si giocheranno in Ucraina e Polonia. postato da GIANLUCA FIESOLI Mercoledi 18 Aprile 2007 ore 15:33:49 E adesso qualcuno riderà di buon gusto, il pallone è sgonfio quasi del tutto. L' Italia non organizzerà gl' Europei del 2012, che sono stati assegnati all' accoppiamento Ucraina e Polonia. E' una sconfitta molto amara per noi, con tanto di lacrimuccia della Melandri presente alla cerimonia, sia sull' intendimento strettamente calcistico che quello politico ma per certi versi anche voluto. A Cardiff non bastano i buoni propositi, i progetti di rinnovamento e Marcello Lippi con qualche altra gloria nazionale a fare da testimonial di un Mondiale vinto con merito la scorsa estate in Germania. La delusione è ancora più accentuata se consideriamo che doveva essere una partita già vinta. Molti giornali sportivi e non, nell' edizione mattutina davano il conferimento della manifestazione al Bel Paese, senza però considerare il nostro recente passato che è stato a dir poco vergognoso. I dodici votanti si sono divisi tra una scelta che aveva una certa tradizione, i servizi moderni specie in campo alberghiero e dei ritiri, l' esperienza maturata in grandi eventi, ma la non ottimale, almeno in questo momento, sul discorso dell' immagine, oppure potevano optare per un apertura verso nuovi mercati, quelli dell' Est, in cerca di possibili introiti monetari. Ha vinto la seconda opzione e con un margine abbastanza netto, poiché si è concluso immediatamente al primo scrutinio con il risultato di otto a quattro. L' Ucraina deve dire grazie al miliardario Surkis, esente dal suffragio con Carraro, il quale è riuscito a trovare garanzie e appoggi partendo da sfavorito. Ma l ' Italia deve fare “ mea culpa “ e sopratutto dovrà riflettere in futuro se non vorrà prendere ulteriori schiaffi a livello internazionale. Da troppo tempo quello italiano non è il campionato più bello del Mondo e gli scandali si ripropongono in continuazione senza però trovare delle soluzioni adeguate, in cui i meccanismi sembrano essersi inceppati. L' esclusione e poi la riammissione del Milan in Champions ci aveva fatto intuire che in Uefa non siamo ben visti quando si parla di penalizzazioni e azioni fraudolente. Non si tratta di impianti a norma, di tornelli che hanno i loro problemi, ma bensì di un sistema incapace di tenere ferma la violenza, i maneggioni all' interno del Palazzo, il doping e la cocaina, bilanci fasulli e di dirigenti nelle categorie minori uccisi da teppisti. La gente tutto ciò lo sa e diserta in maniera vistosa gli stadi. L' episodio di Raciti ha colpito sensibilmente l' opinione pubblica, uno spettacolo indecente cha ha fatto trovare la Morte ad un lavoratore che per campare prende millecinquecento euro al mese. Le aule dei tribunali sportivi sono pieni di fascicoli e dibattimenti ancora aperti e irrisolti. Dall' inizio di Calciopoli non è passata una settimana che la stampa non riportasse illeciti e sopratutto non c' è una vera soluzione a questi problemi, quando ancora una volta si ritrovano nei posti di potere le solite facce, vedi Matarrese in Lega. Inoltre la Serie A si è anche fermata e lo potremmo considerare un segno di resa. E' inammissibile come l' Italia non sia da esempio di ideali di pace, democrazia, serietà e di non poter esporre appieno quei valori genuini che il calcio ha il dovere di offrire ai giovani e alle famiglie. Non che stiano meglio Ucraina e Polonia ma perlomeno loro hanno l' attenuante non indifferente di essere paesi meno potenti economicamente. La prima ha instabilità governativa con possibili ricadute sociali, stadi da rifare e non è nemmeno parte dell' Unione Europea, mentre per la Polonia alcune corruzioni sono venute alla luce negl' ultimi tempi. Inoltre la rete dei trasporti lascia a desiderare come per i servizi di alloggio anche se dobbiamo dire che dopo la caduta del Muro di Berlino questo ex stato satellite dell' Unione Sovietica si è aperto moltissimo al turismo. Ma i soldi ci sono e questo l' Uefa ne era perfettamente a conoscenza. Di qui a cinque anni molte cose cambieranno pertanto ha voluto offrirgli la grande e irripetibile chance. Lo dimostra il fatto che gli altri candidati erano Croazia e Ungheria. Per entrambi le nazioni si tratta di una panacea finanziaria forse unica. Un investimento che sfiorerà un miliardo di euro. Allevierà una certa indigenza considerato il fatto che queste enormi kermesse portano vantaggi alle città, poiché i lavori non si fermano soltanto agli stadi ma consentono un progresso di contorno nelle infrastrutture urbane e nuove occupazioni. Siamo sicuri che la risposta del pubblico locale sarà completa, che è poi quella che conta nello sport per arrivare ad un successo di prestigio. Inoltre questa conclusione dell' esecutivo Uefa per quanto difficile e un po' incerta sul piano logistico ha comunque il pregio dell' equanimità, perché anche i paesi più poveri devono avere il beneficio di poter organizzare un evento sportivo di altissimo livello, spesso all' appannaggio dei governi della Vecchia Europa e quindi più facoltosi. La stessa Italia lo ha già avuto per due volte: nel 1968, dove ci vide vincitori grazie ad una monetina benedetta seguita da una doppia finalissima e poi nel 1980. Lo pensa anche la Fifa che ha consentito nel 2010 di allestire la Coppa del Mondo al multietnico Sud Africa, portando così per la prima volta la Dea dorata Eupalla nel Continente Nero. Si va verso un epoca globale, le barriere sono cadute nonostante le contraddizioni che s' incontrano sul cammino, la sconfitta odierna brucia ma ci servirà di lezione. Se il calcio deve servire per unire i popoli e le differenti culture in senso di gioia e divertimento, ben venga questa decisione. D' altra parte le prossime Olimpiadi saranno a Pechino e questo è l' ennesimo segnale sportivo verso vaste e inesplorate frontiere. Come si dice in queste occasioni, onore ai vincitori, tanti auguri di buon lavoro e che sia una grande finale a Kiev o Varsavia. (sport.blog.tiscali.it)
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A Cardiff in rappresentanza dell'Italia c'era una delegazione di 31 persone, tra cui il ministro dello Sport Melandri, il presidente FIGC Abete, il commissario federale Pancalli, il presidente della Lega Calcio Matarrese, Gigi Riva e l'ex ct Lippi.
Carraro invece era presente come componente dei quattordici membri dell'esecutivo UEFA (ma cosi' come il suo collega ucraino Grigoryi Surkis non ha potuto votare per la scelta delle nazioni organizzatrici di Euro 2012). A votare sono stati gli altri 12 componenti dell'esecutivo: il presidente Michel Platini, i vicepresidenti Senes Erzik (Turchia) e Geoffrey Thompson (Inghilterra), Angel Maria Villar Llona (Spagna) e Gerhard Mayer-Vorfelder (Germania), il tesoriere Marios Lefkaritids (Cipro), i membri Viacheslav Koloskov (Russia), Per Ravn Omdal (Norvegia) Mircea Sandu (Romania), Gilberto Madail (Portogallo), Joseph Mifsud (Malta) e Mathieu Sprengers (Olanda). Prodi e Napolitano evidentemente avevano altri impegni più importanti, mentre per l'Ucraina era presente a Cardiff il presidente della Repubblica.
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Dall’Europa uno schiaffone all’Italia
di Franco Ordine - giovedì 19 aprile 2007, 07:00 nostro inviato a Cardiff Abbiamo perso e perso male. 8 a 4. Il verdetto umiliante dell'esecutivo Uefa ha premiato Polonia e Ucraina e bastonato l'Italia e il suo calcio, considerato fino a martedì sera il gran favorito di Cardiff. Euro 2012 è finito così a molti chilometri di distanza da Roma e Milano e con quell'evento da organizzare, sono volati via anche i 5 miliardi di euro, valore complessivo dell'impresa. Una robusta spinta verso il declino. Il risultato è stato deciso al primo scrutinio (0 voti per Croazia-Ungheria), senza incertezze, allora. Un dirigente svizzero, di Lugano, incaricato dello scrutinio, ha fatto in fretta a redigere il verbale sigillato in una busta consegnata al presidente Platini. Identificati al volo i quattro esponenti che hanno votato per l'Italia: il tedesco, il turco, lo spagnolo e Michel, il presidente rimasto «spiazzato» dalla rimonta dell'Ucraina, soluzione tra l'altro gradita a Blatter imparentato con una polacca. «È stata una sorpresa» il commento di Michel a cerimonia conclusa. Ha colto in contropiede anche lui quel plebiscito per due Paesi che devono uscire dall'isolamento politico ed economico. «Forse l'Italia non ha avuto il tempo per schierare tutto il Paese dietro la candidatura», l'altra frase di Platini. «Molti han capito che l'unico interesse italiano fosse destinato a rifare gli stadi» l'altra denuncia di Michel. Che alla fine se l'è cavata con una battuta delle sue, fulminanti: «E poi sui giornali italiani c'era più spazio per lo scudetto dell'Inter che per questo appuntamento». Come dire: l'interesse popolare, era ridotto. Tutto vero, d'accordo. Ma c'è dell'altro, da spiegare e da raccontare per ricostruire la terribile sconfitta rimediata ieri mattina dalla diplomazia italiana. La Melandri s'è lasciata tradire per un attimo dall'emozione: le sono scappate via sul viso un paio di lacrimoni, sinceri. Tutti gli altri dirigenti sono rimasti senza parole, pronti solo a scendere in fretta dal carro degli sconfitti. Matarrese ha dettato: «Sono rimasto spettatore dinanzi a questo disastro». Carraro ha battuto in ritirata: «Da dieci mesi non abbiamo fatto più lobbing». A Kiev e a Varsavia sono addirittura scesi in piazza per festeggiare l'evento. Da noi l'annuncio sarebbe passato inosservato. L'Italia del calcio e non è stata sconfitta da un signore di Kiev, oltre che dalla regia, dietro le quinte, del potentissimo Blatter. Il grande goleador dell'operazione è diventato, a sorpresa, uno spericolato dirigente ucraino, molto amico del premier e di Shevchenko, Surkis si chiama, componente dell'esecutivo. I pettegolezzi lo hanno descritto come un Babbo Natale fuori stagione per i grandi doni portati e gli importanti investimenti realizzati pur di strappare un consenso in più. Chiacchiere? Non solo. Di sicuro nella notte decisiva tra martedì e ieri mattina, gli è riuscito un clamoroso ribaltone. E a portare dalla sua parte i tre voti che mancavano all'appello: il maltese, il portoghese, il romeno, secondo talune segnalazioni. Noto fin dai giorni passati, il voto contrario all'Italia dell'inglese Thomson, in rotta con Carraro. All'ora di colazione, ieri mattina, Surkis era il ritratto della felicità. La notte ha giocato a suo favore, e c’è chi favoleggia di una notte da dolce vita negli alberghi di Cardiff. Pettegolezzi. Speriamo. Surkis ha salutato con un ghigno Carraro dinanzi all'ascensore. E il dirigente italiano ha capito al volo l'antifona. Carraro è stato il primo, scuotendo la testa, a dare il triste annuncio alla delegazione italiana prima dell'apertura della busta. «Ministro hanno deciso al primo scrutinio: o abbiamo vinto oppure ci hanno preparato il trappolone». Giusta la seconda ipotesi. Molti fattori hanno contribuito a confezionare questa terribile mazzata sul calcio italiano e sul Paese intero, come ha ricordato Giancarlo Abete, il presidente della federcalcio. Gli scandali, naturalmente. E poi gli effetti perversi della violenza, dalla morte di Raciti in avanti. E infine il profilo basso scelto dal governo nella vicenda. La svolta di Platini inferta alla rotta dell'Uefa spinta verso un socialismo calcistico (togliere ai ricchi per dare ai Paesi poveri), ha fatto il resto. E ha consentito a due Paesi con stadi piccoli e nemmeno serviti bene, di puntare il proprio rilancio sulla data di euro 2012. Noi, nel frattempo, non siamo riusciti neanche a decidere sulla Tav. Complimenti a tutti. E per capire come la mazzata abbia lasciato il segno, basta guardare le facce stranite della delegazione italiana. L'epitaffio è confezionato da Giancarlo Abete, presidente della federcalcio dal 2 aprile. È uno specialista nel dire e non dire, mai una presa di posizione dura e pura. «È una sconfitta del nostro paese come capacità di proporsi»: il giudizio che gli esce dopo 20 minuti impiegati a circumnavigare intorno alla questione fondamentale. Cosa non ha funzionato nella candidatura Italia? «Ve l'avevo detto, abbiamo sbagliato a votare Johansson agli europei, dovevamo schierarci dalla parte di Platini», lo sfogo di Carlo Tavecchio, presidente della Lega dilettanti, uno dei 32 esponenti arrivati a Cardiff al seguito di una clamorosa beffa. Non ha capito che, subito dopo l'Italia, è Michel Platini il grande sconfitto. A casa sua comanda Blatter: l'hanno capito tutti. «Dobbiamo prendere atto che nella storia dell'Uefa c'è stato un cambiamento epocale a favore dei paesi ultimi» è la convinzione di Antonio Matarrese. Un tempo, ai suoi tempi, sarebbe bastato l'accordo delle grandi e storiche federazioni per ottenere di slancio, e sulla fiducia, l'assegnazione del torneo. «Ma attenti io ho assistito da spettatore a questo esito sconvolgente» è la sua avvertenza per segnalare il distacco rispetto alle responsabilità altrui. Fucile puntato su Franco Carraro, naturalmente. «Ha confessato: negli ultimi dieci mesi non abbiamo fatto lobbing. E io vorrei chiedergli: e cosa hai fatto, allora?». Inevitabile che finisse così, a pesci in faccia insomma. «Il ruolo garantito ai piccoli paesi e i problemi di casa nostra sono all'origine di questa scelta» l'opinione di chi ha guidato fino all'estate scorsa l'operazione euro 2012, Carraro appunto. Poi è uscito di scena, risucchiato da calciopoli per ricomparire in questi giorni a Cardiff. Troppo tardi per recuperare il terreno perso. In tempo, però, per litigare con il ministro Melandri sulla via del ritorno da Cardiff e per annunciare le dimissioni, attese oggi, dall’esecutivo Uefa. Pancalli e Riva sono usciti «disoccupati» dal ribaltone di Cardiff: avrebbero occupato ruoli di prestigio nell'organizzazione del torneo, controllato a distanza dall'Uefa. Non hanno molte colpe da confessare. «Non abbiamo trascurato niente, adesso bisogna ripartire per toglierci dalla strada» è il suggerimento del Gigi protettore degli azzurri al mondiale di Germania. Così tocca al più mesto di tutti, Giancarlo Abete, chiudere la valigia: «Dobbiamo rimboccarci le maniche». Già, fosse così semplice. (Il Giornale)
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A me sinceramente spiace.
E spiace unicamente perchè magari qualche centesimo di euro arrivava anche a vicenza per fare lo stadio nuovo dato che ormai il menti si tien su solo grazie alle preghiere della madonna di monteberico. Coapzpaza
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FINCHE' C'E' BIRRA C'E' SPERANZA !!!
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Da Massimo Gramellini de "La Stampa" il commento più duro:
----------------------------------- 19/4/2007 La banda dei perdenti MASSIMO GRAMELLINI È un’altra Corea. Anzi, peggio. Perché a perdere la faccia stavolta non è stata una Nazionale ma una Nazione, non il calcio italiano ma il Paese intero, ottimamente rappresentato da un governo che con quella di ieri ha aggiunto una nuova perla alla sua invidiabile collezione di figuracce internazionali. Ammettiamolo: non era semplice farsi portare via l’organizzazione degli Europei di calcio da un colosso del calibro di Polonia & Ucraina, alleanza di poveri cristi senza uno straccio di tradizione, ma soprattutto senza uno stadio decente né una strada asfaltata per arrivarci. Ci voleva quell’impasto di superficialità, presunzione e arroganza che ha sempre fatto da propulsore a tutti i nostri disastri: militari, politici, esistenziali. Erano convinti di avere la vittoria in tasca, i grandi strateghi. Mentre il delegato ucraino indossava una corazza di peli sullo stomaco e si metteva umilmente a caccia di voti, l’eternauta Matarrese si rosolava al sole delle tivù ironizzando sulla modestia dei concorrenti e l’inossidabile Carraro si mimetizzava, come spesso gli capita, con una sedia vuota. Dovendo contare su ambasciatori simili, espressione di un altro mondo e addirittura di un altro secolo, diventava indispensabile l’apporto delle istituzioni, di qualcuno cioè pagato per rendersi conto dell’importanza della posta in palio: con le Olimpiadi di Londra, il più importante evento sportivo dei prossimi anni in tutto il continente. Una questione di immagine, ma soprattutto di infrastrutture, soldi e posti di lavoro. Una di quelle sfide in cui si misura il peso specifico del cosiddetto Sistema Paese. Quanto vale oggi l’Italia in Europa? I delegati dell’Uefa hanno dato la risposta: persino meno di una Polonia guidata da una coalizione razzista e sostanzialmente antieuropea. Gli scandali di Calciopoli e i pestaggi di Catania e Roma avranno influito sul giudizio ma, a parte che non ne erano esenti neppure i vincitori, proprio la consapevolezza di un simile tallone d’Achille avrebbe dovuto suggerire al governo Prodi di prendere molto sul serio il rischio e le conseguenze umilianti di una sconfitta. Serviva un dossier più convincente e serviva che a presentarlo fossero campioni di fama (l’Ucraina, per dire, ha sfoggiato Bubka e Shevchenko) e una formazione di ministri che non si limitasse alla solita Melandri, cenerentola senza topolini e con troppe zucche vuote al seguito. Serviva fare squadra e non, come sempre, squadretta. Essere un po’ meno antipatici e smettere per una volta di sentirsi i migliori, anche a costo di abbassarsi alle arti pragmatiche della seduzione. Vogliamo dirla tutta? Berlusconi non si sarebbe mai fatto scappare gli Europei. E nemmeno Veltroni, che da quando è sindaco di Roma ha già portato a casa i Mondiali di nuoto, quelli di pallavolo e la finale 2009 della Champions League. Questione di sensibilità, ma anche di abilità nel gestire le proprie forze. Questo invece è un governo che fa le cose che non dovrebbe fare, per esempio impicciarsi dell’azionariato di Telecom, ma si guarda bene dal fare quelle che gli spetterebbero: come portare gli Europei di calcio nella tana dei campioni del mondo. Consoliamoci. Non tutte le Coree vengono per nuocere. E se per l’Italia che combina affari addosso al pallone questa è una mezza tragedia, per molti italiani che lo amano rappresenta l’ultima speranza: che senza la droga economica degli Europei, il calcio completi la riforma interrotta, ridistribuisca le risorse e torni a essere uno sport in cui tutti, e non solo i soliti, possano giocarsela ad armi pari. (La Stampa)
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Giusto che non sia andato ad una nazione calcisticamente poco pulita e trasparente quale è l'Italia, meno giusto che sia andato ad un sodalizio altrettanto opaco...
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Maurizio Zamparini ad Affaritaliani.it: "Lo schiaffo all'Italia di Euro 2012? Ce lo siamo meritati"
19.04.2007 16.24 di frama Fonte: Affari Italiani E' rimasto sorpreso dallo schiaffo preso dall'Italia in ottica Euro-2012? "Sono rimasto piacevolmente sorpreso, ce lo meritavamo. Non si fa niente per cambiare il nostro calcio, che è malato". In che senso? "Stiamo facendo demagogia su stadi, tornelli, senza andare ad affontare i problemi reali. Hanno fatto bene ad assegnare gli Europei a Ucraina e Polonia, Paesi emergenti che tra poco ci superaranno, come ha fatto il Portogallo e la Spagna prima. In più l'Italia dagli Europei non ci avrebbe guadagnato niente". Molti addetti ai lavori parlavano del business che avrebbe generato. Del vantaggio di poter costruire stadi nuovi... "Personalmente per lo stadio che faccio io non cambia praticamente nulla. L'unica cosa che sarebbe un po' cambiata riguarda gli interessi del mutuo, ma comunque non me ne frega niente. Il mio stadio si pagherà già da solo, con i cespiti per l'utilizzo dell'impianto e delle strutture esterne. Faremo uno impianto che si pagherà da solo, autofinanziandosi senza l'intervento dello Stato". Quindi a suo parere chi ha voglia di costruirsi lo stadio lo fa senza bisogno di assistenzialismo? "Esatto. Basta che però ci sia la disponibilità politica a dare le autorizzazioni, i permessi. A far investire gli investitori. Perché nel nostro Paese è questo che manca... ". Cosa intende dire? "Parlo della possibilità di investire in un Paese liberale. Invece noi siamo liberali di facciata...". Problemi burocratici per costruire un nuovo stadio li sta affrontando anche la Lazio... "E' un problema che hanno tutti gli imprenditori a fare qualsiasi lavoro in Italia. Così se si inizia a costruire lo impianto lo si fa come in Inghilterra: un pala-stadio con strutture esterne: commerciali, logistiche e via dicendo. Tutte cose che portano lavoro, fatturato, ricchezza e permettono di pagare il mutuo dello stadio". Lei parlava di grandi problemi del calcio italiano. Cosa chiede al neo presidente della Figc, Abete, per uscire dal pantano? "Per uscire dal pantano occorre sempre che ci sia un rinnovamento totale. Servivano facce nuove, facce giovani. Noi siamo incancreniti da questo sistema. Lei pensi al sistema arbitrale, che ha messo fuori solo De Santis e ha bisogno delle Procure per rinnovarsi. Secondo l'inchiesta di calciopoli uno dei problemi principali è stato il sistema arbitrale, ma non per i direttori di gara, che presi singolarmente sono delle brave persone. Il problema è la struttura che mancava di cultura e di etica. Noi non abbiamo cambiato nulla. E quando non lo si fa, si finisce col tornare come prima". Non pensa che l'anno prossimo potrebbe essere un'idea chiamare arbitri stranieri nel nostro campionato? "No, basterebbe prendere i nostri fischietti giovani. Io speravo che accadesse già da quest'anno... A inizio campionato auspicavo di non dover andare a vedere che direttore di gara mi dovevano mandare la domenica. Invece purtroppo tutti i venerdì la prima cosa che chiedo al mio direttore sportivo è che arbitro mi hanno assegnato". Lo chiede anche quest'anno? "Certo, uguale all'anno prima. Voi non ve ne accorgete perché avete il prosciutto sugli occhi...". Calciopoli, polemiche... ma lei ha ancora voglia di impegnarsi in questo calcio? "Io ho ancora voglia di impegnarmi in questo Paese, perché mi vergogno al pensiero di lasciare ai miei figli e ai miei nipoti questo calcio qui. Abbandonare significherebbe dare la vittoria a quei poteri che provocano certi mali. Spero di dare l'esempio a dei giovani che mi vengano dietro e abbiano voglia di combattere". Sembra ottimista sul futuro... "Non sono pessimista, penso che le cose migliorino sempre. E' chiaro che, come cultura sportiva, siamo vent'anni indietro rispetto al Nord Europa. Bisogna partire dalle scuole, dai bambini. E da quei genitori che mandano i loro figli a giocare nelle giovanili e cominciano a insultare l'arbitro per un fallo non dato. Purtroppo per noi è più importante vincere che competere in maniera leale". (www.tuttomercatoweb.com) ................................................................. Calcio - 19/04/2007 - 01:06 Euro 2012, Equipe non favorevole alla scelta L'Equipe si scaglia contro la decisone dell'Uefa di assegnare a Polonia e Ucraina l'organizzazione degli Europei del 2012 e lo fa sottolineando le mancanze dei due Paesi "La distanza geografica e la debolezza delle infrastrutture sportive, ricettive e dei trasporti, in particolare in Ucraina, rappresentano due handicap importanti e ci si chiede come potranno essere superati". L' Equipe osserva che la Polonia "probabilmente ce la farà, mentre ciò è meno certo in Ucraina, un paese le cui finanze pubbliche sono disastrose" e la situazione politica fragile". "Con questa scelta così singolare - continua l'Equipe - l'autorità superiore dell'Uefa ha in ogni caso messo il suo presidente, quel Michel Platini che non era il suo candidato nel gennaio scorso, ai piedi di un muro terribilmente difficile da scalare. Ma è una sfida appassionante da raccogliere". (www.eurosport-it.com) ---------------------------------------------------- La Polonia omofoba ospiterà gli Europei del 2012 18 aprile 2007 La Polonia, insieme all’Ucraina, ospiterà gli Europei di Calcio del 2012. La scelta compiuta dall’esecutivo dell’Uefa, ha premiato di fatto un pease, la Polonia appunto, dove i diritti umani e le libertà civili, in particolar modo quelli degli omosessuali, sono quotidianamente calpestati. Il Governo polacco presieduto da Jaroslaw Kaczynski nutre infatti aperti sentimenti di ostilità contro le persone glbt, più volte sanzionati dall’opinione pubblica internazionale, oltre che dalle associazioni che si battono per i diritti di gay, lesbiche e trangender. Ultimo esempio di tale ostiltà è la notizia secondo cui il Ministro dell’Istruzione polacco, Roman Gyertich, ha proposto, la scorsa settimana, che gli omosessuali non debbano insegnare nelle scuole pubbliche né in altre istituzioni educative, pena il carcere. La decisione di quest’oggi dell’Uefa, dunque, non farà certo piacere a quanti in Polonia e nel resto d’Europa tentano quotidianamente di contrastare il regime ultrareligioso e liberticida dei fratelli Kaczynski. Christian Poccia (babiloniamagazine.it)
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