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14-02-2017, 10:49 | #41 |
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14-02-2017, 11:59 | #42 | |
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L'arrivo degli UFO è una sorta di mcguffin, un pretesto narrativo che, nel proseguo della trama, assumerà sempre meno rilevanza. Non è facile sintetizzare in due parole di cosa parla il film ma, facendo uno sforzo notevole di sintesi, si può affermare che esso tratta, soprattutto, del concetto di Libero Arbitrio. Gli alieni, il contatto, la comunicazione, il Tempo, il linguaggio sono solo ornamenti, attributi che arricchiscono e completano la struttura narrativa ma non costituiscono il fulcro principale; esso risiede nella percezione umana del Libero Arbitrio, sempreché esista realmente una implicazione concreta di tale concetto... Esso è strettamente legato al concetto/percezione del Tempo dato che l'essere umano può esercitare il suo arbitrio solo nel Tempo (Vita) che gli è concesso, esaurito il quale l'arbitrio si trasforma in quello che usiamo definire Destino. La storia di Arrival è la storia della nostra Vita, la storia di qualunque essere umano, la storia di Louise (Amy Adams) che accetta, volontariamente e coscientemente, di vivere una Vita dall'esito non ignoto, una Vita di cui si conoscono gli sviluppi e che pertanto non si è liberi di decidere di modificarla o meno; si può soltanto accettare o meno il proprio destino ed è qui che il Libero Arbitrio si alza prepotentemente... Chiedendo a Ian (Jeremy Bender) se volesse avere un figlio (e Louise conosce già la risposta del marito), Louise accetta consapevolmente il suo Destino ma, contemporaneamente è libera di accettarlo e viverlo (Libero Arbitrio). Tutto il resto, gli Alieni, le astronavi, la nebbia, i popoli che si ribellano, i potenti della Terra che si spaventano è soltanto un contorno, un arricchimento "blockbusteriano" della vicenda autoriale. Un film spacciato per il grande pubblico ma che è destinato ad essere apprezzato solo da una minoranza. Ultima modifica di RAEL70 : 14-02-2017 alle 12:02. |
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14-02-2017, 12:12 | #43 | |||
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Quote:
Di temi e aspetti c'è ne sono veramente molti: il rapporto di amore madre-figlia, che seppur descritto in maniera molto breve e discreta, è decisamente ben realizzato. In particolare la scena all'inizio in cui in due soli fotogrammi e frasi, si riesce a condensare in modo fantastico l'intero percorso di crescita della bambina: "I love you" "I hate you" Tutta la scena poi sembra solo rivolta a descrivere il dolore della madre per la perdita e sembra un prologo a ciò che accadrà ma il regista invece ci "frega" perchè in realtà tutte le scene hanno una diversa collocazione temporale rispetto alla nostra logica ed alla fine della fiera ci riporta a tirare i fili proprio sulla morte della bambina e ci dice: tu faresti adesso tutto in maniera normale sapendo che soffrirai (e hai sofferto) così tanto? Ho trovato questo tipo di narrazione decisamente bello e strutturato. Non è sbattuto a forza sullo schermo, ti viene suggerito mano a mano delicatamente. Ed è fatto in maniera molto emozionante, come dicevo nel primo post. La non linearità del tempo: se qualcuno ti ha detto che non ci sono flashback, ha perfettamente ragione. Per gusto del paradosso è proprio il film l'unico vero flashback; quelli che sembrano invece visioni passate o simili sono in realtà la spiegazione visiva della concezione del tempo e dell'"arma" degli alieni. Nel film, per ragioni simboliche e visive per la comprensione, si fa riferimento a figure circolari come ad indicare una non fine o inizio del fluire del tempo ma in realtà credo sia un'esemplificazione del concetto - il tempo non è lineare- Sostanzialmente succede la stessa cosa che succede in un famoso episodio di game of thrones dell'ultima stagione, ma qui è fatto in maniera coerente e logica. E la bravura del regista è nel farci capire mano a mano che le scene apparentemente di flashback in realtà sono scene contemporanee o future che la protagonista vive di fatto in contemporanea. La scena con il generale cinese è lo spiegone finale su ciò che intende e la rivelazione sul potere che le viene affidato in maniera palese, rivelandoci decisamente qual era il tema principale dell'intero film ma viene fatto con discrezione ed in maniera intelligente. Piccole dosi, fino ad arrivare alla comprensione. Così come se fosse un linguaggio da imparare: noi vogliamo comunicare con gli alieni e cerchiamo di fargli imparare i nostri segni, loro fanno lo stesso ma ad un livello superiore e quindi si arriva a: questione linguaggio, altro aspetto notevole. A me è davvero piaicuta tutta la parte in cui si cerca di arrivare ad una reciproca comprensione in quanto ci vengono spiegate anche le sfumature di alcuni significati che noi diamo per scontati in quanto codificati ormai da tempo nella nostra cultura ma che in realtà sono tutt'altro che banali. Vedi ad esempio quando viene spiegato al militare yankee perchè non è possibile chiedere direttamente perchè sono qui: non si tratta di semplice esercizio di stile, questa è analisi della comunicazione che si riflette in una precisa costruzione della cultura di una società. Poi ci sono tanti altri aspetti (come detto prima devo rivedere le cose almeno 10 volte prima di capire bene, sarà l'età ) ma sono già stato lungo... solo per gli alieni: al di là delle scelte estetiche discutibili (e probabilmente fatta mille altre volte in altri film o libri) a me pare parecchio probabile che siano stati presi (o che abbiano citato) il gioco Mass Effect. Metto in spoiler nel caso qualcuno lo stia giocando o voglia farlo:
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