Milan Clan - Stagione 2009/2010 - Uh brav brav via via

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Originariamente inviato da fab77

ti scrivi e ti commenti?

Non è la prima volta

Vuole vincere la capretta

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Non è la prima volta

Vuole vincere la capretta

.....

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Non è la prima volta

Vuole vincere la capretta

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Finocchi!

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Buongiorno a tutti!™

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Giorno

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Finocchi!

Gratinati?

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Gratinati?

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Moratti e i buu a Balotelli: "A Cagliari gara da fermare"
Il presidente nerazzurro interviene alla Coppa del Mondo Inter Campus: "Contro il razzismo è importante dare un segnale forte. Il grande avvio della Juve è un bene per il campionato, Cassano un artista ma non lo abbiamo mai cercato"

SIENA, 21 settembre 2009 - Massimo Moratti interviene alla Coppa del Mondo di Inter Campus: l'occasione per una visita ai bambini provenienti da tutto il mondo ma anche per fare il punto dopo la giornata di campionato. Razzismo, Juventus, Cassano e squalifica di Mourinho i temi toccati.

"La gara di Cagliari andava sospesa per i cori razzisti a Balotelli". Moratti ha le idde chiare sulla questione e condanna il comportamento antisportivo dei tifosi cagliaritani verso il suo attaccante di colore. "In certi casi è bene sospendere la partita per dare un segnale", ha commentato Moratti. A questo riguardo in giornata una nota della Figc ricorda come la sospensione della gara può essere decisa solo su disposizione tassativa del responsabile dell'ordine pubblico presso lo stadio, che la comunica all'arbitro attraverso il quarto uomo o un assistente. E il vicequestore vicario di Cagliari, Giuseppe Gargiulo spiega di "aver considerato l'episodio marginale e di aver deciso insieme a un dirigente dell'Inter che non fosse il caso di interrompere la gara".

Il grande avvio della Juventus è un bene per il campionato: "Si era visto che era una squadra buona, e lo ha confermato con un inizio positivo. Questo è un bene per il campionato". Poi sulla sua squadra: "Se siamo più squadra dell'anno scorso? Dopo la partita di Cagliari non sembra proprio così, ma di certo potenzialmente lo siamo. Il problema è aver dovuto cambiare totalmente gioco. Intanto ci ha pensato Milito: è un ragazzo per bene, umilissimo, un grande professionista, si impegna". Moratti è prudente anche sulle ambizioni europee: "Prima di tutto c'è da superare il turno e credo che non sarà facile, non solo per noi ma anche per il Barcellona"

"Antonio Cassano non rientra nelle strategie di mercato dell'Inter. Esprime quello che è, ovvero un grandissimo campione, un artista del calcio, l'esperienza lo aiuterà a migliorare. Ma purtroppo non rientra nelle nostre strategie, non lo abbiamo mai cercato".

"La squalifica di Mourinho? Non ce la aspettavamo. Ma non vorrei che la sua vivacità fosse scambiata per aggressività. Non ero a Cagliari, quindi non posso giudicare. Ma sulla base di quello che mi hanno riferito, sicuramente Mourinho non ha insultato l'arbitro e non ci si aspettava questo tipo di sanzione". E sull'allenatore, arrivato alla terza espulsione da quando è in Italia, ha aggiunto: "Voi vedete la sua agitazione e la sua vivacità, ma per come lo conosco io posso dirvi che è un uomo molto rispettoso delle istituzioni, non l'ho mai sentito dire qualcosa sugli arbitri. Non vorrei che il suo carattere vivace fosse confuso come un atteggiamento aggressivo. Il nostro parafulmine? Più che una protezione, è un punto di riferimento importante, di cui siamo felicissimi".

[matteo10]

Originariamente inviato da teogros

...sicuramente Mourinho non ha insultato l'arbitro e non ci si aspettava questo tipo di sanzione"... per come lo conosco io posso dirvi che è un uomo molto rispettoso delle istituzioni, non l'ho mai sentito dire qualcosa sugli arbitri. Non vorrei che il suo carattere vivace fosse confuso come un atteggiamento aggressivo...

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Originariamente inviato da matteo10

A volte risultano veramente agghiaccianti!

[stan]

è incredibile come la gente menta sapendo di mentire

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Originariamente inviato da Quincy_it

Gratinati?

Buond'

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NON E' VERO!
Accorata, spontanea, sentita smentita di Ronaldinho rispetto alle illazioni, provenienti dalla Spagna, sul suo futuro
MILANO - Questo il testo pubblicato e firmato da Ronaldinho, sul proprio sito www.ronaldinhogaucho.com:

Diversamente da quanto pubblicato dal giornale spagnolo SPORT, in data 20.09.2009, non ho mai pensato di smettere.
La notizia è avventata, proveniente da un periodico sensazionalista. La mia fonte è l’allegria, è (ed è sempre stato) giocare a calcio. Sono molto felice a Milano e nel Milan; allo stesso modo in cui sono stato felice in tutte le città e club in cui ho giocato.
La critica, positiva o negativa, è valida, ma dev’essere fondata e basata su fatti reali.

Tuttavia pubblicare informazioni false è inaccettabile.

I mezzi di comunicazione di tutto il mondo, in generale, hanno sempre cura (prima di tutto) di verificare che la testimonianza dell’interlocutore o della fonte reale siano affidabili, veritiere e autorizzate.
Il giornale SPORT, sin da quando giocavo nel Barcellona, è sempre stato prodigo nel pubblicare articoli non veri e ostili contro la mia persona. Si tratta certamente di una persecuzione gratuita.
Giornali che pubblicano articoli non veri non sono degni di credibilità.
Tutti possono essere certi che il mio contratto con il Milan è valido fino al 2011 e voglio rispettarlo qui a Milano.
Insieme ai miei compagni, lotteremo per conquistare tutti i titoli possibili.
Un forte abbraccio a tutti !!
Ronaldinho Gaúcho.

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Ancelotti: "Con un vaffa ho scosso il Chelsea"
Il tecnico emiliano si confessa ai giornali inglesi e spiega carattere, origini, il "privato". "Come Liedholm non perdo il controllo, ma quella volta...". "Londra? Splendida, ma ho scelto la campagna". "Credo in Dio e prego". "Drogba è il più forte"

LONDRA (Gb) - 22 settembre 2009 - Il figlio del contadino è diventato grande. Carlo Ancelotti è cresciuto nella quiete di Reggiolo, fra campi arati, prosciutto crudo e formaggio fatto in casa. All’epoca, non capiva perché la maggior parte del raccolto dovesse andare al padrone della terra e non al padre che la lavorava così duramente, ma ora è tutto chiaro, come spiega in una doppia intervista a Daily Mail e Daily Telegraph. “Tutto sommato, il calcio e il lavoro nei campi sono molto simili, perché in entrambi i casi lavori per un obiettivo che verrà. Qui al Chelsea dicono di essere stati sfortunati in Champions League, ma io ho detto loro che in questa stagione abbiamo la possibilità di sistemare le cose. Ed è esattamente lo stesso discorso che feci ai giocatori del Milan nel 2007, dopo la sconfitta contro il Liverpool nel 2005. Ma per raggiungere il nostro obiettivo, dobbiamo rimanere calmi e controllati e avere pazienza”.

IL MAESTRO LIEDHOLM — Ovvero, le stesse qualità che il bambino Carlo imparò dal padre e, dopo di lui, da Nils Liedholm. “L’allenatore svedese era un tipo incredibile, che non perdeva mai il controllo e con lui ho imparato un sacco di cose. Una su tutte, che non bisogna mai urlare durante l’intervallo, perché ci sono solo pochi minuti per far arrivare le giuste informazioni ai giocatori. E poi che bisogna sempre parlare e risolvere le cose dentro al campo. Quando sono arrivato qui al Chelsea, fra me e i giocatori c’era un po’ di distacco, perché non riuscivo ancora a spiegarmi bene e a scherzare con loro, ma adesso siamo molto più vicini. Solo una volta mi hanno fatto arrabbiare sul serio, durante l’amichevole contro il Reading quando stavamo perdendo 2 a 0. Nell’intervallo ero furibondo, ma non riuscivo ad esprimere la mia rabbia, perché essere arrabbiato in un’altra lingua è davvero difficile. Allora Ray Wilkins mi disse di parlare in italiano, perché dall’espressione del mio volto i giocatori avrebbero capito e io me ne uscii con “vaff….”. Chiaro e conciso, insomma.

NON DIMENTICA IL DIALETTO — A proposito di lingua e dialetti, per un emiliano doc come lui ritrovarsi a 15 anni in una grande città come Roma fu un autentico choc. “Non era facile per me ambientarmi in un posto nuovo. Ero da solo, lontano dalla mia famiglia. All’inizio fu durissima, ma poi mi abituai, perché mi piaceva il calcio, mi piaceva allenarmi. Comunque, non ho mai perso le mie radici e prova ne è il fatto che parlo ancora in dialetto con mio padre, perché è una cosa che non dimenticherò mai”. Malgrado l’educazione ricevuta dai Salesiani, Ancelotti non è un cattolico praticante e confessa di sentirsi più vicino a Padre Pio. “Credo in Dio e prego, ma per questioni personali, non certo per il calcio, perché penso che Dio abbia cose ben più importanti da fare”.

NIENTE LONDRA, TROPPA CONFUSIONE — Le radici bucoliche si ritrovano anche nella sua scelta di non vivere a Londra. “Non mi piace la città. Per carità, Londra è fantastica e ci ho pure visto il musical “Mamma Mia”, ma preferisco rimanere lontano dalla confusione. Quand’ero al Milan, vivevo in un paese vicino a Milanello e qui ho scelto di stare a Oxshott, nel Surrey”. Casa e lavoro, dunque.

DROGBA, L’ATTACCANTE PIU’ FORTE — E a proposito di lavoro, non poteva mancare un giudizio sui suoi giocatori. Anzi, su uno in particolare: Didier Drogba. “C’è una parola in Italia, ovvero “trascinatore”, che indica quel giocatore in grado di spingere il gruppo. Nel Milan, Gennaro Gattuso è un trascinatore, qui al Chelsea lo è John Terry, ma lo è anche Drogba. So che qualcuno lo giudica una “primadonna”, ma la differenza fra una primadonna e un leader è che la primadonna usa il talento per se stesso, il leader per la squadra e Drogba non ha mai fatto la primadonna con me. E’ un campione vero e a volte è davvero impossibile giocargli contro. Mi ricordo che una volta chiesi a Marco Van Basten come avrei dovuto passargli il pallone e lui mi rispose: “Tu passamelo e poi vieni a congratularti con me”. Sapeva che avrebbe segnato e in genere era esattamente quello che succedeva. Ecco, quando è al meglio, Drogba è proprio così. Non ho mai giocato con un attaccante più forte di Didier. Filippo Inzaghi era uno furbo, Andriy Shevchenko era uno sì forte, ma non di testa e lo stesso vale per Hernan Crespo o Alessandro Del Piero. Drogba è diverso da tutti e penso che ora come ora sia uno dei migliori al mondo, lo metto sullo stesso piano di Zlatan Ibrahimovic, Fernando Torres e Samuel Eto’o, ma non lo cambierei con nessuno di loro”.

LA MUSICA DELLA PREMIER — Fra Inghilterra e Italia le differenze non sono, però, solo di lingua. “In Italia, c’è un sacco di pressione e arriva da ogni parte, dai giornali, dai tifosi, dal club. Qui, invece, questo tipo di pressione non c’è. I tifosi vanno allo stadio con la mentalità giusta, ovvero fare il tifo e vedere la partita. C’è il rispetto dei giocatori e della squadra avversaria, mentre in Italia dobbiamo ancora migliorare, gli stadi sono vecchi, con le barriere e c’è ancora un sacco di polizia”. Altro elemento di novità nella terra di Albione rispetto alla madrepatria, la musica negli spogliatoi. “Ero abituato ai giocatori che a volte nemmeno parlavano prima di una partita, tanto erano concentrati. Qui, invece, si ascolta la musica. E, fra l’altro, una musica di m…, il rap, scelta da Florent Malouda o Mikel. All’inizio, è stata una sorpresa e mi sembrava davvero strano, ma poi ho deciso di essere più aperto e di accettare la cosa”. Anche perché se i risultati sono questi, ovvero 7 vittorie su 7 fra Premier e Champions League, un po’ di rap che vuoi che sia?

[Indy4]

evvai Dinho , ti aspettiamo !!

[signo3d]

E’ un campione vero e a volte è davvero impossibile giocargli contro. Mi ricordo che una volta chiesi a Marco Van Basten come avrei dovuto passargli il pallone e lui mi rispose: “Tu passamelo e poi vieni a congratularti con me”. Sapeva che avrebbe segnato e in genere era esattamente quello che succedeva.

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Dimenticavo, coma van ibra

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Dimenticavo, coma van ibra

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Toni si offre al Milan, i casi Ronaldinho e Pato

10:00 del 22 settembre

A gennaio in prestito?
Toni manda segnali al Milan: Beckham torna, si avvicina Rafinha.
Huntelaar non ha ingranato. L’attaccante azzurro ha perso il posto nel Bayern e vorrebbe rientrare in Italia: può arrivare a gennaio in prestito gratuito per rilanciarsi in vista del Mondiale.
(Corriere dello Sport)

I brasiliani in rossonero non fanno più la differenza.
Dov’è finito Pato?
Ha segnato solo a Siena, poi il black-out come nella scorsa stagione.
Il guaio per Leonardo è che non ha alternative per il ruolo di seconda punta.
Ronaldinho è sempre più un caso.
Seedorf: "Tifosi ritornate, abbiamo bisogno del vostro calore".
(Tuttosport)