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Old 18-08-2006, 12:04   #1
dantes76
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Via libera dal Cdm alla missione in Libano

18 agosto 2006
D'Alema: «Tra i primi ad operare per la pace». Parisi: «Impegno lungo»
Via libera dal Cdm alla missione in Libano
Approvate all'unanimità le linee guida per l'invio dei soldati. Prodi: «Il mandato dell'Onu sia chiaro. Ringrazio l'opposizione»
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla missione dei soldati italiani che parteciperanno alla forza Onu al confine tra Israele e Libano. Il Cdm, riunito in seduta straordinaria a Palazzo Chigi, ha approvato all'unanimità l'invio di un contingente italiano per dare seguito alla risoluzione 1701 delle Nazioni Unite. Due le condizioni sottolineate dal premier, Romano Prodi, per la partecipazione italiana: «Un mandato chiaro con regole di ingaggio precise e l'accettazione della missione Unifil anche da parte di Hezbollah. Su questo ho avuto rassicurazioni dal premier Siniora». «La risoluzione Onu è il nostro riferimento - ha spiegato il premier -. Con regole d'ingaggio chiare e definite l'Italia vuole dare il suo contributo alla pace. Questa è e sarà una missione di pace. Abbiamo la consapevolezza dei rischi, ma prenderemo tutte le disposizioni prudenziali che un Paese deve prendere». Sulla questione del disarmo di Hezbollah, Prodi ha ribadito che questo non è un compito della missione Onu. «L'obiettivo deve essere garantito da una soluzione politica».

D'Alema e Parisi in commissione (Ansa)
CONFRONTO - Il presidente del Consiglio ha inoltre ringraziato «il capo dell'opposizione e l'opposizione tutta. Il confronto con la minoranza - ha aggiunto il premier - rende ancora più forte la scelta di oggi. Siamo aperti ad affrontare il dibattito in Aula nei tempi più rapidi possibili». Sul problema del finanziamento della missione, Prodi ha detto che «non possiamo parlarne ora se non conosciamo le dimensioni quantitative della missione. È naturale che con il ministro dell'Economia abbiamo fatto varie analisi e prospettive e non vedo problemi insormontabili in materia. Si tenga presente che nei prossimi mesi si darà attuazione al rientro delle forze dall'Iraq».

D'ALEMA - Nella riunione congiunta delle Commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera, il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, ha dichiarato che «l'Italia è stato tra i primi Paesi che hanno agito per arginare il conflitto, innescato dall'azione terroristica di Hezbollah e proseguito con i massicci bombardamenti israeliani e i combattimenti al confine. Abbiamo continuato a svolgere questo ruolo anche quando il negoziato si è spostato a New York nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». «La crisi tra Libano e Israele - ha aggiunto D'Alema - deve essere considerata in un quadro più generale, in cui rimane cruciale il tema israelo-palestinese, che rimane senza dubbio il cuore della crisi mediorientale, cui occorre dare una risposta per disinnescare le ragioni del conflitto che potrebbe allargarsi ed estendersi». D'Alema ha poi ribadito che Hezbollah non può essere considerato alla stregua di un gruppo terroristico, perché è un partito rappresentanto nel Parlamento e presente con suoi uomini nel governo libanese. «Può apparire non semplice - ammette D'Alema- considerare che del governo libanese che noi vogliamo aiutare, che è sostenuto dall'Occidente e visto con simpatia dagli Usa, faccia parte Hezbollah, difficilmente liquidabile come un gruppo terroristico essendo un movimento ed essenzialmente un partito politico rappresentato in Parlamento e che chi va in Libano si trova ad incontrare».

PARISI - Per il ministro della Difesa, Arturo Parisi, la missione italiana «non sarà una passeggiata. Il nostro impegno si prospetta lungo, impegnativo, costoso e rischioso, ma non per questo meno doveroso». «Rispondiamo sì al rafforzamento missione Unifil in LIbano. Ci sentiamo incondizionatamente impegnati perché la tregua si trasformi in pace stabile», ha aggiunto Parisi, secondo il quale «l'Italia è disposta ad associare la sua responsabilità alla conduzione della missione, ove se ne determinassero le condizioni».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/P...to/18/cdm.html


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Old 18-08-2006, 12:09   #2
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Non c'era già questo ?

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1258599
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Old 18-08-2006, 12:12   #3
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Originariamente inviato da maxsona

18 agosto 2006
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri alla missione dei soldati italiani che parteciperanno alla forza Onu al confine tra Israele e Libano. Il Cdm, riunito in seduta straordinaria a Palazzo Chigi, ha approvato all'unanimità l'invio di un contingente italiano per dare seguito alla risoluzione 1701 delle Nazioni Unite

cmq possiamo unire i 3d
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Old 18-08-2006, 12:19   #4
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18 agosto 2006
Le reazioni dell'opposizione dopo il via libera alla missione in Libano
Casini: «Il mandato Onu è ambiguo »
Il leader dell'Udc: «Servono indirizzi precisi». Fini: «Poca chiarezza». Schifani: «Eccessiva attenzione per Hezbollah».

ROMA - «Maggioranza e opposizione sono chiamati a dare una risposta comune» sulla missione in Libano». Lo ha affermato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, durante la discussione congiunta delle commissioni Difesa ed Esteri di Camera e Senato dopo il via libera del Consiglio dei Ministri alla partecipazione italiana. Se da una parte Casini esprime «soddisfazione per la metodologia corretta» che il governo ha seguito nella gestione della vicenda, dall'altro parla di un «sentimento opposto». Sentendo le relazioni di D'Alema e Parisi, spiega il leader dell'Udc, «appare chiaro infatti che siamo chiamati a deliberare su avvenimenti ancora in fieri». Per raggiungere «un'ampia unità» tra le forze politiche, aggiunge Casini, occorre che il pronunciamento sia «il più generico possibile». «La risoluzione dell'Onu è necessariamente ambigua è c'è una fase di negoziazione nelle Nazioni Unite. Se questa fase di negoziazione è aperta noi dobbiamo dare forza al governo in una generica pronuncia, perché non possiamo entrare in dettagli e particolari che sono preclusi dalla stessa trattativa in corso».

FINI - Concorda con Casini anche il leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini: «Alla luce degli interventi dei ministri non mi è chiaro cosa dobbiamo votare». Fini ha poi aggiunto che gli spiace constatare che Hezbollah «gode anche della solidarietà del ministro degli Affari Esteri italiano». L'ex titolare della Farnesina ricorda come il ministro degli Esteri tedesco abbia «annullato il viaggio in Libano perché gli era stato chiesto di incontrare Hezbollah: è possibile quindi non incontrare Hezbollah». Il leader di An aggiunge di «attendere smentite, nel caso in cui non fossi ben informato» da parte di D’Alema e sottolinea che la posizione assunta dall'attuale titolare della Farnesina non corrisponda all’attuale posizione dell'Europa.

FORZA ITALIA - «Noi non siamo pregiudizialmente contrari alla missione. ma vengono confermate le nostre preoccupazioni sulle regole d'ingaggio». Così Renato Schifani, capogruppo di Forza Italia al Senato, commenta la relazione del ministro Parisi sull'invio delle nostre truppe in Libano. «Da quella di D'Alema - prosegue il senatore azzurro - non emerge una posizione chiara, con un'eccessiva attenzione per gli Hezbollah», conclude Schifani

http://www.corriere.it/Primo_Piano/P...posizione.html
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Old 18-08-2006, 12:23   #5
dantes76
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Roma, 18 agosto 2006

“Saremo fra i Paesi a rispondere all’appello delle Nazioni Unite contenuto nella risoluzione 1701 che ha posto fine al drammatico conflitto fra Israele e il Libano, anche se in realtà il governo libanese non è stato parte ma vittima di un conflitto innescato da Hezbollah”.Così il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha illustrato la decisione adotatta in mattinata all'unanimità dal Consiglio dei ministri, a Palazzo Chigi, che autorizza la partecipazione italiana alla forza Onu in Libano.



“L’Italia è stato uno dei Paesi che hanno agito per porre fine al conflitto, arginarne la portata, evitare una spirale di guerra e violenza in tutto il Medio Oriente - ha ricordato D'Alema - Abbiamo continuato a svolgere questo ruolo anche nei giorni in cui il negoziato si è spostato, com’era giusto, a Palazzo di vetro delle Nazioni Unite. Bisogna porre fine al conflitto ma non ritornare allo status quo ante”.



Prodi: è una missione di pace

“Questa guerra doveva essere evitata, ha causato migliaia di vittime e di profughi, danni enormi al Libano - ha detto poco dopo il presidente del Consiglio Romano Prodi - La risoluzione Onu è il nostro punto di riferimento: dentro quest’ambito e con regole di ingaggio chiare e definite l’Italia vuole dare il suo contributo alla pace. Questa è e resta una missione di pace: servono regole di ingaggio precise, specifiche e chiare. Questo sta avvenendo e prenderemo tutte le disposizioni prudenziali necessarie. Questa è una fase nuova della politica estera italiana, di credibilità e con l’obiettivo condiviso di aiutare la pace”.

“Domani la nave San Marco arriverà con gli aiuti a Beirut: medicinali, ospedali da campo, 500 tonnellate di aiuti partiti da Brindisi”.

http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=63594



NdR: mi sembra di leggere un altro personaggio.. missione di pace..
magari gli mandano gli A129 dopo che scappa il morto
e vabbuo. i sancho panza partono allo sbaraglio
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