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OPPO Find X9 Pro punta a diventare uno dei riferimenti assoluti nel segmento dei camera phone di fascia alta. Con un teleobiettivo Hasselblad da 200 MP, una batteria al silicio-carbonio da 7500 mAh e un display da 6,78 pollici con cornici ultra ridotte, il nuovo flagship non teme confronti con la concorrenza, e non solo nel comparto fotografico mobile. La dotazione tecnica include il processore MediaTek Dimensity 9500, certificazione IP69 e un sistema di ricarica rapida a 80W
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Old 26-11-2004, 20:42   #1
SaMu
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La Francia e gli immigrati «L’integrazione è fallita»

La Francia e gli immigrati «L’integrazione è fallita»

Sarkozy: serve una nuova via per il multiculturalismo


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Un giovane immigrato su tre è disoccupato. La disoccupazione tra i giovani diplomati riguarda per il 5% i francesi, per il 7% gli europei, per l’11 i francesi acquisiti e per il 18 gli extracomunitari. Un rapporto del ministero dell'Interno ha censito trecento quartieri a rischio, quasi due milioni di cittadini confinati in una società a parte, al di fuori delle leggi della République. Per la Francia, l'integrazione di milioni di immigrati, la più parte africani e di religione musulmana, in maggioranza cittadini francesi di seconda generazione, è da sempre un percorso sociale inquadrato in un modello di valori scritti nella Costituzione: pari diritti, laicità, uguaglianza. Ma trent'anni di leggi, investimenti colossali e battaglie culturali hanno dimostrato i limiti di un modello che si pretende diverso, alternativo a quello anglosassone.
Per la Francia - lo si è visto nel dibattito sulla legge contro il velo islamico a scuola - la diversità etnica e culturale non è la somma di tante identità ma un progetto di cittadinanza, con uguali diritti e doveri. I dati però dimostrano due categorie di cittadini: i francesi e gli altri. E un recente rapporto della Corte dei Conti denuncia il fallimento e la confusione un po' ipocrita di leggi e interventi che hanno prodotto risultati opposti: sul lavoro, nelle scuole, nella società civile. «SOS racisme» ha raccolto centinaia di casi di discriminazione nell'assegnazione degli alloggi popolari e nei criteri di assunzione.
Sui giornali, diventa una notizia la nomina di un dirigente d'impresa o di un alto funzionario che non sia francese e bianco. Così come è stato un caso nazionale la nomina del primo prefetto musulmano.
La crisi di un Paese si vede quando s'incrinano i valori di riferimento. La sua grandezza quando si ha il coraggio di cambiarli, anche se scritti nella propria storia. Il governo ha proposto un’ authority contro le discriminazioni a carattere etnico e religioso, allargando il concetto alle discriminazioni sessuali, ivi compresa l'omofobia. Decine di grandi imprese hanno adottato il principio anglosassone della «discriminazione positiva», criteri di assunzione che favoriscano giovani immigrati o provenienti da quartieri difficili. L'Oreal ha ottenuto un riconoscimento per le cento nazionalità rappresentate dai suoi 50.000 dipendenti. Claude Bebear, ex presidente del colosso assicurativo Axa, ha sostenuto la «discriminazione positiva» nella sua società e ha contribuito a un progetto di legge per introdurre il curriculum vitae anonimo, dattiloscritto e senza foto, per le imprese con più di 250 dipendenti.
Ma bastano ancora una volta leggi e correttivi o è il caso di cambiare strada? Nicolas Sarkozy, l'astro nascente della politica francese è deciso a sfidare Chirac anche sul terreno di una certa idea della Francia molto cara al presidente e all'establishment. Per Sarkozy, anche la religione è un capitolo fondamentale dell'integrazione ed è quindi necessario rivedere i sacri principi della laicità. Sarkozy era contro la legge sul velo islamico («mi preoccupa l'espulsione di giovani studentesse dalle scuole pubbliche»), vorrebbe riformare quella del 1905 sulla separazione fra Chiesa e Stato, propone forme di finanziamento per la costruzione di moschee e la formazione dei rappresentanti del culto. L'integrazione, secondo Sarkozy, fallisce proprio perché intere comunità rafforzano la loro identità religiosa ed etnica e si separano dai valori repubblicani. «Occorre far emergere un Islam francese prima che un Islam in Francia», è un suo slogan ricorrente, che bene esprime il timore di influenze esterne, anche le più oscure. Recentemente sono stati scoperti luoghi di culto e scuole islamiche clandestine.
Le tesi di Sarkozy, nel clima di aspra rivalità con Chirac, si prestano anche a una lettura politica. Una certa idea della Francia, per l'ex pupillo con origini ungheresi, significa «non considerare normale che le nostre elites si assomiglino e che, a parte Zidane e i campioni sportivi, i giovani immigrati non possano identificarsi in magistrati, giornalisti, dirigenti d'impresa, alti funzionari». Una certa idea della Francia, come ha scritto in un libro che ha fatto scalpore, è anche comprendere che l'ideale repubblicano «non risponde alle questioni spirituali».
Chirac, non perde occasione di difendere a spada tratta il modello scritto nel marmo e il dibattito su questioni cruciali s'infiamma. Anche perché, secondo alcuni osservatori, la vena multiculturale e spirituale di Sarkozy comincia ad assomigliare a una certa idea di America. «Fra Kerry e Bush, preferisco Clinton» ha replicato a chi gli affibbia l'immagine di «Sarko, l'américain».




«Le masse clandestine mettono a rischio la Repubblica»

Il ministro degli Interni di Parigi: «Gli arrivi incontrollati vanificano i nostri sforzi in vista dell’integrazione e della promozione di opportunità equamente distribuite»


Un anno dopo il voto sulla legge per la regolamentazione dei flussi migratori, il ministro degli Interni spiega il nuovo piano d'azione contro l'immigrazione illegale, richiamato da Jacques Chirac l’8 novembre a Nîmes, le sue convinzioni sulla Francia islamica e il progetto di lotta ai musulmani radicali. Dominique de Villepin, qualche giorno fa il presidente della Repubblica ha annunciato un piano d'azione contro l’immigrazione illegale. Quali sono i suoi progetti?
«La lotta contro l’immigrazione irregolare è una priorità. Ritengo che la posta in gioco per la Repubblica sia molto alta. Perché l’immigrazione irregolare vanifica i nostri sforzi in vista dell’integrazione e della promozione di opportunità equamente distribuite. Alimenta le reti malavitose e comporta uno sfruttamento scandaloso degli esseri umani. Infine, danneggia gravemente alcuni comuni i cui servizi sociali sono sommersi dal sopraggiungere di masse di clandestini».
Ogni anno circa 150.000 stranieri si stabiliscono legalmente in Francia. Il presidente della Corte dei conti, Philippe Séguin, invita a una riflessione sull’immigrazione selezionata. Occorre selezionare i nuovi arrivati e secondo quale criterio?
«In certi settori, le imprese si lamentano per la scarsa mano d’opera. Occorre pensare a una nuova politica di visti per gli studenti, i ricercatori, i lavoratori stagionali».
È favorevole alle quote per nazionalità o per professione?
«Credo che la logica delle quote per nazionalità sia da evitare, non è in linea con la nostra tradizione repubblicana. Come si può pensare di decretare ogni anno l’arrivo di tanti moldavi o senegalesi? In questo campo, come in quello della discriminazione positiva, sarebbe illusorio credere di poter applicare alla Francia modelli stranieri».
Altro tema all’ordine del giorno, l’Islam in Francia. Nicolas Sarkozy vuole rivedere la legge del 1905 sul finanziamento all’edificazione delle moschee.
«La questione merita d’essere affrontata. In più, sono favorevole a un rapido accordo sulla formazione degli imam. Entro l’inizio del 2005, sarà attivato un dispositivo che assicuri una formazione laica di livello universitario. Desidero anche che gli imam parlino francese e abbiano una buona conoscenza delle nostre istituzioni».
Cosa pensa della minaccia dell’islam radicale?
«Esiste un rapporto di continuità tra il radicalismo e l’azione terrorista. Il caso dell’assassinio di Theo Van Gogh in Olanda deve indurci a riflettere: quando non retta da forti principi, la tolleranza rischia di essere un punto debole. Dobbiamo essere molto chiari: l’islam radicale è incompatibile con i valori della Repubblica».
Quali sono le dimensioni del fenomeno?
«Riguarda un numero ristretto di soggetti che operano a partire dai luoghi di culto. Sono giovani, ben integrati e spesso dotati di un elevato livello d’istruzione, che reclutano a loro volta giovanissimi tra i più vulnerabili, spesso legati alla piccola criminalità. Il contatto avviene di solito in prigione».
A proposito delle quote d’immigrazione, della legge del 1905 o della discriminazione positiva, ha invocato a più riprese la tradizione repubblicana francese. Su questi punti, lei è in disaccordo con Nicolas Sarkozy. Bisogna dedurne che all’interno della destra si affrontano due concezioni della società?
«Non esistono divisioni artificiali. Siamo tutti legati al nostro modello repubblicano. Tengo a difendere la specificità del modello francese. La Francia è un Paese impregnato di storia, pronto a infiammarsi e lacerarsi. Deve evolvere, ma mantenendosi fedele alla propria identità. Contro la tentazione di dividerci e la minaccia comunitarista, dobbiamo privilegiare ciò che ci accomuna e unisce: l'uguaglianza repubblicana, la laicità, la solidarietà. Sarebbe rischioso scendere a compromessi sui nostri principi».
Le Figaro/Agenzia Volpe
(traduzione di Maria
Serena Natale)
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Old 26-11-2004, 20:52   #2
SaMu
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Mi torna alla mente la polemica di questa estate tra il direttore di Le Monde e il governo italiano..

[i]“IL CASO: QUANDO UN RAGAZZODI COLORE ARRIVA IN ITALIA”

di Jean-Marie Colombani - Direttore di “Le Monde

”C’è sempre, purtroppo, un divario fra la realtà come lapossiamo capire tramite l’osservazione quotidiana equella che viviamo, sperimentiamo. La realtà, come laraccontiamo nei nostri giornali rispettivi, è questa: siamotutti europei. Noi francesi, italiani, tedeschi, greci e cosìvia. Viviamo in uno spazio privilegiato, piuttosto benprotetto, prospero e siamo orgogliosi di partecipare perquel che possiamo all’edificazione di un’UnioneEuropea, forte, che ha una base solida con la carta deiQui di seguito verrà riportato un “caso” narrato attraverso delle lettere ed una intervista pubblicate nel mese di agostosul quotidiano “la Repubblica” e “il Giornale” senza alcun commento affinché ogni lettore possa farsi una propria opinione in diritti fondamentali e che sarà fra poco dotata di unacostituzione. L’Europa ci permette soprattutto di difen-dere sempre di più i diritti degli altri, ogni giorno, siamoin migliaia a passare da un lato all’altro dei confininazionali. Andare da Parigi ad Ancona, oppure daBastia a Venezia, non ci sembra più affatto un viaggioall’estero. Anzi, significa ritrovare un parte di noi stessi.Così, da quasi vent’anni, io e mia moglie con i nostricinque figli, siamo felici, proprio per questo come tantialtri, di venire in Italia per le ferie. Eppure, anno dopoanno, è cambiato qualcosa. È diventato meno bello.Quasi che anche l’Italia cedesse ad un’atmosfera popu-lista che va di moda, con la solita tentazione dellaxenofobia. La trasformazione non ci è stata tantoavvertibile fino a quando uno dei nostri figli compì 15anni. C’era è vero in ogni aeroporto visitato, spessissimoin quello di Venezia, uno sguardo speciale, insistentedei carabinieri, che fermano sempre tra i passeggerivenuti da Parigi le persone di colore. C’era forse unaspiegazione, almeno così pensavamo noi, anche seprovavamo veramente disagio di fronte a questo inne-gabile metodo sistematico. Poi siamo entrati nella fasedel terrorismo che riguarda noi tutti. E tutti vogliamosenz’altro una polizia efficace, cioè ben informata. Ma ipoliziotti tedeschi o inglesi, quando fanno dei controlliimprovvisi, non dimostrano mai quest’interesse sistema-tico nelle persone di colore. Non hanno questo riflessosistematico. Torniamo a Venezia. Come dicevo, daquando un figlio nostro ha compiuto 15 anni non puòmettere piede nell’aeroporto di questa città senza esse-re sottoposto a interrogazioni vessatorie da parte dellapolizia. Ogni volta, deve rispondere a domande sullasua vita privata, affrontare dei dubbi insistenti sulla suanazionalità. Deve lasciare che un’agente ispezioni inte-ramente la sua valigia. È accaduto ogni anno, da cin-que anni, fino a mercoledì 28 luglio 2004, che per noiè stata una volta di troppo. Questo ragazzo è uno stu-dente come tutti gli altri. Ha 20 anni. È francese. Ma èdi origine indiana. Ed ogni volta, arrivando per una bellae allegra vacanza familiare, noi, i suoi genitori, dobbia-mo guardare, impotenti, quest’umiliazione totalmentepriva di giustificazione, e vedere lo sconvolgimento pro-fondissimo che questa situazione suscita dentro di lui.Questa volta, abbiamo deciso di reagire. Perché possia-mo esprimerci in modo pubblico, mentre tanti altri nonlo possono fare. Perché abbiamo il dovere di protesta-re contro quest’atteggiamento cretino che rovina lanostra amata Italia. Perché la nostra Europa non puòessere quella del razzismo. Mai.(tratto da “la Repubblica” del 3 agosto 2004)



“GLI OBBLIGHI DELLA SICUREZZAMA SENZA RAZZISMO”di Giuseppe Pisanu - Ministro degli InterniIl Direttore di Le Monde, Jean-Marie Colombani, ha cri-ticato ieri su queste colonne le modalità con cui le forzedi polizia italiane effettuano i controlli di sicurezza neinostri aeroporti prendendo spunto dall’esperienza vis-suta da uno dei suoi figli, ha osservato che negli ultimicinque anni questi controlli si sono concentrati sulle per-sone di colore, con “interrogazioni vessatorie” “doman-de sulla sua vita privata”, “dubbi insistenti sulla suanazionalità” e ispezioni della sua valigia.Colombani conclude protestando “contro quest’atteg-giamento cretino che rovina la nostra amata Italia” edenunciando una deriva xenofoba e razzista che, a suogiudizio inizia ora a farsi strada anche da noi. Non negoquesti rischi, ma vedo ancora ben radicata nel nostropaese e sinceramente vissuta dagli italiani la culturadell’accoglienza e del rispetto dell’altro. Lo testimonia-no, in maniera diversa ma altrettanto significativa, sia larecente regolarizzazione di settecento mila immigratiextracomunitari, sia le centinaia di interventi in mare esoccorsi umanitari che anche questa estate le nostreforze dell’ordine stanno effettuando in Sicilia, per salva-re i disperati che tentano la traversata spesso in condi-zioni proibitive. Il problema della sicurezza è cosa diver-sa.La minaccia del terrorismo islamico negli ultimi anni ècresciuta a dismisura e infatti, se torniamo con lamemoria all’inizio del quinquennio cui fa riferimentoColombani, vediamo una situazione in nessun modoATTUALITA-LETTERE 7-10-2004 22:52 Pagina 21
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Page 3
N O I P O L I Z I A •A n n o I V•N . 5 2 0 0 422ATTUALITAparagonabile a quella attuale. Dopo New York,Casablanca, Istanbul, Madrid l’offensiva mediatica del-l’ultimo mese, la sorveglianza degli obiettivi sensibili - enaturalmente degli aeroporti - è stata fortementepotenziata, fino a raggiungere livelli di sicurezza ricono-sciuti e apprezzati anche in campo internazionale. Per la sicurezza di tutti si chiede a molti di pagare unprezzo supplementare in termini di tempo, pazienza epiccoli disagi.Proprio agli operatori delle Forze dell’ordine vieneimpartita una formazione speciale e vengono periodi-camente diramate disposizioni per assicurare la scrupo-losa rispondenza dei controlli al rispetto della libertà edella dignità delle persone.Se in taluni casi questo non è avvenuto, chiedo scusa einvito i nostri graditi ospiti stranieri a segnalare eventualieccessi o vessazioni che non si possono in alcun modocomprendere o giustificare.Non parlerei invece, come fa Colombani, di atteggia-menti “cretini” o “razzisti”. Non solo perché rifuggo istin-tivamente dagli eccessi verbali, ma soprattutto perchéritengo che comportamenti di questo genere sianodavvero estranei alla cultura e alla professionalità dellenostre Forze di polizia.E anche se il discorso di Colombani si spingesse più inlà, non credo proprio che un’eventuale declino dellagrande tradizione europea di tolleranza ed accoglienzapossa essere imputato in maniera significativa a noi ita-liani.(tratto da “la Repubblica” del 4 agosto 2004)


“CARO PISANU NON SCUSIAMOCI PER AVER FATTO IL NOSTRO DOVERE”

di Roberto Castelli - Ministro della GiustiziaCaro Beppe, trovo estremamente antipatico, interloqui-re su esternazioni dei colleghi, ti chiedo per tanto diperdonarmi, se mi trovo costretto a farlo nei tuoi con-fronti. Mi riferisco al tuo intervento di ieri in rispostaall’articolo del Direttore di Le Monde su la Repubblica.Riassumo brevemente i fatti per chi non li avesse segui-ti. Monsieur Colombani ha un figlio, di origine indiana equindi, dice lui, da ben cinque anni, e cioè da quandoha quindici anni, è sottoposto, ogniqualvolta arriva aVenezia, a pratiche vessatorie da parte dei carabinieri acausa, Bien Sur, dal fatto che è scuro di pelle. Di qui lasolita tiritera: poliziotti razzisti ma soprattutto cretini. Esì, perché è così che ci vede il nostro amico francese.Soprattutto cretini. Mi aspettavo che il sindaco diVenezia non sentisse il bisogno di spendere una parolain difesa dei carabinieri della sua città, ma francamentenon mi sarei aspettato che un Ministro della RepubblicaItaliana raccogliesse questa provocazione fatta da unprivato cittadino, ma soprattutto non mi sarei maiaspettato che sentisse il bisogno di scusarsi. Cerco diarticolare il perché.Primo: l’episodio quasi certamente è casuale e quindi leconsiderazioni addotte prive di fondamento. Lo dice l’autore stesso della lettera. I carabinieri hanno perquisi-to dei bagagli e hanno fatto domande. Ciò per quantone so, viene fatto su precise istruzioni, dato il momentoparticolarmente critico per quanto riguarda terrorismo etraffico di droga.Fino a prova contraria, sono certo che essi hanno agitocon professionalità e cortesia, come chiunque può veri-ficare in un qualsiasi aeroporto italiano.Per tanto è da presumere che abbiano fatto solo il lorodovere, come nei confronti di qualsiasi altro passegge-ro. Da Ministro del Governo sento il dovere di difender-li e sento il dovere di chiedere io le scuse nei loro con-fronti a chi li tratta da razzisti e cretini solo perché cer-cano di svolgere il loro dovere, che è quello, per l’ap-punto di effettuare controlli sui passeggeri. Certo unerrore l’hanno fatto. Si sono permessi di disturbare ilrampollo di un Maitre à penser della Gauche francese.Come osano questi italiens? Questi “macaroni”. Ai suoiaugusti occhi ciò è una vessazione, mostrare il bagagliodel figliolo comporta “umiliazione e sconvolgimentoprofondissimo”. Secondo: costui dice di amare l’Italia.Può darsi ma di sicuro non ama gli italiani, soprattuttose non la pensano come lui. Vediamo infatti cosa dicea proposito dell’Italia un editoriale di le Monde non fir-mato e per tanto riconducibile al direttore in cui difen-de l’ècrivain Battisti: “enfin l’ècrivain italien a ètè jugèpar contumace... sans preuves dèfinitives.... E sans pos-sibilitè de recours, autant de circostaces en contracdi-tion evidente avec la convention europèenne des droitsde l’Omme”. Avete capito bene. Battisti non è un assas-sino, ma un ècrivain giudicato e condannato dai tribu-nali che hanno stravolto i fondamenti del diritto. Questaè l’idea che costui ha dell’Italia. Un Paese con giudici daterzo mondo e forze dell’ordine razziste e cretine.No davvero scuse non mi sento di avanzare chi cercadi accreditare, lui sì razzista, un’immagine così distortadel nostro paese. Prevedo che il solito trinariciuto cer-cherà di strumentalizzare ciò che dico dipingendolocome un attacco alla Francia e ai francesi. Minime. Amoquel paese e ne approfitto per dichiarare tutto il mioapprezzamento per il Governo francese e soprattuttoper il Ministro Dominique Perben che ha avuto la forzaed il rigore morale per applicare, loro sì, fino in fondo ladottrina Mitterand sfidano le ire di personaggi influenticome Colombani. Ma l’episodio presenta l’occasioneper articolare un ragionamento più vasto. La domandaè: perché da parte di molti esponenti della Cdl si senteil bisogno di giustificarsi sempre per le critiche della sini-stra? Nel caso in discussione perché subito si è sentitoil bisogno di dire: “per carità non siamo razzisti, seabbiamo fatto qualcosa di male ce ne scusiamo”,accettando la versione fornita e cioè che, veramente, icarabinieri si sono comportati da razzisti e da cretini? Iocredo che ciò sia dovuti ad una sorta di complesso diinferiorità che purtroppo ancora oggi dilaga nei con-fronti della cultura di sinistra, peraltro speculare a quel-lo di superiorità che affligge la guachi nostrana. Nelpaese e in Parlamento si incontrano a decine di indivi-dui di bravissima levatura, che, per il semplice fatto didoganieri di Venezia siano particolarmente xenofobi. Èche anche loro sono pressati, sono in stato di agitazione eiper-sorveglianza... Non sono direttori di Le Monde oMassimo Caciari, sono poveri ragazzi terrorizzati che glipassi sotto il naso qualcosa o qualcuno che non devonofar passare”.Ma che centra il colore della pelle?“Perché glielo dicono gli altri. Non Bossi, ma illustri scrittoricome Oriana Fallaci, commentatori come Baget Bozzo,insigni editorialisti di grandi giornali... Se questi raccontanoche gli arabi sono terroristi, anche loro vanno a guardareil colore della pelle. Che altro devono fare? Hanno forsestudiato alla Sorbona?”.E allora, continuiamo così?“Prendersela con loro mi sembra demenziale, cheColombani faccia un fondo contro la Fallaci o BagetBozzo, non con i doganieri di Venezia”.Che fare, dunque?“Prendersela con i mascalzoni, che alimentano una propa-ganda che dice: dagli al mussulmano. Diavolo. E poi pren-dere atto che oggi girare in Europa è diventato difficile pertutti”.Paura generalizzata...“Sono stato diecimila volte in aereo, anche con gente dicolore, non mi risulta che quelli li fermino davvero tantopiù di me. Ormai a Venezia i cani della polizia annusanoanche me. Gli agenti mi dicono buon giorno signor sinda-co, poi mi fanno dare una passata dal cane antidroga”.Racconti...“L’ultima volta che sono stato in aereo sono stato fermo alcancello d’ingresso con davanti due bianchi, bianchissimi,che hanno dovuto passare venti, dicono venti volte, su egiù per il metal detector”.Insomma non è successo niente?“Ma no, mi dispiace, Colombani ha tutta la mia solidarie-tà, l’aeroporto di Tessera dovrà controllare che non ci siaqualcuno che ha peccato in eccesso di zelo o in discrimi-nazione. Venezia non può sbagliare in questo. Ma mettia-moci anche nei panni dei funzionari preposti al controllo.Novantanove casi su cento non hanno scelta”.(tratto da “la Repubblica” del 4 agosto 2004)◗essere di Sinistra, si sentono dei padre eterni. Per quan-ti sforzi faccia non riesco a sentire il bisogno di accredi-tarmi a sinistra. Cosa ha prodotto la cultura di sinistrase non legioni di esseri umani che, incapaci di affronta-re i loro problemi, chiedono allo Stato di farlo? Cosa haprodotto il materialismo storico se non gulag, fame emiseria? È vero, costa fatica opporsi al pensiero unicoeuropeo di cui certamente Monsieur Colombani è uncampione. Ma se pensiamo che le nostre idee, la nostrapolitica sono giuste abbiamo non solo il diritto ma ilpreciso dovere di farlo. Questo campione della culturaoggi dominante in Europa, filo islamica, antisemita anti-cristiana, globalizzatrice, massonica ha dimostrato conla sua lettera con quale animo guarda gli italiani e chinon la pensa come lui. Allora caro Beppe unisciti a noie non giustificarti con costoro che ci odiano e ci riten-gono dei minus habens. Ma soprattutto mi rivolgo agliintellettuali di destra oggi troppo silenti. Battete uncolpo. Non lasciate la Fallaci a combattere da sola. (tratto da “il Giornale” del 5 agosto 2004)

Ultima modifica di SaMu : 26-11-2004 alle 21:00.
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Old 26-11-2004, 21:37   #3
Paracleto
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ripongo profonda fiducia in Sarkozy


che l'integrazione sia fallita non bisogna certo venirlo a sapere dai francesi comunque...
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Old 26-11-2004, 22:21   #4
IpseDixit
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Old 26-11-2004, 22:53   #5
ENGINE
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Qualcuno ha detto che l'unica vea integrazione si e' vista
solo sull' Enterprise..........
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Old 27-11-2004, 00:09   #6
Paracleto
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Originariamente inviato da IpseDixit
Bene mandiamoli tutti a casa.











ok
allora scusa

"l'integrazione, come possiamo vedere tutti, ha funzionato a continua a funzionare egregiamente"

va meglio così?
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Old 27-11-2004, 00:27   #7
jumpermax
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Originariamente inviato da ENGINE
Qualcuno ha detto che l'unica vea integrazione si e' vista
solo sull' Enterprise..........
ecco quel qualcuno ha detto molto male
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Old 27-11-2004, 00:43   #8
riaw
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l'integrazione è una cosa positiva, va promossa e sovvenzionata.

purtroppo, gli immigrati che arrivano in europa non cercano integrazione ma colonizzazione.
sono due concetti totalmente differenti, e purtroppo la maggior parte della gente non riesce a distinguerli.
__________________
La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché!
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Old 27-11-2004, 01:24   #9
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Originariamente inviato da jumpermax
ecco quel qualcuno ha detto molto male
dimostrami il contrario.
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Old 27-11-2004, 01:29   #10
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Originariamente inviato da ENGINE
dimostrami il contrario.
se è quella che penso io, riferita a star treck senza musulmani, ritengo possa al massimo essere una battuta da bar... se intendevi altro invece spiegami...
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Old 27-11-2004, 12:56   #11
FastFreddy
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Originariamente inviato da jumpermax
se è quella che penso io, riferita a star treck senza musulmani, ritengo possa al massimo essere una battuta da bar... se intendevi altro invece spiegami...
Nella serie star-trek è vero che non esistono i musulmani, ma non esistono neanche i cristiani, gli ebrei, i buddisti, etc. etc............
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31
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Old 27-11-2004, 13:05   #12
SaMu
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Nella serie star-trek è vero che non esistono i musulmani, ma non esistono neanche i cristiani, gli ebrei, i buddisti, etc. etc............
Ma ci sono i ferenghi, i klingon, i cardassiani, etc. etc..
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Old 27-11-2004, 13:06   #13
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Ma ci sono i ferenghi, i klingon, i cardassiani, etc. etc..
Non sono religioni, in star trek non esiste nessun tipo di religione, neanche l'ateismo!
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Old 27-11-2004, 13:08   #14
Jamal Crawford
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Originariamente inviato da riaw
l'integrazione è una cosa positiva, va promossa e sovvenzionata.

purtroppo, gli immigrati che arrivano in europa non cercano integrazione ma colonizzazione.
sono due concetti totalmente differenti, e purtroppo la maggior parte della gente non riesce a distinguerli.

Probabilmente moriro' ancor prima di essere colonizzato veramente, sono in pensiero per la gente che nascera' fra 50 anni
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24/04/2010 Per chi fosse interessato, vi suggerisco di puntare 1000€ sulla vittoria della coppa libertadores da parte dell'Internacional di Porto Alegre. Galliani spalmati sotto un treno
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Old 27-11-2004, 13:14   #15
SaMu
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Originariamente inviato da FastFreddy
Non sono religioni, in star trek non esiste nessun tipo di religione, neanche l'ateismo!
Le differenze causano problemi di integrazione solo se si chiaman religioni?
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Old 27-11-2004, 13:26   #16
FastFreddy
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Originariamente inviato da SaMu
Le differenze causano problemi di integrazione solo se si chiaman religioni?
La religione è solo uno dei fattori, ma ultimamente è quello che va più di moda!
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Old 27-11-2004, 13:36   #17
jumpermax
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Originariamente inviato da FastFreddy
Non sono religioni, in star trek non esiste nessun tipo di religione, neanche l'ateismo!
già appunto... un argomento che hanno lasciato fuori dalla serie. Non che manchi la religione, ma non si fa mai riferimento ad una religione esplicita.
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