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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Città: Milano Tokyo , purtroppo Utente con le palle fracassate
Messaggi: 2371
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Giuliano Ferrara in guerra
Da un pezzo Ferrara è alla guida del suo Bradley tascabile e ora che anche maggioranza e opposizione marciano insieme con le armi al piè, l’identificazione del nemico è più urgente che mai
Lunedì 13, sul Foglio rosa, è apparso un articolo in cui Giuliano Ferrara ci spiega perché il suo è diventato un giornale di guerra e in guerra. In guerra non solo contro il radicalismo islamico che conculca le libertà civili conquistate nei secoli dall’Occidente ma anche contro coloro che Ferrara chiama quelli del “né sì né no” (“Né con l’America né con il terrore”?), epigoni della nefasta equidistanza casalinga tra Stato e Br. Da un pezzo Ferrara è alla guida del suo Bradley tascabile e ora che anche maggioranza e opposizione marciano insieme con le armi al piè, l’identificazione del nemico è più urgente che mai. Così uno ci si mette a pensare e scopre che non è mica tanto facile. Dall’11 settembre 2001 a oggi il volto del nemico è infatti cambiato molte volte. In principio fu Osama bin Laden, quindi i Taliban dell’Afghanistan contro i quali si mosse guerra, e che furono liquidati con urgenza. Erano (sono) obiettivi abbastanza chiari, bersagli fisicamente individuabili con facce e barbe. Poi, rapidamente, l’identità del nemico è cambiata. E’ diventato “il terrorismo internazionale”. Molti storici e molti politici, sull’onda dell’urgenza, hanno dimenticato velocemente le dotte analisi sulla fragilità dei confini tra terrorismo e resistenza su cui si sono a lungo esercitati (basti pensare alla vasta letteratura sull’attentato di via Rasella che portò alla strage nazista delle Fosse Ardeatine) e hanno consacrato l’identità del nemico del terzo Millennio. Non è questa la sede per riprendere la discussione e dunque accettiamo il passaggio. Il nemico dunque è diventato il terrorismo e tutte quelle organizzazioni che piazzano autobomba e sequestrano ostaggi. Al Qaeda, Hezbollah, Hamas, L’esercito Islamico, quelli che uccidono Baldoni, sequestrano le due Simone, sgozzano Nicholas Berg e fucilano i poveri operai nepalesi che non sapevano nemmeno bene dove eran capitati. Sono le organizzazioni che nutrono le famose cellule dormienti di cui leggiamo sulle gazzette, quelle che si svegliano per piazzare il plastico sul treno e poi se ne tornano a dormire come niente fosse. Indicare il terrorismo internazionale come nemico è naturalmente giusto, ma pone anche un problema. Per scegliere il modo più efficace per fare la guerra a un nemico, la prima regola è contarlo. E allora, quante divisioni ha il terrorismo? Quanti sono? Mille? centomila? tre milioni? Chi è in grado di stimare la dimensione dell’esercito del terrore? In altre parole, quanti bisogna ammazzarne? La questione non è di poco conto poiché sul nemico si può dimensionare anche l’arma con cui sconfiggerlo e i relativi necessari investimenti. Gli americani hanno tentato di risolvere il vitale problema aritmetico della guerra identificando il terrorismo con l’Iraq di Saddam Hussein, e più in generale introducendo il concetto di “stato canaglia”. Ma nessun esperto, nessun Rumsfeld, nessun Kagan, nessun Wolfowitz, nessun Tenet ci ha mai offerto un’analisi fondata sulle forze del nemico, quasi che il nemico definito come “terrorismo internazionale” abbia assimilato alla perfezione gli insegnamenti di Sun Tzu. Sparire, non esserci. Eppure, per altri terrorismi questa stima è stata fatta. I brigatisti rossi e affini erano alcune migliaia. I complottardi neri un po’ di meno, forse. Si aveva, insomma, un’idea, di quante persone dovevano essere neutralizzate e che sono state neutralizzate. Oggi non è così. O meglio lo è in alcuni contesti geografici circoscritti (Israele, per esempio), dove infatti l’antiterrorismo si nutre (anche) di eliminazioni fisiche mirate. In assenza di un corpo terroristico definibile e dunque di un nemico valutabile nelle sue forze, si è dunque reso necessario (necessario?) il salto culturale. Il nemico non è più il terrorismo, bensì la sua ispirazione, indicata nell’Islam radicale, o, come dice Ferrara “le avanguardie della Umma” islamica. Vabbè, ma quanti saranno questi islamici radicali? Impossibile dirlo e per valutare davvero il nemico conviene considerare queste avanguardie, per l’appunto, come avanguardie, una èlite leniniana di un movimento di massa che è l’Islam, senza star lì a menare il torrone se si tratta di Islam moderato (con cui dunque è possibile convivere) o radicale (da estirpare fisicamente ovunque). Ragazzi, finalmente ci siamo. Il nostro nemico è valutabile in un oltre un miliardo di persone e mi sa che Ferrara “gna’ fa’”. Ariel
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Kotoshi mo yoroshiku onegai-itashimasu |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Milano
Messaggi: 19148
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interessante questo punto di vista
ma chi è sto Ariel? |
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#3 |
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Junior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Messaggi: 3
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mi pare una serie di passaggi un po' forzatina
bin laden e i talebani , personalmente almeno, li definirei affini eppoi certo, c'è per chi il terrorismo internazionale è un nemico e per chi un'entità "resistente" da finanziare... non credo che sia accettabile un' analisi del genere, il nemico è sempre lo stesso, chi ci attacca perchè siamo occidentali, perchè siamo diversi da loro, eccetera il resto, personalmente, lo ritengo frutto di odio personale verso ferrara, non ha senso dire che ferrara ritenga tutti i musulmani un nemico, ha detto a piu riprese che il nemico è il terrorismo e chi lo appoggia... boh, a me pare semplice, poi non so
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#4 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Messaggi: 1372
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Re: Giuliano Ferrara in guerra
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Trabant Meglio comprare un litro di latte quando serve, piuttosto che mantenere una vacca per tutta la vita ... P54C 133Mhz Icomp Index 1110 Matrox Millenniun HD SCSI Seagate + IBM Creative Awe 32 DXR2 Win95C Mozilla Firebird 0.7 (Dec/1995-13/Apr/2009 )
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 350
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Ferrara è un insulto alla corretta alimentazione e alla buona salute, che si metta a dieta o sparisca dal video.
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#6 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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Quello lo manderei a perlustrare le grotte di Tora Bora a piedi, sempre che ci arrivi vivo e non gli venga un infarto prima...troppo comodo il suo fare la guerra, e riempirsi la bocca di parole di guerra (ma vi ricordate quando parlò in termini a dir poco entusiasti dell'utilizzo delle "micro" bombe atomiche?...delirio allo stato puro), da una comodissima poltrona dietro una scrivania.
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#7 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Messaggi: 1372
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Devi capirlo, alla leva ha fatto di tutto per non essere riformato e andare con gli Alpini. Poi gli Alpini l'han visto e han capito che si sarebbe bevuto tutta la riserva di grappa.
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#8 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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Mah... non riesco a capirvi. Più si va avanti più mi sembra passi una logica del rifiuto. Mentana nell'altro thread per aver detto delle cose che ormai sono sotto gli occhi di tutti ridicolizzato. Di Ferrara parlate solo della pancia. Resta un problema più grande di noi e che non vogliamo guardare in faccia...
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#9 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Milano
Messaggi: 19148
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non me ne vogliate ragazzi ma i commenti "ciccione" "mettiti a dieta" non sono di grande utilità. la battuta ci può stare benissimo magari a conclusione di un pensiero ma se il messaggio si riduce alla sola battuta a che serve? del resto capisco che Ferrara per le sue prese di posizione e il suo atteggiamento possa risultare antipatico. a me non dispiace come giornalista, anche quando siamo in disaccordo |
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#10 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#11 |
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Junior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Messaggi: 3
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ecco cosa intendevo per "odio personale"
in realtà ferrara si dimostra continuamente una spanna sopra ai suoi "colleghi"
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#12 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Messaggi: 1372
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Ciccio Ferrara, Ricciolo Mentana e tutti gli altri come loro sono solo da ridicolizzare.
Tutta questa marmaglia non fa altro che alimentare sentimenti di odio senza dare le vere motivazioni. Ad oggi su qualsiasi testata non ho letto o sentito nessuno che abbia accennato ai reali motivi di tutti questi casini. I poveri bambini di Beslan sono morti per motivi molto semplici: dal Caucaso al confine Cinese passa la via del petrolio che fa gola agli Occidentali, ai Russi e ai Cinesi. La partita si gioca, da parte Usa e UK, tutta sul portare uno stato di crisi e di disgregazione da Mosca delle Repubbliche Russe a sud. Da parte di Mosca si vuole in tutti i modi mantenere l'Unione ed ostacolare gli intenti occidentali. L'invasione dell'Afganistan nonsi è fatta certo per liberare le donne dal Burka. Il "presidente" dell'Afganistan è stato fino al giorno prima il rappresentante responsabile per la regione della Unocal, la compagnia per la costruzione dell'oleodotto che dve arrivare a congiungersi con il tratto già costruito ai Dardanelli. La Cecenia è un punto focale di passaggio dell'oleodotto. Qui non c'è in ballo solo il petrolio ma anche la necessità di mantenere arretrata la Russia affinchè non diventi minaccia per gli USA. E' forse una coincidenza che il consigliere della sicurezza nazionale USA sia Condoleeza Rice , consigliere del consiglio di amministrazione Texaco-Chevrone e responsabile per l'area del caucaso per il petrolio e la costruzione delle trivellazione dei nuovi giacimenti e dell'oleodotto di cui il maggior contraente è la stessa Texaco-Chevron? Poi questi integralisti famosi da chi vengono appoggiati? Ma voi lo sapete dov'è l'Ossezia e la storia di quella regione? Quel posto non è stato certo preso a caso.
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#14 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
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Gira e rigira ci si limita ad assorbire le informazioni senza porsi domande. Dopo tutto è giusto così, altrimenti perchè mai la classe dominante non dovrebbe chiamarsi così?
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Junior Member
Iscritto dal: Jun 2004
Messaggi: 3
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uhm
e poi vado a letto io credo di poter arrivare a sostenere che (inserire nome di politico) ha legami con le BR o robe simili alla fine facendo qualche giretto estrapolato da aftti slegati si può giungere a qualsiasi conclusione ma attenzione, non sto dicendo che quanto dice andala non sia vero, non ho dubbi che vi siano motivazioni politiche ed economiche (e personali) dietro molti atti, passati, presenti e futuri, che hanno plasmato o plasmeranno la storia, rimane un punto semplice e credo condivisibile da tutti: non vediamo (chi la pensa così, ovviamente) i terroristi islamici come nemici perchè ce lo dice Ferrara li vediamo come nemici perchè vogliono ammazzarci quali che siano i motivi che li spingano a farlo e perciò questo tale Ariel, è semplicemente uno a cui Ferrara sta sulle palle il resto è un modo per giustificare che gli stia sulle palle.
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Non contesto le battute in sè (che comunque sono sempre ben tollerate quando si tratta di Ferrara e dire che sembrano fratelli |
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#19 | |
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Senior Member
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Infatti stringi stringi a noi di tutte queste beghe non ce ne deve fregare niente. L'Italia è un paese privo di risorse e in Iraq a Nassiria siamo lì per l'uso esclusivo del giacimento che deve soddisfare le nostre necessità per un decennio. Dobbiamo pensare a noi stessi in quanto nazione e alla nostra sopravvivenza, questa è la realtà. Il resto è solo spreco d'aria. E' la cruda realtà, ma è così perchè io nei giorni a venire voglio carburante a buo mercato e non a 45 $ al barile, voglio un economia forte e stabile. Da sempre il mondo ricco occidentale, cioè noi, vive sfruttando le materie prime e la forza lavoro del resto del mondo . Chi siamo noi per cambiare lo stato delle cose? Oltre tutto siamo noi la civiltà superiore, lo dice pure la grande Oriana Fallace. Lunga vita a Roma. Oggi seguiamo gli USA , domani si vedrà.
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