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[NEWS] Il crowdsourcing è utilizzato per informare gli utenti sulla privacy
Pubblicato da Federico Moretti mercoledì 04 aprile 2012
![]() È risaputo che la maggioranza degli utenti non presta attenzione ai termini d’utilizzo delle applicazioni che scarica o dei servizi ai quali s’iscrive. La situazione s’è aggravata col successo degli smartphone. Eppure, tutti si preoccupano di tutelare la propria privacy: un progetto tenta di risolvere il problema col crowdsourcing. Stimolati dalle nuove linee guida della Federal Trade Commission (FTC), i ricercatori di Carnegie Mellon e Rutgers University hanno pensato di coinvolgere gli utenti più accorti nella semplificazione degli avvisi circa la privacy delle applicazioni. Il progetto è basato su Mechanical Turk di Amazon, una piattaforma di remunerazione. In sintesi, alcuni utenti che dimostrano d’avere la capacità d’interpretare correttamente i termini d’utilizzo delle applicazioni sono pagati per riassumerne il funzionamento. Il progetto riguarda, al momento, soltanto Android: sarà sufficiente a sensibilizzare i consumatori? Nel dubbio, per qualcuno sarà l’occasione d’arrotondare. Fonte: DowbloadBlog Via | Technology Review
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