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#1 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2000
Città: di origine, di nascita, di residenza, di domicilio, di lavoro: Roma...però nel cuore c'è solo l'INTER!
Messaggi: 9601
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italia: occupazione in crescita
Cgil: in Italia lavorano 400 mila minori
Il 57% nel commercio, il 30% nell'artigianato e l'11% nell'edilizia In 40 mila per più di otto ore. Nel mondo lavora un bambino su 6, da noi quasi 1 su 10. Per l'Istat invece sono solo uno su 30 ROMA - Sono 400 mila in Italia i minori che lavorano. Un piccolo esercito tra i 7 e i 14 anni che vengono impiegati nei lavori più diversi: il 57% nel commercio, il 30% nell'artigianato e l'11% nell'edilizia ma anche nella cura della famiglia per lavori stagionali o continuativi. Tra i 400 mila minori sono inclusi i bambini figli di immigrati e i circa 30-35 mila minori non accompagnati entrati clandestinamente in Italia. Sono 70 mila gli adolescenti che lavorano più di quattro ore al giorno. Di questi almeno 40 mila ne lavorano almeno più di otto ore. È questa la fotografia presentata oggi dall'Ires e dalla Cgil sul lavoro minorile in Italia. In Italia i minori compresi tra 7 e 14 anni sono complessivamente 4,5 milioni ma 1,7 milioni vivono sotto la soglia di povertà. Di questi, dunque, 360-400 mila, l'8-9%, sono coinvolti in forme di lavoro precoce. Un dato che stride con quello ufficiale dell'Istat secondo cui sono 144 mila (il 3,2%) i minori che lavorano. I piccoli sono impiegati nel 50% in aiuti familiari; nel 32% in lavori stagionali e nel 17,5% dei casi (70 mila) in lavori continuativi. Di questi ultimi circa 40 mila (oltre il 50%) lavora per 8 ore o più al giorno per una retribuzione che si attesta tra i 200 e i 500 euro al mese. Per gli altri l'orario di lavoro oscilla tra meno di 4 ore (l'11%) e le 4-7 ore (il 23%). A Milano, Roma e Napoli l'Ires ne ha censiti 26 mila su 846.640 minori, di cui il 3,7% è al di sotto dei 13 anni e l'11,6% ha 14 anni. FENOMENO IN CRESCITA - Secondo il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, il lavoro minorile in Italia «è destinato a crescere», per tre motivi: «aumento delle aree di povertà e di emarginazione; aumento del lavoro irregolare e clandestino, soprattutto degli immigrati; dispersione e abbandono scolastico, fenomeni in aumento». A quest'ultimo proposito l'Ires ricorda che con la riforma Moratti chi non rispetta l'obbligo della frequenza scolastica dei figli non va più in carcere, ma è punito con una multa di 67 mila lire. Secondo la Cgil, che riassume in 15 punti le cose da fare per invertire la tendenza, «gli investimenti necessari per affrontare i problemi dei minori che lavorano sono pari a un punto percentuale del pil». dal corriere.it Ultima modifica di ALBIZZIE : 14-04-2004 alle 17:33. |
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2003
Città: Lecce
Messaggi: 501
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Sinceramente in questo caso mi sembrano più credibili i dati ISTAT.
Bisogna però considerare che le statistiche sui fenomeni sommersi, le cosiddette "zone grigie" sono sempre necessariamente lacunose; spesso si parte dai dati conosciuti (pochi) e poi si effettuano delle proiezioni . Detto questo, sono sempre dati allarmanti; spero vivamente che la storia della multa non sia vera. ( perchè poi in lire?)
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La risposta è dentro di te, che pperò è sbagliata..... |
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Sul sito del Corriere l'articolo è diverso da come lo hai riportato.
Proprio nella parte che hai evidenziato polemicamente in grassetto. Cgil: in Italia lavorano 400 mila minori In 40 mila per più di otto ore. Nel mondo lavora un bambino su 6, da noi quasi 1 su 10. Per l'Istat invece sono solo uno su 30 ROMA - Sono 400 mila in Italia i minori che lavorano. Un piccolo esercito tra i 7 e i 14 anni che vengono impiegati nei lavori più diversi: il 57% nel commercio, il 30% nell'artigianato e l'11% nell'edilizia ma anche nella cura della famiglia per lavori stagionali o continuativi. Tra i 400 mila minori sono inclusi i bambini figli di immigrati e i circa 30-35 mila minori non accompagnati entrati clandestinamente in Italia. Sono 70 mila gli adolescenti che lavorano più di quattro ore al giorno. Di questi almeno 40 mila ne lavorano almeno più di otto ore. È questa la fotografia presentata oggi dall'Ires e dalla Cgil sul lavoro minorile in Italia. UN BAMBINO SU SEI - Una fotografia impietosa che si rispecchia nei dati mondiali forniti dall'Ilo e dall'Ipec secondo cui sono 250 milioni i bambini che lavorano, come a dire un bambino su sei (127 milioni in Asia, 61 milioni in Africa e Medio Oriente e 5 milioni nei Paesi industrializzati ed Est Europa), 73 milioni dei quali non hanno ancora compiuto 10 anni. In Italia i minori compresi tra 7 e 14 anni sono complessivamente 4,5 milioni ma 1,7 milioni vivono sotto la soglia di povertà. Di questi, dunque, 360-400 mila, l'8-9%, sono coinvolti in forme di lavoro precoce. Un dato che stride con quello ufficiale dell'Istat secondo cui sono 144 mila (il 3,2%) i minori che lavorano. I piccoli sono impiegati nel 50% in aiuti familiari; nel 32% in lavori stagionali e nel 17,5% dei casi (70 mila) in lavori continuativi. Di questi ultimi circa 40 mila (oltre il 50%) lavora per 8 ore o più al giorno per una retribuzione che si attesta tra i 200 e i 500 euro al mese. Per gli altri l'orario di lavoro oscilla tra meno di 4 ore (l'11%) e le 4-7 ore (il 23%). A Milano, Roma e Napoli l'Ires ne ha censiti 26 mila su 846.640 minori, di cui il 3,7% è al di sotto dei 13 anni e l'11,6% ha 14 anni. FENOMENO IN CRESCITA - Secondo il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, il lavoro minorile in Italia «è destinato a crescere», per tre motivi: «aumento delle aree di povertà e di emarginazione; aumento del lavoro irregolare e clandestino, soprattutto degli immigrati; dispersione e abbandono scolastico, fenomeni in aumento». A quest'ultimo proposito l'Ires, l'Istituto di ricerche economiche e sociali della Cgil, ricorda che in base alle leggi vigenti chi non rispetta l'obbligo della frequenza scolastica dei figli non va più in carcere, ma è punito con una multa: «Un'ammenda di 67 mila lire fino al '99, rivalutate nel 2001 fino a un massimo di 250mila lire, ma è evidente che non è questa sanzione che può risolvere il problema» afferma il presidente, Agostino Megale. «Nella riforma Moratti le cose non migliorano», continua Megale. «Viene anticipato a 14 anni l'obbligo scolastico e affermato il diritto-dovere di continuare gli studi fino a 18: ma non è previsto alcun inasprimento delle sanzioni per i genitori che non permettono ai ragazzi di completare il percorso scolastico, e nemmeno un sostegno alle famiglie in difficoltà». Secondo la Cgil, che riassume in 15 punti le cose da fare per invertire la tendenza, «gli investimenti necessari per affrontare i problemi dei minori che lavorano sono pari a un punto percentuale del pil». |
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#4 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2000
Città: di origine, di nascita, di residenza, di domicilio, di lavoro: Roma...però nel cuore c'è solo l'INTER!
Messaggi: 9601
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Quote:
Ho fatto copia/incolla omettendo solo la parte sui dati mondiali, perchè non inerenti al topic. credi che mi sono rimesso a scrivere tutto l'articolo di sana pianta??? |
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2000
Città: Cuneese D.O.C.G. - Luxembourg
Messaggi: 631
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l'avranno aggiornato, sul sito del corriere non è infrequente..
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#6 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Quote:
Evidentemente qualcuno ha fatto notare al Corriere che il pezzo era sbagliato, impossibile che nel 2004 la Moratti abbia introdotto una multa di 69 mila lire. Del resto, tornando in topic 400.000 lavoratori sotto i 14 anni mi sembra comunque un dato enorme, mi chiedo con che criterio l'abbiano censito.. non leggendo nemmeno la ricerca non voglio certo dire che un centro studi produca dati falsi su una questione così delicata, ma da 7 anni faccio volontariato in un CAG con ragazzi di quell'età 10-15 anni, con situazioni familiari molto disagiate, nessuno di quelli che ho conosciuto prima dei 14 anni lavorava, ed è un campione di ragazzi "difficili" (genitori in galera, drogati, etc.) . |
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#7 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2000
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