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Old 06-09-2006, 15:58   #1
Adric
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Antartide mai così saturo di anidride carbonica negli ultimi 800mila anni

Clima: Antartide mai così saturo di anidride carbonica negli ultimi 800mila anni
Martedì, 05 settembre

L'uomo sta modificando la composizione dell'atmosfera a livelli e ad una velocità senza precedenti. E' quanto ha stabilito un team di scienziati britannici che da un'analisi delle bolle d'aria intrappolate nei ghiacci dell'Antartide ha scoperto che i livelli attuali di anidride carbonica e metano nell'atmosfera sono i più alti degli ultimi 800.000 anni.

Gli studiosi britannici del British Antartic Survey (BAS) di Cambridge hanno scandagliato gli strati più profondi e antichi della calotta glaciale alla ricerca di bolle d'aria che potessero fornire informazioni sulla trasformazione dell'atmosfera. Dalle analisi hanno scoperto che negli ultimi 800.000 anni vi sono stati otto cicli di cambiamenti atmosferici in cui la concentrazione di anidride carbonica e metano è stata accompagnata da aumenti della temperatura nei periodi associati alle ere inter-glaciali.

Tuttavia, ha affermato Eric Wolf, uno degli studiosi che hanno preso pate alla spedizione, mai come ora i livelli di Co2 e metano sono stati così alti. Dalle analisi degli studosi è emerso infatti che la concentrazione di anidride carbonica negli ultimi 800.000 anni è oscillata tra le 180 parti per milione (ppm) e le 330 ppm, mentre oggi sta a 380ppm. Ancora più significativo l'aumento del metano, che non ha mai superato le 750 partti per miliardo, mentre negli ultimi 200 anni ha raggiunto le 1.780 parti per miliardo attuali.

Trattandosi di un'aumento senza precedenti, ha sottolineato Wolf, è perciò impossibile utilizzare i cambiamenti climatici del passato come un modello per il futuro. "Un'analisi della calotta glaciale permette di scoprire i cambiamenti climatici che si sono susseguiti naturalmente sulla Terra negli ultimi 800.000 anni. Quando i livelli di anidride carbonica cambiavano, cambiava anche il clima. Negli ultimi 200 anni l'attività umana ha spinto la concentrazione di CO2 a livelli ben più alti di quelli raggiunti in maniera naturale e non abbiamo perciò un punto di riferimento di ciò che potrebbe accadere dopo", ha detto lo studioso.
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Old 06-09-2006, 21:38   #2
giannola
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Hanno scoperto che anche i ghiacciai posso fare i peti

Quello che mi stupisce (lo dico seriamente) è pretendere di sapere come erano le condizioni dell'aria fino a 800mila anni fa.
No perchè il metodo mi sembra approssimativo, magari le stesse bolle avranno subito durante il tempo delle infiltrazioni di aria pura attraverso qualche frattura del ghiaccio, poi magari risanata.

C'è anche da considerare il fatto che le misurazioni saranno fatte su bolle che sono distanti nel tempo l'una dall'altra (es una avrà 700mila anni e l'altra magari 1000mila).
Se in soli 200 anni ci sono state queste variazioni rapide nn può essere che ci siano dei brevi cicli che si ripetono, come quello in cui ci troviamo, e che sarebbero difficilmente riscontrabili con un sistema del genere.

Dico solo che è meglio nn abbandonarsi ai sensazionalismi prima di poter dimostrare le proprie teorie, imho naturalmente (devo dare il buon esempio)
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Old 06-09-2006, 22:06   #3
CioKKoBaMBuZzo
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forse non so quello che dico, ma mi sembra che abbiano scoperto l'acqua calda...mi sembra abbasanza ovvio che 800.000 anni fa non ci fossero i processi industriali di oggi
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Old 07-09-2006, 19:36   #4
stbarlet
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forse non so quello che dico, ma mi sembra che abbiano scoperto l'acqua calda...mi sembra abbasanza ovvio che 800.000 anni fa non ci fossero i processi industriali di oggi


Ma il fatto é proprio qui.. sta nel dimostrare che sono i processi industriali ad aver intaccato le condizioni naturali della terra, o é un qualcosa di naturale, di inevitabile che fa parte della natura.
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Old 07-09-2006, 19:38   #5
giannola
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Originariamente inviato da stbarlet
Ma il fatto é proprio qui.. sta nel dimostrare che sono i processi industriali ad aver intaccato le condizioni naturali della terra, o é un qualcosa di naturale, di inevitabile che fa parte della natura.
esatto per questo ho sollevato delle obiezioni sul tipo di rilevazione.
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Old 08-09-2006, 00:38   #6
CioKKoBaMBuZzo
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continuo a non capire...se un certo processo industriale rilascia nell'atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, e questo processo industriale è largamente diffuso in tutto il mondo, perchè c'è bisogno di vedere quanta anidride carbonica ci fosse in passato per stabilire che siamo noi adesso a produrne "più del normale"?
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Old 08-09-2006, 07:17   #7
giannola
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Originariamente inviato da CioKKoBaMBuZzo
continuo a non capire...se un certo processo industriale rilascia nell'atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, e questo processo industriale è largamente diffuso in tutto il mondo, perchè c'è bisogno di vedere quanta anidride carbonica ci fosse in passato per stabilire che siamo noi adesso a produrne "più del normale"?
perchè è possibile che l'anidride che produciamo nn abbia alcuna influenza sull'ambiente.
perchè l'aumento dell'anidride sulla terra potrebbe più essere dovuto ad altri fattori ambientali (e ciclici) che nn all'opera dell'uomo, ovvero anche se oggi nn ci fosse l'uomo e le sue industrie potrebbe essere che i livelli di anidride fossero uguali a quelli misurati
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Old 08-09-2006, 09:31   #8
stbarlet
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Originariamente inviato da CioKKoBaMBuZzo
continuo a non capire...se un certo processo industriale rilascia nell'atmosfera grandi quantità di anidride carbonica, e questo processo industriale è largamente diffuso in tutto il mondo, perchè c'è bisogno di vedere quanta anidride carbonica ci fosse in passato per stabilire che siamo noi adesso a produrne "più del normale"?
Per una questione di quantitá di CO2 prodotta dalluomo e/o smaltita da processi come la fotosintesi rispetto alla quantitá di CO2 che é proprio della natura . é indubbio che sulle cittá l`inquinamento si faccia sentire in modo rilevante ma non si sa ancora se a livello globale la quantitá di CO2 che si é prodotta e si produce con i processi industriali é in proprorzioni rilevanti. Credo sia impossibile stabilire con questi metodi qualcosa di certo a distanza di `1 milione di anni.



PS una cosa che nn riesco a capire.. parla di ppm del metano in aumento vertiginoso ma da dove verrebbe questo metano?
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Old 08-09-2006, 09:44   #9
dsx2586
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Originariamente inviato da stbarlet
PS una cosa che nn riesco a capire.. parla di ppm del metano in aumento vertiginoso ma da dove verrebbe questo metano?
http://en.wikipedia.org/wiki/Metan#M...27s_atmosphere

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Old 08-09-2006, 09:51   #10
stbarlet
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Non riesco a capire da dove vengono quei 100 tera definiti "energy"
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Old 27-09-2006, 21:03   #11
gigio2005
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Originariamente inviato da stbarlet
Ma il fatto é proprio qui.. sta nel dimostrare che sono i processi industriali ad aver intaccato le condizioni naturali della terra, o é un qualcosa di naturale, di inevitabile che fa parte della natura.
sbaglio o non si e' ancora dimostrato di aver intaccato le condizioni della terra? (faccio l'avvocato del diavolo)
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Old 28-09-2006, 18:35   #12
8310
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si può essere più o meno saturi?
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And God said: "
∇•D=ρ ; ∇•B=0 ; ∇xE=-∂B/∂t ; ∇xH=J+∂D/∂t". And there was light.
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Old 29-09-2006, 00:46   #13
stbarlet
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Originariamente inviato da gigio2005
sbaglio o non si e' ancora dimostrato di aver intaccato le condizioni della terra? (faccio l'avvocato del diavolo)



pesca d`altura


Comuqneu anche io non ho letto mai nulla ( studio aperto & Co esclusi ) riguardo al fatto che siamo noi ad aver modificato le condizioni generali della Terra. Abbiamo fatto le nostre cazzate eh
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Old 29-09-2006, 20:25   #14
gpc
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NEWS RELEASE: 2006-107 September 13, 2006



NASA Sees Rapid Changes in Arctic Sea Ice



NASA data show that Arctic perennial sea ice, which normally survives the summer melt season and remains year-round, shrunk abruptly by 14 percent between 2004 and 2005. According to researchers, the loss of perennial ice in the East Arctic Ocean was even higher, nearing 50 percent during that time as some of the ice moved from the East Arctic to the West.



The overall decrease in winter Arctic perennial sea ice totals 720,000 square kilometers (280,000 square miles) -- an area the size of Texas. Perennial ice can be 3 or more meters (10 or more feet) thick. It was replaced by new, seasonal ice only about 0.3 to 2 meters (one to seven feet) thick that is more vulnerable to summer melt.



The decrease in the perennial ice raises the possibility that Arctic sea ice will retreat to another record low extent this year. This follows a series of very low ice-cover years observed over the past four summers from active and passive microwave satellite data.



A team led by Son Nghiem of NASA's Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, Calif., used NASA's QuikScat satellite to measure the extent and distribution of perennial and seasonal sea ice in the Arctic. While the total area of all the Arctic sea ice was stable in winter, the distribution of seasonal and perennial sea ice changed significantly.



"Recent changes in Arctic sea ice are rapid and dramatic," said Nghiem. "If the seasonal ice in the East Arctic Ocean were to be removed by summer melt, a vast ice-free area would open up. Such an ice-free area would have profound impacts on the environment, as well as on marine transportation and commerce."



The researchers are examining what caused the rapid decrease in the perennial sea ice. Data from the National Centers for Environmental Prediction, Boulder, Colo., suggest that winds pushed perennial ice from the East to the West Arctic Ocean (primarily located above North America) and significantly moved ice out of the Fram Strait, an area located between Greenland and Spitsbergen, Norway. This movement of ice out of the Arctic is a different mechanism for ice shrinkage than the melting of Arctic sea ice, but it produces the same results - a reduction in the amount of perennial Arctic sea ice.



Researchers indicate that if the sea ice cover continues to decline, the surrounding ocean will get warmer, further accelerating summer ice melts and impeding fall freeze-ups. This longer melt season will, in turn, further diminish the Arctic ice cover.



Nghiem cautioned the recent Arctic changes are not well understood and many questions remain. "It's vital that we continue to closely monitor this region, using both satellite and surface-based data," he said.



This is one of three sea ice study results being released today by NASA. These findings are the result of a new study by NASA; the U.S. Army Cold Region Research and Engineering Laboratory, Hanover, N.H.; and the National Ice Center, Washington, D.C. Study results are published in a recent issue of Geophysical Research Letters.



For more information about QuikScat, visit:



http://winds.jpl.nasa.gov/missions/quikscat/index.cfm



For more information about NASA and agency programs, visit:



http://www.nasa.gov
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Old 29-09-2006, 20:25   #15
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News Release: 2006-112 September 21, 2006



Short-Term Ocean Cooling Suggests Global Warming 'Speed Bump'



The average temperature of the water near the top of Earth's oceans has significantly cooled since 2003. New research suggests global warming trends are not always steady in their effects on ocean temperatures.



Although the average temperature of the upper oceans has significantly cooled since 2003, the decline is a fraction of the total ocean warming over the previous 48 years.



"This research suggests global warming isn't always steady, but happens with occasional 'speed bumps'," said Dr. Josh Willis, a co-author of the study at NASA's Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, Calif. "This cooling is probably natural climate variability. The oceans today are still warmer than they were during the 1980s, and most scientists expect the oceans will eventually continue to warm in response to human-induced climate change."



Willis said the findings have significant implications for global sea-level rise. "Average sea level goes up partly due to warming and thermal expansion of the oceans and partly due to runoff from melting glaciers and ice sheets," Willis said. "The recent cooling episode suggests sea level should have actually decreased in the past two years. Despite this, sea level has continued to rise. This may mean that sea level rise has recently shifted from being mostly caused by warming to being dominated by melting. This idea is consistent with recent estimates of ice-mass loss in Antarctica and accelerating ice-mass loss on Greenland."



For the study, Dr. John Lyman at the National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) Pacific Marine Environmental Laboratory, Seattle, and his co-authors estimated the heat content of the upper 750 meters (approximately 2,500 feet) of Earth's oceans from 1993 to 2005. This area represents about 20 percent of the global ocean's average depth.



Researchers found the average temperature of the upper ocean increased by 0.09 degrees Celcius (0.16 degrees Fahrenheit) from 1993 to 2003, and then fell 0.03 degrees Celcius (0.055 degrees Fahrenheit) from 2003 to 2005. The recent decrease is a dip equal to about one-fifth of the heat gained by the ocean between 1955 and 2003. They analyzed data from a broad array of ocean moorings, floats and shipboard sensors, and supported their results with data from NASA's Jason and Topex/Poseidon satellites.



Lyman said the recent cooling is not unprecedented. "While global ocean temperatures have generally increased over the past 50 years, there have also been substantial decadal decreases." "Other studies have shown that a similar rapid cooling took place from 1980 to 1983. But overall, the long-term trend is warming."



Monitoring the heat content of the oceans is vital to understanding how Earth's energy balance is changing. "The capacity of Earth's oceans to store the sun's energy is more than 1,000 times that of Earth's atmosphere," Lyman said. "It's important to measure upper ocean temperature, since 84 percent of the heat absorbed by Earth since the mid-1950s has gone toward warming the ocean. Measuring ocean temperature is really measuring the progress of global warming."



The recent changes in ocean temperature run deep. A small amount of cooling was detected at the ocean's surface, consistent with global measurements of sea-surface temperature. The maximum amount of cooling was at a depth of 400 meters (about 1,300 feet), but substantial cooling was still observed at 2,500 feet, and the cooling appears to extend deeper.



Lyman said the cause of the recent cooling is not yet clear. Research suggests it may be due to a net loss of heat from the Earth. "Further work will be necessary to solve this cooling mystery," he said.



Another implication of the study is greater uncertainty in estimates of long-term ocean warming rates. "Understanding decadal rises and dips in Earth's ocean temperature is important in predicting Earth's climate," Lyman said. "Hopefully, the results of our study will help refine the ability of computer models to make these predictions."



The study included researchers from NASA, NOAA, and the Joint Institute for Marine and Atmospheric Research of the University of Hawaii, Manoa. Results are published in the journal Geophysical Research Letters. For more information about NASA and agency programs, visit:

http://www.nasa.gov/home



Additional media contacts: Kent Laborde, NOAA, Washington, 202-482-5757; Jim Manke, University of Hawaii, 808-956-4153.



JPL is managed for NASA by the California Institute of Technology.



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