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Old 31-12-2005, 13:36   #1
Ewigen
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Centrafrica: allarme dell'Unione Africana per possibile offensiva armata

REPUBBLICA CENTRAFRICANA 31/12/2005 10.05
ALLARME DELL'UNIONE AFRICANA PER POSSIBILE OFFENSIVA ARMATA

Gruppi armati non ancora identificati starebbero preparando un’ampia offensiva nella Repubblica Centrafricana: lo sostiene l’Unione africana (Ua), che ha diffuso un rapporto dopo una visita di una sua missione nel paese dal 25 ottobre all’8 novembre scorsi. Ricordando che la situazione è “improvvisamente peggiorata” agli inizi di giugno 2004 dopo l’insediamento a presidente dell’ex-capo di Stato maggiore dell’esercito François Bozizé, protagonista di una ribellione durata sei mesi, l’organismo panafricano rileva che “l’attuale ‘modus operandi’ dei gruppi armati presenti nella nazione dà l’impressione che stiano reclutando personale per una futura, massiccia operazione”. Considerando la “natura professionale delle loro operazioni sul terreno e l’utilizzo di speciali sentieri per la ritirata e l’evacuazione dei feriti”, il rapporto deduce che gli aggressori non dovrebbero essere semplici banditi o criminali comuni ma “qualcosa di più”. Secondo l’Ua, nelle loro file potrebbero esserci diversi soldati fedeli all’ex presidente Ange-Felix Patassé ma anche militari che nel 2003 appoggiarono la ribellione mirata a portare al potere Bozizé, oggi delusi per non essere stati ricompensati in modo adeguato; nella zona vi sarebbero anche disertori dell’esercito del vicino Ciad. Giovedì scorso il Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Ua ha emanato una risoluzione con cui chiede all’organismo di “impegnarsi attivamente” in iniziative per porre fine all’insicurezza. A causa di questa situazione di tensione, da giugno oltre 20.000 centrafricani – estenuati dai continui attacchi con relativi saccheggi e violenze condotti da piccoli gruppi armati nei loro villaggi settentrionali - hanno trovato rifugio nel sud del Ciad, dove vengono assistiti dalle Nazioni Unite. In un primo momento gli episodi di violenza erano stati collegati al banditismo endemico in questa zona di frontiera, ma secondo fonti locali contattate dalla MISNA potrebbero invece essere condotti da gruppi ben organizzati
[Misna]
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Old 06-01-2006, 00:01   #2
Ewigen
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 5/1/2006 22.28
SCONTRI A BANGUI, FORZE DI SICUREZZA SPARANO SULLA FOLLA

I funerali di un soldato oggi a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, sono degenerati in violenze tra i partecipanti alle esequie e le forze dell’ordine, che hanno aperto il fuoco sulla folla; negli scontri sarebbero rimasti uccisi un uomo e una donna. Lo riferisce l’agenzia ‘Reuters’ citando testimoni oculari. Le violenze si sono verificate in un quartiere nella periferia nord della capitale e sono state accompagnate da vandalismi contro almeno due negozi. Le esequie erano quelle di un soldato ucciso martedì da un uomo della guardia presidenziale; secondo fonti militari sembra che il soldato avesse poche per prima assassinato a sua volta un altro membro delle forze di sicurezza provocando la voglia di vendetta del collega. La morte del soldato aveva spinto decine di giovani a scendere nelle strade per protestare.
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Old 11-01-2006, 19:26   #3
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 11/1/2006 4.07
UN PAESE ANCORA IN BILICO

Nella Repubblica Centrafricana la situazione è ancora “precaria” e il sostegno della comunità internazionale è fondamentale per mantenere la stabilità nel paese uscito meno di tre anni fa dalla guerra civile: lo scrive il Segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan nell’ultimo rapporto presentato al Consiglio di Sicurezza. Il mese scorso, l’organo esecutivo dell’Onu ha esteso il mandato della missione Onu in Centrafrica (conosciuta con l’acronimo Bonuca) fino alla fine del 2006 su richiesta del governo di Bangui. “La Repubblica Centrafricana, che si sta ancora riprendendo dagli effetti della crisi politico-militare e dalle tensioni sociali, non è in grado da sola di affrontare un impegno così grande” ha detto nel suo rapporto Annan, aggiungendo che “bande armate continuano a ostacolare le attività agricole e commerciali costringendo una parte significativa degli abitanti a rifugiarsi in Ciad e Camerun”. Anche la situazione complessiva dei diritti umani a livello locale “sta lentamente migliorando”, il segretario dell’Onu ha avvertito che il peggioramento della crisi in Darfur potrebbe avere effetti destabilizzanti nei paesi vicini, e in particolare nella Repubblica Centrafricana; malgrado le elezioni dell’anno scorso, che hanno confermato alla guida del Paese l’ex-generale golpista Francois Bozizé, molte tensioni interne restano irrisolte.
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Old 16-01-2006, 20:39   #4
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 16/1/2006 9.57
APPELLO DEL CAPO DI STATO AL PAESE: “NO ALLA VIOLENZA”

“Vi chiedo di riprendere il controllo, di non cedere alla violenza né alla vendetta né ai regolamenti di conti”: lo ha detto il presidente François Bozizé in un messaggio al paese, paventando nuovi disordini dopo quelli avvenuti dieci giorni fa nella periferia nord di Bangui, durante i funerali di un soldato ucciso da alcuni commilitoni. “Il Tribunale militare permanente farà chiarezza sull’accaduto” ha proseguito Bozizé, riferendosi agli scontri tra i partecipanti alle esequie e le forze dell’ordine, costati la vita a tre persone. “Questa vicenda – ha aggiunto – non deve servire da pretesto a chicchessia per incitare la popolazione alla violenza, all’odio tribale, facendo credere che si tratti di conflitti tra le etnie Mandja e Gbaya. Siamo riusciti a ripristinare l’ordine costituzionale, non ci resta che lavorare con maggiore forza per ricostruire il nostro paese” ha concluso il capo dello Stato, un ex-generale che prese il potere nel 2003 con un golpe. Secondo l’ultimo rapporto sulla Repubblica Centrafricana presentato dal segretario generale Onu Kofi Annan, a quasi tre anni dalla fine della guerra civile la situazione resta “precaria” anche a causa di “bande armate” che continuano ad ostacolare le attività agricole e commerciali costringendo una parte significativa degli abitanti a rifugiarsi in Ciad e Camerun
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Old 21-01-2006, 20:42   #5
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 21/1/2006 11.20
RIPRENDONO SCONTRI ‘MISTERIOSI’, A MIGLIAIA SCAPPANO IN CIAD

“Svariate migliaia” di persone hanno ripreso a fuggire dai villaggi nel nord della Repubblica Centrafricana per scappare dai combattimenti in corso tra l’esercito centrafricano e non meglio precisati gruppi armati locali. La MISNA lo ha appreso da fonti delle Nazioni Unite, le quali hanno precisato che la stragrande maggioranza dei civili dice di provenire dal villaggio di Bodjomo e dai piccoli centri circostanti, tornati ad essere nelle ultime settimane teatro di nuovi combattimenti tra le forze armate centrafricane (pare supportate dall’esercito francese) e gruppi che il governo di Bangui considera semplici “banditi”, ma che in molti ormai ritengono una formazione antigovernativa a tutti gli effetti. Sono mesi che con cadenza ciclica ondate di abitanti dei villaggi settentrionali centrafricani oltrepassano la vicina frontiera col Ciad lasciandosi dietro abitazioni e terre, ma anche violenze, incursioni e combattimenti. Secondo le stime dell’Onu almeno 15.000 centrafricani hanno trovato rifugio in Ciad in due differenti flussi, uno a giugno l’altro a ottobre 2005, coincisi con altrettante campagne armate. “La situazione si sta deteriorando ed esiste il potenziale per una nuova crisi umanitaria – fanno sapere fonti dell’ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha) – servono cibo, tende e assistenza medica. Tuttavia il nord della Repubblica Centrafricana è ormai da mesi una zona off-limits sia per il personale delle Nazioni Unite che per quello delle organizzazioni non governative internazionali e locali”. Il 30 dicembre scorso, l’Unione Africana ha diffuso un rapporto avvisando che gruppi armati non ancora identificati starebbero preparando un’ampia offensiva nella Repubblica Centrafricana.
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Old 28-01-2006, 13:32   #6
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 28/1/2006 12.12
ONU CONFERMA ARRIVO IN CIAD DI NUOVI PROFUGHI

“Piccoli gruppi di rifugiati, composti da un ventina di persone, attraversano ogni giorno la frontiera tra la Repubblica Centrafricana e il Ciad meridionale”: a parlare è Gorge Menze, il capo dell’ufficio di Goré (Ciad meridionale) dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur/Unhcr), che ieri ha confermato l’arrivo nelle ultime settimane di almeno un migliaio di nuove profughi provenienti dai villaggi settentrionali della Repubblica del Centrafrica, dove da mesi ribelli, gruppi di banditi e militari dell’esercito nazionale si affrontano senza risparmiare le popolazioni locali. Secondo le informazioni raccolte dal personale dell’agenzia Onu tra i nuovi civili (prevalentemente donne e bambini) arrivati a Goré, la principale città ciadiana a poche decine di chilometri dal confine, il nord del Centrafrica sarebbe in uno stato di “totale anarchia”, come lo definisce una nota dell’Acnur. “Varie fazioni ribelli a bande criminali scorrazzano per il territorio seminando il panico tra la popolazione civile, vittima di ripetuti attacchi, esecuzioni sommarie, incendi ai villaggi, sequestri, ma anche di violente operazioni dell’esercito centrafricano impegnato nella ricerca dei ribelli” scrive l’Acnur sulla base dei resoconti fatti dai profughi che dicono di provenire dai villaggi di confine di Bemal, Markounda, Bossangoa, Bedam, Bekoto e Nana-Bakassa. Sono mesi che con cadenza ciclica ondate di abitanti dei villaggi settentrionali centrafricani oltrepassano la vicina frontiera col Ciad lasciandosi dietro abitazioni e terre. Secondo le stime dell’Onu almeno 15.000 centrafricani hanno trovato rifugio in Ciad in due differenti flussi, uno a giugno l’altro a ottobre 2005, coincisi con altrettante campagne armate. Altre fonti ritengono che il numero sia superiore. Il governo centrafricano continua a smentire che il nord sia teatro di una qualche ribellione o insurrezione antigovernativa e da mesi ripete che le tensioni nel nord sono alimentate dal banditismo endemico della regione. Il 30 dicembre scorso, però, l’Unione Africana ha diffuso un rapporto avvisando che gruppi armati non ancora identificati starebbero preparando un’ampia offensiva nella Repubblica Centrafricana.
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Old 01-04-2006, 01:43   #7
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 31/3/2006 21.08
INSICUREZZA NEL NORDOVEST, PREOCCUPAZIONE DELL'UNIONE AFRICANA

L'insicurezza nel nord del paese - dove circa 100 persone sono state uccise negli ultimi mesi negli attacchi che stanno costringendo migliaia di persone ad abbandonare il loro villaggi e a cercare rifugio nel vicino Ciad meridionale - ha un grave impatto sulla situazione politica del Centrafrica: è la preoccupazione espressa dal Consiglio per la pace e la sicurezza (Psc) dell'Unione africana (Ua) che, aprendo una sessione preliminare sulla situazione in questo paese, ha invitato gli stati membri dell'Ua a fornire aiuti per la ricostruzione. Sono sempre più frequenti gli attacchi e i saccheggi nelle province nordoccidentali di Ouham e Ouham-Pendé, al confine con il Ciad meridionale, ad opera di gruppi armati, 'banditi' secondo alcune fonti, o elementi delle stesse forze governative secondo altre. La preoccupazione del Consiglio dell'Ua è che gli sforzi, pur apprezzabili "del governo della Repubblica Centrafricana per mantenere la sicurezza a Bangui e per promuoverla nel resto del territorio nazionale", siano ostacolati dall'insufficienza di risorse finanziarie e dall'inadeguatezza dell'assistenza internazionale. Perciò, oltre a chiedere nuovi fondi, il Consiglio ha accolto la proposta del presidente della Commissione dell'Ua, Alpha Oumar Konare, di inviare una missione multidisciplinare di esperti nel Centrafrica perché valutino la situazione delle aree travagliate del paese. [PIME]
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Old 03-04-2006, 22:46   #8
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CENTRAFRICA – Il principale partito di opposizione – Movimento di liberazione del popolo centrafricano, Mlpc – ha chiesto oggi le dimissioni del governo in seguito alle violenze compiute da militari governativi nel nord del paese, ammesse anche dai vertici dell’esercito.
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Old 08-05-2006, 19:58   #9
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 8/5/2006 14.57
VITTIME REPRESSIONE CHIEDONO INTERVENTO CORTE PENALE INTERNAZIONALE

I famigliari delle vittime della repressione al tentativo di colpo di Stato del 2002 in Repubblica Centrafricana – che secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani provocò non meno di 400 morti – si sono rivolte alla Corte penale internazionale dell’Aja perché giudichi i responsabili. Lo scrivono fonti di stampa africane, citando informazioni raccolte nella capitale Bangui. Il mese scorso la Corte di cassazione della Repubblica Centrafricana aveva rinviato davanti alla Cpi l’ex-presidente, Félix Patassé, il vicepresidente della Repubblica Democratica del Congo, Jean-Pierre Bemba, e altri tre uomini, accusati di essere i responsabili della repressione del tentato golpe di quattro anni fa. “Oggi molte vittime attendono una risposta alla loro richiesta, affinché sia loro resa giustizia”, ha detto in una conferenza stampa Mathias Morouba, avvocato dell’‘Organizzazione per la compassione e l’aiuto alle famiglie in difficoltà”. Insieme a Patassé, sono state deferite alla Cpi – che ha giurisdizione per crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio – anche Abdoulaye Miskine, ex-capo della milizia incaricata di proteggere Patassé, Victore Ndoubabé, autista dell’ex-presidente, e Paul Barril, un ex-poliziotto francese. Patassé, Bemba e gli altri tre sono stati tutti accusati nel settembre 2004 dalla giustizia di Bangui per aver perpetrato omicidi, violenze, furti e distruzioni in seguito alla repressione del tentativo di golpe effettuato, nell’ottobre 2002, dall’attuale presidente della repubblica Francois Bozizé. Nessuno degli incriminati si trova in questo momento nella Repubblica Centrafricana (Patassé è in esilio in Togo, Bemba è vicepresidente del Congo); per questa ragione la giustizia e il governo centrafricani hanno deciso di chiedere l’intervento della Cpi che, emettendo mandati di accusa internazionali potrebbe avere maggiori possibilità di arrestarli e processarli.
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Old 08-06-2006, 20:52   #10
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 8/6/2006 19.49
AUTORITÀ PROMETTONO SICUREZZA NEI DISTRETTI DEL NORD

Un impegno a “ristabilire la sicurezza” è stato assunto oggi dal primo ministro Elie Doté davanti a capi villaggio e sindaci della zona di Paoua, circa 500 chilometri a nord della capitale Bangui, epicentro di aggressioni e razzie che nei mesi scorsi hanno provocato la fuga di decine di migliaia di civili. Il capo del governo ha chiesto gli amministratori locali di “sensibilizzare la popolazione a ritornare nei propri villaggi” dove il governo “garantirà” rinnovate condizioni di sicurezza. Alla metà di maggio, alcune migliaia di manifestanti avevano sfilato per le strade di Bangui per protestare contro la diffusa insicurezza in diversi distretti settentrionali, in una zona dove sono attive bande armate che secondo alcuni sarebbero collegate a una presunta ribellione. Incontrando il primo ministro, gli abitanti della zona di Paoua – come riferisce l’agenzia ‘Afp’ - hanno consegnato un memorandum con una serie di denunce e lamentele, comprese le “vessazioni” compiute da un distaccamento della Guardia presidenziale, di stanza a Bossangoa (circa 300 chilometri dalla capitale), che dovrebbe invece proteggere la popolazione. La città di Paoua – un tempo ‘feudo’ dell’ex-presidente Ange-Félix Patasse, scalzato nel marzo 2003 dall’attuale capo di Stato François Bozizé con un golpe – a gennaio è stata assalta da uomini armati ostili all’attuale governo centrafricano; l’intervento delle forze dell’ordine ha provocato decine di vittime: le autorità ne hanno ammesse 27, ma l’Unione dei giornalisti centrafricani ne denunciò almeno un’ottantina. Secondo l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur(Unhcr), dagli scontri sono fuggiti oltre 45.000 civili.
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Old 27-06-2006, 21:11   #11
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REPUBBLICA CENTRAFRICANA 27/6/2006 13.28
ATTACCHI DEI RIBELLI CIADIANI NEL NORD, “MOLTE VITTIME” SECONDO BANGUI

Violenti combattimenti hanno opposto nella notte tra domenica e lunedì l’esercito centrafricano e le forze della Cemac (Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale) a un gruppo di ribelli del Ciad “fortemente armati” provocando numerose vittime: lo ha riferito questa mattina in una nota il ministero della Difesa di Bangui, precisando che gli scontri, avvenuti nella località di Gordil, 800 chilometri a nordest della capitale, sarebbero iniziati con un attacco contro un distaccamento militare della Fomuc – la forza multinazionale della Cemac – e un’unità dell’esercito centrafricano di stanza nella zona. Il dicastero non ha fornito un bilancio preciso, ma secondo fonti locali i morti sarebbero diverse decine. “Si tratta di episodi molto gravi che dimostrano con evidenza come il territorio centrafricano sia diventato un teatro di guerra per gli oppositori del governo di N’Djamena” ha aggiunto il comunicato governativo, sottolineando che “la Repubblica Centrafricana non ha nemici, ma non intende farsi dire quello che deve fare da gruppi di banditi”. Bangui ha anche chiesto l’aiuto della comunità internazionale “per fermare queste aggressioni” e ribadito il sostegno all’esecutivo di N’Djamena “democraticamente eletto”. Il governo del presidente François Bozizé, fedele sostenitore di Idriss Deby Itno, ha denunciato negli ultimi mesi ripetute incursioni nel nordest, al confine tra i due paesi, da parte dei ribelli ciadiani che si oppongono alle autorità di N’Djamena.
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Old 27-06-2006, 21:33   #12
Tenebra
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Il prossimo, prevedibile passo sarà l'accorpamento dei gruppi di ribelli da parte di qualche non meglio precisata autorità di tipo islamico -tipo le ormai famose Corti Islamiche-? Accettasi scommesse... anche perchè gruppi di "banditi" e/o "ribelli" in grado di perdurare così a lungo sotto repressione armata non spuntano fuori dal nulla improvvisamente, qualcuno li equipaggia e guida.
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