Google Pixel 4 XL ambizioso: non solo fotocamere ma anche Intelligenza Artificiale. La recensione

Google Pixel 4 XL ambizioso: non solo fotocamere ma anche Intelligenza Artificiale. La recensione

Ecco i nuovi Google Pixel 4 e 4 XL. Smartphone dall’Intelligenza “sofisticata” che l’azienda di Mountain View come ogni anno ha presentato e che sono pronti a gareggiare con i più grandi. Abbiamo provato la versione XL e tra sblocco facciale, nuova tecnologia dello schermo, Motion Sense e tanto Android 10 vi diciamo come se la cava nella nostra recensione.

di pubblicato il nel canale Telefonia
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Come ogni anno di ottobre arriva Google a portare sul mercato i suoi nuovi smartphone. Parliamo chiaramente dei Pixel che in questo 2019 vedono la denominazione di Pixel 4 e 4XL differenziandosi tra di loro, ve lo anticipiamo, solo per dimensione del corpo e del display nonché della capacità della batteria. Il resto sono due device identici che vedono dalla loro un aspetto in pieno stile “Google” con anche una colorazione appariscente arancione unica nel suo genere come unici sono le finiture del vetro e dell’alluminio che lo costituiscono ben diversi da tutti i device finora presenti sul mercato e capaci sicuramente di distinguersi sotto questo punto di vista. 

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I nuovi Pixel 4 e 4 XL innanzitutto non posseggono il notch che aveva caratterizzato, in positivo o in negativo, la linea della scorsa generazione. La lunetta dimensionalmente importante presente sul Pixel 3XL è solo un ricordo e i nuovi smartphone dell'azienda di Mountain View che vedono ora la presenza all’anteriore di una fascia importante nella parte alta del display.

Questa fascia si riduce notevolmente sia sui lati lunghi dello smartphone che sul lato inferiore. Il motivo è presto detto visto che proprio in quella fascia superiore, Google, decide di porre un sistema innovativo di fotocamere e sensori capace di rendere attivo lo sblocco del device con riconoscimento 3D, un po' come avviene con iPhone ed il suo Face ID. Niente più sensore delle impronte biometriche: un segnale questo di Google che potrebbe segnare un cambiamento anche per gli altri brand Android i quali non tutti hanno adottato questo tipo di approccio tra sblocchi con riconoscimento da parte della fotocamera o con sensori posti al di sotto del display. 

Google vuole innovare con questo nuovo Google Pixel 4 XL e lo fa introducendo tante novità capaci rendere lo smartphone sempre più ambizioso nel mondo del mobile. Tre sono le principali innovazioni che l’azienda di Mountain View porta sul Pixel di ultima generazione: lo sblocco facciale con riconoscimento 3D, un display con una refresh rate a 90 Hz, un nuovo Assistente Google più veloce ma anche con una maggiore consapevolezza del linguaggio. Accanto a tutto questo, Google Pixel 4 XL, rimane al passo soprattutto con iPhone 11 Pro nel comparto fotografico con un doppio sensore capace di appagare la vista in ogni situazione di scatto. 

Le specifiche tecniche parlano chiaro: Google non vuole anche questa volta esagerare sulla scheda hardware ma vuole comunque permettere ai suoi utenti di avere uno smartphone capace di fare quello che i veri top di gamma devono fare. Ecco che la presenza dello Snapdragon 855 di Qualcomm è la conferma di puntare in alto. Al processore vengono affiancati 6GB di RAM che ottimizzati al massimo a livello software con il nuovo Android 10 permetteranno all’utente di non avere alcun tipo di lag, ritardo o prestazione sottotono. Il display è una delle novità che Google decide di implementare in questo Pixel 4 XL. Siamo in presenza di un pannello da 6.3 pollici di tipo AMOLED denominato “Smooth” per la sua principale caratteristica: un refresh rate a 90Hz capace di rendere leggibile anche durante lo scorrimento veloce qualsiasi tipo di contenuto. Un plus non indifferente per chi è vero “nerd” e vuole il massimo dal proprio smartphone. 

Il resto vede la concentrazione totale sulla fotocamera posteriore che per la prima volta diviene a doppio sensore. Le specifiche parlano di un principale obiettivo da 12.2 MP con apertura importante da f/1.6 e soprattutto stabilizzazione ottica ed elettronica. A questo viene affiancato un sensore secondario da 16MP di tipo teleobiettivo con apertura f/2.4 anche questo con OIS e EIS ma soprattutto capace di raggiungere lunghezze focali tra le più popolari ossia 35 mm, 50 mm, 85 mm e il leggendario 24-70 mm. Anteriormente presente una fotocamera classica fotocamera da 8MP con apertura focale da f/2.0 ma caratterizzata da un’ampia presa fino a 90 gradi della scena. 

Il resto è una batteria da 3.700 mAh capace di supportare la ricarica veloce fino a 18W grazie all’adattatore presente in confezione e alla presenza chiaramente della USB-Type C 3.1 di prima generazione. 

DESIGN: un vero ''Google-Phone''

Il nuovo Pixel 4 XL è un telefono in pieno stile Google. Altro non è se non una versione con “pantaloni a vita bassa” di iPhone 11 Pro. Chiaramente lo si riconoscerà tra tanti per quel suo carattere più sbarazzino rispetto alle convenevoli eleganze della concorrenza quali iPhone 11 Pro o anche Huawei P30 Pro se non anche OnePlus 7T Pro. I colori la fanno da padrone ma anche in materiali permettono al Pixel 4 XL di Google di garantirne una certa personalità sia alla vista ma soprattutto al tatto. Cosa cambia rispetto alla precedente generazione? Praticamente tutto visto che il nuovo smartphone “made by Google” possiede un’ergonomia perfetta per qualsiasi grandezza della mano. Le dimensioni di 75,1 x 160,4 x 8,2 millimetri potrebbero trarre in inganno eppure il Pixel 4 XL riesce sempre e comunque a stare bene in mano con un perfetto equilibrio di utilizzo anche con una sola mano. 

Questo però non è solo dovuto alle dimensioni ma anche alla scelta dei materiali e soprattutto alla loro rifinitura che ancora una volta cambia rispetto alla versione 3 dei Pixel. Qui abbiamo un incontro di alluminio e vetro entrambi con finitura opaca capaci di ottenere un feedback sulla mano dell’utente unico e quanto mai piacevole. Il retro in questa versione bianca è completamente in vetro opaco con quella texture che avevamo già osservato sul Pixel 2 e Pixel 3. Non è più presente alcun inserto in vetro lucido che invece era presente lo scorso anno. Uguale la finitura del modello con colorazione arancione mentre differente risulta la finitura del modello nero completamente lucida. 

Il Pixel 4 XL si distingue però dall’iPhone per una predisposizione maggiore ai colori contrastanti. Arancione in edizione limitata e Bianco non fanno che esaltare il design dello smartphone che mantiene per entrambi una cornice nera ben distinguibile proprio come il pulsante di accensione e spegnimento posto sul lato destro, colorato, ben riconoscibile e soprattutto lungo per una maggiore comodità di utilizzo. Al di sotto del pulsante On/Off come al solito viene posizionato l’unico pulsante per il bilanciere del volume mentre nella parte sinistra dello smartphone non presente alcun pulsante. Il resto vede una cornice molto minimale e pulita con una doppia feritoia nella parte inferiore ai lati della porta USB-Type C. 

Il retro non è solo una back cover in vetro opaco o lucido con la presenza dell’ormai canonica G maiuscola caratterizzante i prodotti Google. La scocca vede anche il posizionamento dell’importante struttura della fotocamera. Doppio sensore coadiuvato anche da una componente di profondità oltre che da un Flash LED il tutto incassato in un rettangolo scuro sicuramente importante e pressapoco delle medesime dimensioni di quello presente su iPhone 11 Pro. Bello o non bello è chiaro che la tendenza per alcuni produttori in questo momento è questa e dunque per avere scatti di qualità su di un device altamente portatile è necessario scendere a patti con il gusto. 

Anteriormente Google decide di andare un po’ in controtendenza e di ampliare sì lo schermo riducendo le cornici quanto possibile ma anche di non posizionare alcuna notch, lunetta, foro o altro ma di mantenere nella parte alta del corpo una fascia di dimensioni relativamente importanti dove decide di nascondere non solo la fotocamera anteriore ma tutto quell’insieme di sensori del cosiddetto Project Soli capaci di realizzare lo sblocco 3D oltre che le gesture del Motion Sense che vedremo a breve. Anche qui la bellezza è decisamente relativa visto che dopo pochi minuti di utilizzo non si farà davvero più caso alla fascia superiore ma alla fluidità del pannello AMOLED o anche alla comodità con cui viene sbloccato lo smartphone al riconoscimento del volto del proprietario. 

DISPLAY: bordeless (più o meno) da 90 Hz

Parliamo proprio del nuovo display presente sul Pixel 4 XL di Google. Come detto non vi sono lunette, notch, fori, piccole protuberanze o altro. Il display dello smartphone risulta “quasi” borderless con una fascia superiore dove l’azienda pone una specie di Kinect derivante dal Project Soli e capace di far gestire all’utente tanti comandi con il solo gesto della mani senza necessità di toccare materialmente lo schermo. Il nome commerciale della tecnologia è Smooth Display e il suo punto di forza è senza dubbio la frequenza di aggiornamento pari a 90 Hz, che permette al nuovo top di gamma dell'azienda di piazzarsi sulla stessa strada intrapresa da OnePlus e Razer, garantendo animazioni molto più fluide. 

A livello tecnico siamo di fronte ad un pannello da 6,3 pollici di tipo AMOLED full screen ma soprattutto Quad HD+ ossia con una densità di pixel pari a 537 PPI in un formato ormai divenuto classico di 19:9. Il pannello è un Gorilla Glass 5 con un il supporto all’HDR certificato. Ma tralasciando i numeri sulla pratica lo “Smooth Display” è un pannello di nuova concezione capace di offrire una grafica incredibilmente fluida per l’utente che può permettersi di scorrere velocemente le pagine durante la navigazione di contenuti così come foto. Particolare il fatto che l’attivazione dei 90Hz del refresh rate siano a discrezione dello smartphone: la funzionalità Smooth dunque funzionerà a 90 Hz solo quando l'utente interagisce con il dispositivo o per determinati contenuti che possono effettivamente trarre vantaggio dalle frequenze di aggiornamento più elevate. Quando invece l'utente utilizza il dispositivo per situazioni meno incisive e meno importanti ecco che il display Smooth funziona a 60 Hz garantendo di preservare la batteria.

Di seguito riportiamo i test che abbiamo realizzato in laboratorio, partendo con la luminanza massima. Abbiamo registrato un valore massimo di quasi 610 nits, abbastanza elevato per una corretta riproduzione dei contenuti anche sotto la luce del sole, ma solo in presenza di contenuti HDR. Con contenuti SDR (la stragrande maggioranza) il valore massimo è di 435 nits. Si tratta di un valore soddisfacente, ma decisamente inferiore rispetto a molti altri prodotti della stessa fascia di prezzo.

Per quanto riguarda la gestione dei colori lo smartphone presenta tre modalità, di cui una adattiva in base alle condizioni ambientali e quindi non misurabile. Le altre due sono configurabili nella schermata Colori, all'interno della quale sono selezionabili le modalità Migliorati e Naturali. La prima si rifà allo standard DCI-P3, pur non coprendolo del tutto, la seconda invece è ottimizzata sullo standard sRGB, quindi ha una saturazione dei colori inferiore. Il pannello comunque riesce a coprire con estrema efficacia lo standard DCI-P3 in presenza di contenuti HDR, con una buona calibrazione di fabbrica che garantisce una riproduzione cromatica abbastanza fedele rispetto alla sorgente originale (vedere i grafici DeltaE in basso).


Pixel 4 XL - Colori Migliorati


Pixel 4 XL - Colori Migliorati (HDR)


Pixel 4 XL - Colori Naturali


Pixel 4 XL - Colori Migliorati


Pixel 4 XL - Colori Migliorati (HDR)

Abbiamo anche verificato il comportamento della curva di gamma nella modalità Colori Migliorati sia con contenuti SDR sia con contenuti HDR. In quest'ultimo caso è da notare come si raggiunga il clipping alle alte luci a partire da circa 600 nits, valore di luminanza massima raggiungibile dal pannello montato sullo smartphone. Abbastanza corretto è infine il punto di bianco nelle diverse modalità misurate, con qualche piccola imprecisione che porta l'immagine a virare verso le tonalità calde. È da segnalare, infine, che è purtroppo impossibile effettuare la calibrazione manuale attraverso le impostazioni native del device.


Pixel 4 XL - Colori Migliorati


Pixel 4 XL - Colori Migliorati (HDR)


Pixel 4 XL - Colori Naturali


Pixel 4 XL - Colori Migliorati


Pixel 4 XL - Colori Migliorati (HDR)

Oltre questo il pannello del nuovo Google Pixel 4 XL introduce anche il cosiddetto Ambient EQ ossia la particolarità della regolazione automatica del colore e della temperatura del pannello tramite sensori integrati capaci di imitare quello che vedono nell’ambiente circostante. Google lo aveva introdotto già con il suo Nest Hub e apprezzato dagli utenti ha dunque deciso di integrarlo anche sui Pixel 4 rendendo ancora più naturale e soprattutto confortevole l’esperienza visiva dello smartphone. 

Parlando di display chiaramente non possiamo non considerare il nuovo sistema di sblocco facciale che Google introduce sul device. Qui l’azienda si rifà in parte a quello che Apple con Face ID ha introdotto ormai da qualche anno sui suoi iPhone e iPad Pro. Come detto Google ci mette del suo e il Project Soli è un progetto nato anni fa e portato avanti dall’azienda non solo per il mero sblocco dello smartphone con il riconoscimento facciale 3D ma anche per quel Motion Sense che caratterizza una delle novità di questo Pixel di Google. Tanti i sensori presenti sulla fascia superiore dello smartphone: un sensore IR a raggi infrarossi per appunto lo sblocco facciale a cui si associa un blocco di tre altri sensori intrinseci allo sblocco. Quindi la fotocamera frontale, un doppio sensore di prossimità e di luminosità e chiaramente il chip radar per il funzionamento del Project Soli ossia il Motion Sense garante del controllo dello smartphone senza la necessità di toccarlo fisicamente. 

Proprio lo sblocco frontale del nuovo Google Pixel 4 XL è probabilmente il più veloce che si possa trovare al momento sul mercato. Basterà infatti prendere in mano lo smartphone, avvicinarlo al viso nel gesto classico e quotidiano dell’osservare lo schermo e, magicamente, il Pixel 4 XL sarà già acceso e sbloccato. Niente swipe verso l’alto, tocchi sullo schermo o altro un unico gesto e rapido ed indolore capace di far accedere nell’immediato al telefono e a tutto quello che lo riguarda. In questi primi giorni di utilizzo non ha mai avuto alcun tipo di tentennamento, di falsa scansione o di ritardo. Qualsiasi sia stato il luogo in cui è avvenuto lo sblocco, qualsiasi sia stata la luce e il momento della giornata, Pixel 4 XL si è sempre sbloccato in totale sicurezza. In questo caso la rapidità con cui avviene il tutto e con cui è concepito il metodo non fa che portare l’utente, abituato ad altre tipologie di sblocco, ad essere inizialmente frastornato da non poter quasi nemmeno osservare la schermata di sblocco quasi non ci fosse davvero.

Oltretutto grazie al Motion Sense, il Pixel 4 XL, capisce ancora prima di toccarlo e prenderlo in mano che proprio questa azione starà avvenendo a breve e automaticamente inizia già a prepararsi per la procedura di sblocco vera e propria accelerando ancora di più il tutto. Oltretutto lo smartphone non ha avuto problemi di sblocco nemmeno con il display e dunque i sensori capovolti al contrario sintomo che il lavoro di riconoscimento realizzato da Google sia andato oltre il classico già visto con Face ID di Apple. 

HARDWARE: tutto nella norma

A livello hardware dopo aver descritto l’importante sistema di riconoscimento del volto creato da Google poco rimane di innovativo visto che il Pixel 4 XL va a montare al suo interno un hardware simile a quello presente in altri top di gamma rivali. Parliamo chiaramente del processore Snapdragon 855, che da un lato rappresenta l'evoluzione annuale della famiglia di SoC Snapdragon rivolti alle proposte mobile top di gamma mentre dall'altra è componente hardware fondamentale alla strategia di diffusione della connettività 5G che comunque in Google ancora non viene presa realmente in considerazione. Come in ogni evoluzione di SoC, anche Snapdragon 855 offre tangibili incrementi prestazionali per le componenti CPU e GPU. La prima è quella Kyro 485 e implementa un'architettura che è evoluzione della big.LITTLE con 3 differenti livelli di core così suddivisi:

  • 1 core Prime a 2,84 GHz di clock, con un quantitativo di cache L2 di 512 Kbytes che è doppio rispetto a quello degli altri core

  • 3 core Performance a 2,42 GHz

  • 4 core Efficiency a 1,8 GHz di clock

A livello prestazionale la superiorità dello Snapdragon 855 raggiunge anche il 20% rispetto a quanto offerto in Snapdragon 845, mentre più consistente è l'incremento nella componente GPU: parliamo in questo caso di un aumento sino al 45% nel chip Adreno 640. Grazie al supporto del Dolby Vision e a pannelli fino a 120 Hz di refresh rendono la piattaforma Snapdragon 855 ideale per configurare smartphone dedicati specificamente al gaming e in questo caso ecco che il Google Pixel 4 XL risulta perfetto proprio per questo. 

Google Pixel 4 e 4 XL: le specifiche tecniche

    GOOGLE Pixel 4 GOOGLE Pixel 4 XL
OS (al lancio)
Android 10
Processore
Qualcomm Snapdragon 855
RAM
6 GB
Display OLED 5,7" (Smooth Display 90Hz) OLED 6,3" (Smooth Display 90Hz)
Risoluzione 2160 x 1080 pixel 3.040 x 1.440 pixel
Storage 64 GB - 128 GB 64 GB - 128 GB
Fotocamere

Retro:
12.2 MP f/1.6 - 28 mm (wide) +
16 MP (telephoto) OIS 2x
Flash Dual-LED
Video 4K @ 30 fps

Fronte:
8 MP f/2.0 + 8 MP f/2.0
Video Full HD @ 30 fps

Retro:
12.2 MP f/1.6 - 28 mm (wide) +
16 MP (telephoto) OIS 2x
Flash Dual-LED
Video 4K @ 30 fps

Fronte:
8 MP f/2.0 + 8 MP f/2.0
Video Full HD @ 30 fps

Extra

4G LTE
Wi-Fi 802.11ac
Bluetooth 5.0
NFC

4G LTE
Wi-Fi 802.11ac
Bluetooth 5.0
NFC

Porte
USB 3.1 Type-C
Batteria
2.800 mAh
Ricarica rapida
3.700 mAh
Ricarica rapida
Dimensioni 68,8 x 147,1 x 8,2 mm 75,1 x 160,4 x 8,2 mm
Peso 162 gr 193 gr

Il Google Pixel 4 XL si muove sempre e comunque in modo fluido, immediato, scattante e senza alcun impuntamento o ritardo. Sono lontani ormai i tempi in cui gli utenti dovevano attendere qualche secondo di troppo per accedere ad un’applicazione qui tutto avviene nell’immediato grazie anche alle novità grafiche di Android 10 che ha raggiunto davvero la sua piena maturità sotto questo punto di vista. 

Tutti gli smartphone top di gamma di ultima generazione sono in possesso solitamente di 8 o addirittura 12 GB di RAM. Troppi? Non sono mai troppi ma di fatto quello che è possibile osservare nel breve periodo è di un grandissimo lavoro di ottimizzazione e seppur il Pixel 4 XL possiede 6GB di RAM il tutto non fa che muoversi velocemente senza impuntamenti.

Google si è impegnata a supportare questa nuova generazione di Pixel con aggiornamenti futuri per almeno 3 anni a prescindere e sicuramente un comparto tecnico di questo genere non potrà che esaudire i desideri degli utenti che lo acquisteranno anche con sistemi operativi futuri sempre meno impegnativi a livello hardware. Da non sottovalutare anche l’upgrade generazionale della Adreno 640 che viene coadiuvata anche dall’ormai noto Pixel Neural Core capace di muovere lo smartphone ad alti livelli per quanto concerne l’intelligenza artificiale. 

INTERFACCIA GRAFICA E USER EXPERIENCE

Una delle principali caratteristiche dei nuovi Google Pixel 4 e 4 XL come detto risulta il cosiddetto Motion Sense ossia un sistema di interazione che potrà essere utilizzato tramite le gesture e che consentirà di realizzare diversi tipi di funzionalità senza mai toccare con mano (o per meglio dire con dita) il display. La tecnologia è stata messa in piedi ormai 5 anni fa con l'acquisizione da parte di Google di Project Soli ossia un sistema capace di ricevere informazioni tramite l'uso di gesture a distanza. Tutto avviene semplicemente muovendo la mano vicino ai sensori predisposti alla ricezione delle gesture ed è anche importante sapere che l'algoritmo non si confonderà con altri tipi di gesti che gli utenti potrebbero fare involontariamente. Google ha lavorato molto per questo e in effetti il risultato finale sembra proprio quello desiderato e voluto. 

A livello tecnico il Motion Sense non è altro che un vero e proprio radar posizionato come detto precedentemente nella parte superiore del corpo anteriore dello smartphone. Questo crea un emisfero spaziale di circa un metro di diametro attorno al Pixel nel momento in cui viene posto sulla scrivania o anche quando tenuto in mano. Non appena il radar capta la presenza di una mano dell’utente si mette in azione e permette dunque di comandare, al momento solo su poche applicazioni, lo smartphone. Non è necessario concentrare il posizionamento della mano sul sensore in modo preciso come poteva avvenire con il sistema ideato ad esempio da LG con il suo G8s. Qui tutto avviene in modo naturale, veloce e senza errori di sorta. 

Cosa sarà possibile fare con il Motion Sense? Come detto per il momento poche cose ma in Google ci hanno detto che sono pronti a rilasciare il codice per lo sviluppo a terze parti e soprattutto per permettere di affiancare le applicazioni non proprietarie a questo tipo di sistema. Di fatto tre sono i gesti eseguibili: 

  • Silenziare la suoneria di una chiamata: in pratica alla ricezione di una chiamata basterà muovere la mano sul display per rendere "inoffensiva" la suoneria

  • Silenziare la sveglia: come accade per la chiamata, anche per la sveglia, è possibile silenziare la sveglia semplicemente usando i gesti. Ecco che basterà passare la mano sopra lo smartphone per interrompere la suoneria.

  • Cambiare brani musicali: non servirà più toccare lo smartphone per andare avanti o indietro con le canzoni ma basterà muovere la mano. Questo oltretutto sembra sia possibile non solo su YouTube Music ma anche su altre app di terze parti come  Amazon Music, Deezer, Google Play Musica, iHertRadio, Pandora, Spotify, Spotify Stations e YouTube

Un sistema ingegnoso che ha necessità di essere implementato anche per altre funzionalità ma che a differenza di altri competitor di certo è realizzato ad hoc e già funzionante senza intoppi o errori. La domanda che ci si può fare è se effettivamente è utile su di uno smartphone odierno. La risposta non è semplice. Sappiamo che l’implementazione di una nuova tecnologia può portare nella maggior parte dei casi ad una migliore fruizione del dispositivo. Qui siamo di fronte a funzioni primordiali che dovranno essere estese ma che di fatto possono effettivamente abituare l’utente ad utilizzare lo smartphone in alcune circostanze in modo diverso e forse anche più comodo. 

Motion Sense non è però l’unica novità che Google introduce sul suo Pixel 4 XL. Android 10 è il sistema operativo arrivato solo pochi mesi fa e con il nuovo top di gamma vede l’implementazione di alcune novità esclusive, almeno per il momento degli utenti Pixel 4 e 4 XL. Android 10 lo conosciamo già da qualche mese e ha permesso di raggiungere una maturità sugli smartphone concorrenti di iPhone che mai Google aveva effettivamente raggiunto sul mobile. Il nuovo sistema operativo vede tante chicche: possiede un nuovo sistema di navigazione con la possibilità di utilizzare le gesture a schermo tra swipe da destra a sinistra e viceversa per tornare indietro o anche per tornare alla Home o per raggiungere il multitasking. 

Non solo perché l’azienda ha cercato di rinnovare l’esperienza del “Copia e Incolla” riducendo il numero dei tocchi, la regolazione del cursore e altre differenti modifiche necessarie per spostare il testo da un’applicazione ad un’altra. Ecco che da molte app di messaggistica la copia del testo diviene quasi automatica e grazie ad una rilevazione ed estrazione del testo più rilevante da parte del Pixel. 

Il nuovo Android 10 è anche tutto quello che Google aveva già introdotto con Android 9 Pie e che qui viene ancora una volta modificato permettendone il migliore utilizzo ed ottimizzazione. Parliamo del Benessere Digitale per le informazioni specifiche sull’utilizzo dello smartphone, parliamo di Intelligenza Predittiva per la batteria che pone priorità sull’uso in certi aspetti piuttosto che altri. Non solo perché rimangono alcune feature come quella della modalità “Shhh” capace di ruotare lo smartphone con lo schermo rivolto verso una superficie per mettere in “non disturbare” il device o ancora un interfaccia piacevole, morbida e rotondeggiante in pieno stile Material Design con piacevolezza di utilizzo. 

Il menu delle applicazioni si arricchisce dell’applicazione “Registratore” che permette ora la registrazione e soprattutto la trascrizione (al momento solo in inglese) di tutto quello che viene appunto registrato. Comoda e ben fatta soprattutto per la capacità anche di salvare tutto su Google Drive garantendo il funzionamento anche su di un altro dispositivo nell’immediato. 

A tutto questo si aggiunge anche un nuovo Assistente Google che l'azienda di Mountain View ha deciso di arricchire e rinnovare con nuove funzionalità e soprattutto un nuovo aspetto. Si perché il "Nuovo Assistente Google" vede ora una rinnovata interfaccia grafica più compatta ma anche trasparente. Possiede una barra inferiore luminosa con i 4 colori tipici di Google ma soprattutto permette la conversazione continua ossia l'intelligenza artificiale del sistema garantisce di avere una conversazione senza interruzioni e soprattutto chiedendo al bot qualsiasi cosa senza però dover ad ogni domanda dire "Ok Google". Peccato che per il momento sia solo utilizzabile con la lingua inglese ma di certo arriverà a breve anche in Italia. 

FOTOCAMERA: doppia e sempre meglio

Il comparto fotografico del nuovo Google Pixel 4 XL è senza dubbio uno degli aspetti più importanti. Non solo perché dopo 3 generazioni, l’azienda di Mountain View decide di proporre un doppio sensore al posteriore ancora in controtendenza rispetto agli altri che ne possiedono almeno tre. Ma anche per il fatto che l’algoritmo creato da Google per la post produzione degli scatti ha permesso finora di avere la meglio nei confronti dei top di gamma soprattutto sul ritratto con un effetto Bokeh da primato. 

A livello tecnico quello che troviamo sul Pixel 4 XL come detto è un comparto fotografico costituito da un doppio sensore: 

  • Principale 

    • Sensore da 12.2 MP 

    • Obiettivo con apertura f/1.7

    • Pixel Size - 1.0 µm 

    • OIS + EIS 

  • Teleobiettivo

    • Sensore da 16 MP

    • Obiettivo 8x Digital Zoom con apertura f/2.4

    • OIS + EIS

  • Video 4K Ultra HD @ 60 fps

  • Super Slow-motion Full HD @ 120 fps / HD @ 240 fps

  • Time Lapse

Google dunque propone agli utenti un sensore con caratteristiche da teleobiettivo e non Ultra Grandangolare come invece fanno i suoi concorrenti. Una scelta in controtendenza che, a detta di Google, troverà maggiore consenso tra gli utenti soprattutto per un algoritmo in aiuto a questa funzionalità capace di raggiungere risultati stupefacenti grazie al Super Zoom Res che vedremo garantisce dettagli anche con zoom 8x. Nel pratico tante le novità che l’azienda di Mountain View decide di porre sul nuovo Google Pixel 4 XL. 

Super Res Zoom
Il Google Pixel 4 XL dunque presenta un modulo fotocamera principale con un obiettivo f/1.7 equivalente da 27 mm, caratterizzato da un sensore CMOS di tipo 1 / 2,55" da 12.2 MP. Nuovo è il secondo modulo fotocamera "ingrandito" con un equivalente da 48 mm, obiettivo f/2.4 accoppiato ad un sensore leggermente più piccolo da 16 MP. Entrambi i moduli sono stabilizzati otticamente ed elettronicamente. Google dichiara come dei risultati ‘’piacevoli’’ possano essere raggiunti addirittura fino a fattori di ingrandimento 4x-6x. In effetti sembra essere vero visti alcuni scatti da noi effettuati dove risulta palese la combinazione di due obiettivi e lo zoom a super-risoluzione capace di raggiungere appunto zoom 8x a piena risoluzione.


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Secondo le informazioni che Google ha rilasciato la modalità Super Res Zoom non utilizza la tecnica della "fusione del campo visivo" che solitamente viene invece utilizzata da Huawei nei suoi ultimi telefoni in cui, ad esempio, una foto 3x va a prendere informazioni dall'unità 5x  usando una super-risoluzione dallo scatto ad 1x. Pixel 4 XL utilizza la combinazione di zoom ottico con il software Super Res Zoom (originariamente lanciato con Pixel 3) per fornire una qualità straordinaria sotto questo aspetto. Nell’uso quotidiano basterà toccare due volte dal mirino per ingrandire al 2x nell’immediato o allargare poi con il pollice e l'indice in un solo movimento. Lo zoom potrà essere utilizzato come strumento creativo per lunghezze focali più popolari (35 mm, 50 mm, 85 mm e il 24-70 mm) con qualità ottica per ogni scatto. 

Doppi controlli dell'esposizione con "Live HDR +"
Molto interessante l’introduzione dei doppi controlli dell'esposizione. A livello pratico basterà toccare il mirino per far apparire i cursori sia per luminosità che per le ombre. Il primo possiede un cerchio bianco con un’icona solare regola l’esposizione complessiva. Il secondo invece regola essenzialmente la mappa tonale, quindi la visibilità e i dettagli di ombre e mezzitoni. La nuova funzionalità è in grado di acquisire dati in tempo reale, effettuando gli spostamenti di luci e colori modificando dunque i dati per una diversa acquisizione dello scatto che oltretutto potrà essere modificato comunque in post produzione direttamente con Google Foto.


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I risultati degli scatti con HDR+ sono più che convincenti e permettono di conservare tantissimi dettagli in ogni situazione rendendo dunque lo scatto piacevole e credibile.  Google ha scelto di utilizzare l'apprendimento automatico per approcciare i risultati HDR+ in tempo reale, portando a un'esperienza migliore per l’utente che con il semplice punta e scatta si garantisce un risultato comunque elevato prestazionalmente parlando.  

I doppi controlli dell'esposizione sono un modo intelligente di utilizzare la fotocamera di uno smartphone in quanto consentono all'utente di regolare sia l'esposizione complessiva sia la mappa tonale finale in uno o due passaggi quanto mai rapidi. A volte gli algoritmi HDR e tonemapping possono andare un po' oltre e in tali situazioni gli utenti un pochino più attenti apprezzeranno il fatto di avere più controllo nelle loro mani soprattutto senza dover agire in post produzione dove può capitare anche di non avere strumenti di modifica immediati sullo smartphone per modificare in modo giusto lo scatto. 


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Foto Notturna migliorata
La modalità “Foto Notturna” è senza dubbio considerata un punto di riferimento del settore. Parliamo costantemente del suo utilizzo non solo per la fotografia in condizioni di scarsa illuminazione, ma anche per altri tipi di fotografia visto che permettono risultati a risoluzione più elevata con meno aliasing e artefatti. La modalità Notturna introdotta con il Pixel 3 aveva portato a risultati da primo della classe con immagini dettagliate con assenza del rumore in condizioni di scarsa luminosità. Come migliorare tutto questo?

Pixel 4 XL estende l'esposizione del fotogramma, quando non viene rilevato alcun movimento, ad almeno 16 secondi e fino a 15 fotogrammi per un totale di 4 minuti di esposizione. Questo è ciò che consente a Pixel 4 di catturare la Via Lattea. Notevole è la mancanza di input da parte dell'utente: basta posizionare il telefono contro una roccia per stabilizzarlo e premere il pulsante. Al resto ci pensa Google. È importante notare il funzionamento che non sarebbe possibile con una lunga esposizione, sia con un Pixel che con una fotocamera dedicata, perché si tradurrebbe in tracce di stelle. In che modo allora il Google Pixel 4 aggira questa limitazione?

Fondamentalmente è la stessa tecnica che consente immagini di alta qualità da un piccolo sensore: scattare più fotografie. Innanzitutto, la fotocamera seleziona una velocità dell'otturatore abbastanza breve da garantire l'assenza di tracce di stelle. Successivamente, prende molti fotogrammi a questa velocità dell'otturatore e li allinea. Tramite l’allineamento l’algoritmo può gestire le stelle in movimento a causa della rotazione fisica proprio come l'algoritmo standard HDR+ gestisce il movimento nelle scene. Normalmente, tale allineamento è molto complicato per i fotografi che scattano cieli notturni con oggetti statici non celesti, poiché l'allineamento delle stelle causa un disallineamento negli oggetti statici in primo piano e viceversa.


Foto scattata completamente al buio - Clicca per ingrandire

Google è in grado di gestire lo spostamento di oggetti da da un frame all’altro fino a circa l'8% dei frame. Può essere pensato come un allineamento basato su frame in cui ogni riquadro è suddiviso in circa 12.000 frame, con ogni riquadro allineato individualmente al telaio di base. Questo permette al Pixel 4 XL di non avere problemi nel trattare le stelle nel cielo in modo diverso dagli oggetti statici in primo piano.

Ritratto migliore
Il nuovo Google Pixel 4 XL migliora ancora una volta il cosiddetto effetto bokeh, ossia le luci sfuocate al di fuori di un soggetto, più vicino a ciò che ci aspetteremmo dalle fotocamere professionali e dalle ottiche tradizionali. Fino ad ora, i telefoni Pixel hanno permesso una correzione della sfocatura a forma di disco per le aree sfocate come fanno gli obiettivi reali e gli sfondi sfocati semplicemente non hanno avuto l'impatto che tendono ad avere con le fotocamere tradizionali, dove i punti salienti sfocati emergono dall'immagine in splendidi cerchi luminosi a forma di disco. 

La nuova interpretazione del bokeh sul Pixel 4 porta le cose un passo avanti verso l'ottica tradizionale, evitando la tecnica "economica" che alcuni dei suoi concorrenti utilizzano con dischi circolari luminosi semplicemente "impressi" nell'immagine. L'impatto a forma di disco del bokeh delle luci sfocate è dovuto all'elaborazione della sfocatura a un livello Raw, in cui la linearità assicura che gli algoritmi di Google sappiano quanto siano “brillanti” quelle luci sfocate rispetto all’intorno. 


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In precedenza, l'applicazione della sfocatura produceva luci sfocate meno pronunciate, poiché la tonemapping HDR di solito comprime la differenza di luminosità tra queste alte luci e altri toni della scena. Ciò significava che le "sfere di bokeh" sfocate non erano così luminose o separate dal resto della scena come sarebbero con le macchine fotografiche tradizionali. Il nuovo approccio di Google permette ora di applicare la sfocatura in fase Raw consentendo di approssimare in modo più realistico.

Anteriormente l’azienda di Mountain View decide di abbandonare il doppio sensore del Pixel 3 XL e pone un singolo obiettivo da 8MP con 1.22 μm pixel ed apertura pari ad f/2.0 con angolo di visione pari a 90°. Gli scatti sono ottimali con un risultato elevato nei ritratti grazie a quanto detto precedentemente sull’algoritmo di lavoro di Google a posteriori. 

I video mantengono sempre alto il livello dello smartphone con stabilizzazione ottimale migliorata con la modalità “Super Steady” capace di regolare i movimenti anomali rendendo stabili anche le clip in risoluzione 4K a 30 fps. Buoni i colori che rimangono reali come anche elevati sono i contrasti e la gamma dinamica del girato. Possibilità qui di utilizzare la messa a fuoco in movimento che garantirà di seguire un determinato soggetto anche in movimento senza perderlo di vista. 

Nel complesso il nuovo Google Pixel 4 XL offre una delle migliori qualità d'immagine che abbiamo visto da un dispositivo mobile. Nessun altro telefono può competere con i suoi risultati Raw, poiché è il risultato dell’utilizzo di un robusto algoritmo di allineamento degli scatti e fusione che Google primeggia rispetto agli altri. La modalità Notturna è ora migliorata per consentire risultati superiori con scene statiche che richiedono lunghe esposizioni. La modalità Ritratto è notevolmente migliorata grazie all'apprendimento automatico, con meno errori di profondità della mappa e una migliore capacità di "tagliare" oggetti complessi come le ciocche di capelli sciolti.  

Non sostituirà la tua fotocamera professionale in tutte le situazioni, ma in molte potrebbe davvero farlo. Il Google Pixel 4 XL arrivare da una fotocamera già eccezionale del Pixel 3 e la perfeziona ulteriormente per ottenere risultati più vicini e, in alcuni casi, superiori, alle fotocamere e alle ottiche tradizionali. 

AUTONOMIA: buona e veloce ricarica

Il nuovo Pixel 4 XL di Google possiede una batteria da 3.700 mAh ossia una quantità maggiore rispetto a quella della passata generazione. L’utilizzo che solitamente facciamo con lo smartphone è quello di lavorare quotidianamente sotto rete Wi-Fi o anche molto spesso sotto rete 4G, ascoltare musica sia in streaming che offline con cuffie bluetooth quindi spostamenti con l’uso importante del GPS e di applicazioni di navigazione. 


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Ebbene il Google Pixel 4 XL è riuscito ad arrivare a sera senza problemi proprio come molti altri suoi concorrenti. L’uso dell’Ambient Display per le notifiche non fa diminuire la batteria dello smartphone che in stand-by ha cali anomali sintomo che Android 10 risulta ben ottimizzato e che tutte le tecnologie come il Motion Sense sono state studiate a tavolino proprio per lavorare con il nuovo sistema operativo senza imprimere anomali problematiche di batteria. Da non dimenticare anche la ricarica rapida con il cavo e l’alimentatore in dotazione che permette i 18W e garantisce meno di un’ora e mezza per la totale ricarica. 

CONCLUSIONI

Google continua a lavorare in modo certosino nella ricerca dello smartphone perfetto che probabilmente non esisterà per nessuno ma che di certo potrebbe avvicinarsi e di molto grazie alle nuove tecnologie. Pixel 4 XL migliora la precedente generazione portando tre  principali innovazioni come lo sblocco facciale con riconoscimento 3D, un display con una refresh rate a 90 Hz, un nuovo Assistente Google più veloce ma anche con una maggiore consapevolezza del linguaggio. 

Esteticamente il nuovo Pixel 4 XL è un telefono in pieno stile Google. Una versione con “pantaloni a vita bassa” di iPhone 11 Pro. Lo si può riconoscere tra tanti per quel suo carattere un po’ più sbarazzino rispetto alle convenevoli eleganze della concorrenza. La fotocamera raddoppia al posteriore e raggiunge un livello qualitativo di prestigio potendosi contendere ancora una volta lo scettro di miglior camera phone del momento.

Android 10 è un software sempre più maturo con tante funzionalità utili in ogni momento della giornata. Un sistema operativo consapevole di voler aiutare l’utente e soprattutto di rendere la sua vita  più produttiva e semplice con un Motion Sense ancora alle prime armi anche se completamente funzionante e preciso che potrebbe divenire una killer feature se introdotta su tutte le applicazioni. 

Google Pixel 4 XL viene venduto ad un prezzo di 899€ nella versione da 64GB e di 999€ in quella da 128GB. Siamo in linea con altri contendenti e come gli altri la qualità è davvero elevata con uno smartphone simpatico da vedere, bello da toccare e soprattutto efficiente da utilizzare. Cosa potrebbe catturare l’attenzione del pubblico? Sicuramente l’Intelligenza Artificiale creata da Google che in questo caso è senza dubbio un plus non indifferente.  

10 Commenti
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al13522 Ottobre 2019, 11:51 #1
quando la finiremo di etichettare BORDERLESS come una feature?
il non avere per nulla bordi, NON SEMPRE, è una cosa positiva sia ai fini estetici, sia ai fini di utilizzo
rebeyeah22 Ottobre 2019, 12:52 #2
tutto molto bello ma cosa gli costa mettere lo slot per la microsd e il jack per le cuffie? oltretutto provano a venderlo a 999€...

quota di mercato di google nel settore smartphone in america: 2.3%.
potrebbero evitare di buttare soldi nel settore, tanto non se li caga nessuno.
rebeyeah22 Ottobre 2019, 12:54 #3
https://gs.statcounter.com/vendor-m...re/mobile/italy

guardate le quote di mercato in italia di google: non pervenuta
mashiro.tamigi22 Ottobre 2019, 14:38 #4
A me pare sia un device a cui vengono tolte funzionalità per inserirne di nuove (vedi il sensore dell'impronta digitale, che io uso esclusivamente per l'app della banca e che qui, probabilmente non funzionerà oppure la camera grandandolare, utilissima per fare foto in spazi chiusi).
A quel prezzo credo sia una scelta inaccettabile e un prodotto mediocre dal punto di vista del mercato (se l'obiettivo è rendere il device appetibile). Ha indubbiamente tutto il fascino di Google ma metà delle funzionalità dei suoi concorrenti, alcuni anche ampiamente meno costosi. Credo sia abbastanza chiaro che Google non voglia competere con Samsung, OnePlus e alternative varie; semplicemente metta a disposizione del mercato un device di riferimento per i prodotti dei prossimi 3 anni.
mattewRE22 Ottobre 2019, 16:28 #5
Originariamente inviato da: mashiro.tamigi
A me pare sia un device a cui vengono tolte funzionalità per inserirne di nuove (vedi il sensore dell'impronta digitale, che io uso esclusivamente per l'app della banca e che qui, probabilmente non funzionerà


Immagino che Android abbia un livello di astrazione per l'autenticazione in-app a livello biometrico, come lo è in iOS tra TouchID e FaceID.

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Nell'articolo leggo:
"dell’osservare lo schermo e, magicamente, il Pixel 4 XL sarà già acceso e sbloccato. Niente swipe verso l’alto"


Non è che quelli di Apple non sono stati capaci a scrivere una riga di codice per andare avanti oltre la Lockscreen in caso di sblocco FaceID. Passare sulla Home impedisce di vedere a colpo d'occhio le notifiche: è l'utente che con lo swipe prosegue verso la Springboard volontariamente.
Se ho capito bene + sblocco con occhi chiusi: Google deve un attimo imparare meglio da Apple lato FaceID.

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Commento generale: la qualità software, aggiornamenti, assistenza e pulizia (no bloatware, Android Pixel Experience) si pagano. Da utente Apple ritengo sia effettivamente uno dei pochi cellulari con Android comprabile (assieme al 3a, in caso si voglia qualcosa di più economico), avendo imparato che i numeri sulla carta riflettono ben poco l'esperienza di utilizzo.
RaZoR9322 Ottobre 2019, 17:00 #6
Ambizioso?
Lato hardware non c'è niente di ambizioso onestamente.

Display con luminosità ridicola (400 nits???)
SoC superato (ok, differenze relativamente modeste con 855+)
Batteria inferiore alla maggior parte dei concorrenti e autonomia fra le peggiori nei top di gamma.
Video 4k senza i 60fps senza spiegazione. Video fotocamera frontati limitati 1080p.
64GB di NAND UFS2.1, ormai ben sorpassata.
Niente fotocamera grandangolare.
Radar che non sembra funzionare perfettamente.
Versione Google del FaceID introdotta da Apple nel 2017.

Grosso flop per Google quest'anno.
Housello22 Ottobre 2019, 17:47 #7
75,1 x 160,4 perfetta per qualsiasi grandezza della mano?
porradeiro22 Ottobre 2019, 18:47 #8
carino, un iPhone 11 pro imbruttito e meno performante.
sdomenico58822 Ottobre 2019, 23:46 #9
Mi sembra uno degli smartphone più brutti dell'anno.
pierpox23 Ottobre 2019, 09:14 #10
Su trovaprezzi un OnePlus 7 pro da 128 GB lo trovo a 575 euri,in base alle slide di cui sopra che riguardano autonomia e prestazioni,vale la pena spendere quasi il doppio per avere questa "incarnazione" del "Pure Google"?Boh...

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