EMI minaccia l'abbandono di IFPI e RIAA
Una delle quattro etichette principali ha dichiarato di voler sospendere i finanziamenti alle organizzazioni dell'industria discografica
di Andrea Bai pubblicata il 14 Gennaio 2008, alle 16:23 nel canale MultimediaRivoluzione all'orizzonte per l'industria discografica, con RIAA (Record Industry Association of America) e IFPI (International Federation of Phonographic Industry) che rischiano di perdere il sostegno di EMI che, assieme a Universal, Sony e Warner, rappresenta uno dei quattro pilastri di sostegno di queste organizzazioni.
L'etichetta recentemente acquisita da Terra Firma, infatti, ha dichiarato di voler sospendere i propri finanziamenti a IFPI e RIAA nel caso in cui, entro il prossimo 31 Marzo, tali realtà non saranno in grado di mostrare una nuova rotta che meglio possa collimare con gli interessi di EMI stessa. Non solo: pare che anche le altre etichette musicali abbiano avviato confronti con l'IFPI per individuare uno schema di riorganizzazione che meglio risponda alle esigenze dell'industria discografica.
L'obiettivo è quello di arrivare ad una complessiva riduzione dei costi e ad un miglioramento dei risultati che l'adesione a tali organizzazioni permette di conseguire e tra le opzioni all'orizzonte si paventa anche una eventuale fusione tra IFPI e RIAA.
In realtà è poco verosimile che EMI passi dalle parole ai fatti abbandonando le organizzazioni citate. E' comunque importante notare che sono le stesse etichette a riconoscere che organizzazioni come RIAA e IFPI non rappresentino più, di fatto, gli interessi degli associati.
Difficile prevedere, nel caso la rivoluzione dovesse realmente avvenire, se qualcosa cambierà per il consumatore e se la riduzione dei costi di adesione alle organizzazioni si rifletterà sul prezzo di acquisto della musica.
Fonte: Arstechnica
15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoda quando è stato creato non ha portato di fatto a nessun miglioramento.. anzi!!
specialmente contro quella che viene comunemente chiamata "pirateria"
pure amato, forse il più grande distributore di vinile al mondo, ha chiuso i battenti mettendo di fatto in crisi la distribuzione di moltissime etichette, più o meno grandi...
che forse si siano mossi nella direzione sbagliata?
oppure emi pensa che così facendo dia la spinta per assumere comportamenti più "radicali" nella gestione del problema?
sinceramente mi viene da ridere
inoltre devo criticare la copiatura della notizia che avete fatto da arstechnica, in quanto avete tralasciato di riportare che EMI è stata la prima a "mollare" il DRM da itunes/amazon di fatto forse l'unica cosa contro la pirateria che RIIA sia riuscita a fare sin dalla sua esistenza..
-...se qualcosa cambierà per il consumatore e se la riduzione dei costi di adesione alle organizzazioni si rifletterà sul prezzo di acquisto della musica.-
Leggetevi gli obiettivi entro il 2012 della Terra Firma
http://www.rockol.it/news-90910/Il-Times-rivela--'Terra-Firma-via-dalla-EMI-tra-cinque-anni'
da qualche parte, qualcuno (leggi "consumatori", dovrà pur tirarli fuori sti soldi;dubito in un qualche calo dei prezzi, sia dei CD che dei titoli online (_soprattutto_ di questi ultimi, in cui i margini di guadagno sono esageratamente maggiori).
E poi meglio così: queste decisioni spingono la RIAA et sim. a capitalizzare fondendosi in nuove associazioni.Dopo la MAFIAA™ (la MAAAFIAAAA?!!!? oh ragazzi!!!) sono curioso di vedere come chiameranno la joint con l'IFPI...
CAMORRA™ ...? 'NDRANGHETA™...? o HOLY CROWN UNITED™...?
^_^
Ma in America non hanno la SIAE che fiata sul collo di chiunque....
Una rivoluzione prevede grandi cambiamenti e questi qui non sono certo quelli che possono sopportarli.
Quando in futuro la distribuzione così come la conosciamo non esisterà più e sarà curata direttamente dagli artisti,
le "case di produzione", loro saranno ancora li, attaccate ad un sistema che le ha rese ricche ma che ormai è ad un passo dal fallimento,
Forse si daranno una calmata e la smetteranno di chiedere giustizia a suon di denunce su leggi fatte apposta.
Fino ad allora da questi qui aspettatevene ancora.
...come dimenticarlo fa pure rima!
^__^
Una rivoluzione prevede grandi cambiamenti e questi qui non sono certo quelli che possono sopportarli.
Quando in futuro la distribuzione così come la conosciamo non esisterà più e sarà curata direttamente dagli artisti,
le "case di produzione", loro saranno ancora li, attaccate ad un sistema che le ha rese ricche ma che ormai è ad un passo dal fallimento,
Forse si daranno una calmata e la smetteranno di chiedere giustizia a suon di denunce su leggi fatte apposta.
Fino ad allora da questi qui aspettatevene ancora.
...come dimenticarlo fa pure rima!
^__^
Non credo che i prezzi siano alti per il guadagno degli artisti o case discografiche.
via amazon e la baia!
la soluzione per pagare i cd un prezzo decente: guardarsi in giro su internet, restando in europa. e non prendere roba recentissima, ma di un anno o due. allora stati sui 5-7 euro spediti a casa o anche meno!Devi effettuare il login per poter commentare
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