Radeon X1800 CrossFire Edition: scontro ai vertici

Dopo la presentazione e l'arrivo sul mercato delle schede video Radeon X1800, ATI lancia la sua nuova generazione di soluzioni CrossFire basate su architettura R520. Rispetto a quanto visto con le Radeon X850 e X800, fornisce prestazioni ben più elevate superando parte delle limitazioni presenti
di Raffaele Fanizzi pubblicato il 20 Dicembre 2005 nel canale Schede VideoATIRadeonAMD
Il nuovo composing engine e l'installazione
Alla base della tecnologia CrossFire implementata nelle schede Radeon X800, X850 e X1800 troviamo il composing engine, un componente che ha il compito di fondere le immagini ottenute dai due processori grafici. Tale componente deve essere al contempo potente e programmabile in quanto deve fondere le due immagini tenendo conto delle diverse modalità di rendering disponibili con la tecnologia CrossFire e il tutto deve essere eseguito in tempo reale con una buona velocità, senza la quale possono insorgere alcune limitazioni.
Le schede Radeon X800 e X850 CrossFire Edition sono dotate di un composing engine sviluppato da Xilinx, serie Spartan 3, che, nonostante possegga tutte le doti di programmabilità e flessibilità richieste dalla tecnologia CrossFire, non è in grado di elaborare il tutto con una velocità tale da consentire l'uso di una risoluzione superiore ai 1600x1200 a 60 Hz.
Per abbattere tale limite, ATI, in occasione della progettazione delle schede Radeon X1800 CrossFire Edition, ha optato per un composing engine di nuova generazione, appartenente alla medesima famiglia Spartan 3 di Xilinx, ma dotato di una frequenza di lavoro superiore, di una maggiore programmabilità (aggiornabile via driver grazie alla ROM presente onboard) e di un package FPGA.
Nelle vicinanze del composing engine possiamo osservare la presenza di altri quattro differenti chip: due TMDS receivers e due TMDS transmitters, tutti sviluppati da Silicon Image. I due TMDS receivers hanno il compito di ottenere in input l'immagine ottenuta dalla scheda slave e di inviare le informazioni al composing engine, mentre i due TMDS transmitters inviano l'immagine finale realizzata dal composing engine all'uscita di tipo dual link DVI-I. Interessante notare come siano stati utilizzati sia in ingresso che in uscita due chip: ognuno di questi lavora a 165 Mhz e insieme danno vita a connessioni dual link DVI-I in grado di gestire senza problemi una risoluzione di 2560x1600 a 60 Hz. Grazie a questa soluzione ATI ha definitivamente abbattuto il limite di 1600x1200 a 60 Hz visto con la precedente generazione di prodotti CrossFire.
Il kit fornitoci da ATI per la realizzazione dei benchmark comprende anche una scheda madre Asus A8R-MVP basata sul northbridge ATI Radeon Xpress 200 CrossFire e sul southbridge ULI M1575. L'installazione hardware del sistema ha richiesto il montaggio della scheda CrossFire Edition nello slot primario di colore azzurro e della scheda slave in quello secondario.
Ci sarebbe piaciuto poter affermare che ogni parte dell'installazione è andata a buon fine, ma, in realtà, abbiamo incontrato qualche piccola difficoltà. La problematica principale è risultata essere l'impossibilità di impostare per le memorie RAM i medesimi timings utilizzati con la piattaforma NFORCE 4. Per risolvere questo problema abbiamo dovuto lasciare le impostazioni del BIOS relative alla memoria in automatico: solo in questo modo abbiamo ottenuto un sistema stabile. Il tutto si è tradotto in timings leggermente meno aggressivi che potrebbero penalizzare la configurazione CrossFire rispetto a tutti gli altri test eseguiti con chipset NVIDIA, specie nelle situazioni meno complesse, come le basse risoluzioni.
Aggiungiamo a questo problema, una generale macchinosità dell'installazione delle schede video in modalità CrossFire, sicuramente meno agevole rispetto all'uso del semplice ponticello SLI. E', infatti, possibile sbagliare nel posizionare le schede master e slave negli slot PCI Express della scheda madre a loro dedicati o anche commettere un errore nella selezione dell'uscita DVI-I della scheda slave. Si tratta, in ogni caso, di difficoltà risolvibili che non comportano il danneggiamento del sistema e che, quindi, possono essere superate anche dai meno esperti senza conseguenze.