Raffreddamento del processore agli estremi

Frequenze di clock sempre più elevate e processi produttivi che portano a potenze via via crescenti implicano sistemi di raffreddamento sempre più spinti. E' il caso dei kit NVENTIV e Asetek proposti in queste pagine, per overclocking realmente spinti
di Alberto Menolascina pubblicato il 04 Novembre 2004 nel canale ProcessoriIntroduzione
Con il passare del tempo sempre più appassionati si sono avvicinati al “mondo dell’overclock”; i veterani ricorderanno ancora i tempi in cui possedere una ventola di raffreddamento Delta era sufficiente per essere considerati dei “guru”.
A tal proposito potremmo riadattare la legge di Moore: essa stabilisce che il numero di integrati per unità di spazio si raddoppia ogni 18 mesi. Alla luce di questa, possiamo affermare che gli impianti di raffreddamento, convenzionali e non, messi a punto nel tempo consentono di avvicinarsi sempre più rapidamente allo 0 assoluto. Il vertiginoso incremento del numero di transistor integrati ha infatti reso indispensabile l’affinamento dei sistemi di dissipazione, permettendo di gestire il quantitativo di watt dissipati dai più recenti e potenti processori.
Da questo è conseguito un aumento delle dimensioni dei
sistemi di raffreddamento, con materiali più sofisticati. Nel 1999 sono apparsi in
commercio i primi dissipatori attivi interamente in rame, in grado di dissipare più
efficacemente il calore rispetto a convenzionali soluzioni in alluminio.
L’overclocker, sempre alla ricerca delle massime prestazioni velocistiche assolute,
non poteva accontentarsi di raffreddamenti proporzionati alla tecnologia in commercio; era
necessario intraprendere altre vie per raggiungere overclock degni di nota.
E così fecero la loro comparsa i primi impianti a liquido seguiti dalle prime celle Peltier. Le temperature cominciavano a calare drasticamente; si scendeva, infatti, al di sotto degli 0° centigradi.
I sistemi desktop per uso comune non hanno mai privilegiato soluzioni tanto estreme; piuttosto hanno sempre evidenziato una maggiore propensione all’adozione di sistemi di raffreddamento compatti e perfettamente gestibili anche dai meno esperti. Solo di recente si sono affacciate sul mercato proposte alternative; ne è un esempio Gainward che ha deciso di commercializzare schede video in edizione limitata caratterizzate da un raffreddamento a liquido perfettamente integrabile nel case.
Non si esclude che in futuro tali soluzioni possano conoscere una larga diffusione; allo stato attuale, invece, raffreddamenti estremi come un refrigeratore o un waterblock con cella di Peltier sono un privilegio riservato a pochi, sia per via dell’elevato costo sia per la manualità richiesta per assemblare nel migliore dei modi tali sistemi.
La “cultura dell’overclock” è ormai radicata tra gli appassionati ed ha favorito lo sviluppo di uno spirito di competizione che si è tradotto nella corsa all’ultimo punto o all’ultimo secondo (a seconda del test utilizzato). Ciò ha favorito la nascita di raffreddamenti artigianali e non convenzionali che impiegano ghiaccio secco (CO2 allo stato solido) e azoto liquido.
Parallelamente sono giunte proposte convincenti da case produttrici come NVENTIV (nota anche con il brand Chip-Con) e Asetek. Quelle commercializzate dalle due case danesi e testati nel corso di questo articolo sono soluzioni industriali complete, adatte a sistemi per i quali si voglia ottenere frequenze di lavoro particolarmente elevate.
Analizzeremo, pertanto, le prestazioni raggiungibili con l’ausilio dei due prodotti in esame e dedicheremo ampio spazio alla descrizione della fase di montaggio al fine di fornire indicazioni utili riguardo la facilità dell’operazione.