Internet, si può misurare l'universo virtuale del web? Alcune risposte

Il web è in costante fermento e non mancano tentativi per delinearne i confini con molteplici approcci. A seguire i dati più recenti che consentono di intuire il perimetro di un universo virtuale in espansione.
di Salvatore Carrozzini pubblicata il 22 Marzo 2016, alle 15:32 nel canale WebI tempi cambiano: mentre i nostri nonni, probabilmente, si chiedevano, con il naso all'insù contemplando un cielo stellato, quanto fosse esteso il sistema solare, oggi i nativi digitali si pongono la stessa domanda in rapporto ad un altro universo, indubbiamente molto più recente, ma, con le debite proporzioni, altrettanto ampio, quello di Internet. Rispondere alla domanda non è certamente semplice, esistono vari approcci per farlo, ma nessuno è in grado di offrire una risposta esatta, si può procedere per approssimazioni e stime, partendo dai dati tendenzialmente oggettivi. E' l'approccio sintetizzato in un interessante articolo pubblicato da Live Science, che prova a dare una risposta alla domanda: Quanto è realmente grande Internet?.
La prima risposta si sofferma su dati ricavabili dal sito Internet Live Stats, che fornisce interessanti statistiche sui fenomeni che interessano la rete e che, come tali, danno l'idea di quanto estesa essa sia: ogni secondo vengono inviati all'incirca 6000 tweet, sono effettuate indicativamente oltre 40.000 ricerche su Google e spediti oltre 2 milioni di mail. Numeri già di per sé imponenti che, tuttavia, riescono solo a fornire una rappresentazione parziale di Internet.
Un altro parametro utile per cogliere i contorni dell'universo internet è quello che passa per l'individuazione dei nodi che lo compongono: nel 2014 i siti internet avevano raggiunta quota 1 miliardo, cifra in costante oscillazione alla luce del susseguirsi dei fenomeni di "nascita" e "morte", un po' come avviene con le stelle di cui si parlava in apertura. Per continuare ad usare il parallelismo con l'universo "reale", poi, anche nell'"universo virtuale" di Internet esistono "buchi neri" che rendono più complicato misurarne l'estensione. Il cosiddetto "Deep Web", ovvero la zona oscura di Internet, non indicizzata da Google e dagli altri motori di ricerca, nasconde una parte della rete di cui non sempre si possono individuare i confini e i contenuti.
Il giudizio degli analisti - poco tecnico, ma molto pragmatico - è che il "web è grande e continua a diventare sempre più grande". Per provare a dare maggiore consistenza al termine "grande" può esser utile consultare il sito WorldWideWebSize.com, che senza troppi giri di parole dichiara subito il suo scopo: misurare la dimensione del World Wide Web, utilizzando come unità di misura il numero di pagine web indicizzate (escluse quindi, quelle inconoscibili racchiuse nel Deep Web). I numeri, come facilmente intuibile, cambiano a ritmi costanti, ma quelli presenti oggi (22 marzo) fanno riferimento a non meno di 4.64 miliardi di pagine.
Live Science prosegue nella sua disamina offrendo un'altra strada per stimare l'estensione di Internet, cambiando ancora una volta punto di osservazione ed abbracciando il parametro della quantità di informazioni che viaggiano nella rete. La fonte cita, sul punto, l'intervento di Martin Hilbert, docente di comunicazione presso la USC (University of Southern California). Per comprendere l'importanza di tale parametro è interessante esaminare la definizione che Hilbert delle attività poste in essere dalle rete:"Internet archivia informazioni, comunica informazioni ed elabora informazioni". La capacità di comunicazione della rete può essere ricavata dalla quantità delle informazioni che Internet può trasferire e trasferisce in un determinato istante.
La capacità di "storage" di Internet era stata stimata nel 2014, con una pubblicazione sulla rivista Supercomputing Frontiers e Innovations, in 10^24 bytes o, per dirla diversamente, 1 millione di esabytes. Per avere un parametro di riferimento - ricorda la fonte - un byte è l'unità di dati comprendente 8 bit, ed è equivalente ad un singolo carattere della parola di un testo, un esabyte corrisponde ad 1 miliardo di miliardi di bytes.
Come detto, per misurare la capacità di comunicazione della rete - e quindi percepirne l'estensione - può essere utile individuare la quantità di informazioni che concretamente circola in essa. A tal proposito, secondo le analisi effettuate da Cisco, con Visual Networking Index Iniativie, tale parametro deve essere oggi espresso utilizzando l'unità di misura dei zettabyte. Secondo le stime di Cisco, entro la fine del 2016, il traffico globale di Internet raggiungerà la soglia di 1.1 zettabytes e, dal 2019, tale cifra taglierà il traguardo di 2 zettabytes all'anno.
Da ricordare che uno zettabyte equivale a 1 sestilione di bytes, ovvero 1000 esabytes. Per dar corpo ai "freddi numeri", può esser utile evidenziare che uno zettabyte corrisponde alla quantità di dati che verrebbero consumati per la visione di un video in alta definizione per 36,000 anni o a quelli necessari per prendere visione dell'intero catalogo di Netflix per 3,177 volte (dati forniti da Cisco nel 2011). Mentre, per chi ama i numeri, si ricorda che lo stesso professor Hilbert e i suoi colleghi, con una pubblicazione del 2011 sul Journal Science, stimarono la capacità di comunicazione di Internet in 3 x 10^12 kilobits al secondo (ampiezza di banda massima, non quantità di dati effettivamente scambiati).
I tentativi per misurare l'estensione di Internet, utilizzando unità di misura ancor più facilmente percepibili non si sono arrestati nemmeno in tempi più recenti. Come ricorda Live Science, nel 2015 non sono mancati tentativi per esprimere le dimensioni del web in termini fisici, anche utilizzando esempi piuttosto pittoreschi ma in grado di rendere l'idea: ad esempio, secondo le valutazioni di un gruppo di studiosi, occorrerebbe abbattere il 2% della foresta amazzonica per produrre la carta necessaria per stampare i contenuti di tutto il Web, comprendente anche il Deep Web (studio pubblicato nel JIST) - risultato a cui si arriva, stimando una media di 30 pagine A4 per singola pagina web e un totale di 1.36 x 10^11 per l'intera copia del web.
Anche in questo caso, tuttavia, si procede per approssimazioni, visto che solo una parte, pur rilevante, delle informazioni custodite dal web è rappresentato dal testo contenuto nei miliardi di siti. Secondo i dati forniti dai ricercatori di Cisco, infatti, nel 2015, 8000 petabytes del traffico IP mensile sono stati costituiti da video, a fronte dei circa 3000 petabytes utilizzati per lo scambio di mail, la navigazione web e il trasferimento dei dati.
Comprendere quanto esteso è attualmente il web è un tema strettamente legato ai trend che ne caratterizzano l'evoluzione. Hilbert sottolinea a riguardo che Internet sta crescendo a passi da gigante e che c'è solo un argine in grado di bloccare una vera e propria la valanga di informazioni: la capacità di calcolo cresce a ritmi più rapidi rispetto a quelli che caratterizzano la crescita della capacità di archiviazione. Indicativamente, mentre la capacità di storage mondiale raddoppia ogni tre anni, quella di calcolo raddoppia ogni anno e mezzo. Ciò significa che l'universo di Internet è si esteso, ma sempre meno caotico. Si pensi agli algoritmi che già oggi filtrano le informazioni diffuse in rete e che, in prospettiva futura, faranno sempre più largo impiego di tecniche di intelligenza artificiale.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoMi sembra strano che nessuno abbia provato a calcolare il consumo energetico per ottenere simili flussi di dati.
Io: "... bisogna cercare un pò su internet..."
Lui: "Ok, ma visto che su internet si trovano tante cose, possiamo stamparlo tutto?"
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