Hai sbagliato se hai dato lo smartphone ai tuoi figli prima dei 13 anni: lo studio
Una ricerca basata sui dati del Global Mind Project ha analizzato oltre 100 mila giovani tra i 18 e 24 anni, rivelando correlazioni evidenti tra il possesso di smartphone prima dei 13 anni e problemi di salute mentale nell'età adulta.
di Nino Grasso pubblicata il 22 Luglio 2025, alle 12:31 nel canale TelefoniaLa diffusione capillare degli smartphone tra i bambini ha raggiunto proporzioni preoccupanti. È vero, i dispositivi mobili offrono nuove opportunità di apprendimento e socializzazione, ma dall'altra parte emergono preoccupazioni sui loro effetti durante le fasi critiche dello sviluppo cerebrale. Attraverso i dati del Global Mind Project, un gruppo di ricercatori ha esaminato le conseguenze a lungo termine dell'accesso precoce a smartphone e social media, fornendo dati interessanti.
La Generazione Z, nata tra il 1997 e il 2012, rappresenta la prima base di utenti completamente cresciuta con smartphone e social media. L'analisi retrospettiva ha coinvolto giovani di diverse culture e gruppi linguistici in tutto il mondo, utilizzando il Mind Health Quotient (MHQ), uno strumento di valutazione che misura 47 funzioni sociali, emotive, cognitive e fisiche attraverso una metrica composita che spazia da -100 (stato di angoscia) a +200 (prosperità mentale).
Meglio non usare gli smartphone prima dei 13 anni: lo dice un nuovo studio
I risultati mostrano una correlazione diretta tra l'età di primo possesso di smartphone e la salute mentale successiva: i punteggi MHQ scendono progressivamente da 30 per coloro che hanno ottenuto uno smartphone a 13 anni fino a 1 per chi lo ha ricevuto a cinque anni. La percentuale di persone considerate angosciate o in difficoltà aumenta del 9,5% per le femmine e del 7,0% per i maschi quando il primo smartphone viene acquisito prima dei 13 anni. I sintomi più fortemente correlati all'età precoce di possesso includono pensieri suicidi, aggressività, sentimenti di distacco dalla realtà e allucinazioni. Particolarmente significativo è il dato sui pensieri suicidari: il 48% delle donne di età compresa tra 18 e 24 anni che hanno ricevuto uno smartphone a cinque o sei anni riporta pensieri suicidari, contro il 28% di chi lo ha ottenuto a 13 anni. Tra i maschi, le cifre corrispondenti sono rispettivamente del 31% e del 20%.

Le funzioni specifiche maggiormente compromesse includono l'immagine di sé, l'autostima, la fiducia, la resilienza emotiva nelle ragazze, mentre nei ragazzi si osservano diminuzioni della stabilità emotiva, della calma e dell'empatia. La ricerca evidenzia come il fenomeno sia coerente in tutte le regioni del mondo, con la magnitudine maggiore nelle nazioni di lingua inglese. L'analisi ha identificato i percorsi attraverso cui l'uso precoce di smartphone influenza la salute mentale: l'età di accesso ai social media rappresenta circa il 40% dell'associazione complessiva a livello globale, mentre altri fattori significativi includono cattive relazioni familiari (13%), cyberbullismo (10%) e sonno interrotto (12%).
Lo studio ha inoltre determinato che il 68% degli impatti negativi associati a relazioni familiari scadenti e il 63% di quelli legati al cyberbullismo sono conseguenti all'età del primo account sui social media. Al contrario, solo il 19% degli effetti del sonno interrotto può essere spiegato dall'accesso ai social media, suggerendo che le interruzioni del sonno derivano anche da altre attività dello smartphone come guardare film o giocare.
Qual è, quindi, il consiglio per i genitori?
I ricercatori propongono un approccio politico sistemico basato sul principio di precauzione, simile a quello utilizzato per regolare l'accesso ad alcol e tabacco. Le misure suggerite includono l'istruzione obbligatoria sull'alfabetizzazione digitale, il rafforzamento dell'identificazione delle violazioni dell'età sui social media con conseguenze per le aziende tecnologiche, la limitazione dell'accesso alle piattaforme per i minori di 13 anni e restrizioni graduate per gli smartphone. Le proiezioni indicano che limitare gli smartphone durante l'infanzia potrebbe ridurre il disagio mentale fino all'8,5% delle popolazioni più giovani e i pensieri suicidi fino al 20%, migliorando contemporaneamente la resilienza emotiva e la fiducia in se stessi nel 12% dei casi. Il problema, secondo i ricercatori, non può essere affrontato efficacemente solo attraverso decisioni individuali, ma richiede invece un intervento coordinato a livello sociale e politico.










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17 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAbbiamo provato per mesi a chiedere di utilizzare le mail scolastiche ma c'era sempre qualche professore rincoglionito incapace di spedire una cavolo di mail con un allegato e alla fine abbiamo ceduto.
Continueranno a fare un caxxo nella vita e a succhiare prima dalla famiglia e poi dalle tette dello Stato, aiutati dai politicanti di turno, solo perché possono mettere una crocetta quando si va a votare?
Prima o poi ci sarà il patatrack.
E' pieno di ragazzini di appena 10 o 11 anni che hanno accesso a tutto, da tik tok ai siti porno.
E' pieno di ragazzini di appena 10 o 11 anni che hanno accesso a tutto, da tik tok ai siti porno.
Ho esposto i miei a qualunque tecnologia a qualunque età. Comprese consolle, smartphone, tablet e TV.
Senza nessun limite, orario o di parental control.
Sarò pazzo penserete. E magari avete anche ragione eh.
Però ricordo quando dicevano che la TV rincoglioniva, che i cartoni animati violenti incitavano alla violenza (Ken il guerriero era la causa dei sassi dal cavalcavia...) e la musica metal portava alle bestie di satana. Bon, sono uscito sano (più o meno), non sono per nulla violento e non ho avuto alcun problema intellettivo o emotivo.
Ho preferito educare i miei figli all'autocontrollo, ad essere consapevoli di cosa è giusto e cosa è sbagliato (l'ultima discussione è stata l'utilizzo dell'IA, per dire), ad interessarmi alla loro attività online e spiegargli l'uso e l'abuso delle tecnologie.
Per ora sono sani di mente (anzi, da un punto di vista del comportamento sono meglio della media, a sentire giudizi terzi) e hanno uno sviluppo intellettivo nella norma, anche se per quello più piccolo ho la sensazione che abbia qualche problema in più nelle relazioni sociali (ma è possibile, anzi forse probabile, che la tecnologia c'entri relativamente, forse è solo lui che è fatto così
Certo, probabilmente passano fin troppe ore davanti agli schermi, ma come faccio a dirgli che sbagliano quando ci passo io 14 ore al giorno (tra lavoro e svago)?
Sono d'accordo sui pericoli della tecnologia, ma penso anche che spesso il problema sia la carenza di educazione piuttosto che l'eccesso nell'uso di certi strumenti.
By(t)e
Senza nessun limite, orario o di parental control.
Sarò pazzo penserete. E magari avete anche ragione eh.
Però ricordo quando dicevano che la TV rincoglioniva, che i cartoni animati violenti incitavano alla violenza (Ken il guerriero era la causa dei sassi dal cavalcavia...) e la musica metal portava alle bestie di satana. Bon, sono uscito sano (più o meno), non sono per nulla violento e non ho avuto alcun problema intellettivo o emotivo.
Ho preferito educare i miei figli all'autocontrollo, ad essere consapevoli di cosa è giusto e cosa è sbagliato (l'ultima discussione è stata l'utilizzo dell'IA, per dire), ad interessarmi alla loro attività online e spiegargli l'uso e l'abuso delle tecnologie.
Per ora sono sani di mente (anzi, da un punto di vista del comportamento sono meglio della media, a sentire giudizi terzi) e hanno uno sviluppo intellettivo nella norma, anche se per quello più piccolo ho la sensazione che abbia qualche problema in più nelle relazioni sociali (ma è possibile, anzi forse probabile, che la tecnologia c'entri relativamente, forse è solo lui che è fatto così
Certo, probabilmente passano fin troppe ore davanti agli schermi, ma come faccio a dirgli che sbagliano quando ci passo io 14 ore al giorno (tra lavoro e svago)?
Sono d'accordo sui pericoli della tecnologia, ma penso anche che spesso il problema sia la carenza di educazione piuttosto che l'eccesso nell'uso di certi strumenti.
By(t)e
Non esiste un comportamento giusto sempre.
Per esempio io ho due figli e hanno bisogno comportamenti diversi.
Il primo è come me, mastica qualsiasi cosa tecnologica e comprende i rischi e i pericoli del web, con lui mi posso fidare (anche se un controllo ad app installate, cronologie di yt e simili e chat wa ogni tanto lo diamo)
Il secondo è meno tecnologico e più "tontolone" lo controllo di più, appena vedo qualcosa di strano gli spiego (anche il semplice verificare che alcune cose che vede non sono vere e sono costruite), controllo chi gli chiede amicizia nei giochi e gli ripeto mille volte i pericoli che possono presentarsi... soprattutto non usa i social mentre il primo commenta spesso su YT e usa in po' instagram.
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Senza nessun limite, orario o di parental control.
Sarò pazzo penserete. E magari avete anche ragione eh.
Però ricordo quando dicevano che la TV rincoglioniva, che i cartoni animati violenti incitavano alla violenza (Ken il guerriero era la causa dei sassi dal cavalcavia...) e la musica metal portava alle bestie di satana. Bon, sono uscito sano (più o meno), non sono per nulla violento e non ho avuto alcun problema intellettivo o emotivo.
Ho preferito educare i miei figli all'autocontrollo, ad essere consapevoli di cosa è giusto e cosa è sbagliato (l'ultima discussione è stata l'utilizzo dell'IA, per dire), ad interessarmi alla loro attività online e spiegargli l'uso e l'abuso delle tecnologie.
Per ora sono sani di mente (anzi, da un punto di vista del comportamento sono meglio della media, a sentire giudizi terzi) e hanno uno sviluppo intellettivo nella norma, anche se per quello più piccolo ho la sensazione che abbia qualche problema in più nelle relazioni sociali (ma è possibile, anzi forse probabile, che la tecnologia c'entri relativamente, forse è solo lui che è fatto così
Certo, probabilmente passano fin troppe ore davanti agli schermi, ma come faccio a dirgli che sbagliano quando ci passo io 14 ore al giorno (tra lavoro e svago)?
Sono d'accordo sui pericoli della tecnologia, ma penso anche che spesso il problema sia la carenza di educazione piuttosto che l'eccesso nell'uso di certi strumenti.
By(t)e
sei libero di fare quello che credi io posso dirti che il porno ha conseguenze spesso devastanti, soprattutto nei ragazzini che sono ancora in pieno sviluppo sia fisico che mentale e, ad ogni modo, se la quasi totalità degli studi dimostrano che la dipendenza da smartphone é un fatto concreto direi che tendo a crederci e comunque meglio ritardare il piu' possibilie l'accesso a certi contenuti.
Non credo che gli faccia male ai ragazzini di non avere internet senza filtri, avranno tutta una vita per masturbarsi su video porno violenti o passare ore a guardare stronxate e ad insultarsi sui social network con perfetti sconosciuti e utenti fake.
Ci sono pure un sacco di casi di ragazzini adescati da pedofili sul web e sono fatti veri, non minkiate inventate dai "novax" del telefonino.
Io comunque guardo pure un sacco di compagni di classe dei miei e noto che la maggior parte di loro manco esce di casa, si parlano via snapchat o nelle chat dei vari videogiochi invece di incorntrarsi e andare a giocare a pallone.
Questa è la cosa che mi preoccupa di più. Però credo anche sia legata all'età e all'autonomia (soprattutto per i mezzi di trasporto).
Almeno spero.
By(t)e
BMD dichiara di essere "il più grande database sulla salute mentale". Stranamente né BMD né SL, pur così grandi, hanno una voce su Wikipedia. Le sedi di ricerca sono in India e in Tanzania (vedi Brain Mind Centers). Non ho trovato traccia dei finanziamenti.
La pubblicazione citata è Protecting the Developing Mind in a Digital Age: A Global Policy Imperative, in Journal of Human Development and Capabilities, una rivista peer review con IF=0.736.
Prima di commentare la notizia aspetterei qualche informazione in più.
BMD dichiara di essere "il più grande database sulla salute mentale". Stranamente né BMD né SL, pur così grandi, hanno una voce su Wikipedia. Le sedi di ricerca sono in India e in Tanzania (vedi Brain Mind Centers). Non ho trovato traccia dei finanziamenti.
La pubblicazione citata è Protecting the Developing Mind in a Digital Age: A Global Policy Imperative, in Journal of Human Development and Capabilities, una rivista peer review con IF=0.736.
Prima di commentare la notizia aspetterei qualche informazione in più.
Già che sia peer review è qualcosa.
By(t)e
P.S.: grazie delle info aggiuntive.
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