Am9080, sono passati 50 anni dal primo processore AMD (figlio illegittimo dell'Intel 8080)
Cinquant'anni fa AMD entrava nel mercato dei microprocessori con l'Am9080, una versione rielaborata dell'Intel 8080. Nato da un'operazione di reverse engineering, il chip costava ad AMD circa 50 centesimi, ma poteva essere venduto fino a 700 dollari, assicurando margini di guadagno enormi.
di Manolo De Agostini pubblicata il 27 Ottobre 2025, alle 07:01 nel canale ProcessoriAMD
Cinquant'anni fa, nel 1975, AMD avviava la propria storia nel mondo dei microprocessori con l'Am9080, un chip che rappresentò al tempo stesso un punto di partenza e un'operazione di grande astuzia industriale. Derivato dall'Intel 8080, ma realizzato su base tecnologica proprietaria, l'Am9080 segnò l'ingresso dell'azienda di Sunnyvale nella produzione di CPU, aprendo la strada a mezzo secolo di evoluzione nel design dei semiconduttori.
L'origine del progetto risale all'estate del 1973, quando gli ingegneri Ashawna Hailey, Kim Hailey e Jay Kumar, allora in forza a Xerox, analizzarono un prototipo di pre-produzione dell'Intel 8080. Attraverso circa 400 fotografie microscopiche, riuscirono a ricostruirne logica e schemi circuitali. Il materiale risultante venne proposto a diverse aziende della Silicon Valley, e fu AMD - all'epoca una giovane realtà specializzata in componenti logici e di memoria - a intuire il potenziale del progetto.

L'azienda aveva appena sviluppato un proprio processo produttivo a canale n (n-channel MOS) e decise di riadattare il design del chip per la propria linea di fabbricazione. Il risultato non fu una semplice copia: il layout venne ridisegnato internamente, ottimizzato per una maggiore densità e occupare un'area inferiore rispetto all'originale Intel. In alcuni casi, le versioni più veloci dell'Am9080 raggiungevano frequenze fino a 4 MHz, superando le varianti più spinte del 8080, limitate a 3,125 MHz.
Le prime serie ingegneristiche furono prodotte nel 1974, mentre la produzione di massa partì nel 1975. Il chip era compatibile a livello d'istruzioni con quello di Intel, ma qualificato secondo gli standard MIL-STD-883, necessari per applicazioni militari e aerospaziali, che richiedevano test ambientali e di affidabilità severi.
L'economia del progetto fu straordinaria: un singolo Am9080 costava ad AMD circa 50 centesimi per essere prodotto (con circa cento esemplari ricavati da ogni wafer), ma poteva essere venduto a clienti industriali o militari fino a 700 dollari l'uno. Altri rapporti parlano di prezzi compresi tra 300 e 350 dollari, ma in ogni caso il margine restava impressionante. Quelle vendite garantirono all'azienda una solida base finanziaria per i futuri investimenti.
Nonostante la chiara derivazione dal design Intel, AMD riuscì a evitare una lunga disputa legale grazie a un accordo di cross-licensing siglato nel 1976. L'intesa esonerava entrambe le parti da eventuali violazioni pregresse e, soprattutto, permetteva ad AMD di accedere a contratti governativi che richiedevano più fornitori certificati per i componenti strategici. In cambio, AMD dovette farsi carico di un pagamento iniziale di 25.000 dollari e di una royalty annuale di 75.000 dollari.
L'esperienza maturata con l'Am9080 e la successiva estensione della collaborazione nel 1982 - che portò AMD a produrre su licenza anche l'Intel 286 - gettarono le basi per la nascita delle future CPU x86 proprietarie.
Oggi, a cinquant'anni di distanza, l'Am9080 resta un simbolo della fase pionieristica dell'industria dei microprocessori: un prodotto nato da reverse engineering e opportunismo tecnologico, ma capace di trasformarsi nella scintilla che ha alimentato la crescita di uno dei più importanti protagonisti del settore.










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14 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoE' veramente strano pensare a dov'eravamo appena 50 anni fa e dove siamo oggi. Mentre 100 anni fa neanche si volava o c'erano auto che superavano i 50km/h.
Se non scoppia la terza guerra mondiale, magari in altri 50 anni arriviamo ai monopattini a levitazione magnetica "alla ritorno al futuro".
E' veramente strano pensare a dov'eravamo appena 50 anni fa e dove siamo oggi. Mentre 100 anni fa neanche si volava o c'erano auto che superavano i 50km/h.
Se non scoppia la terza guerra mondiale, magari in altri 50 anni arriviamo ai monopattini a levitazione magnetica "alla ritorno al futuro".
Si ma senza cache x3D non lo so se andrà bene per giocare
Per me doom ci gira
Le produce già con Xilinx che si è pappata l'anno scorso.
Questa non la sapevo neanche io. Hai letto un libro o è uscito fuori in una intervista di faggin?
Era nel suo libro "Silicio. Dall'invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza"
Ok, aggiungo alla lista della spesa, grazie!
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