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#1 |
www.hwupgrade.it
Iscritto dal: Jul 2001
Messaggi: 75173
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Link alla notizia: https://auto.hwupgrade.it/news/merca...do_114105.html
Food&beverage, hi-tech e informatica, automotive e trasporti navali, moda: l'ultimo rapporto del NewClimate Institute e Carbon Market Watch pubblicato traccia una linea netta fra impegni concreti e greenwashing delle principali aziende dei più importanti settori merciologici Click sul link per visualizzare la notizia. |
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#2 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2008
Messaggi: 16891
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Quote:
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#3 |
Member
Iscritto dal: Dec 2020
Messaggi: 100
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In realtà anche questa è una forma di greenwashing, dunque sarebbe errato far passare questo studio come un giro di vite sul greenwashing in generale, che ha un'accezione particolarmente ampia; lo è in realtà limitatamente all'analisi di uno specifico tipo d'inquinamento in relazione a quanto dichiarato dalle aziende stesse. Ampiamente non sufficiente per poter definire questo studio una vera lotta al greenwashing.
Il giorno che si valuterà l'impatto di un'azienda a 360 gradi e non solo la famosa "impronta del carbonio", allora parleremo di qualcosa di serio e davvero utile alla tutela degli equilibri naturali, qualcosa che vada davvero ad affrontare il greenwashing. D'altra parte l'istituto che ha elaborato questo studio ha come punto focale primario proprio la valutazione dell'impatto di un'azienda a livello di emissioni in atmosfera, senza però occuparsi molto del resto. Ultima modifica di RM10 : 14-02-2023 alle 15:21. |
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#4 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Città: Prov. MI
Messaggi: 3771
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Quote:
ossia che non serve a una ceppa.
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Ryzen 5 5600X | Enermax ETS-T50 AXE Silent Edition | Gigabyte B550 Aorus Pro | 16 Gb AORUS Memory @3600 | RX 6700 XT | Asus TUF vg34vql1b | 1 Tb Sabrent Rocket | 1 Tb MX500 Crucial | Corsair 4000D Airflow | Antec EA750 Pro
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#5 |
Utente sospeso
Iscritto dal: Aug 2022
Messaggi: 326
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@RM10,
ti invito a leggerti tutto lo studio. |
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#6 |
Member
Iscritto dal: Dec 2020
Messaggi: 100
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Lo studio ho già avuto modo di affrontarlo perché già lo conoscevo, mi era stato già segnalato. Io invece ti invito a riflettere su alcuni quesiti che se affrontati fanno la differenza fra studio dell'impatto reale e approccio limitato.
Per esempio, sul resto dell'inquinamento atmosferico, impatto di ossidi di azoto? Particolato? Fanno dei controlli su questi aspetti o conta solo il famoso net zero del carbonio? Nel senso, si va al di là dello studio delle emissioni che non sia unicamente finalizzato al cosidetto "impatto climatico"? Andando oltre. C'è una misurazione approfondita dell'impatto sui suoli, anche dei fornitori? Come inquinamento chimico, prodotti tossici, infiltrazioni, scarichi, interramento, RAAE, metalli pesanti, idrocarburi? Viene citato il consumo di suolo, ma quasi sempre e solo in funzione della sua capacità di assorbire e fissare il carbonio. Benissimo, ma non basta: ci sono tutti gli altri aspetti da valutare, che non sono affatto secondari (anzi oserei dire che hanno la priorità). C'è una scelta e una selezione delle metarie prime in base a precise garanzie offerte dai fornitori sull'inquinamento dei suoli nei processi di estrazione, lavorazione, riciclo? Inquinamento delle falde acquifere: Le attività di scarico dell'azienda e dei fornitori seguono precisi e attenti protocolli? Vengono verificati? Inquinamento acustico: c'è attenzione nel controllo di ultrasuoni e infrasuoni, di decibel emessi, in relazione alla posizione fisica dell'azienda rispetto ad aree tutelate o tutelabili? Inquinamento luminoso: c'è attenzione alle insegne proprio come quantità di luce emessa e nella direzione in cui è emessa, non quindi solo come valutazione del mero consumo di elettricità da fonti più o meno rinnovabili? Inquinamento elettromagnetico: Esempio onde, cablaggio laddove possibile al posto del wireless, etc., queste cose vengono valutate con attenzione? Utilizzo razionale delle risorse? C'è cura ad esempio nella valutazione della durata del ciclo di vita, dell'obsolescenza? C'è attenzione nel tipo di materiali impiegato? Si parla di ciclo di vita sempre e solo finalizzato all'impronta del carbonio, ma quasi niente su tutti gli altri aspetti correlati. Ancora, frammentazione degli habitat: viene valutata? L'ubicazione degli impianti produttivi e le vie d'accesso garantiscono il corretto funzionamento dei corridoi ecologici? Si valuta anche qui praticamente solo l'habitat in funzione dell'assorbimento del carbonio. E il resto? Questi sono solo alcuni spunti, ma ci sarebbe molto altro da dire. Alla luce di queste cose, c'è nei portatori d'interesse capacità di distinzione di cosa è un problema reale per l'ambiente e cosa invece è un problema in realtà soprattutto per l'economia e l'immagine? Tutte queste cose non sono secondarie nella famosa "emergenza ambientale". La sottovalutazione delle varie problematiche ambientali in favore e in funzione di un singolo aspetto è solo frutto dell'ideologia ecologista. La neutralità del carbonio è una piccola parte di un problema molto più grande e con aspetti persino più urgenti. Ultima modifica di RM10 : 14-02-2023 alle 16:42. |
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2008
Messaggi: 12441
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oddio.. anche qua passano queste cose
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#8 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2020
Messaggi: 1073
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Quote:
Già solo l'espressione "neutralità carbonica" è esilarante: tonnellate di cipiglio istituzionale di stocazzo per infiocchettare propositi molto meno benefici. Sembra una qualche mossa di qualche robottone anime anni 90 ![]() |
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#9 |
Utente sospeso
Iscritto dal: Aug 2022
Messaggi: 326
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@RM10
Scusami, ma non capisco dove tu voglia arrivare. E' come se in una discussione volta a evidenziare che i panda sono a rischio di estinzione tu te ne saltassi su dicendo "E le orchidee? Qualcuno pensa alle orchidee rare?" Belle le orchidee, ma cosa c'entra? L'ente si chiama " NewClimate Institute e Carbon Market Watch" Carbon Market Watch. Secondo te di cosa dovrebbe occuparsi? Fra l'altro nessuno ha mai sostenuto che l'unico problema al mondo sia la CO2 - risolto questo siamo a posto - nessuno, e ad esempio, il tema dell'inquinamento luminoso è talmente sentito che ogni anno si decide di spegnere le luci, per sensibilizzare l'opinione pubblica a riguardo. Vale tanto, vale poco, ma non mi risulta capiti lo stesso con nessun'altra delle problematiche che tu hai evidenziato. Il tuo commento e le tue osservazioni in un primo momento possono sembrare ponderate e intelligenti, ma non lo sono. E' più l'evoluzione dell'evergreen "I problemi veri/le vere priorità sono altri/e" Come se ognuno di noi fosse mono-funzionale, quindi se si segue una determinata tematica, o si fa una determinata cosa, basta, finito. Abbiamo esaurito la nostra capacità di fare altro, quindi dobbiamo scegliere con cura su cosa ci concentriamo, perché possiamo prendere un'unica decisione. Anche no. Se sei così attento/preoccupato, perché non redigi tu un documento su: "C'è una misurazione approfondita dell'impatto sui suoli, anche dei fornitori? Come inquinamento chimico, prodotti tossici, infiltrazioni, scarichi, interramento, RAAE, metalli pesanti, idrocarburi? Viene citato il consumo di suolo, ma quasi sempre e solo in funzione della sua capacità di assorbire e fissare il carbonio. Benissimo, ma non basta: ci sono tutti gli altri aspetti da valutare, che non sono affatto secondari (anzi oserei dire che hanno la priorità. C'è una scelta e una selezione delle metarie prime in base a precise garanzie offerte dai fornitori sull'inquinamento dei suoli nei processi di estrazione, lavorazione, riciclo? Inquinamento delle falde acquifere: Le attività di scarico dell'azienda e dei fornitori seguono precisi e attenti protocolli? Vengono verificati? Inquinamento acustico: c'è attenzione nel controllo di ultrasuoni e infrasuoni, di decibel emessi, in relazione alla posizione fisica dell'azienda rispetto ad aree tutelate o tutelabili? Inquinamento luminoso: c'è attenzione alle insegne proprio come quantità di luce emessa e nella direzione in cui è emessa, non quindi solo come valutazione del mero consumo di elettricità da fonti più o meno rinnovabili? Inquinamento elettromagnetico: Esempio onde, cablaggio laddove possibile al posto del wireless, etc., queste cose vengono valutate con attenzione? Utilizzo razionale delle risorse? C'è cura ad esempio nella valutazione della durata del ciclo di vita, dell'obsolescenza? C'è attenzione nel tipo di materiali impiegato? Si parla di ciclo di vita sempre e solo finalizzato all'impronta del carbonio, ma quasi niente su tutti gli altri aspetti correlati. Ancora, frammentazione degli habitat: viene valutata? L'ubicazione degli impianti produttivi e le vie d'accesso garantiscono il corretto funzionamento dei corridoi ecologici? Si valuta anche qui praticamente solo l'habitat in funzione dell'assorbimento del carbonio. E il resto?" (Ah fra l'altro, Greenpeace annualmente pubblica lo stato dell'arte degli habitat terrestri, fluviali e marini, indagando quanto è stato disboscato, quanto bruciato, quanto piantato e così via...) O perché non scrivi una lettera aperta a Tim, Fastweb, Vodafone, Wind, Tre, e compagnia danzante per chiedere come e quanto impattano le loro reti wireless? Ovviamente è solo un suggerimento, ma magari porterebbe questa conversazione a un livello più alto dell'attuale. |
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#10 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
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"Giulia Wins!", a mani basse
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[url="http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2119003"]- Compilatore Intel e disparità di trattamento verso processori AMD/VIA |
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#11 | ||||
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Iscritto dal: Dec 2020
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Stiamo affrontando qua una tematica di tutto rispetto, dove si parla di impatti e di valutazioni; dal mio punto di vista lo sto cercando di fare da una prospettiva non ideologica, ma meramente basata sulle conoscenze acquisite nel corso degli anni, poiché sulle questioni non di mia pertinenza professionale (scienze della natura in generale, scienze della Terra, astronomia) solitamente non ci metto il becco. Se ti riferisci invece ai commenti di altri, io sono responsabile dei commenti che scrivo io, non di quelli degli altri. Ultima modifica di RM10 : 14-02-2023 alle 20:44. |
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