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#1 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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quello che travaglio non vi racconta: 28 domande ad antonio di pietro
http://comunistaquotidiano.blogspot....stris-idv.html
28 DOMANDE AD ANTONIO DI PIETRO Quote:
http://blog.panorama.it/italia/tag/alberico-giostra/ |
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#2 |
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Messaggi: n/a
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Mandagliele direttamente in mail a lui, diversamente da qualcun'altro è molto facile che ti risponda.
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2000
Città: BUSTO ARSIZIO
Messaggi: 1103
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sempre le solite domande trite e ritrite , a cui antonio di pietro ha risposto sulle pagine di libero. quanto ancora dovremo andare avanti a rifare le stesse domande ?
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quanto mi piacerebbe essere napoletano ! come dice berlusconi tutte le volte che passa davanti al quirinale ... roberto benigni |
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: MC
Messaggi: 1382
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mi sembra ne avessimo già ampiamente parlato e Tonino aveva risposto direttamente sul suo blog
diciamo che sotto elezioni alcuni giornali fanno del loro peggio
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#5 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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tipo che ne pensano gli elettori dell'idv di candidati come david favia? http://www.youtube.com/watch?v=6iuU3mp_EPQ |
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#6 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#7 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2000
Città: BUSTO ARSIZIO
Messaggi: 1103
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quanto mi piacerebbe essere napoletano ! come dice berlusconi tutte le volte che passa davanti al quirinale ... roberto benigni |
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#8 |
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Messaggi: n/a
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#9 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 490
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Sì... in effetti leggendo molte di quelle domande, mi sono venute in mente le risposte che già sapevo, proprio perchè diversamente da come si cerca di far credere, non è che su quelle questioni ci sia chissà quale segreto di stato... si millanta che siano faccende oscure per gettare discredito, un po' come certe innocenti foto che "non si sa chi" ci teneva tanto, dicono, sisi ci credo, a far sparire
La storia della scorta a Dalla Chiesa, che ha smentito; lo stabile affittato al partito, che poi si scopre che il prezzo è sotto mercato e quindi sta facendo a proprie spese un favore alla sua causa; e così via... 50% di quelle domande riguardano suoi movimenti patrimoniali privati; i quali, a meno che non venga fuori una qualche notizia di reato, privati appunto sono. Cazzi suoi. Cioè è come se un giornalista andasse a ripescare nella spazzatura un mio scontrino della spesa e mi chiedesse: qua risulta che hai comprato dei Pan di Stelle Mulino Bianco a 2.50€. Dove hai preso quei soldi? Rispondi! Su, RISPONDI!! Ah, lo stai tenendo nascosto, eh?? FURFANTE!! Cioè ma dico... a meno che non ti risulti da altre fonti che abbia rapinato una banca e che con una parte del bottino mi sia comprato dei biscotti, il semplice e isolato fatto che mi sia comprato dei biscotti non vedo che rilevanza possa avere...
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#10 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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feltri? non le ha scritte feltri quelle domande. Non stiamo parlando della stessa cosa
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#11 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Reggio Calabria -> London
Messaggi: 12112
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finora Di Pietro ha sempre risposto alle PUTTANATE che gli venivano rivolte dai giornalisti, e infatti gli appartamenti li ha comprati proprio con i soldi delle querele. E' bello vedere come un votante del partito che ha permesso ad Ilvio di continuare a restare al potere e di DEVASTARE il nostro paese, che vanta fior di criminali tra le fila, e che ha votato per l'INDULTO si metta a fare la morale a di pietro. Fatti assumere dalle iene per fare il moralizzatore.
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#12 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#13 | |||
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: Regno Unito
Messaggi: 5726
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Ultima modifica di Vash88 : 06-02-2010 alle 18:46. |
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#14 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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http://www.webster.it/libri-tribuno_...8876152986.htm ma almeno leggetele le domande, accidenti. |
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#15 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Prov CR
Messaggi: 1380
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domande inutitli,risposte già date.
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Gametag su xbox360 live : Sciuritidd "Ad essere gentili e servizievoli con le donne ci si ricavano solo fregature..." |
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#16 |
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Bannato
Iscritto dal: Mar 2008
Città: Villabate(PA)
Messaggi: 2515
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La mia storia attraverso le sentenze
di Antonio Di Pietro "Fai il tuo dovere e pagane le conseguenze", mi disse mia sorella Concettina il giorno dopo l’omicidio di Paolo Borsellino, allorché io – preoccupato per quel che stava succedendo – trasferii a lei la mia angoscia. Era il 19 luglio 1992 ed ero nel pieno dell’attività di "Mani Pulite". Poco dopo arrivò in Procura una segnalazione dei R.O.S (Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri) che segnalava – come destinatario di possibili attentati mafiosi – anche la mia persona. Giovanni Falcone era stato ammazzato il mese prima. Ora è solo un ricordo ma all’epoca c’era realmente di che preoccuparsi in quanto stavano venendo fuori collegamenti a iosa fra la "migliore imprenditoria del Nord", la più "blasonata politica romana" e "incalliti mafiosi" di Cosa Nostra. Mi aggrappai alla saggezza di mia sorella e andai avanti. Con l’andare del tempo e con l’avanzamento dell’inchiesta, mi resi conto, invece, che avevo poco da temere sul piano fisico in quanto l’inchiesta Mani Pulite aveva una sua specificità rispetto ai reati mafiosi: i magistrati palermitani dovevano partire necessariamente dal “fatto criminale” per risalire al “mandante” o al “movente politico”. “Mani Pulite”, invece interveniva direttamente sui politici. Nell’uno e nell’altro caso, entrambi – i politici e i mafiosi – avevano interesse a fermare le indagini e ad evitare qualsiasi travaso di investigazioni dall’uno all’altro campo, ma mentre i mafiosi usarono l’esplosivo per fermare i giudici, i politici ricorsero ad una soluzione grazie a Dio meno dolorosa: la delegittimazione e la denigrazione. L’obiettivo mi apparve subito evidente: rendere poco credibile l’inchiesta Mani Pulite, dapprima criminalizzando l’attività giudiziaria che stavo svolgendo (con accuse ingiuste come arrestare innocenti, costringere al suicidio le persone, svolgere indagini in modo parziale al fine di favorire alcuni e danneggiare altri), poi con una vasta indagine retrospettiva sulla mia persona, alla ricerca di qualche neo (e chi non ne ha?) per farlo diventare un “bubbone immondo” da additare al pubblico disprezzo, infine costruendo a tavolino – scientemente e con dispendio di mezzi e di energie – veri e propri falsi dossier con storie inventate di sana pianta o comunque malevolmente ricostruite e raccontate in modo così suadente e sapientemente pubblicizzate da renderle apparentemente credibili. Il 6 dicembre 1994 mi toccò togliere la toga di dosso e dedicare tutte le energie per difendere il mio onore nell’unico modo che sapevo fare: nelle aule giudiziarie, che frequentai per anni sia per dimostrare la mia correttezza professionale che la mia innocenza personale. Nel frattempo, e per dare un nuovo scopo alla mia vita, ho cominciato a fare politica, convinto come ero e come sono che i “mali della politica” potevano essere curati solo con l’impegno civile, in quanto il magistrato arriva solo quando la “frittata è fatta” e solo per scoprire il colpevole. Ho pensato – e ci credo ancora – che bisognava impegnarsi per un ricambio generazionale della classe dirigente, unico modo per ottenere un modello comportamentale diverso e più dignitoso del modo di fare politica. Per questo ho costituito l’Italia dei Valori, cercando da una parte di aprire il partito a tutti coloro che vi mostravano interesse e dall’altra di preservarlo dagli arrembaggi di ciurme e profittatori. Con sommo dispiacere dei miei detrattori, sono riuscito a costruire un partito che c’è e che – nel Paese e nel Parlamento – sta facendo il suo dovere e fa sentire la sua voce, tanto che la fiducia ed il consenso cresce giorno per giorno. La conseguenza, sul piano personale, è purtroppo che la stagione della denigrazione e delle contumelie continua ed anzi è ripresa con maggiore veemenza e peggiore virulenza di prima. Ogni giorno mi sento piovere addosso accuse di ogni tipo. Sembra quasi che tutti i guai d’Italia siano avvenuti o avvengano per colpa mia, tanto che quasi tutti i partiti, i politici e i “commentatori professionisti” fanno a gara nel dirsi fra di loro: “sto con te a patto che non stai con Di Pietro”. Ho deciso allora che dedicherò una parte di questo Blog per raccontare “la mia verità”. Non la verità, secondo le mie parole però, per evitare che qualcuno possa pensare che siano parole di comodo. Ma la “verità processuale”, secondo le sentenze e gli altri provvedimenti che i giudici – di volta in volta – hanno emesso in relazione ai tanti fatti ed ai tanti eventi che – nel bene e nel male – mi hanno visto protagonista. Trattasi di centinaia di atti e quindi è necessario un “racconto a puntate”. Ad intervalli regolari, perciò, pubblicherò ad uno ad uno questi provvedimenti giudiziari, con un mio personale commento e con la possibilità – da parte di chi avrà la voglia o la pazienza di leggerli – di commentarli a sua volta. Comincerò dalla vicenda di Fabio Salamone, di cui pubblico la “Sentenza della Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura” n. 2/98 del 16 gennaio 1998 in cui si “dichiara il dr. Fabio Salamone responsabile della incolpazione ascrittogli al capo A - vale a dire responsabile del fatto che non si fosse astenuto dallo svolgere indagini su di me- e gli infligge la sanzione disciplinare dell’ammonimento-” (così testualmente il dispositivo). Comincio da questo provvedimento perché riguarda proprio il magistrato della Procura della Repubblica di Brescia che indagò a ripetizione su di me formulando a mio carico una miriade di accuse, poi tutte smontate dai giudici “perché il fatto non sussiste”. Certo, alla fine ho avuto giustizia ma quelle accuse furono prese e rilanciate da altri che avevano interesse a costruirmi addosso una montagna di nefandezze che non avevo commesso, con lo scopo di non rendere credibile il lavoro che avevo fatto come magistrato e quindi – per una insana proprietà transitiva – irrilevanti le porcherie che avevo scoperto nei loro confronti. Ebbene, credo proprio che poche persone abbiano mai saputo che il Dr. Fabio Salamone doveva astenersi dall’indagare su di me in quanto io in precedenza avevo effettuato rilevante attività di indagine a carico di suo fratello Filippo Salamone, successivamente incriminato ed arrestato in altra sede per gravi delitti. Per saperne di più sulle vicende di Filippo Salamone, basta cercare in Rete (leggi "Mafia e appalti, condanna definitiva per Filippo Salamone"). Trattasi di un imprenditore siciliano che venne individuato – anche nell’ambito dell’inchiesta Mani pulite – come uno dei terminali tra le imprese mafiose del Nord e la mafia. Infatti egli è stato alla fine condannato in via definitiva a 6 anni di carcere per concorso in associazione mafiosa (insieme a Lorenzo Panzavolta della Calcestruzzi Spa, figura di spicco nell’inchiesta Mani Pulite). In questa sede, mi interessa però far rilevare il fatto che io ho denunciato al CSM il dr. Fabio Salamone dopo – e solo dopo – che le indagini sul mio conto si erano concluse. Non volevo che si pensasse che me la prendessi con lui per non volermi sottoporre alla Giustizia né che io volessi confondere e mischiare la sua storia personale di magistrato con quella di imprenditore cosìcosì di suo fratello Filippo. Queste cose le fa chi sa di non essere innocente. Della storia che ho appena raccontato ne ho parlato una volta con un giornalista, Piero Colaprico, cosa che il dott. Fabio Salamone non ha gradito citandoci in giudizio entrambi per diffamazione. Allego la sentenza numero 33125 del Tribunale di Roma che invece “rigetta la domanda” del dott Fabio Salamone in quanto “deve ritenersi, nel caso di specie, l’insussistenza di una responsabilità civile non ravvisandosi un contenuto diffamatorio punibile nelle affermazioni dell’intervistato”. Carta canta! In questi anni, molti si sono divertiti e molti hanno avuto interesse a criminalizzarmi a seguito di un’inchiesta svolta nei miei confronti nel 1995 dai magistrati di Brescia (specie il dr. Salamone di cui ho parlato nel primo capitolo) e riguardante i miei rapporti con il dr. Gorrini, avvenuti oramai oltre 20 anni addietro. Secondo l’accusa, io avrei preteso da Gorrini: - un prestito di 100 milioni, senza interessi; - la cessione gratuita di una autovettura Mercedes; - l’affidamento a mia moglie (che fa l’avvocato) di cause della Maa Assicurazione riguardante sinistri stradali; - il ripianamento dei debiti contratti alle corse dei cavalli da Eleuterio Rea, persona che avrei pure favorito all’epoca in cui egli divenne Capo dei Vigili di Milano. In tutti questi anni, le suddette accuse mi sono state rinfacciate in ogni occasione, come se avessi davvero commesso i reati in questione. Anzi tutti oramai le danno per acquisite. Ebbene, pubblico la sentenza di primo grado n. 189 del 29.03.96 del GIP di Brescia (allego il documento integrale diviso in pagine: indice - 1-20 - 21-41 - 42-62 - 63-83 - 84-104 - 105-134), in cui - dopo una meticolosa ricostruzione di tutti gli avvenimenti in ben 132 pagine fitte fitte di motivazione - il giudice così conclude : “dichiaro non luogo a procedere nei confronti di Di Pietro Antonio in ordine ai reati ascritti perché i fatti non sussistono”. Per intenderci, le accuse sopra menzionate – e di cui giornalisti prezzolati e politici interessati si sono riempiti la bocca in tutti questi anni per denigrarmi – semplicemente “non sussistono”. Come a dire che – se fossi stato accusato di omicidio – il morto sarebbe in realtà vivo. Non basta. Anche la Corte di Appello di Brescia, investita della questione dalla Procura, ha confermato senza riserve la sentenza del GIP. Pubblico la sentenza d’Appello n. 829/97 del 9 luglio 1997 della Corte di Appello di Brescia (allego il documento integrale diviso in pagine: indice - 1-20 - 21-31 - 32-42 - 43-53 - 54-64 - 65-75 - 76-86 - 87-97 - 98-107), anch’essa preceduta da una motivazione di oltre 100 pagine. Per una più comoda lettura, invito a seguire gli appositi indici, sia della sentenza di primo grado che della sentenza d’appello dei rispettivi quel documenti. A questo punto, vi chiederete: ma perché allora Gorrini ha accusato ingiustamente Di Pietro? Se lo è chiesto anche il Giudice ed al riguardo ha scritto l’apposito capitolo 9°, significativamente intitolato “le reticenze, gli interessi, i legami di Gorrini”. Sono ben 29 pagine di “cruda verità” (da pag. 71 a pag. 99 della prima sentenza), finora sostanzialmente inedite, che da sole dovrebbero bastare per far capire (a chi ne ha voglia ed è scevro da preconcetti di qualsiasi natura) che cosa all’epoca è stato messo in piedi – e chi lo ha fatto e perché – per fermare Mani Pulite. Sull’analisi di queste 29 pagine di motivazione giudiziaria tornerò a parlare in uno dei prossimi capitoli di questa storia a puntate. Per ora mi basta segnalare il seguente passo della sentenza del GIP: “…scaturisce il fondato sospetto che lo stesso (Gorrini) abbia volutamente alterato i contenuti reali dei rapporti con Di Pietro, strumentalizzandoli per interessi propri e di altri personaggi inquisiti dall’ex magistrato che finalmente potevano vedere nella vesta di accusato il loro acerrimo accusatore…” (vedi pag. 84 sentenza primo grado). Già, ma chi sarebbero questi altri personaggi? Si legge a pag. 72 della stessa sentenza: “…Gorrini…si era presentato dopo essersi rivolto nel settembre 94 a Berlusconi Paolo, imputato in vari procedimenti della c.d. Tangentopoli promossi da Di Pietro e dal Pool Mani Pulite, al Berlusconi avendo fornito copia di un promemoria datato 4.10.1994, contenente le accuse…(a Di Pietro)”. Si legge, inoltre, a pag. 89 sempre della stessa sentenza: “…Il Gorrini ha narrato che aveva contattato Berlusconi e Cusani (quello del processo Enimont) indicati come "i due marpioni là" onde "far loro presente in quale situazione loro mi avevano coinvolto…". Insomma, risulta per tabulas che Gorrini, prima di recarsi dagli inquirenti a raccontare una vicenda non vera, aveva in qualche modo concordato la storia con Paolo Berlusconi. Allora è forse il caso di ritornare al tipo di indagini di cui mi stavo occupando nella rovente estate del ‘94. Avevo da poco chiesto l’arresto di Paolo Berlusconi per la vicenda delle tangenti alla Guardia di Finanza…il fratello Silvio (che poi sarà inquisito pure lui per gli stessi fatti) era Capo del Governo e promulgò il decreto Biondi con cui venivano fermate le nostre indagini…io e gli altri del Pool ci appellammo al paese…nel frattempo dalla Svizzera stavano arrivando rogatorie compromettenti… proprio il giorno in cui Gorrini datava il suo promemoria accusatorio per Paolo Berlusconi, io presentavo all’udienza del processo Enimont le carte che mi erano arrivate dai colleghi Svizzeri sul conto All Iberian (che, per chi non lo ricorda, era il conto estero su cui transitò il denaro dal Gruppo Berlusconi a Craxi, anche in relazione alla vicenda per cui poi furono condannati Previti e Squillante). Ma per oggi fermiamoci qui. La storia è troppo lunga per raccontarla in una sola volta. |
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#17 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Reggio Calabria -> London
Messaggi: 12112
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Di Pietro, a differenza di Ilvio, ha SEMPRE risposto a tutte le domande e infatti io posso dire A RAGIONE che quelle sono puttanate. E non spreco manco un secondo a tentare di spiegartele, dato che sei tu che non VUOI vedere. Hai il coraggio di postare sempre le solite domande sugli appartamenti di pietro, e, soprattutto, la faccia tosta di postare una domanda del genere: Quote:
![]() Ma almeno le hai lette prima oppure appena hai visto il titolo hai fatto subito copia ed incolla senza nemmeno leggerle?
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#18 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: Regno Unito
Messaggi: 5726
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Quote:
Il Giornale non l'ho mai nominato, l'hai nominato tu. |
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#19 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Reggio Calabria -> London
Messaggi: 12112
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Quote:
detto da te che non ti sei nemmeno accorto della domanda N° 28 è tutto dire...
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#20 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2003
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