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Gli affari della 'ndrangheta a Roma: sequestrato il Cafè de Paris in via Veneto
Sigilli a Roma a dieci tra bar e ristoranti del Centro
per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro Commenti Invia Stampa Carabinieri e Finanzieri al Cafè de Paris ROMA (22 luglio) - Il Cafè de Paris, il noto locale di via Veneto, a Roma, è stato sequestrato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza nell'ambito di una operazione che è in corso nella capitale, perchè risultato nella disponibilità della cosca Alvaro della 'ndrangheta. Il Cafè de Paris è stato sequestrato, insieme ad altri beni sempre a Roma, società, attività commerciali, abitazioni e automobili di lusso per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro . I sequestri sono stati disposti dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria su proposta della Dda reggina e riguardano, in particolare, investimenti della cosca Alvaro nel settore della ristorazione. I particolari dell'operazione che ha portato all'esecuzione dei provvedimenti di sequestro saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà questa mattina alle 11.30 nella Procura nazionale antimafia. Il Cafè de Paris vale 55 milioni. Il bar ha un valore commerciale, secondo gli investigatori, di 55 milioni di euro. Il bar-ristorante risulta di proprietà della società «Cafè de Paris», con sede a Roma, in via Crescenzio 82, ma, in realtà, sarebbe stato nella disponibilità di affiliati alla cosca degli Alvaro di Cosoleto (Reggio Calabria) della 'ndrangheta. Un altro noto locale della capitale che è stato sequestrato, nell'ambito della stessa operazione, il ristorante Georgès, sempre secondo carabinieri e Guardia di finanza, di proprietà ufficialmente della «Georgès Immobiliare e di gestione Srl», con sede a Roma in via Marche 7, ha un valore commerciale, sempre secondo gli investigatori, di 50 milioni di euro. Il proprietario è un insospettabile barbiere. Un insospettabile barbiere di Santo Stefano di Aspromonte, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria. È questa l'attività che svolgeva Damiano Villari, l'uomo che risulta essere, in base a quanto ricostruito dai magistrati di Reggio Calabria e Roma, il proprietario del Cafè de Paris, noto locale di via Veneto nella capitale. Secondo gli inquirenti il gestore sarebbe collegato a Vincenzo Alvaro, 45 anni, nativo di Cosoleto (Reggio Calabria) e ritenuto l'attuale reggente dell'omonimo clan mafioso che domina la zona del preaspromontano della provincia di Reggio. Denunciato anche per violenza sessuale. I guai per il Cafè de Paris, lo storico locale di via Veneto, erano già cominciati nel 2006 e in particolare per il titolare, il calabrese Damiano Villari, sotto processo per violenza sessuale aggravata e ora finito nel mirino dei giudici antimafia. L'11 gennaio prossimo è attesa la sentenza da parte dei giudici della nona sezione penale del Tribunale di Roma. Secondo l'accusa per cui è sotto processo, Damiano Villari nel giugno del 2006 aggredì la cassiera del locale, una donna originaria della Calabria e madre di due figli, tentando di violentarla. Se lei «fosse stata con lui», avrebbe detto alla donna il proprietario del Cafè, le avrebbe concesso giorni di permesso supplementari. Dopo un lungo processo ora il dibattimento è alla fase finale e quello dell'11 gennaio potrebbe essere l'ultimo rinvio. 'Ndrangheta in trasferata a Roma. Secondo quanto reso noto nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Dda a Roma, il clan Alvaro si era trasferito a Roma, nella zona dell'Eur, dopo aver chiuso i conti con la giustizia nel 2002. Tra le attività commerciali sequestrate oltre ai due prestigiosi ristoranti Cafè de Paris e Georgès, risultano anche numerosi bar e tabaccherie, sempre nella zona del centro storico della capitale. Gli uomini del Ros e dello Scico della Guardia di Finanza, hanno provveduto alla confisca anche di appartamenti lussuosi e di auto di grande cilindrata, per un valore complessivo di 200 milioni di euro. Sequestrati in tutto dieci tra bar e ristoranti. In totale i locali sequestrati da Guardia di finanza e Ros sono dieci. Si tratta, oltre al Cafè de Paris e al ristorante Georgès, del Time Out Cafè, del Gran Caffè Cellini, del bar caffè Clementi, del ristorante Astrofood, del ristorante Federico I, del bar caffè Cami, del bar caffè California e un altro bar, in via della Colonna Antonina, di proprietà della società Bicoad. Controlli anche nei ristoranti della Dolce vita. È in corso un'operazione della Guardia di Finanza e dei Ros nel ristorante Georgès, di via Marche, a Roma, a due passi da via Veneto. I controlli dei militari, a quanto si è appreso, sarebbero nell'ambito della stessa operazione che ha portato stamani a compiere verifiche nel Caffè de Paris di via Veneto, che secondo gli inquirenti sarebbe legato alla malavita organizzata calabrese. Al contrario del bar, il ristorante è al momento chiuso mentre all'interno le forze dell'ordine compiono i controlli. L'ingresso del locale è sorvegliato da due auto delle Fiamme gialle. Mantovano: lo Stato continua a colpire. Il provvedimento di sequestro di beni a cosche della 'ndrangheta a Roma «conferma che lo Stato, grazie a una più efficace legislazione in termini di aggressione ai beni mafiosi e alla lodevole attività delle forze dell'ordine, è in grado di soffocare ogni tentativo della criminalità di ramificarsi in aree lontane dai territori d'origine e di investire i propri capitali in settori solo apparentemente più nascosti». Lo afferma il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. Garavini: segnali di pericolosità. «Il sequestro di beni di così alto valore e situati anche nella via più famosa della capitale per i suoi ristoranti ed i suoi bar, è il segno della sempre più alta pericolosità che la 'ndrangheta ha raggiunto nella capacità di riciclaggio e di infiltrazione nell'economia legale». Lo afferma la capogruppo in Commissione Parlamentare Antimafia del Pd, Laura Garavini. http://www.ilmessaggero.it/articolo....=HOME_INITALIA
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altri sequestri di beni dei caln
Mafia, sequestrati beni di Cosa nostra per 300 milioni di euro
martedì 5 maggio 2009 08:44 Stampa quest’articolo [-] Testo [+] Photo 1 / 1Schermo intero ROMA (Reuters) - La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per oltre 300 milioni di euro ai vertici di Cosa Nostra nel Palermitano. E' quanto si legge in un comunicato diffuso dalle Fiamme Gialle del capoluogo siciliano. "I finanzieri del Comando provinciale di Palermo, in esecuzione di diversi provvedimenti ... del Tribunale di Palermo, hanno sequestrato beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro (ad) esponenti di spicco e fiancheggiatori di 'Cosa Nostra' operanti sul territorio di Carini e Villagrazia di Carini", dice la nota. La Guardia di Finanza precisa che i provvedimenti riguardano alcuni tra i più noti esponenti della famiglia mafiosa di Carini, "tra i quali spiccano i fratelli Pipitone, compresi alcuni loro fiancheggiatori, tutti accusati di operare in stretto contatto con l'ex latitante Salvatore Lo Piccolo, boss del mandamento di San Lorenzo che, storicamente, ha sempre avuto una forte influenza sul territorio di Carini". Nelle indagini che hanno condotto all'operazione denominata "Scanner", "è stato acclarato che i beni sottoposti a sequestro costituiscono il frutto dell'attività - imprenditoriale e non - svolta ... utilizzando risorse illecite dello stesso sodalizio mafioso". E' stata inoltre scoperta una fitta rete di intestazioni fittizie di beni, che ha consentito di risalire agli effettivi titolari, "risultati legati strettamente al noto boss Salvatore Lo Piccolo". http://it.reuters.com/article/topNew...54402Z20090505
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'NDRANGHETA: GRASSO, SEQUESTRO BENI MAFIOSI E' NOSTRA PRIORITA'
Stampa l' articolo Testo piccolo Testo medio Testo grande Cosenza, 16 lug. - (Adnkronos) - L'attivita' di sequestro dei beni mafiosi ''e' una delle priorita' che ci poniamo come Direzione nazionale antimafia ma anche come Direzioni distrettuali, attacchiamo i patrimoni di queste organizzazioni per evitare che si riproducano dopo poco tempo ricominciando a operare sul territorio''. Cosi' il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha commentato con i giornalisti il sequestro di beni mobili e immobili operato contestualmente all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei 23 soggetti colpiti nell'operazione del Ros ''Timpone Rosso''. ''E' notevole il valore dei beni sequestrati oggi, circa 20 milioni. E' qualcosa di aggiunto rispetto al vecchio modo di fare repressione'', ha concluso Grasso. Il patrimonio su cui i carabinieri hanno posto i sigilli sono 20 abitazioni, sei terreni per un'estensione di due ettari circa, 45 autoveicoli di grossa cilindrata, 12 societa' e aziende operanti nel settore agricolo, edile e commerciale e 75 rapporti bancari e assicurativi. La particolarita' su cui gli inquirenti hanno posto l'accento e' che spesso i soggetti rom che compongono il clan degli Zingari si sono impossessati delle case popolari nel Comune di Cassano Jonio estromettendo i regolari assegnatari degli alloggi trasformandoli poi in ''lussuose abitazioni''. http://www.libero-news.it/adnkronos/view/155755
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NDRANGHETA , OPERAZIONE TIMPONE ROSSO: MAXI SEQUESTRO DI BENI PER IL CLAN DEGLI ZINGARI
2009 Luglio 16 tags: CLAN DEGLI ZINGARI, ndrangheta, operazione timpone rosso by CalabriaIndipendente CASSANO ALLO IONIO – Il sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di 20 milioni, e’ in corso da parte dei carabinieri del Ros nell’ambito dell’operazione, denominata ”Timpone rosso”, condotta contro i presunti affiliati al ”clan degli zingari” attivi nell’alto Ionio cosentino. Tra i beni sequestrati, secondo quanto si e’ appreso, figurano anche aziende agricole ed imprese edili.
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Sintesi (dovrebbe essere tutto) degli ultimi sequestri dei beni dei clan.
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Città: dire paesino sarebbe essere generosi :asd:
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Che schifo.
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Sampdoria o Lazio,ditemi voi chi ha bruciato di piu,la sconfitta diretta o la sconfitta morale? |
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fiuuuu per fortuna che3 la nadrangheta non fa affari...
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Iscritto dal: Nov 2004
Città: Vicenza
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vedete, con silvio si blocca gli affari dell ndragheta e mafia e come dice la tv anche all evasione.
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit) |
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Senior Member
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i magistrati e la magistratura e le fdo..che sono tutti dei comunisti...
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Iscritto dal: Feb 2008
Città: dire paesino sarebbe essere generosi :asd:
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Sampdoria o Lazio,ditemi voi chi ha bruciato di piu,la sconfitta diretta o la sconfitta morale? |
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Iscritto dal: Oct 2001
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ma dove vanno a finire tutti quei soldi sequestrati ???
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#12 |
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