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#1 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: VR-PD
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Questo è un paese per vecchi
Perché il potere
è nelle mani dei vecchi di GIANCARLO BOSETTI UN ULTRAOTTANTENNE come soluzione, sofferta ma infine accettata, di un problema politico non è in Italia una novità. Sergio Zavoli, classe 1923, designato presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, non ha l'aria di un caso isolato: presidenti della Repubblica e primi ministri, con un piccolo scarto di anni, sono in linea con la constatazione. Ciampi ha lasciato a 86 anni, Napolitano ha iniziato a 81, Prodi ha lasciato a 69 e Berlusconi ha compiuto i 72. È ovvio che la qualità della prestazione non ha relazioni dirette con l'età, così come nulla c'è da eccepire sulle doti professionali e sull'equilibrio del grande giornalista Zavoli (dal "processo alla tappa" alla presidenza Rai), che andrà ora a occupare un ruolo che ha il suo peso spropositato nei riti della politica italiana. Il moto di scoramento è però difficile da trattenere di fronte alla evidenza di quel che è stato scritto in un celebre articolo di Gianluca Violante sul sito lavoce. info già due anni fa. Fatti due conti, l'autore concludeva: in Italia, quando la quasi totalità delle carriere lavorative si esaurisce, in politica si raggiunge l'apice. Come mai? Legittima, ma non dirimente, la preoccupazione che politici troppo vecchi non siano i migliori interpreti dell'innovazione, né i più adatti a captare esigenze nuove. Più influente, sulla pulsione depressiva, la considerazione che l'anzianità del mondo politico è lo specchio dei vizi del mondo del lavoro: bassa mobilità sociale, avanzamento di carriera per anzianità e non per merito. La differenza di età tra il presidente del Consiglio italiano e la media dei colleghi europei è di venti anni. L'elezione di Obama, 47 anni, ha soltanto incrementato i sintomi di abbattimento che ci attanagliavano già prima di lui e di Zavoli. È vero che nel lavoro a 65 anni scatta per lo più la regola della pensione e in politica no, ma è anche vero che i vizi che prolungano oltre le medie internazionali la percentuale dei vegliardi sono affini a quelli che mantengono in posizioni molto redditizie dirigenti e notabili di vario genere che non producono risultati proporzionati ai guadagni. Varie indagini statistiche mostrano che solo il 15 per cento della retribuzione di un dirigente d'azienda è collegata alla sua prestazione, il resto "è carriera", vale a dire, anzianità, buone relazioni, capacità di navigare con astuzia nella scia di un altro dirigente con anzianità, buone relazioni, capacità di navigare? Il rapporto col prodotto viene ultimo, come nel caso delle liquidazioni dei manager di Alitalia, Ferrovie dello Stato, in generale delle grandi aziende di servizio, anzi non viene mai, come per gli stipendi dei parlamentari la cui produttività non viene comparata con quella dei colleghi nel mondo (i congressmen guadagnano 36mila euro in meno all'anno). Il libro recente di Roger Abravanel (Meritocrazia, Garzanti) ha dato ordine sistematico al tema. L'Italia è fuori dal circolo virtuoso del merito. Seguite la freccia benigna: tutti accettano la concorrenza, si fanno crescere le opportunità, si traggono benefici con consumi a basso costo, si rafforza la fiducia nel merito, cresce l'impegno a eccellere, i migliori salgono nella scala sociale, si crea leadership sicura di sé che promuove un contesto concorrenziale e nuova fiducia nel merito. Al contrario noi italiani siamo nel circolo vizioso del demerito. Seguite la freccia maligna: i giovani non si impegnano, si fa carriera per conoscenza e anzianità, si crea leadership anziana che opera per mantenere status, e si promuove così sfiducia nel merito. La recente indagine Luiss sulla classe dirigente, guidata da Carlo Carboni, aveva aggiunto un bel mattone all'edificio critico: la politica manda in parlamento sistematicamente figure di scarsa qualità e alta lealtà che tendono a mantenere lo status della leadership che li ha cooptati. Il merito resta fuori perché nel contesto politico italiano appare minaccioso: segreterie deboli, di sinistra, di destra e di centro, grazie a una legge elettorale costruita ad hoc, adottano schiere gregarie per non impensierire leader fragili. E i "leali" in esubero vengono sistemati in aziende regionali, comunali e simili, dovunque possibile, con un progressivo abbassamento della qualità manageriale. Queste tendenze fanno dell'Italia un paese fortemente inegualitario in partenza (come l'America e l'Inghilterra) nel quale la bassa mobilità (come in Francia e Germania, che hanno però una più bassa ineguaglianza) tende a cronicizzare le distanze sociali (mentre in America la elevata mobilità rinnova un po' di più le élite). Il risultato è la condizione in cui siamo. La nomina di un anziano fa risuonare sempre la stessa campana dal suono vellutato. Non stupisce che la reazione sia più un triste scuotimento di spalle che una rabbiosa reazione. Il circuito perverso ha lavorato in profondità: è più facile mettersi nella scia di qualche potere (un manager, un boss politico, un anziano) che tentare di aprire una nuova pista nella boscaglia a colpi di machete diventando eroi di se stessi. La via d'uscita per i più coraggiosi è quella di andarsene. Un dolorosa classifica, che si aggiunge alle altre è quella prodotta dal think-tank Vision (Bocci, Maletta, Realino, Grillo): un formidabile indicatore delle prospettive di un paese e del suo sistema universitario è il numero di studenti stranieri che riceve. Gli Stati Uniti raccolgono circa un quarto dei 2 milioni e 700mila studenti che vanno all'estero, l'11 e il 10 per cento vanno in Inghilterra e Germania, la Francia il 9. L'Italia è l'unico paese sviluppato con un saldo negativo: sono 4mila in più quelli che se ne vanno. Che cosa significa? Che la via d'uscita dal circuito del demerito sempre più nostri giovani connazionali la vanno a cercare fuori. Dentro, non c'è partita. (20 novembre 2008) http://www.repubblica.it/2008/11/sez...ri-vecchi.html
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Messaggi: 654
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lo sostengo da un pezzo che non si può continuare ad avere gente con più di sessantacinque anni al potere, in qualsiasi settore e contesto
come esiste un'età minima, ci deve essere quella massima
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Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai idea (James Russel Lowell)
Vuoi capire qualcosa? Bene, chiudi la bocca ed apri le orecchie (luckyluke5) |
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#3 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Pelican Bay
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"A pessimist is someone who is waiting for it to rain. But I'm already soaked to the skin." L. Cohen. |
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#4 |
Member
Iscritto dal: Dec 2007
Messaggi: 83
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la nomina di zavoli porterà aria fresca!
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: paris again...
Messaggi: 3690
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bosetti che ne ha 62 é un giovane o un vecchio?
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#6 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Messaggi: 12165
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gerontocrazia rulez
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645Z & some glass |
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2006
Città: Trapani (TP)
Messaggi: 3098
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Sapevo che doveva esserci una ragione per cui la Marini (considerata la testa) e la Prati (considerata la faccia) stanno ancora fra i piedi.
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A casa ho almeno sette PC, in firma non ci stanno
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#8 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Città: ...dove Sile a Cagnan s'accompagna...
Messaggi: 1056
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And did you exchange a walk on part in the war for a lead role in a cage? nerdtest: 36% - http://www.nerdtests.com |
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#9 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2005
Messaggi: 2659
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è anni che dico che in italia c'è la gerontocrazia.
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#10 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Berghem Haven
Messaggi: 13526
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Non è solo una questione di merito/demerito, è innanzitutto questione di mentalità: finchè continueremo col sostenere che il nostro fulcro economico deve essere la piccola azienda artigianale/commerciale fuori non se ne esce.
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#11 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2001
Città: Chicago, IL (USA)
Messaggi: 2724
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non e' possibile che a fare leggi che serviranno per il futuro di un paese sia gente che quel futuro non lo vedra'
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Senza lilleri e un si lallera |
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#12 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: paris again...
Messaggi: 3690
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gelmini, alfano, carfagna (no comment), meloni, fitto, zaia son tutti under 40 e spesso criticati perché considerati troppo giovani...
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#13 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Messaggi: 460
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villari alla rai dimostra di essere attaccato alla poltrona solo un pò
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#14 |
Member
Iscritto dal: Feb 2007
Città: Romagna ma col cuore in Toscana, e spero nel prossimo futuro in Spagna
Messaggi: 361
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la gerontocrazia nasce grazie alla gerontofilia...
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Chiesa Valdese - Remember, my child: Without innocence the cross is only iron, - Grazie Daniele di regalarmi ogni giorno il tuo amore! - Per l'Alternativa - Chi ci pensa nel miele, annega - La Filosofia è come la Russia, piena di paludi e spesso invasa dai tedeschi. (Roger Nimier) |
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#15 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: paris again...
Messaggi: 3690
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é stato eletto...
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#16 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Messaggi: 654
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strano, è di sinistra
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Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai idea (James Russel Lowell)
Vuoi capire qualcosa? Bene, chiudi la bocca ed apri le orecchie (luckyluke5) |
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#17 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 2052
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Sono figuranti, non politici. Sono criticati perche' incompetenti e impreparati, non che burattini nelle mani di Berlusconi. I ministri piu' politicamente rilevanti di questo governo sono ben altri e non sono di sicuro cosi' giovani.
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ciao |
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#18 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: AnTuDo ---------- Messaggi Totali: 10196
Messaggi: 1521
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quoto, guarda gli anta e dici: quanto cacca.. dopo ti giri e guardi gli "enta".. e ti metti le mani in testa...
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“ Fiat iustitia, et pereat mundus”-המעז מנצח - ![]() |
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#19 |
Bannato
Iscritto dal: Nov 2008
Messaggi: 85
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gerontocrazia e relative figlie, quindi mignottogerontocrazia...
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