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Old 28-02-2008, 09:14   #1
EarendilSI
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[PDL]: Il Programma

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PREAMBOLO: Noi, donne ed uomini d’Italia, siamo orgogliosi di essere cittadini di uno dei Paesi più avanzati del mondo. Siamo orgogliosi di appartenere ad una civiltà millenaria, una civiltà che ha dato all’umanità conquiste tra le più importanti. Per questo vogliamo che l’Italia progredisca nel solco della sua tradizione, sempre più europea ed occidentale.

Le radici giudaico-cristiane dell’Europa e la sua comune eredità culturale classica ed umanistica, insieme con la parte migliore dell’illuminismo, sono le fondamenta della nostra visione della società.

I valori nei quali ci riconosciamo sono in specie quelli condivisi dalla grande famiglia politica del Partito Popolare Europeo: la dignità della persona, la libertà e la responsabilità, l’eguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà.

Questi sono i valori comuni alle grandi democrazie occidentali, fondate sul pluralismo democratico, sullo Stato di diritto, sulla non discriminazione, sulla tolleranza, sulla proprietà privata, sull’economia sociale di mercato.

Noi pensiamo che la politica debba essere al servizio dei cittadini, non i cittadini al servizio della politica e che essa debba essere fondata più sui valori che sugli interessi.

Noi crediamo che la persona con i suoi valori ed i suoi principi, con la sua morale e la sua ragione di esistere e di migliorarsi – sia il principio ed il fine di ogni comunità politica, la sola fonte della sua legittimità. E che non possano esistere un’autentica giustizia ed una autentica solidarietà, se la libertà di ogni singola persona non viene riconosciuta come condizione essenziale dallo Stato.

La nostra concezione della persona ripudia tanto ogni forma di collettivismo, quanto l’individualismo egoistico. Ogni persona appartiene ad una comunità e deve subordinare il proprio interesse all’autorità legittima della comunità stessa, accettando i vincoli che sono necessari per la protezione dei diritti fondamentali e della libertà degli altri. Senza legge e ordine non ci può essere libertà.

Noi crediamo che la vera libertà significhi autonomia congiunta con la responsabilità, non irresponsabile indipendenza. La vera libertà rende infatti ogni persona responsabile delle proprie azioni in accordo con la propria coscienza di fronte alla comunità a cui appartiene ed alle generazioni future.

Noi pensiamo che le generazioni future debbano essere poste nelle condizioni di vivere in armonia con l’ambiente naturale. Ogni essere umano è chiamato ad amministrare i beni naturali con saggezza e non sulla base dei suoi specifici interessi. Le persone, le famiglie, i gruppi sociali, le comunità, i popoli, le nazioni e gli Stati devono quindi rendere conto delle loro azioni davanti ad ogni singolo essere umano, di oggi e del futuro.

Noi crediamo che la società e lo Stato debbano servire la persona ed il bene comune. Le persone e le comunità devono avere il diritto di realizzare ciò che possono grazie alla loro iniziativa. Ciò che le organizzazioni di dimensioni più piccole non sono in grado di realizzare deve essere affidato ad organizzazioni di livello più alto: gli Enti locali, la Regione, lo Stato, le Organizzazioni sopranazionali. La sussidiarietà è infatti la formula base della decentramento, del federalismo, e dell’integrazione europea. Ogni attività sociale è infatti per sua natura sussidiaria.

Noi crediamo che la politica abbia il compito di sostenere la vita e l’attività delle persone, delle famiglie, e delle comunità intermedie, non di distruggerle o di assorbirle. Per permettere alle singole persone ed alle loro libere associazioni di svilupparsi al massimo grado nel campo del sociale lo Stato deve sostenere una politica di deduzioni fiscali ed una politica di destinazione fiscale, come è quella del “5x1000”, nei confronti di quei cittadini che sostengono finanziariamente il volontariato, il non profit, le associazioni private senza scopo di lucro, tutto ciò che opera nell’ambito dell’assistenza sociale e della solidarietà, della ricerca scientifica e della cultura.

Noi crediamo nella validità del modello sociale europeo, che affonda le sue radici nei valori sociali e liberali, e che si basa sui principi inscindibili di efficienza economica, di giustizia sociale, di concorrenza e solidarietà, di responsabilità personale e di protezione sociale.

Questi principi restano del tutto validi, sono anzi ancora più validi nella realtà contemporanea prodotta dalla globalizzazione, davanti ai rapidi e non sempre positivi cambiamenti da questa imposti alla nostra vita sociale ed economica. La sfida che abbiamo di fronte, e che dobbiamo vincere, è infatti ora ed ancora più quella di fondere armoniosamente le nuove forze di mercato con il dinamismo economico, il rispetto della persona umana, e la responsabilità sociale.

In ogni caso noi ci impegniamo a sostenere in sede europea politiche mirate a ridurre la quantità delle regole non essenziali ed a difendere la nostra produzione dalla competizione asimmetrica che viene dall’Asia, anche chiedendo l’applicazione paritetica, non solo in Europa ma appunto anche in Asia, delle regole di rispetto sociale ed ambientale.

Noi vogliamo una società che si prenda veramente cura dei più poveri e dei più deboli. Noi non vogliamo una società divisa tra ricchi e poveri, tra forti e deboli. Noi vogliamo una società nella quale tutti possano godere di un livello di vita adeguato. Noi crediamo che le persone abbiano il dovere di provvedere a se stessi, secondo il principio morale della responsabilità, ma che in base a questa debbano anche aiutare il prossimo in difficoltà. Crediamo che sia dovere fondamentale, sia della società che dello Stato, insieme aiutare coloro che non raggiungono questo obiettivo.

Noi pensiamo in particolare che siano necessarie forti azioni positive per assicurare l’effettiva parità tra uomo e donna, per accrescere l’accesso delle donne all’istruzione ed al lavoro, per favorire il loro accesso ai posti di più alta responsabilità nel mondo pubblico e privato. Una maggiore eguaglianza effettiva tra uomo e donna renderà il nostro Paese non solo più giusto ma anche più prospero.

Noi pensiamo che la famiglia sia l’elemento fondamentale delle nostra società. Oggi le famiglie e la società sono sempre più frammentate. Noi pensiamo che sia invece necessario riconoscere chiaramente il ruolo attivo della famiglia, nella consapevolezza che questa non può essere sostituita da altre figure sociali.

In una situazione difficile come quella attuale, le famiglie sono anche un prezioso elemento di stabilità sociale ed economica perché si affiancano alla società ed alle strutture pubbliche compensandone i limiti nell’attuazione delle politiche sociali. Non possiamo ignorare che molte famiglie non riescono più ad avere “una tranquilla e quieta vita, in piena dignità”. La famiglia va dunque difesa, anche perché è fondamentale per le persone più deboli, per gli anziani, per i diversamente abili, per i giovani senza lavoro. Non solo. Noi crediamo che la famiglia abbia il dovere ed il compito insostituibile di educare i bambini e gli adolescenti.

In questa prospettiva noi pensiamo che buoni risultati possano essere conseguiti riducendo il carico fiscale per le famiglie in rapporto al numero dei familiari, a partire dai bambini.

Noi sappiamo che i valori umanistici e cristiani si confrontano con i risultati del progresso scientifico, in particolare in ambito biomedico.

Tale progresso ha contribuito in maniera straordinaria alla salute ed al benessere di tutti i cittadini. Lo vogliamo affermare con forza. Noi pensiamo che la libertà e il progresso della ricerca biomedica vadano quindi salvaguardati e per questo debbano essere coniugati con i principi della protezione e della promozione della dignità umana, con il diritto alla vita, l’unicità di ogni vita umana, l’eguaglianza di tutti gli esseri umani, la tutela della salute. Riconoscersi nel principio della dignità della persona umana comporta infatti che la scienza debba sempre essere al servizio della persona, ed esclude che la persona possa essere al servizio della scienza.

Noi pensiamo che la politica internazionale debba basarsi sul valore della libertà, e sul fondamentale rapporto tra pace, libertà e diritti. E’ ciò che abbiamo fatto, ciò che abbiamo finora difeso e promosso, ed è ciò che riteniamo faccia parte delle aspirazioni e delle possibilità di tutti i popoli.

In un mondo sfidato dal terrorismo e attraversato dal rischio dello scontro tra le civiltà, noi poniamo la costruzione della pace e il dialogo tra i popoli come fondamentale dovere della nostra politica internazionale. A questo dovere sono ancorate le nostre alleanze e relazioni, le nostre missioni all’estero e più in generale la strategia del nostro Paese sullo scacchiere mondiale.

In questo contesto restano cruciali le scelte europeiste ed atlantiche.

Noi pensiamo che, a questa altezza di tempo, si debba aggiungere alla libertà un altro valore, ad essa complementare: la sicurezza della nostra identità davanti all’immigrazione.

E’ su questo confine, tra passato, presente e futuro, che si staglia la differenza tra due visioni della vita e del mondo. La visione della sinistra e la nostra visione.

Proprio per questo dobbiamo e possiamo aprire al nuovo, ma senza rinunciare a noi stessi, rafforzando insieme le nostre tradizioni, la nostra identità, la nostra libertà. Perché solo conservando i valori oltre la crisi dei valori, si conservano l’identità e la sicurezza e si vive la libertà.

In questa strategia lo Stato nazionale e federale, somma dei nostri valori comuni e sede del nostro comune destino, ha un ruolo fondamentale. Un ruolo sussidiario e riequilibratore tra passato e futuro, tra interno ed esterno.

Questo è il cuore del nostro programma. Questo è il centro del nostro disegno, tanto sul lato politico quanto sul lato economico, tanto in Italia quanto in Europa: la difesa dei principi morali e dei valori, civili e religiosi, la difesa della famiglia e delle nostre radici, l’impegno a rispettare la nostra civiltà da parte di chi entra, la difesa delle nostre imprese, del nostro lavoro.

Il “Popolo della Libertà” è nato dalla libertà, nella libertà e per la libertà, perché l’Italia sia sempre più moderna, libera, giusta, prospera, autenticamente solidale.

Noi sappiamo che i nostri valori sono radicati nella migliore tradizione politica del nostro Paese e della nostra società. Nel “Popolo della Libertà” si riconoscono infatti laici e cattolici, operai ed imprenditori, giovani e anziani. Si riconoscono donne ed uomini del nord, del centro e del sud.

Siamo orgogliosi di questo nostro carattere popolare, perché ci conferma nel nostro disegno, che è quello di unire la società italiana, e di condurla tutta insieme verso un futuro migliore.

Noi proponiamo agli italiani una società fatta di libertà, di sviluppo economico, di solidarietà. Proponiamo una società basata sui valori liberali e cristiani, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere, crescere ed educare i figli. Proponiamo un’Italia rispettata e forte nel mondo. Proponiamo una Patria nella quale tutti gli italiani si riconoscono e che tutti amano, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.

All’opposto la sinistra ha sempre dato all’Italia incertezza, divisioni, odio sociale, povertà. La sinistra fa politiche che distruggono la famiglia, e che non rispettano i valori morali del popolo italiano, i valori della nostra tradizione. Per quello che è sempre stata ed è nel suo profondo, la sinistra vuole dividere i lavoratori e dagli imprenditori, gli uomini e dale donne, i padri ed dai figli, i giovani e dagli anziani, gli italiani del nord e dagli italiani del sud.

La sinistra vede nemici ovunque. Noi vediamo ovunque dei fratelli.

Pur affrontando difficoltà enormi, ci siamo sempre preoccupati del benessere di tutti gli italiani, senza distinzioni tra destra e sinistra.

Perché il governo è il governo di tutti gli italiani, non soltanto di chi lo ha votato. Questa è la vera moralità della politica.

Noi vogliamo un’Italia di persone libere e responsabili, in grado di prendere in mano il loro futuro, di potersi scegliere un buon lavoro, di far crescere i figli secondo i propri valori e le proprie idee.

Noi vogliamo una società nella quale tutti i giovani, senza distinzione di ceto sociale, vadano a scuola per conseguire un diploma o una laurea di qualità. Vogliamo una società nella quale i giovani abbiano un lavoro, che permetta loro di essere subito indipendenti e di formarsi una famiglia.

Noi vogliamo una società nella quale nessuno rimane indietro. Perché ogni persona ha un valore inestimabile, e perché il benessere di ogni cittadino significa il benessere di tutti i cittadini, il benessere di tutta la società.

Noi vogliamo una economia forte e vitale, fondata su imprese moderne ed efficienti, sulla creatività e sull’innovazione, perché senza crescita economica non si possono risolvere i problemi sociali e non si possono garantire a tutti i cittadini i servizi ai quali hanno diritto.

Lo spirito del tempo in cui viviamo ci impone un cambiamento di rotta, rispetto agli ultimi due anni.

Se non cambiamo e in fretta, sarà infatti la realtà a cambiarci in peggio.

Le riforme costituzionali sono vitali per l’Italia, per avere un governo più forte perché capace di decidere e per avere una politica rispettata dai cittadini perchè costa meno.

Nelle due ultime legislature la via delle riforme è iniziata, ma non è finita. In questa legislatura la riprenderemo, nel comune impegno a terminarla. Un impegno che qui prendiamo davanti agli italiani.

Noi ci richiamiamo alla più grande forza politica europea, il Partito Popolare Europeo, e con essa condividiamo un’idea spirituale dell’Europa: l’idea dei padri fondatori, che è all’origine stessa dell’Europa.

Abbiamo un lungo cammino davanti a noi. Un cammino di impegno civile, in cui diritti e doveri si ricongiungono come facce di una stessa medaglia.

Quaranta anni dopo il “Sessantotto”, è l’ora di una nuova rivoluzione: la rivoluzione delle responsabilità.

Chiediamo il sostegno di tutti gli italiani, chiediamo il loro voto per garantire questi valori e per realizzare il nostro programma.

Sulla base di questo preambolo il Popolo della Libertà dà vita a un Patto elettorale e di governo con la Lega nord per l’indipendenza della Padania e il Movimento per l’Autonomia, forze politiche fortemente radicate su specifici territori, che condividono e s’impegnano a realizzare il seguente “Decalogo”.



DECALOGO

Il nostro programma, sintesi della nostra esperienza, è basato su 10 Punti.
Lo realizzeremo gradualmente, via via che sarà possibile, nel corso della legislatura.
Ne anticiperemo una parte con appositi Disegni di legge.
Al passaggio di governo chiederemo a riconosciute Autorità indipendenti una verifica oggettiva (“due diligence”) sull’effettivo stato dei nostri conti pubblici

I 10 punti del nostro Decalogo sono:


10 PUNTI

1. Difendere e far ripartire l’economia italiana
2. La “giusta imposta”
3. Legge e ordine, sicurezza territoriale, governo dell’immigrazione
4. Per una società più solidale basata sulla famiglia
5. Permettere ai giovani di costruirsi un futuro migliore
6. Una casa per tutti
7. Una sanità al servizio dei cittadini
8. Un’alleanza per il Sud
9. La ricchezza dell’Italia: Scuola, Università, Ricerca, Ambiente e Beni culturali
10. Completare la riforma federale dello Stato



PUNTO N. 1: DIFENDERE E FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA ITALIANA
1. Per difendere e far ripartire l’economia italiana dando forza alle sue specifiche vocazioni produttive, dalle piccole alle grandi imprese, dal commercio all’artigianato,dal turismo all’agricoltura, al “Made in italy”:
a) iniziative del nostro governo per politiche europee mirate alla riduzione della regolamentazione comunitaria, alla difesa della nostra produzione, contro la concorrenza asimmetrica che viene dall’Asia (dazi e quote), all’applicazione simmetrica, anche in Asia, di uguali regole sociali ed ambientali;
b) infrastrutture: rilancio e rifinanziamento della nostra fondamentale “Legge Obiettivo” (a partire dalle Pedemontane lombarde e venete, dal Ponte sullo Stretto di Messina, e dall’Alta velocità ferroviaria). Apertura di una corsia di accesso ai lavori anche per le piccole e medie imprese di costruzione; salvaguardia e sviluppo dell’aeroporto di Malpensa;
c) piena attuazione della Legge Biagi per realizzare una maggiore inclusione nel mercato del lavoro di giovani, donne, anziani e disabili. Completamento della Borsa lavoro per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; lotta all’economia sommersa, riducendo il peso fiscale e contributivo sul lavoro;
d) detassazione di straordinari, premi e incentivi legati a incrementi di produttività; graduale progressiva detassazione delle “tredicesime” o di una mensilità;
e) rimborsi IVA in tempo commerciale (da 60 a 90 giorni), per lasciare liquidità nelle imprese;
f) versamento IVA dovuto solo dopo il reale incasso della fattura, per non penalizzare le imprese che hanno problemi di clientela insolvente;
g) graduale e progressiva abolizione dell’IRAP, a partire dall’abolizione dell’IRAP sul costo del lavoro e sulle perdite;
h) attuare reali liberalizzazioni dei servizi privati e pubblici per migliorare il rapporto qualità/prezzo a favore dei consumatori a partire dal carico delle bollette. Liquidazione delle società pubbliche non essenziali;
i) difesa dei consumatori generalizzando e rafforzando il principio di “portabilità” dei rapporti con le banche, da noi proposto nel 2006;
l) sperimentazione della certificazione obbligatoria del “Made in Italy”;
m) partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione;
n) realizzazione dei rigassificatori già autorizzati (Nord, Centro, Sud) per diversificare i Paesi di approvvigionamento;
o) incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all’uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili (vere, non assimilate), dal solare al geotermico, dall’eolico alle biomasse, ai rifiuti urbani, per ridurre i costi dell’energia per le famiglie e per le imprese;
p) diversificazione del funzionamento degli impianti elettrici ad olio combustibile attraverso il ricorso al carbone pulito;

q) attività produttive: semplificazione della burocrazia che pesa sulle imprese; eliminazione di quella contabilità fiscale che è insieme superflua, perditempo e costosa; sperimentazione di un periodo “no tax” per le nuove iniziative imprenditoriali e professionali; graduale progressiva riduzione dell’IVA sul turismo; legge sui Distretti industriali, sulle filiere produttive e sulle reti d’imprese.
r) agricoltura: completamento del disegno strategico perseguito durante il quinquennio 2001/2006 attraverso la ripresa di una incisiva azione comunitaria mirata a salvaguardare gli interessi nazionali per completare le politiche di “disaccoppiamento”, orientamento al mercato, promozione di qualità, sicurezza alimentare ed ambientale; il contenimento dei costi di produzione anche con la stabilizzazione del regime fiscale e previdenziale agricolo, la valorizzazione dei prodotti tipici nel mercato interno e internazionale combattendo la contraffazione e rendendo obbligatoria l’indicazione di origine geografica del prodotto agricolo; favorire la trasparenza dei mercati, l’aggregazione dell’offerta e ridurre i passaggi dal campo alla tavola dei prodotti agricoli, a garanzia di un giusto prezzo per consumatori e produttori; la diffusione di mercati gestiti direttamente dai produttori agricoli e lo sviluppo di imprese agricole multifunzionali nel campo energetico, ambientale e sociale.




PUNTO N. 2: LA “GIUSTA IMPOSTA”
Oltre alle forme di detassazione e semplificazione di cui sopra:
a) graduale progressiva attuazione dei principi contenuti nella nostra Legge delega per la riforma fiscale (2003), con l’obiettivo di portare la pressione fiscale sotto il 40% del prodotto interno lordo, con favore per la famiglia (“quoziente familiare”). In particolare, si terrà conto oltre che della composizione del nucleo familiare, delle persone con disabilità e degli anziani a carico;
b) totale eliminazione dell’ICI sulla prima casa, senza oneri per i comuni;
c) graduale progressiva tassazione forfettaria degli affitti;
d) rafforzamento delle misure di contrasto all’evasione fiscale già contenute nella nostra Legge finanziaria per il 2006: potenziamento della riscossione esattoriale, attuazione della partecipazione dei Comuni all’accertamento tributario; nuove misure per attivare il contrasto d’interessi tra prestatori di servizi e consumatori sul modello della detrazione per i lavori di ristrutturazione edilizia;
e) riforma degli studi di settore, partendo non dal centro, ma dalle realtà economiche territoriali e qui coinvolgendo anche i Comuni.








PUNTO N. 3: LEGGE E ORDINE, SICUREZZA TERRITORIALE, GOVERNO DELL’IMMIGRAZIONE
Terminare l’opera intrapresa nella legislatura 2001/2006, con il completamento della riforma dei codici e la definitiva razionalizzazione delle leggi esistenti, per attuare i seguenti punti:
a) sicurezza del territorio. Rafforzare la prevenzione dei cosiddetti “reati diffusi” (furto in appartamento, furto d’auto, spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, etc), attraverso una maggiore presenza sul territorio delle forze dell’ordine e l’uso di strumenti tecnici di protezione (videocamere). Rilanciare la polizia di prossimità, i poliziotti e carabinieri di quartiere per garantire, soprattutto nelle periferie delle aree urbane, la sicurezza nelle strade e la lotta al degrado metropolitano;
b) aumentare progressivamente le risorse finanziarie per la sicurezza (contratti, carriere, mezzi tecnici). Varare leggi quadro per la riforma e la valorizzazione delle polizie locali e degli istituti di vigilanza; aumentare le pene per i reati di violenza contro le forze dell’ordine; procedere- in conformità con gli impegni assunti in sede europea - alla istituzione della banca dati nazionale del dna;
c) incrementare la prevenzione nei confronti del terrorismo interno ed internazionale. Individuare e contrastare gli aderenti alle cellule terroristiche presenti sul territorio italiano. Stretto controllo delle moschee collegate alla predicazione ultrafondamentalista;
d) contrastare il terrorismo interno individuando le sacche residue di brigatismo e di anarco-insurrezionalismo. Tutelare l’ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari “disobbedienti” (gli espropri proletari, l’aggressione delle forze dell’ordine, etc);
e) rafforzamento del contrasto all’immigrazione clandestina, intensificando le politiche comuni europee e la collaborazione con i paesi di origine o di transito degli immigrati per bloccare i flussi incontrollati. Iniziativa del governo italiano in sede di Unione Europea, affinchè non si attuino più sanatorie indiscriminate per i clandestini. Per le quote programmate di ingresso in Italia dare precedenza ai paesi che garantiscano la reciprocità dei diritti, che impediscano dal proprio territorio la partenza di clandestini e che accettino programmi comuni di formazione professionale prima delle partenze regolari verso l’Italia. Rafforzare e moltiplicare i CPT (centri di permanenza temporanea) per l’identificazione e l’espulsione dei clandestini. Eliminare le disposizioni del Governo Prodi che hanno facilitato l’ingresso dei clandestini;
f) per l’integrazione dell’immigrazione regolare, confermare il collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, contrastare lo sfruttamento illegale del lavoro degli immigrati. Curare progetti di inserimento scolastico che puntino alla conoscenza della lingua italiana, della nostra cultura e delle nostre leggi fondamentali. Contrastare con forza ogni forma di sfruttamento dei minori e delle donne;
g) contrastare nelle aree urbane ogni forma di insediamento abusivo di nomadi e in generale di persone senza fissa dimora. Allontanare tutti coloro che, anche se cittadini comunitari, siano privi di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza;
h) unificazione in un unico testo di legge delle varie norme in favore delle vittime dei reati, in modo da evitare ogni discriminazione ed esclusione dai trattamenti risarcitori; facilitazioni per installazioni di sistemi di sicurezza nei pubblici esercizi;
i) garantire la certezza della pena, prevedendo che i condannati con sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta, escludendo gli sconti di pena per i recidivi e per coloro che hanno commesso reati di particolare gravità e allarme sociale. Per i reati minori prevedere pene alternative al carcere, quali i lavori socialmente utili, al fine del reinserimento sociale del condannato;
j) inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne, gratuito patrocinio a favore delle vittime di tali reati. Istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare;
k) riportare a livello di effettività la distinzione delle funzioni nella Magistratura, come avviene in tutti i paesi europei, eliminando le attenuazioni volute dal governo Prodi. Avviare una fase di confronto con gli operatori della giustizia per una riforma di ancor maggiore garanzia per i cittadini, che riconsideri l’organizzazione della Magistratura, l’obbligatorietà dell’azione penale e l’impiego della Polizia Giudiziaria;
l) per aumentare l’efficienza e la rapidità della Giustizia, completare la riforma del codice di procedura civile con ulteriore snellimento dei tempi di definizione e particolare incentivo alle procedure extra giudiziali; avviare un confronto con i rappresentanti dei lavoratori della giustizia al fine di riconsiderare le piante organiche, i carichi di lavoro, l’utilizzo delle tecnologie informatiche e le qualificazioni professionali;
m) escludere qualsiasi nuovo provvedimento di indulto o di amnistia. Edificare nuove carceri e ristrutturare quelli esistenti, attraverso operazioni finanziarie che valorizzino il patrimonio immobiliare, per aumentare la capacità ricettiva degli istituti;
n) Attuare i principi costituzionali del giusto processo per una maggiore tutela delle vittime e degli indagati. Riformulare l’attuale normativa anche costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini.



PUNTO N. 4: PER UNA SOCIETA’ PIU’ SOLIDALE BASATA SULLA FAMIGLIA
a) Distribuzione di beni di prima necessità attraverso i Comuni ed il volontariato, per aiutare la parte più bisognosa della nostra popolazione ad arrivare a fine mese;
b) abbattimento del costo dei mutui bancari delle famiglie, rendendone conveniente la ristrutturazione da parte delle banche, con il concorso delle associazioni dei consumatori;
c) graduale progressivo aumento delle pensioni più basse. Rafforzamento del nostro progetto di previdenza complementare e avvio sperimentale di nuove mutue sociali e sanitarie;
d) la famiglia, intesa come comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, sarà il centro privilegiato di un nuovo rapporto fiscale, basato sul criterio del “quoziente familiare”;
e) reintrodurre e potenziare il nostro “Bonus bebè”, per sostenere la natalità;
f) graduale e progressiva riduzione dell’IVA su latte, alimenti e prodotti per l’infanzia, come in Inghilterra;
g) prosecuzione del nostro piano di investimenti in asili aziendali e sociali, attraverso fondi pubblici e detassazione;
h) creazione, sul modello francese, di un libretto vincolato per ogni nuovo nato, per aiutare le famiglie nel corso degli studi. Sostegno alle famiglie per una effettiva libertà di scelta educativa tra scuola pubblica e scuola privata;

i) stabilizzazione del nostro “5X1000” e sua reale applicazione a favore di volontariato, non-profit, terzo settore, ricerca, etc.;
l) riforma del libro primo del codice civile, per riconoscere il ruolo fondamentale assunto nella nostra società dal “terzo settore”;
m) rilancio del ruolo di prevenzione e di assistenza dei consultori pubblici e privati e, d’intesa con le Regioni, individuazione delle risorse finanziarie necessarie a garantire credibili alternative all’aborto per la gestante in difficoltà.
n) continuità nell’assegnazione di libri di scuola gratuiti per le famiglie meno agiate ed estensione fino al 18° anno di età per garantire la fruizione del diritto/dovere all’istruzione;
o) Microcredito: riconoscimento e incentivazione delle Fondazioni Etiche che lo promuovono. Superamento da un lato dell’usura e dall’altro lato del costo delle banche, utilizzando la sede degli sportelli postali per combinare la massa del microrisparmio con la domanda di microfinanziamenti per piccoli investimenti produttivi. Soprattutto da parte dei giovani;
p) utilizzo delle Poste italiane per servizi sociali a domicilio, a favore dei cittadini, in coordinamento con i Comuni;
q) attuazione del nostro piano straordinario per le persone non autosufficienti (disabili, anziani, malati gravi, etc.) di concerto con il mondo delle autonomie e del privato sociale;
r) esclusione di ogni ipotesi di leggi che permettano o comunque favoriscano pratiche mediche assimilabili all’eutanasia;
s) incremento delle tutele, delle garanzie e dei controlli in materia di sicurezza sul lavoro anche attraverso incentivi per le imprese che si impegnano in tal senso;
t) revisione del sistema di assistenza sociale in base al principio di sussidiarietà, dando un ruolo maggiore ai comuni e garantendo la libertà di scelta tra i vari servizi che vengono offerti dal pubblico, dal privato e dal privato sociale.



PUNTO N. 5: UN’ALLEANZA PER IL SUD
a) Piano decennale straordinario concordato con le Regioni per il superamento della questione meridionale a partire dal potenziamento, completamento e realizzazione delle infrastrutture: porti, reti stradali e autostradali, alta capacità ferroviaria, Ponte sullo stretto, in modo da formare un sistema logistico integrato;
b) federalismo fiscale solidale e misure di fiscalità di sviluppo (fiscalità compensativa) a favore delle aree svantaggiate;
c) creazione di zone e porti franchi;
d) contrasto alla criminalità organizzata; approvare e finanziare un piano di emergenza per la sicurezza e la legalità nel Mezzogiorno d’Italia;
e) “Leggi Obiettivo” speciali concentrate su turismo e beni culturali, agroalimentare e risorse idriche, infrastrutture e logistica, poli di eccellenza per la ricerca e l’innovazione;
f) realizzazione di un piano strategico di riconversione dell’industria chimica pesante (impianti petrolchimici e centrali termoelettriche) ispirato alle nuove tecnologie;
g) pieno e tempestivo utilizzo dei fondi comunitari attraverso nuove intese istituzionali di programma;
h) realizzazione del nostro progetto, interrotto dal Governo Prodi, della Banca del Sud.



PUNTO N. 6: PERMETTERE AI GIOVANI DI COSTRUIRSI UN FUTURO MIGLIORE
a) garanzie pubbliche per i “prestiti d’onore” e per il finanziamento d’avvio a favore di giovani che iniziano la loro attività di impresa;
b) graduale progressiva totalizzazione dei periodi contributivi;
c) “Bonus locazioni”, per aiutare le giovani coppie e i meno abbienti a sostenere l’onere degli affitti;
d) sul modello storico delle “Casse edili”, ripresa in ogni settore di attività del sistema delle mutue che, con sostegno pubblico e privato, garantiscano alla massa dei giovani assistenza sociale e sanitaria in caso di non lavoro e di bisogno;
e) introduzione di un credito d’imposta per le imprese che assumono giovani o che stabilizzano lavoratori precari;
f) favorire la costituzione di comunità giovanili soprattutto nelle periferie degradate, aperte a tutti i giovani senza strumentalizzazioni ideologiche: combattere il degrado delle periferie metropolitane attraverso la realizzazione di vere e proprie comunità giovanili, spazi di libertà e di aggregazione che consentano di fare sport, musica, teatro al di fuori dei circuiti commerciali.



PUNTO N. 7: UNA CASA PER TUTTI
Oltre a quanto previsto sopra in materia di regime forfettario sugli affitti, di bonus locazione e aiuti ai giovani e di ricontrattazione dei mutui:
a) “Piano casa” per costruire 100.000 alloggi di edilizia economico-popolare, di case a riscatto e di edilizia in affitto a canone controllato, attraverso lo scambio tra concessioni di edificabilità e costruzione di edilizia a costi sociali. Ciascuna Regione determinerà i criteri di residenza e di bisogno su cui costruire le graduatorie;
b) piano di riscatto concordato con le Regioni a favore degli inquilini di immobili pubblici;
c) graduale progressiva detassazione degli investimenti in riscaldamento e/o difesa termica delle abitazioni e graduale progressiva detassazione degli investimenti per la costruzione nelle città di nuovi posti-auto sotterranei;
d) fondo pubblico di garanzia per i mutui contratti dai condomini per le opere di manutenzione e/o ristrutturazione;
e) stabilizzazione definitiva delle norme fiscali (IVA + Imposte dirette) sui lavori di ristrutturazione edilizia;
f) Legge Obiettivo anche per i quartieri svantaggiati e le periferie delle grandi aree metropolitane, con agevolazioni agli interventi di riqualificazione urbana (demolizioni/ricostruzioni, etc) e il finanziamento di grandi progetti infrastrutturali.



PUNTO N. 8: UNA SANITA’ AL SERVIZIO PER I CITTADINI
a) Completamento del nostro piano per l’eliminazione delle liste d’attesa;
b) appropriatezza delle prescrizioni e applicazione della “Carta del malato”;
c) maggiore trasparenza nella scelta dei manager nelle aziende pubbliche sanitarie, con graduatorie che valorizzino il merito e le qualificazione professionale;
d) riforma della Legge 180/78 (Legge Basaglia) in particolare per ciò che concerne il trattamento sanitario obbligatorio dei disturbati psichici;
e) piena attuazione della Legge Fini – Giovanardi contro le droghe, con il potenziamento dei presidi pubblici e privati di prevenzione di recupero dalle tossicodipendenze;
f) riconoscimento del ruolo dei medici, degli infermieri e di tutti gli altri appartenenti al personale sanitario per rilancio del Servizio Sanitario Nazionale e una maggiore tutela dei rischi professionali.



PUNTO N. 9: LA RICCHEZZA DELL’ITALIA: SCUOLA, UNIVERSITA’, RICERCA, AMBIENTE E BENI CULTURALI
a) Ridare autorevolezza agli insegnanti;
b) attuare davvero e per la prima volta in Italia il disposto dell’articolo 34 della nostra Costituzione: “I capaci e meritevoli anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”;
c) commisurare gli aumenti retributivi a criteri meritocratici: pagare di più gli insegnanti più preparati e più impegnati;
d) ripresa nella scuola, per gli alunni e per gli insegnanti, delle “3 i” di inglese, impresa, informatica. Proprio come ora suggerito in Francia dalla “Commissione Attali”; difesa del nostro patrimonio linguistico anche in considerazione dei flussi migratori;
e) ferme le garanzie per il diritto allo studio, libera, graduale e progressiva trasformazione delle Università in Fondazioni associative, aperte ai contributi dei territori, della società civile e delle imprese;
f) importazione tale e quale dalla Francia in Italia dei “Fondi di fondi” per finanziare gli investimenti in ricerca;
g) graduale progressivo incremento della detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione tecnologica;
h) per eliminare lo scandalo dell’accumulo e della spedizione all’estero dei rifiuti solidi urbani: attuare tutti i provvedimenti normativi per la riduzione a monte dei rifiuti e favorire il riciclo e il riuso delle materie attraverso la raccolta differenziata, consentire la realizzazione dei termovalorizzatori all’interno di un ciclo industriale integrato;
i) “5 per mille” ambientale;
l) aggiornamento della Legge 157/92 secondo gli indirizzi europei in materia di attività venatoria;
m) escludere qualsiasi nuovo condono edilizio e introdurre una Legge quadro per il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale e la tutela del paesaggio, nel rispetto delle autonomie territoriali, attraverso la demolizione degli ecomostri e il risanamento dei più gravi scempi arrecati al paesaggio italiano;
n) promuovere azioni coordinate di valorizzazione del territorio attraverso la programmazione negoziata con le Regioni, anche per ottimizzare l’utilizzo dei fondi europei relativi ai beni culturali e al recupero dei centri storici;
o) fatte salve le competenze regionali, realizzare strumenti di tutela del suolo e delle acque per una razionalizzazione della gestione delle risorse e per la prevenzione dei disastri idrogeologici;
p) introdurre una Legge quadro per lo spettacolo dal vivo (teatro, musica, danza, etc); promuovere la creatività italiana in tutti i campi dello spettacolo, dell’arte e della multimedialità;
q) promuovere la costituzione di “cittadelle della cultura e della ricerca”, con il concorso del pubblico e dei privati, per lo studio delle eccellenze italiane e lo sviluppo di piani e strategia per la valorizzazione della produzioni tradizionali e della tipicità.



PUNTO N. 10: COMPLETARE LA RIFORMA FEDERALE DELLO STATO
La riforma del Titolo V della Costituzione – pur imperfetta nel testo impostoci nel 2000/2001 dalla sinistra - ha posto le premesse per avviare un ampio processo di trasferimento di poteri dal centro alla periferia, incidendo sull’assetto delle competenze e dei rapporti tra i diversi livelli istituzionali della Repubblica.

Per il riconoscimento di una effettiva autonomia di Regioni ed enti locali manca tuttavia un elemento fondamentale: l’attuazione del federalismo fiscale.

I ritardi fino ad oggi accumulati hanno condotto al perdurare di un modello di finanziamento degli enti territoriali « derivato», ossia dipendente dal bilancio statale, anziché autonomo.

Ciò ha comportato e comporta gravi disfunzioni nel rapporto tra politica e azione amministrativa e perduranti inefficienze nell’utilizzo delle risorse pubbliche.

Il superamento dell’attuale sistema di finanza “derivata”, a favore di un moderno assetto di federalismo fiscale ci consentirà l’assunzione – a tutti i livelli di governo – di decisioni politiche responsabili, rendendo trasparenti le scelte pubbliche e creando un collegamento diretto tra decisioni di spesa e decisioni di entrata.

Dall’attuazione del federalismo fiscale deriverà un nuovo stimolo a comportamenti virtuosi da parte degli enti territoriali e più in generale uno stimolo all’efficienza del settore pubblico complessivo.

Nel nuovo assetto dei poteri pubblici e delle competenze tra i diversi livelli di governo le responsabilità legislative e amministrative degli enti territoriali sono destinate ad ampliarsi in misura significativa.

Volumi consistenti di risorse finanziarie dovranno pertanto essere trasferiti dal centro alla periferia a parità di spesa pubblica e di pressione fiscale complessiva.

Per queste ragioni daremo attuazione al disposto dell’articolo 119 della Costituzione, assegnando agli enti territoriali le più idonee fonti di finanziamento, trovando il giusto equilibrio tra autonomia, equità ed efficienza.

Questi sono i princıpi fondamentali per l’attuazione del federalismo fiscale:

a) l’attuazione del federalismo fiscale non deve comportare né aumenti della spesa pubblica né inasprimenti dell’imposizione fiscale sui cittadini;
b) l’esercizio dell’autonomia tributaria di Regioni ed enti locali deve assicurare la correlazione tra prelievo fiscale e beneficio connesso ai servizi offerti sul territorio;
c) l’attuazione del federalismo fiscale deve essere operata all’insegna della semplificazione del sistema tributario e della riduzione degli adempimenti a carico del cittadino;
d) il federalismo fiscale deve garantire la massima trasparenza ed efficienza nelle decisioni di entrata e di spesa, così da permettere il controllo della collettività sulle politiche fiscali e di spesa delle amministrazioni locali;
e) la perequazione deve ridurre ma non annullare le differenze di capacità fiscale, fermo il principio costituzionale di giusto equilibrio tra solidarietà ed efficienza, premiando i comportamenti finanziari virtuosi e le regioni con una minore evasione fiscale.

Le Regioni – come enti di programmazione – devono poter assumere ruoli di coordinamento e di responsabilità rispetto alla finanza degli enti locali del territorio.

L’attuazione dell’articolo 119 si fonda su tre pilastri:
a) il riconoscimento di ampie fonti autonome di entrata per regioni ed enti locali;
b) la previsione di meccanismi perequativi equi ed efficienti;
c) la previsione di nuove regole di coordinamento della finanza pubblica.
Il nostro modello di riferimento è quello della Legge Regionale della Lombardia, già approvato a larghissima maggioranza, incluso dunque anche il centrosinistra, e presentato in Parlamento.

Leggi semplici in un sistema normativo più chiaro; procedimenti
amministrativi più snelli e tempi rapidi nella Pubblica
Amministrazione; potenziamento delle nuove tecnologie e riduzione degli
oneri amministrativi per cittadini ed imprese. Sono questi fattori
decisivi per attrarre investimenti, migliorare la competitività e far
crescere l'occupazione. Il Governo adotterà i provvedimenti necessari
per modernizzare la Pubblica Amministrazione per renderla più
efficiente e meno costosa, semplificare la legislazione esistente,
ridurre i tempi dell'attività amministrativa, ed eliminare gli oneri
amministrativi inutili, in linea con le istanze dell'Unione europea.
http://www.iltempo.it/2008/02/27/846297-programma.shtml
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Old 28-02-2008, 09:19   #2
EarendilSI
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"Alimenti per chi

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Il piano Marshall del Cav
"Alimenti per chi non arriva a fine mese"
Silvio Berlusconi come George Marshall. Il Cavaliere si prepara ad avviare un megapiano di aiuto in soccorso di famiglie e non solo, di tutti coloro che insomma non arrivano a fine mese.
Un piano che sembra assomigliare a quello varato dal segretario di Stato statunitense il 5 giugno 1947 per andare in soccorso dell'Europa sconvolta dalla Seconda Guerra Mondiale.
Tanto che il progetto prevede al primo punto la «distribuzione di beni di prima necessità attraverso i Comuni e il volontariato, per aiutare la parte più bisognosa della nostra popolazione ad arrivare a fine mese». Distribuzione di pacchi di pasta, pane, aiuti alimentari, dunque. E non solo. Perché nella bozza del programma preparato dal Pdl e che è in una fase revisione (era di trenta pagine, poi 27, ora 18 ma al Cavaluere sembrano ancora troppe: vuole una roba sintetica) si prevede un vero e proprio complesso di interventi a sostegno delle famiglie. Al punto che al piano Marshall-Berlusconi sono assegnati due punti del programma oltre ad altre proposte che sono riconducibili in favore di coloro che non arrivano a fine mese.
Si propone per esempio l'«abbattimento del costo dei mutui bancari delle famiglie, rendendone conveniente la ristrutturazione da parte delle banche, con il concorso delle associazioni dei consumatori». Anche se al piano casa è dedicato un capitolo successivo. Quindi la coalizione berlusconiana pensa anche a un «graduale progressivo aumento delle pensioni più basse», e al «rafforzamento del nostro progetto di previdenza complementare e avvio sperimentale di nuove mutue sociali e sanitarie».
In generale l'iniziativa prevede di non guardare più o soltanto al singolo soggetto che paga le tasse, ma alla famiglia nel suo complesso: «La famiglia, intesa come comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, sarà il centro privilegiato di un nuovo rapporto fiscale, basato sul criterio del "quoziente familiare"», è scritto nella bozza del programma. È confermata anche la reintroduzione del bonus bebè che era stato varato con la Finanziaria 2005 (1000 euro per ogni nuovo nato) e poi soppresso dal governo Prodi. C'è anche un altra misura «piano di investimenti in asili aziendali e sociali, attraverso fondi pubblici e detassazione» che pure era stato avviato con la collaborazione di alcune Regioni.
Il Pdl inoltre ha inserito nel programma anche una «graduale e progressiva riduzione dell'Iva su latte, alimenti e prodotti per l'infanzia, come in Inghilterra». In effetti da noi l'imposta è al 10%, la media europea è del 4%, in Gran Bretagna è zero. C'è anche un'altro norma che verrebbe importata da un'esperienza estera, in questo caso dalla Francia. Nel caso di un nuovo governo Berlusconi, potrebbe essere creato «un libretto vincolato per ogni nuovo nato, per aiutare le famiglie nel corso degli studi». Nel programma si fa riferimento anche al «sostegno alle famiglie per una effettiva libertà di scelta educativa tra scuola pubblica e scuola privata».
Vi sono poi altri interventi di varia natura e che erano già stati presentati in Parlamento come la «stabilizzazione del nostro "5 per 1000" e sua reale applicazione a favore di volontariato, non-profit, terzo settore, ricerca, etc»; la «riforma del libro primo del codice civile, per riconoscere il ruolo fondamentale assunto nella nostra società dal "terzo settore"»; il «rilancio del ruolo di prevenzione e di assistenza dei consultori pubblici e privati e, d'intesa con le Regioni, individuazione delle risorse finanziarie necessarie a garantire credibili alternative all'aborto per la gestante in difficoltà». Inoltre si immagina anche la «continuità nell'assegnazione di libri di scuola gratuiti per le famiglie meno agiate ed estensione fino al diciottesimo anno di età per garantire la fruizione del diritto/dovere all'istruzione».
Sempre sul fronte sociale nel piano del Pdl si propongono forme di «microcredito» con il «riconoscimento e incentivazione delle Fondazioni Etiche che lo promuovono» e il «superamento da un lato dell'usura e dall'altro lato del costo delle banche, utilizzando la sede degli sportelli postali per combinare la massa del microrisparmio con la domanda di microfinanziamenti per piccoli investimenti produttivi, soprattutto da parte dei giovani». Le Poste Italiane saranno utilizzate «per servizi sociali a domicilio, a favore dei cittadini, in coordinamento con i Comuni», come d'altro canto era già previsto in una proposta presentata in Parlamento da Berlusconi e Tremonti.
http://www.iltempo.it/2008/02/28/846691-alimenti.shtml
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Old 28-02-2008, 09:25   #3
scorpionkkk
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10 PUNTI

1. Difendere e far ripartire l’economia italiana
2. La “giusta imposta”
3. Legge e ordine, sicurezza territoriale, governo dell’immigrazione
4. Per una società più solidale basata sulla famiglia
5. Permettere ai giovani di costruirsi un futuro migliore
6. Una casa per tutti
7. Una sanità al servizio dei cittadini
8. Un’alleanza per il Sud
9. La ricchezza dell’Italia: Scuola, Università, Ricerca, Ambiente e Beni culturali
10. Completare la riforma federale dello Stato
Posso citare l'articolo de "Il Giornale" dell'altro thread che è attinente?

Quote:
Il programma di Walter? Solo banalità
Sul paese soffia un vento pericoloso. Un vento che la amara ironia di Edoardo de Filippo avrebbe definito «il mondo delle parole». Parole vuote per la loro banalità e tragiche per al loro ipocrisia. E con quel vento veleggia Walter Veltroni che come colomba dal desìo (di potere) chiamata elenca il programma di monsignor De la Palisse.
Bisogna ridurre le tasse tagliando dal 2009 un punto l’anno dell’Irpef per tre anni, dice Veltroni. Ma in questo ultimo biennio l’ex sindaco di Roma dov’era quando il governo le tasse le aumentava? (vedi punto 2 del programma della PDL) Il suo annuncio di oggi ci ricorda la vecchia gag di Totò quando, dovendo pagare cinque lire al macellaio, gliene chiedeva prima altre cinque in prestito e con quelle poi pagava il suo debito. A prescindere dalla comicità dell’annuncio, come farà Veltroni a ridurre le entrate visto che la crescita economica, che non è tra i suoi dodici punti programmatici sta crollando? Mistero della fede. E continua.
Spendere meglio spendere meno. C’è qualcuno che sostiene il contrario, e cioè spendere peggio e spendere di più? Come si vede è il trionfo dell’ovvio,(vedi 9 dei 10 punti del programma della PDL) ma anche pacatamente e serenamente della bugia, visto che colla riforma delle pensioni approvata dal governo Prodi la spesa previdenziale è aumentata nel solo interesse di pochi. Ed ancora, sì all’ambientalismo del fare con termovalorizzatori, rigassificatori e Tav. Ricordiamo male o il governo poco più di un anno fa ha revocato le concessioni per l’alta velocità lungo le tratte Genova-Milano e Milano-Venezia? E così è per tutto il resto. Nelle università la parola d’ordine dev’essere «premiare il merito», dice ancora Veltroni. Chi è che nel suo programma invece vuole «premiare il demerito»? E chi non vuole ridurre l’area del lavoro precario, possibile solo con una crescita economica più robusta e più stabile in linea colla media dei paesi della zona Euro?(vedi punto 1 del programma della PdL) Eppure Veltroni, che come Bruto è uomo d’onore, tace sui drammatici limiti della nostra crescita economica (nel programma della PDL di questi limiti non si parla?) che stanno portando il paese alla deriva, aumentando la precarietà e frantumando, colle crescenti e drammatiche diseguaglianze sociali, la coesione nazionale.
Per non parlare della sicurezza, cui sono stati tagliati ultimamente i fondi finanche alla protezione civile, come ha denunciato con angoscia Bertolaso. Eppoi ricordiamo male o Walter Veltroni è stato il vicepresidente del Consiglio del governo Prodi nel triennio ’96-98, durante il quale nulla di quanto oggi annunciato è stato non solo fatto ma neanche lontanamente pensato? In politica serietà e credibilità vanno di pari passo. E per finire l’ipocrisia politica. Veltroni dice no all’alleanza coi socialisti e dice sì a quella con Di Pietro. I lettori sanno che noi non siamo adusi all’insulto e alle insinuazioni e respingiamo, dunque, l’idea pur suggestiva e largamente sussurrata nei corridoi del Palazzo secondo cui Antonio Di Pietro e Matteo Colaninno siano, su versanti opposti, due esattori politici ai quali non si può dire di no. Allo stesso tempo, però, diciamo con convinzione che il rifiuto del Pd di allearsi con un partito che si chiama socialista ed è parte integrante del partito socialista europeo è l’antica vocazione comunista alla pulizia etnica di una grande cultura politica, già praticata nella Russia di Stalin e a piene mani nei primi anni ’90 proprio dal braccio armato di Antonio Di Pietro. Ed è inquietante vedere nei tg di questi ultimi giorni troneggiare dietro Di Pietro il volto di Leoluca Orlando Cascio, quello che accusò Giovanni Falcone in diretta televisiva di esser colluso colla mafia. E così tutto si tiene. Veltroni nel 1989 votò contro il riarresto dei boss mafiosi del maxiprocesso usciti dal carcere per decorrenza dei termini, mentre Leoluca Orlando infangava Falcone che quel processo aveva istruito e Di Pietro smontava la storia del movimento socialista italiano. È il caso davvero di dire che il buon Dio prima li fa e poi li accoppia.
di Geronimo
(non ce lho fatta a mettere altri rossi..è faticoso ed è una rottura..fatlo voi, tanto è pieno)


Ovviamente si vede come anche il programma della PDL sia banale..ergo, detto questo non dovrebbe "Il giornale" pubblicare un articolo al riguardo?..addirittura alcuni punti sono in comune tra i due programmi!
Non sono banali allo stesso modo?
Uno è banale e l'altro no?
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Old 28-02-2008, 09:28   #4
giannola
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e come già nel passato (con l'aumento dell pensioni minime) a quanto pare lo stato sociale verrà realizzato dal cdx e non dalla sinistra, troppo occupata con il pacifismo, l'antiamericanismo e l'antiqualunquecosa.
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Lippi, perchè non hai convocato loro ?
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Old 28-02-2008, 09:32   #5
giannola
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Posso citare l'articolo de "Il Giornale" dell'altro thread che è attinente?



(non ce lho fatta a mettere altri rossi..è faticoso ed è una rottura..fatlo voi, tanto è pieno)


Ovviamente si vede come anche il programma della PDL sia banale..ergo, detto questo non dovrebbe "Il giornale" pubblicare un articolo al riguardo?..addirittura alcuni punti sono in comune tra i due programmi!
Non sono banali allo stesso modo?
Uno è banale e l'altro no?
che sono banali entrambi, bisognerebbe cercare di farlo capire anche ai fanboys del PD
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Old 28-02-2008, 09:35   #6
scorpionkkk
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Ecco, dopo la sparata su gli articolo de "Il giornale" entro IT:

Premesso che il programma del PD soffre della stessa malattia e delle stesse banalità di questo sovraquotato, una sola domanda:

1) Come?

Mi spiego, nel programma della PDL del primo post ci sono molte contraddizioni ma soprattutto vengono elencati degli obiettivi di cui però non si dà cenno del percorso.
Uno fra tutti (ma si può prendere qualunque punto): che vuol dire "spostare le risorse dal centro alle periferie?"
Sembrerebbe una cosa buona ma, considerando che la maggior parte dei finanziamenti annuali erogati dallo stato sono proprio a favore delle Regioni (in ambito sanitario soprattutto)..cosa significa?
Che aumentano i finanziamenti agli enti locali spreconi?

Quale delle due idee si sta esprimendo in questo programma? Non si sa...( e lo stesso discorso si può fare per qualsivoglia dei punti sovra esposti)
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Old 28-02-2008, 09:36   #7
scorpionkkk
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che sono banali entrambi, bisognerebbe cercare di farlo capire anche ai fanboys del PD
infatti..ho ribadito già il concetto qui sopra
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Old 28-02-2008, 09:37   #8
Brakon
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Non c'è che dire, sono tutte belle parole e alcuni obbiettivi molto ambiziosi.

Però: dopo il famoso Contratto con gli Italiani di B, il programma da 500 pagine di P, le promesse "banali" di Veltroni, c'è qualcuno crede ancora ai "programmi"?
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Old 28-02-2008, 09:37   #9
scorpionkkk
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Qualcuno crede ancora ai "programmi"?
infatti il concetto era proprio questo..tu l'hai detto in tre parole e hai fatto benissimo..
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Old 28-02-2008, 09:40   #10
giannola
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e come già nel passato (con l'aumento dell pensioni minime) a quanto pare lo stato sociale verrà realizzato dal cdx e non dalla sinistra, troppo occupata con il pacifismo, l'antiamericanismo e l'antiqualunquecosa.
mi è stato fatto notare, e per questo mi correggo, che la sinistra arcobaleno ha proposto degli aiuti (attraverso l'introduzione del reddito sociale) ai disoccupati di lungo termine e a quelli in cerca di occupazione.

Tuttavia debbo ribadire che, nei due anni in cui è stata al governo, la sinistra non ha fatto nulla (mi augurerei di essere smentito da fatti anche in questo ma la vedo dura) per difendere le classi disagiate e i disoccupati.

Per quanto riguarda invece gli sfratti con la sinistra arcobaleno non sono affatto d'accordo, perchè tutelano solo gli inquilini e per nulla i proprietari.
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Old 28-02-2008, 09:42   #11
dave4mame
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oddio... l'incipit è degno del miglior duce; manca solo un "spezzeremo le reni al carovita"...
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Old 28-02-2008, 09:43   #12
giannola
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Non c'è che dire, sono tutte belle parole e alcuni obbiettivi molto ambiziosi.

Però: dopo il famoso Contratto con gli Italiani di B, il programma da 500 pagine di P, le promesse "banali" di Veltroni, c'è qualcuno crede ancora ai "programmi"?
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Originariamente inviato da scorpionkkk Guarda i messaggi
infatti il concetto era proprio questo..tu l'hai detto in tre parole e hai fatto benissimo..
per questo più volte ho affermato che la cosa più importante (almeno per quanto mi riguarda) è l'aspetto ideologico della politica, il quale fornisce una ben precisa visione della società e dello stato e ispira i programmi per realizzarli.
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Old 28-02-2008, 09:45   #13
tdi150cv
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bluelake
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Non c'è che dire, sono tutte belle parole e alcuni obbiettivi molto ambiziosi.

Però: dopo il famoso Contratto con gli Italiani di B, il programma da 500 pagine di P, le promesse "banali" di Veltroni, c'è qualcuno crede ancora ai "programmi"?
figuriamoci, non ci crede nemmeno chi li scrive, è grave che ci credano quelli che li leggono...
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giannola
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Ecco, dopo la sparata su gli articolo de "Il giornale" entro IT:

Premesso che il programma del PD soffre della stessa malattia e delle stesse banalità di questo sovraquotato, una sola domanda:

1) Come?

Mi spiego, nel programma della PDL del primo post ci sono molte contraddizioni ma soprattutto vengono elencati degli obiettivi di cui però non si dà cenno del percorso.
Uno fra tutti (ma si può prendere qualunque punto): che vuol dire "spostare le risorse dal centro alle periferie?"
Sembrerebbe una cosa buona ma, considerando che la maggior parte dei finanziamenti annuali erogati dallo stato sono proprio a favore delle Regioni (in ambito sanitario soprattutto)..cosa significa?
Che aumentano i finanziamenti agli enti locali spreconi?

Quale delle due idee si sta esprimendo in questo programma? Non si sa...( e lo stesso discorso si può fare per qualsivoglia dei punti sovra esposti)
una delle cose in comune che hanno i programmi di PD, PDL e Arcobaleno è l'aumento della spesa sociale per sostenere il carovita.

Ma nessuno dei 3 spiega in quale maniera intende assorbire questo aumento di spesa.
Perchè poi un buco nei bilanci è duro per tutti.
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per questo più volte ho affermato che la cosa più importante (almeno per quanto mi riguarda) è l'aspetto ideologico della politica, il quale fornisce una ben precisa visione della società e dello stato e ispira i programmi per realizzarli.
Posso anche concordare, ma io non vedo "ideologie" nella politica di oggi, vedo solo una corsa alla poltrona sfruttando il malcontento del popolino (Le tasse e i comunisti per il cdx, i privilegi e la corruzione per il csx)... mi posso basare solo sui fatti (e anche questi ormai stanno diventando troppo manipolabili, troppo interpretabili) e sulla fiducia nelle persone. Le parole lasciano il tempo che trovano... anche questo "manifesto" del PD suona tanto roboante e tanto importante, ma sotto sotto cosa c'è? niente... il compitino di terza media del piccolo patriota cattolico liberale filosofo amicoditutti.
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Old 28-02-2008, 09:49   #17
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figuriamoci, non ci crede nemmeno chi li scrive, è grave che ci credano quelli che li leggono...
e quindi secondo quali motivazioni bisognerebbe votare ?
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Old 28-02-2008, 09:51   #18
giannola
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Posso anche concordare, ma io non vedo "ideologie" nella politica di oggi, vedo solo una corsa alla poltrona sfruttando il malcontento del popolino (Le tasse e i comunisti per il cdx, i privilegi e la corruzione per il csx)... mi posso basare solo sui fatti (e anche questi ormai stanno diventando troppo manipolabili, troppo interpretabili) e sulla fiducia nelle persone. Le parole lasciano il tempo che trovano... anche questo "manifesto" del PD suona tanto roboante e tanto importante, ma sotto sotto cosa c'è? niente... il compitino di terza media del piccolo patriota cattolico liberale filosofo amicoditutti.
è proprio per questo che faccio parte della schiera di quelli che non voteranno nessuno.

Nemmeno la sinistra ha più un'identità.

Ormai si riferiscono al Zapaterismo, come se fosse un nuovo Leninismo.
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Utente gran figlio di Jobs ed in via di ubuntizzazione
Lippi, perchè non hai convocato loro ?
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Old 28-02-2008, 09:57   #19
tdi150cv
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ba ... comunque ... il programma non e' male ma del resto nemmeno quello di Veltroni ... (praticamente una copia)
Ma quello che non sopporto e' che non mi spiegano come faranno a far fronte a queste belle parole ...
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Old 28-02-2008, 09:59   #20
bluelake
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e quindi secondo quali motivazioni bisognerebbe votare ?
ora come ora non so risponderti, le sto ancora cercando io le motivazioni per andare a votare, quando le avrò trovate te lo dico... è che da qualunque parte dell'arco politico guardo vedo solo una branca di gente che racconta cazzate su cazzate, che cambia idea tutti i giorni, che dimostra di essere ignorante e quasi analfabeta ogni volta che apre bocca, che promette solo quello che sa di non poter mantenere e così via. Ormai non perdo neanche più tempo a commentare le boiate di Berlusconi o i voltafaccia di Veltroni da quanto sono riusciti tutti quanti a farmi venire il latte alle ginocchia (e te che eri sul forum anche le scorse campagne elettorali forse ti ricorderai che le cose erano ben diverse già solo due anni fa)....
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