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Risultati sondaggio: siete per la pena di morte?
90 38.63%
No 143 61.37%
Votanti: 233. Non puoi votare in questo sondaggio

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Old 11-02-2004, 19:26   #81
HenryTheFirst
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L'Avatar di HenryTheFirst
 
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Città: Patrie dal Friûl
Messaggi: 3779
Contrario sia per motivi religiosi (la vita umana è sacra) sia perchè non lo ritengo un deterrente efficace, sia perchè ho la personale convinzione che chi commette certi crimini o ha vissuto esperienze traumatiche (magari non evidenti, vedi figlio di buona famiglia ecc ecc, che però è sempre stato abbandonato a se stesso) o è un malato di testa o è nato e cresciuto in ambiti socio-culturali di un certo tipo. In ogni caso è gente che merita compassione, va "emarginata" per evitare che colpisca ancora, ma uccisa no di sicuro, secondo me.
__________________
John Donuts
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Old 11-02-2004, 20:14   #82
Fratello Cadfael
Member
 
L'Avatar di Fratello Cadfael
 
Iscritto dal: Jan 2003
Città: Roma Status:Coglione
Messaggi: 134
Re: In alcuni casi si

Quote:
Originariamente inviato da speck
naturalmente non ci devono essere dubbi !

Tipo i pedodifili o per efferati delitti tipo i serial kiler (come quelli che mangiava le persone) o chi rapisce e uccide i bambini come il tipo in Usa di poche settimane fà ripreso dalle telecamere che ha uccisa la ragazzina ! Se è lui ci deve andare e senza pensarci due volte !

CIAO ENRICO
Quoto te, ma il tuo è un discorso comune ad altri.
Chi stabilisce quali siano i reati meritevoli della pena di morte?
Ammettere che qualche reato possa meritare questa punizione deve farci accettare che per altre culture i reati punibili così siano altri (vedi l'adulterio o l'omosessualità per alcuni popoli arabi)... e no, cari: non può esserci un'univocità mondiale, per cui...

E questo a prescindere dal fatto che io, come detto sopra, sia contrario per motivi religiosi.

Naturalmente anch'io, a caldo, ucciderei molti criminali (siamo uomini, siamo emotivi, istintivi). Ma noi, e lo Stato, dobbiamo essere razionali, per cui superato il momento "a caldo" (nel quale io comprenderei, pur giudicandolo sbagliato, un omicidio per vendetta) dobbiamo evitare di aggioungere un delitto a un altro.
__________________
La mia firma aveva un senso quando la maggior parte dei miei post erano nelle sezioni OT. Ora ne dovrei pensare un'altra. Comunque me la sono messa da una parte con la speranza di poterla ripristinare...
Fratello Cadfael è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-02-2004, 20:33   #83
ominiverdi
Registered User
 
Iscritto dal: Jul 2003
Messaggi: 2495
contrario

ma contrario anche alle pene basse, alle scarcerazioni facili ecc.

bisognerebbe trovare qualcosa di alternativo, e cmq sono contrario anche nella facile reimissione nella societa' di individui potenzialmente pericolosi (vedi i vari cannibali, pluriomicidi ecc.)

come il recente caso del cannibale tedesco lascia intendere, purtroppo

assurdo quanto la pena di morte
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Old 11-02-2004, 20:43   #84
SaMu
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L'Avatar di SaMu
 
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
Re: Re: In alcuni casi si

Quote:
Originariamente inviato da Fratello Cadfael
Quoto te, ma il tuo è un discorso comune ad altri.
Chi stabilisce quali siano i reati meritevoli della pena di morte?
Ammettere che qualche reato possa meritare questa punizione deve farci accettare che per altre culture i reati punibili così siano altri (vedi l'adulterio o l'omosessualità per alcuni popoli arabi)... e no, cari: non può esserci un'univocità mondiale, per cui...
Perchè dici così? Non riesco a vedere alcun nesso logico, tra ammettere che per alcuni reati sia prevista la pena di morte e accettare che in alcuni stati siano puniti l'adulterio e l'omosessualità.

Io penso sia sbagliato che in alcuni stati l'adulterio e l'omosessualità siano reati. Indipendentemente dalla pena. Penso sarebbe sbagliata anche 1 settimana di carcere, per questo. E sostengo chi si batte perchè in questi paesi questi non siano più considerati reati.

A stabilire quali azioni costituiscano reato, e quali pene siano associate a ogni reato, sono gli organi legislativi degli stati. Sappiamo che non esiste un codice civile e penale uguale in tutto il mondo, e che le leggi di ogni paese riflettono la sua storia, tradizione, cultura, religione.


p.s.ripeto come prima che il mio parere contro la pena di morte l'ho già espresso in un post precedente.. lo preciso ogni volta, perchè in questa discussione e in quelle uguali che abbiamo già fatto, mi trovo nella curiosa situazione di essere daccordo con una posizione, trovando però illogiche o del tutto sbagliate la maggioranza delle argomentazioni con cui altri sostengono la mia posizione.. dato che ritengo che una posizione si sostenga bene solo con argomentazioni giuste, e che argomentazioni sbagliate siano controproducenti, ritengo comunque di dire che non condivido quelle che ritengo sbagliate.. anche se appoggiano o dovrebbero appoggiare la mia posizione!
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Old 11-02-2004, 21:00   #85
amd-novello
Senior Member
 
L'Avatar di amd-novello
 
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Novara (NO)
Messaggi: 20104
sono d'accordo. ho votato si.

ma non per tutto:

1) ad esempio chi con una bomba uccide 40 persone innocenti giusto per la patria dovrebbe bruciare nelle fiamme, altro che iniezione letale.

2) avete presente quella bambina negli USA stuprata e poi accoltellata DECINE (ma vi rendete conto) di volte da suo zio? ecco il carcere a vita non lo redimerebbe di certo. è una persona inutile.

i delitti con l'aggravante della efferatezza sono i peggiori.


occhio non dico di applicarla ai non capaci di intendere e di volere ma a quelli che si sono resi conto.



la penso così ma nonostante questo quando vedo delle persone giustiziate mi viene da piangere. preferisco non sapere.
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Old 11-02-2004, 21:13   #86
zuper
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Iscritto dal: Mar 2001
Città: PV Milano Nord
Messaggi: 3851
è una domanda del tipo...

vuoi + bene alla mamma o al papà...

non si può generalizzare...

non credo che si possa metterla in questi termini...

dipende molto da tante altre cose...

cmq per votare ho chiaramente votato SI!

mi metto sempre nei casi limite....se qualcuno stuprasse mia figlia...vedi esempio poco sopra...lo vorrei ammazzare con le mie mani!

come credo molti di voi...

non viviamo in un mondo perfetto purtroppo per cui non credo sia realistico volerlo tale.

PS: per obiettare subito al commento di molti...

non saprei sinceramente se MORIRE da innocente oppure farmi 20 anni di prigione da innocente...per poi FORSE avere un risarcimento che non mi interesserebbe tanto ormai la mia vita è andata a farsi benedire
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"W la foca, che dio la benedoca"
poteva risolvere tutto la sinistra negli anni in cui ha governato e non l'ha fatto. O sono incapaci o sta bene anche a "loro" cosi.
L'una o l'altra inutile scandalizzarsi.[plutus]
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Old 11-02-2004, 21:20   #87
Digitos
Senior Member
 
Iscritto dal: Jun 2002
Città: Milano
Messaggi: 2886
no, per diversi motivi.

Sarei d'accordo per l'introduzione di lavori forzati, questo si.
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Varigotti. Per veri amatori: www.quellichevarigotti.com
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Old 11-02-2004, 21:21   #88
ZOTTA
Member
 
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Iscritto dal: Dec 2003
Città: dal mondo SUBBACQUO
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no
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Old 11-02-2004, 23:21   #89
..::M::..
Bannato
 
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Bolzano - Bozen
Messaggi: 5
Io sono x l'introduzione dei lavori forzati, e a maggior ragione sono x l'introduzione della pena di morte.......


Persone sulle spalle della società ke li mantiene a vita x i loro sbagli..... ci sta proprio bene sta faccina adesso:
..::M::.. è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-02-2004, 23:34   #90
Belzebub
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Iscritto dal: Nov 2003
Città: Zancle
Messaggi: 398
Non solo contro la pena di morte ma anche:

Contrario al carcere a vita (tutti hanno diritto ad unaltra possibilità)
Favorevole al miglioramento delle condizioni di vita dei carcerati
Favorevole al sesso in carcere (con la moglie o il marito .... non tra carcerati)
Favorevole all'introduzione del lavoro obbligatorio (che non consista in rompere le pietre!)
Favorevole a qualunque cosa possa favorire il reinserimento dei carcerati nella società
Contrario a tenere in carcere tossicodipendenti.... vanno inseriti in apposite strutture
Contrario a tenere in carcere persone mentalmente disturbate, vanno inserite inapposite strutture

I pazzi maniaci sono pazzi e vanno trattati da pazzi, non da criminali comuni, leggasi "vanno inseriti in apposite strutture"
__________________
sono un coglione, fannullone ed indegno di essere italiano
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Old 12-02-2004, 00:33   #91
amd-novello
Senior Member
 
L'Avatar di amd-novello
 
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Novara (NO)
Messaggi: 20104
grazie ma tu presupponi uno stanziamento di miliardi di euro? alle istituzioni fregherebbe? mmmhhhh...
__________________
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Old 12-02-2004, 00:37   #92
Jaguar64bit
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L'Avatar di Jaguar64bit
 
Iscritto dal: Oct 2002
Città: Mi
Messaggi: 8046
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Originariamente inviato da Digitos
no, per diversi motivi.

Sarei d'accordo per l'introduzione di lavori forzati, questo si.

Ba mandare le persone ai lavori forzati , non mi pare molto umano.
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Old 12-02-2004, 00:37   #93
Belzebub
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Città: Zancle
Messaggi: 398
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Originariamente inviato da amd-novello
grazie ma tu presupponi uno stanziamento di miliardi di euro? alle istituzioni fregherebbe? mmmhhhh...
non fregherebbe e non si farà mai... cmq la situazione attuale dei carceri italiani è da quarto mondo... un po di dignità in più non farebbe male.... sono uomini che hanno sbagliato non bestie!

(e state certi che se si maltratta una bestia, molti uomini si indignano, ma se un carcerato vive come un cane... beh.... non sono sicuroche accadrà lo stesso)
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Old 12-02-2004, 00:47   #94
davidirro
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Originariamente inviato da Belzebub
non fregherebbe e non si farà mai... cmq la situazione attuale dei carceri italiani è da quarto mondo... un po di dignità in più non farebbe male.... sono uomini che hanno sbagliato non bestie!

(e state certi che se si maltratta una bestia, molti uomini si indignano, ma se un carcerato vive come un cane... beh.... non sono sicuroche accadrà lo stesso)
Una bestia, povera, non ha fatto niente di male per essere nata bestia, solo sfortuna. Un uomo invece lo status di animale se lo guadagna con certe azioni, e dopo è troppo tardi per la pietà.
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Old 12-02-2004, 00:58   #95
Belzebub
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Originariamente inviato da davidirro
Un uomo invece lo status di animale se lo guadagna con certe azioni, e dopo è troppo tardi per la pietà.
non sono assolutamente daccordo, non è mai troppo tardi per la pietà..... ma capisco il tuo punto di vista. Il mio punto di vista non nasce da un idealismo ma da esperienze dirette.... sent'amme....non è mai troppo tardi...
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Old 12-02-2004, 01:04   #96
davidirro
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Originariamente inviato da Belzebub
non sono assolutamente daccordo, non è mai troppo tardi per la pietà..... ma capisco il tuo punto di vista. Il mio punto di vista non nasce da un idealismo ma da esperienze dirette.... sent'amme....non è mai troppo tardi...
Guarda, il mio è un discorso tutt'altro che generale, per me ci sono pochissime cose per cui non si meriti una nuova possibilità. Però ci sono, perchè trovo giusto che si paghi per il male che si fa. E se il male è troppo grande...
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Old 12-02-2004, 01:07   #97
Belzebub
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Originariamente inviato da davidirro
Guarda, il mio è un discorso tutt'altro che generale, per me ci sono pochissime cose per cui non si meriti una nuova possibilità. Però ci sono, perchè trovo giusto che si paghi per il male che si fa. E se il male è troppo grande...
certamente... ti capisco benessimo sono cose molto personali c'è poco da discutere
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Old 12-02-2004, 01:11   #98
davidirro
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Originariamente inviato da Belzebub
certamente... ti capisco benessimo sono cose molto personali c'è poco da discutere
Questo è naturale!
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Old 12-02-2004, 01:27   #99
Cemb
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Messaggi: 8544
Ma scusate, se qua entrasse un omicida redento e recuperato, che magari ora proprio grazie a chi gli ha dato una seconda possibilità ha capito l'errore e fa un lavoro onesto, che gli direste?
"no, guarda, tu dovevi morire tanti anni fa perchè sei una bestia!"

Non so, forse sono ingenuo, ma credo che il fatto di avere visto e sentito storie di disperati che alla fine si sono "salvati" (non lette sui giornali o ascoltate in tv, proprio viste) mi fa pensare che forse la vita di un uomo, non si risolve in un attimo, pure bestiale. E non dobbiamo essere noi a scegliere come va a finire!

Byez!
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Old 12-02-2004, 01:52   #100
Adric
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Città: Lazio Età: 52 ex mod
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Nei paesi occidentali che la adottano, la pena di morte e' un problema secondario. Nel senso che il VERO problema sono le armi, la Polizia e il carcere. E' questa spirale infernale che negli Usa va arrestata; se il porto d'armi fosse difficile da ottenere, morti e feriti da criminalita' avrebbero un crollo verticale. Se i poliziotti non fossero quasi tutti bianchi di origine irlandese, un nero non avrebbe dieci volte piu' probabilita' di essere fermato rispetto a un bianco

Quanto alle carceri:

CARCERI USA: QUANDO LA PENA E' UN BUSINESS
Se Dostojevski sosteneva che "la qualità della società si misura dalla qualità. delle sue prigìoni", il modello penitenziario made in Usa ne è la sua traduzione reale. Ma in senso negativo. Scrivendo del suo sistema repressivo, ogni anno Amnesty Internationai denuncia le brutalità compìute dalle forze di polizia, aggiungendo poi che "le carceri statunitensi sono spesso teatro di gravi abusi e sono sovente caratterizzate da condizioni di vita molto dure. Maltrattamenti e torture sono ampiamente diffuse, anche ai
danni di minori e di donne. In molti penitenziari, i detenuti sono vittime di abusí: fisici e sessualí sia da parte delle guardie sia da parte di altri reclusi. Inoltre, sono stati segnalati frequenti abusi nell'utilizzo di strumenti elettrici spray irritanti e dispositiví di costrizione".
Ogni anno sono miglìaia le denunce contro le forze dell'ordíne; queste hanno colpito e ucciso persone sospette, che non opponevano alcuna resistenza. Il dipartimento di polizia di San Diego ha identificato ben 94 casi di morti in custodia avvenute tra il 1982 e il '92 a seguito di tali sistemi.
Attualmente, negli Stati Uniti, ci sono poco meno di due milioni di detenuti su una popolazione di 275 milioni di persone. Si stima che la tendenza sia in ulteriore crescita, tanto che si paventa uno scenario a dir poco inquietante: un americano ogni 20, nella sua vita, avrà buone probabilità di finire almeno una volta dietro le sbarre. Se poi al numero dei carcerati veri e propri, sommiamo i condannati che usufruiscono della libertà sulla parola (685mila), o di uno stato di sorveglianza (3.260.000), vedremo che quasi sei milioni di cittadini della più ricca potenza mondiale sono sotto tutela penale. Se ancora nel '75 il numero dei detenuti non andava oltre le 380mila unità, solo dieci anni dopo era raddoppiato (740mila), per superare il milione e 600mila nel '95, con un incremento annuo dell'8%, lungo tutto il decennio.
In sostanza, tra gli anni '80 e '90, il numero dei carcerati è triplicato. Nel '97 si poteva contare un numero di imprigionati da sei a 10 volte superiore a quelli dei paesi europei.
Nel Sud Africa dell'apartheid, paradossalmente, la pena carceraria è stata comminata con minor frequenza che nell'America di oggi. E riguardava ovviamente la popolazione nera. Come negli Stati Uniti. Infatti dal 1989, per la prima volta nella sua storia, i neri rappresentano la maggioranza dei prigionieri, benché non superino il 12% della popolazione; se il 60% dei carcerati è composto dalle minoranze etniche, quasi la metà è afroamericana. Nel '95, su 22 milioni di neri in età adulta, 767mila stavano dietro le sbarre, 999mila erano in libertà vìgilata e 325 erano rilasciati sulla parola. Anche il numero delle donne imprigionate è sensibilmente cresciuto, passando dalle 5.600 dei '70 alle 75mila del '97. E anche in questo caso, quelle di colore sono le più colpite. Quasi 3mila condannati stanno aspettando di percorrere per l'ultima volta il miglio verde che lì porterà davanti dal boia.
Da un punto di vista statistico, il numero di carcerati vede gli Stati
Uniti al secondo posto dopo la Cina e prima della Russia. Anche se l'Europa non è stata a guardare; copiando l'esempio del "grande fratello" d'oltreoceano, negli ultimi vent'anni, il tasso di detenzione è aumentato del 20-30%. In Italia del 20%.

MENO REATI E ... PIU CARCERATI
E' fin troppo facile pensare che l'aumento delle carcerazioni sia la logica conseguenza dell'incremento delle infrazioni alle leggi. Il senso comune vede di solito nel popolo dei reclusi un indicatore di criminalità. Più reati, più gente in cella. Un'equazione a prova di bomba. Ma non è così. Se è vero che negli Stati Uniti, dalla metà degli anni '70, c'è stato un vertiginoso balzo in avanti nel numero dei detenuti, quello delle vittime, cioè dei reati commessi, ha continuato a decrescere. Dal '73 al '90, il tasso di quelli contro la persona è sceso del 24,5%, mentre i reati contro la proprietà del 26,1 %. La spiegazione di questa apparente contraddizione
sta nel fatto che è aumentata la durezza della sanzione penale. L'aumento del numero di persone che finiscono in cella è l'effetto di politiche penali più severe e non la necessaria conseguenza di un aumento dei reati. Così si finisce dentro anche per atti, per i quali sarebbero possibili pene alternative. Qualche esempio: nello stato della Georgia, un ragazzo di 11 anni è stato incarcerato per aver minacciato la sua insegnante. Uno di 12 per aver molestato una persona con una telefonata. Una ragazza di 14 anni è
finita in prigione per aver fatto dei graffiti su un muro. Si può essere imprigionati a 16 anni per aver trasgredito le regole fissate dal padre e per non voler andare a scuola. Sono stati buttati in cella ragazzi scappati da casa o accusati di "minacce terroristiche", solo perché avevano imprecato contro i propri professori.
Il numero di persone rinchiuse nei vari istituti correzionali del paese è passato da 17.300 (1975) a 48.300 (1985), per raggiungere quota 130mila nell'95. Fa buon gioco la manipolazione delle paure dell'opinione pubblica allo scopo di creare, un giorno sì e uno ancora sì, una "emergenza sicurezza permanente. Anche noi italiani ne sappiamo qualcosa... Ciò che conta, in questo caso, non sono i dati reali sulla criminalità, ma la percezione che l'uomo della strada ha di questo fenomeno. Sull'onda di tutto questo, in America si sta affermando una vera e propria "lobby delle prigioni": gruppi di faccendieri, di imprenditori di carceri private, interessati ad aumentare i propri profitti, si danno da fare perché le nuove procedure, le norme per la libertà sulla parola o i nuovi stanziamenti in materia carceraria, non entrino in conflitto con i loro interessi, facendo pressione sul governo e sulla magistratura a favore dì un incremento delle carcerazioni. Gli appaltatori delle prigioni, i fornitori delle forze dell'ordine e il sindacato delle guardie sono riusciti a far approvare una legge, che allunga i termini della detenzione. Così le celle non rimarranno mai vuote. Nella capitale della California, il sindacato delle guardie degli stabilimenti di pena, è la corporazione più forte, più importante di quella del tabacco e dell'agricoltura. Grazie alla sua influenza, lo stipendio di un secondino supera del 30% quello di un docente incaricato universitario.

LE NUOVE TECNOLOGIE PER IL CONTROLLO SOCIALE
Il "sistema industriale delle carceri" è quindi uno di quelli in maggiore crescita. Non solo per quanto riguarda l'aspetto immobiliare, ma anche per l'alta tecnologia impiegata all'interno delle prigioni. In primo luogo, la schedatura. L'espansione delle banche dati ha fatto in modo che negli Usa ci siano 50 milioni di schede criminali riguardanti ormai 30 milioni di persone, pari a quasi un terzo della popolazione maschile dei paese. Un sistema di controllo diffuso, insinuante, che non interessa solo chi è incappato nei rigori della legge, ma che si allarga "a rete" tirando dentro familiari, parenti prossimi, vicini di casa, conoscenti. Se uno è un "criminale", è possibile che infetti l'ambiente, ricerchi e riceva complicità; per questo deve essere monitorato per poi essere "bonificato". Data poi la forbice che si è aperta tra le pene inflitte e la complessiva capacità ricettiva del sistema carcerario -tra domanda e offerta c'è sempre un relativo squilibrio-, l'industria high tech ci da una mano, realizzando prodotti sofisticati che permettono una diversa gestione della detenzione.
Tra quelle di sorveglianza, le tecnologie più in uso sono ovviamente quelle elettroniche e, in primo luogo, il cosiddetto "braccialetto ", conosciuto anche in Italia e utilizzato per assicurare il controllo del condannato fuori dal carcere. E' collegato ad un apparecchio telefonico; se il sorvegliato si allontana dalla sua abitazione, trasformata così in una vera prigione, il collegamento con il telefono si interrompe e nella caserma di
polizia suona l'allarme.
Le tecnologie di "seconda generazione ", in fase di sviluppo, vengono progettate invece per seguire l'individuo 24 ore su 24. Contemplano dispositivi che permettono di registrare il ritmo cardiaco, la pressione, il tasso di adrenalina e l'eventuale presenza di alcool o droga nel sangue. Gli strumenti per la sorveglianza elettronica di "terza generazione ", le cui ricerche sono in corso, non prevedono un uso per la semplice
sorveglianza del "soggetto pericoloso", ma anche un'interazione con lo stesso. Il sistema indicherà, infatti, se la persona controllata è sul punto di commettere qualche infrazione; nel qual caso, sarà possibile intervenire sul suo organismo attraverso segnali sonori, scariche elettriche o altro. Il sistema elettronico sarà in grado di avvisare, punire o tentare di impedire l'infrazione.
Anche la famosa Mitsubishi - sì, proprio quella delle auto, delle moto e degli stereo - non ha perso l'occasione di lucrare sulle disgrazie altrui. Già da dieci anni offre un kit completo che contiene non solo il tradizionale bracciale, ma anche un telefono collegato con un trasmettitore televisivo e uno strumento per misurare il livello di alcool nel sangue.

L'INDUSTRIA DELLE SBARRE
L'apparato penitenziario americano svolge un compito molto preciso riguardo alle fasce socialmente più deboli della popolazione: si tratta di quella moltitudine di persone in tutto o in parte escluse dal mercato del lavoro dipendente regolare, o da un'assistenza pubblica che si sta avvicinando al sistema di carità.
La "criminalizzazione della miseria" prima e la carcerazione poi rappresentano gli strumenti ideologici e pratici per ridurre
artificialmente il livello stesso della disoccupazione, sottraendo dal
mercato del lavoro decine di migliaia di persone: gli esuberi. L'altro
risvolto della medaglia è rappresentato invece dall'incremento
dell'occupazione nel settore dei beni e dei servizi carcerari. Si è
valutato che, nel decennio passato, le prigioni Usa hanno ridotto di due punti il tasso di disoccupazione, assorbendo le eccedenze". Qualche ricercatore si è spinto ad affermare che l'alta proporzione della popolazione incarcerata riduce il dato percentuale della disoccupazione statunitense, ma il mantenimento di questo stesso livello costringerà ad espandere sempre più il sistema penale. Una buona parte dei detenuti nelle prigioni americane, sia pubbliche che private, rappresentano un autentico mercato del lavoro parallelo. In California, dal 1990, una nuova legge prevede che le imprese private possono utilizzare il lavoro dei detenuti. Ciò che una volta veniva prodotto all'esterno, ora può essere fabbricato dalle mani di un carcerato che riceve un salario pari al 20% di quello minimo convenuto, mentre l'amministrazione ne trattiene l'80%. Non si tratta più di un lavoro volontario, ma di un obbligo sancito per legge che definisce il dovere del prigioniero di lavorare per pagare i "servizi", di cui usufruisce. Di conseguenza, le prigioni non sono solo privatizzate, ma producono lavoro a basso costo, diventando, soprattutto nelle aree rurali del paese, una parte sostanziale delle economie locali. Ad esempio, alla prigione di Lochart, gestita dalla Weckenhut, lavorano in subappalto altre tre compagnie private. Una di queste, la Lochart Technologies Inc., che produce componenti meccanici, con il lavoro dei detenuti è riuscita a finanziarsi la costruzione di una fabbrica, chiudendo quindi i propri impianti di Austin (Texas), licenziando i dipendenti e traslocando nella fabbrica-carcere tutti i suoi macchinari. Quei disoccupati potrebbero un domani far parte della nuova classe operaia della "industria delle sbarre".
Molte corporazioni transnazionali stipulano contratti con gli States per produrre merci e mettere su centri di televendita. La Twa e l'Eddie Bauer Sorting Groups utilizzano i detenuti ai centralini telefonici, per ricevere prenotazioni e ordini. La Microsoft ha fatto impacchettate, avvolgere nel cellofan e spedire dai reclusi il suo Windows 95. Lo stato della California ha prodotto un video a sostegno del programma per costruire fabbriche nelle sue prigioni. Lo slogan è: "Perché andare lontano, quando puoi avere una forza lavoro disciplinata a casa tua? ". Per non lasciare soltanto gli Stati Uniti a fare la parte del brutto anatroccolo, possiamo affermare che questa logica è imperante anche nelle Repubbliche dell'ex unione sovietica e in Cina. Nel primo caso, la produzione nei luoghi di detenzione rappresenta una parte vitale
dell'economia, responsabile di 8,5 miliari di rubli di entrate l'anno. Dal sistema concentrazionario cinese escono invece merci per un valore di circa 100 milioni di dollari l'anno. Beni che vengono venduti in tutto il mondo. Se è così, allora non può non farci riflettere quanto ha scritto Nils Christie, noto criminologo norvegese: "I lager nazisti e i gulag sovietici non erano frutto di menti criminali; erano soprattutto il prodotto della razionalizzazione tecnica del controllo sui diversi. Allora fu l'ideologia a legittimarli. Oggi è il mercato il business che c'è dietro, rischia di legittimare questo sistema".

articolo completo:
http://www.informationguerrilla.org/carceri_usa.htm
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