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Due mesi di Battlefield 6: dalla campagna al battle royale, è l'FPS che stavamo aspettando
Due mesi di Battlefield 6: dalla campagna al battle royale, è l'FPS che stavamo aspettando
Abbiamo giocato a lungo a Battlefield 6, abbiamo provato tutte le modalità multiplayer, Redsec, e le numerose personalizzazioni. In sintesi, ci siamo concentrati su ogni aspetto del titolo per comprendere al meglio uno degli FPS più ambiziosi della storia dei videogiochi e, dopo quasi due mesi, abbiamo tirato le somme. In questo articolo, condividiamo con voi tutto ciò che è Battlefield 6, un gioco che, a nostro avviso, rappresenta esattamente ciò che questo genere attendeva da tempo
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Abbiamo messo alla prova il drone Antigravity A1 capace di riprese in 8K a 360° che permette un reframe in post-produzione ad eliche ferme. Il concetto è molto valido, permette al pilota di concentrarsi sul volo e le manovre in tutta sicurezza e decidere con tutta tranquillità come gestire le riprese. La qualità dei video, tuttavia, ha bisogno di uno step in più per essere competitiva
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Dopo oltre 4 anni si rinnova la serie Sony Alpha 7 con la quinta generazione, che porta in dote veramente tante novità a partire dai 30fps e dal nuovo sensore partially stacked da 33Mpixel. L'abbiamo provata per un breve periodo, ecco come è andata dopo averla messa alle strette.
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Old 22-10-2007, 16:33   #61
Jackari
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Originariamente inviato da tdi150cv Guarda i messaggi
comunque signori miei il problema non e' certo l'imprenditore che puo' dare ma non da , sono scelte dell'imprenditore alle quali si puo' anche scegliere di non sottostare cambiando lavoro , ma semplicemente che quei 4 personaggi che dovrebbero garantirci contratti adeguati non fanno altro che badare alle proprie poltrone sbattendosene le balle di noi ... e oltre al danno la beffa noi li votiamo e li sosteniamo ...
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Old 22-10-2007, 16:39   #62
Jackari
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Originariamente inviato da loreluca Guarda i messaggi
Il fatto che fatturi molto non vuol dire che siano dei guadagni (vedi alitalia)...
Il problema è che la manodopera costa troppo all'imprenditore; su certi prodotti non si riesce a contrastare la concorrenza straniera; così va a finire che uno sposta la produzione all'estero...
Costasse meno la manodopera, in Italia ci sarebbero meno disoccupati (sempre che qualcuno abbia voglia di lavorare), le aziende sarebbero di più e più competitive e la gente avrebbe più moneta in tasca da spendere...
Lo stato incasserebbe lo stesso...

e dove la sposti la produzione in cina??
non diciamo stupidaggini spesso gli imprenditori
a)non sono particolarmente capaci
b)a prescindere dalla capacità non riescono, per particolari contingenze del mercato della loro azienda, a guadagnare ciò che è necessario all'azienda stessa
c) sono dei ladroni che sulla loro azienda non si contentano di aver un guadagno pari al 10% del fatturato ma ne vogliono almeno il triplo (e sono questi quelli che minacciano di trasferire la produzione all'estero).
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Old 22-10-2007, 16:45   #63
CYRANO
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Originariamente inviato da Proteus Guarda i messaggi
Sei al corrente di quante ore al giorno rimane impegnato al lavoro un imprenditore degno di tal nome e che vuol mantenere sana quanto produttiva la sua azienda ?, se non lo sai te lo rendo noto io: un imprenditore conosce l'orario di inizio mentre quello di fine lavoro lo apprende perchè smette quando gli è permesso dai suoi impegni e lo so bene perchè ho ricoperto, in passato, tale ruolo e fortunatamente ne sono uscito con la vendita dell'azienda di famiglia. Cosa pretenderesti, che si accolli responsabilità, rischi, compiti ore di lavoro in abbondanza e quant'altro per poi dover vivere come chi tutti questi compiti non ha ne vuole ?.
dove stavo io arrivava alle 10 e se ne usciva alle 17 ( quando veniva )
ovviamente con la A8.

ps compresa pausa pranzo ovviamente.

ciaozoaza
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FINCHE' C'E' BIRRA C'E' SPERANZA !!!
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Old 22-10-2007, 16:45   #64
svarionman
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Originariamente inviato da CYRANO Guarda i messaggi
maggiori investimenti nell'azienda e meno suv ?



cpa[z[a
Lascia perdere.....per molti in italia il fordismo è un furgone da lavoro.
__________________
Attenzione: il messaggio potrebbe essere ironico... gli amici (s)comodi di Topolino
"L’uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri tradizionali, le autorità costituite...Il popolo è minorenne. La città è malata. Ad altri spetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere. La repressione è il nostro vaccino! Repressione è civiltà!”
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Old 22-10-2007, 17:00   #65
giammy
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Originariamente inviato da loreluca Guarda i messaggi
Il fatto che fatturi molto non vuol dire che siano dei guadagni (vedi alitalia)...
Il problema è che la manodopera costa troppo all'imprenditore; su certi prodotti non si riesce a contrastare la concorrenza straniera; così va a finire che uno sposta la produzione all'estero...
Costasse meno la manodopera, in Italia ci sarebbero meno disoccupati (sempre che qualcuno abbia voglia di lavorare), le aziende sarebbero di più e più competitive e la gente avrebbe più moneta in tasca da spendere...
Lo stato incasserebbe lo stesso...
scusami ma il costare meno come lo quantifichi? mille euro (x 2 perchè erano marito e moglie ad avere quel salario) è uno stipendio da fame eppure la media degli stipendi non è poi molto più alta.
per costare meno vuol dire che lo stipendio medio deve essere 4-500 euro?
.....dove la manodopera costa meno non ci sono malattie infortuni ferie maternità e si lavora 15 ore al giorno.
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Old 22-10-2007, 17:04   #66
bluelake
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Originariamente inviato da Proteus Guarda i messaggi
Probabilmente o è fortunato come Gastone Paperone oppure finirà in fallimento. Se mi fosse andata così non avrei certo fatto carte false pur di convincere mio padre a vendere l'azienda di famiglia, iniziavo tra le 9 e le 10 ma in quanto a smettere difficilmente riuscivo a liberarmi prima delle 20 e molte volte mi toccava pure far da anfitrione ai clienti accompagnandoli a cena ed a, figurati che a me andare al nigth fa schifo, divertirsi spesso fino a tardissima ora.
mi dispiace dirlo, ma per quello che ho potuto vedere qui in zona la maggior parte degli imprenditori fanno come dice Cyrano... stanno in azienda (se va bene) 3 ore in tutta la giornata, il poco tempo che ci stanno o telefonano agli amici o cazzeggiano su internet o leggono il giornale, e tutto il resto dell'attività è delegata a dipendenti (spesso part-time perché costa meno, secondo loro) che si occupano di tutto, dai rapporti con le banche all'organizzazione della produzione ai rapporti con i clienti e così via. Sia chiaro, sono poi i primi a lamentarsi perché il lavoro costa troppo, senza pensare che forse forse lavorando loro 8 ore al giorno in ufficio risparmierebbero almeno uno stipendio. Nella ditta in cui sono da 6 anni i titolari fanno nel modo in cui dici te, e sinceramente mi sento talmente più motivato vedendo che anche loro si fanno il mazzo che ho fatto in tutto 7 giorni di assenza (5 per malattia e 2 di permesso) dal 2001 ad oggi; in altre ditte in cui i titolari fanno i vagabondi, la gente si mette in malattia tranquillamente 2-3 giorni al mese.
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Quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere - Twitter
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Old 22-10-2007, 17:12   #67
svarionman
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Originariamente inviato da Proteus Guarda i messaggi
Probabilmente o è fortunato come Gastone Paperone oppure finirà in fallimento. Se mi fosse andata così non avrei certo fatto carte false pur di convincere mio padre a vendere l'azienda di famiglia, iniziavo tra le 9 e le 10 ma in quanto a smettere difficilmente riuscivo a liberarmi prima delle 20 e molte volte mi toccava pure far da anfitrione ai clienti accompagnandoli a cena ed a, figurati che a me andare al nigth fa schifo, divertirsi spesso fino a tardissima ora.
Sicuramente tu facevi parte degli imprenditori seri......ma basta guardare la classifica di qualche giorno fa sui guadagni dei top manager italiani, di gran lunga i più pagati d'Europa, per rendersi conto che il rapporto guadagno immediato dell'imprenditore/utili dell'azienda è di solito diverso nel resto del mondo e tutto questo va a discapito delle spese per l'innovazione, degli stipendi e anche della durata e stabilità economica della stessa azienda.

Da Il Giornale:
Quote:
Cose di questo mondo. Perché non sono marziani i manager italiani. Anche se, a guardare nelle loro buste paga, può venire un leggero giramento. Di testa. Ma è tutto vero: negli ultimi 6 anni, cioè da quando è stato introdotto l’euro, le 40 maggiori società quotate in Borsa hanno pagato ai top manager compensi superiori al milione l’anno per un totale di 2.400 milioni di euro. Pari a oltre 4.600 miliardi di vecchie lire. Una cifra che è andata a un migliaio di top manager che guadagnano in un solo anno più di quanto un impiegato medio (26.384 di reddito) porta a casa in 37 anni di lavoro: una vita, e a malapena.
Il conteggio, che tiene conto solo dei dati di bilancio delle società quotate in Piazza Affari, riguarda amministratori e direttori, e comprende stipendi, premi (bonus), eventuali liquidazioni e le famigerate stock option, cioè quei diritti a sottoscrivere azioni della società a prezzi prefissati.
Le stock option entrano a far parte del compenso quando viene esercitato il diritto di acquisto (a prezzi di favore). Poi le azioni vengono cedute ai prezzi di mercato (molto più alti) e si genera una lauta plusvalenza.
Ma il milione di euro annuo del signor Bonaventura del Ventunesimo secolo non è che la base dei superstipendi. Da lì si può salire a livelli impensabili, fino ai 45 milioni portati a casa da Carlo Buora, al vertice dei gruppi Pirelli e Telecom nel periodo 2001-2006, pari a 7,5 milioni di euro di stipendio annuo. Un caso limite, ma fino a un certo punto: sono una ventina i dirigenti di banche e imprese quotate che hanno accumulato oltre 20 milioni di euro in 6 anni, a cui se ne aggiungono altri 21 che hanno superato quota 10. Insomma, 41 uomini che hanno avuto entrate superiori ai 20 miliardi di lire l’anno: per l’impiegato di prima gli anni necessari per un tale reddito salgono a 380. Ma non sono pochi neanche i 99 anni necessari a un dirigente o i 211 del funzionario-quadro. Non parliamo dei 461 anni dell’operaio medio.
L’impressione è quella di trovarsi di fronte ai nuovi bramini, i «bramini dell’economia» come li ha definiti un felice libricino di Henry Marchi già nel 2005. Bramini perché appartengono a un gruppo sociale che «ha o pretende il godimento di determinati diritti e privilegi», proprio come una «casta», secondo la definizione dello Zingarelli. Bramini che vivono un’altra vita rispetto a quella dei comuni mortali. Prime, seconde ed ennesime case; yacht di proprietà, o in affitto a 50mila euro al giorno; e l’autista; e il personal trainer: tutte abitudini che poi è difficile perdere.
D’altra parte i top manager hanno la legittima pretesa, dovendo assumersi le responsabilità e reggere le sorti di società con migliaia di piccoli azionisti, di essere remunerati in misura eccezionale. Ma anche con il rischio, per la collettività, di confondere l’obiettivo personale con quello della creazione di valore per tutti i soci. Così le stock option possono indurre a gonfiare artatamente il valore aziendale.
Non a caso abbiamo assistito a drammi societari per le famiglie italiane (Parmalat, Cirio) e straniere (Enron, Worldcom) in barba a ogni controllo. Anche perché spesso i controllori (società di revisione, sindaci) sono bramini a loro volta. E il cerchio della casta si chiude. L’unico metro potrebbe essere quello di andare a vedere che cosa succede alle azioni delle società guidate dai bramini. Per esempio, nel caso di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, i suoi quasi 33 milioni in 6 anni trovano un riscontro nella crescita della capitalizzazione della società, salita di 3 miliardi nello stesso tempo (a Nagel, l’1,1%).
Alessando Profumo ha fatto crescere il suo Unicredit di oltre 23 miliardi, ricavandone 32 milioni (solo lo 0,14%), mentre Carlo Puri Negri, numero uno di Pirelli Re, deve rapportare i suoi 33,7 milioni con i 750 che ha creato per Pirelli Re (è il 4,5%).
Più difficile appare il caso del leader Carlo Buora: la Pirelli ha bruciato in 6 anni 3 miliardi di valore. La Telecom addirittura 14. Buora ha guadagnato 45 milioni. I suoi azionisti non saranno entusiasti.
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Ultima modifica di svarionman : 22-10-2007 alle 17:21.
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Old 22-10-2007, 17:13   #68
Guille
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mi dispiace dirlo, ma per quello che ho potuto vedere qui in zona la maggior parte degli imprenditori fanno come dice Cyrano... stanno in azienda (se va bene) 3 ore in tutta la giornata, il poco tempo che ci stanno o telefonano agli amici o cazzeggiano su internet o leggono il giornale, e tutto il resto dell'attività è delegata a dipendenti (spesso part-time perché costa meno, secondo loro) che si occupano di tutto, dai rapporti con le banche all'organizzazione della produzione ai rapporti con i clienti e così via. Sia chiaro, sono poi i primi a lamentarsi perché il lavoro costa troppo, senza pensare che forse forse lavorando loro 8 ore al giorno in ufficio risparmierebbero almeno uno stipendio. Nella ditta in cui sono da 6 anni i titolari fanno nel modo in cui dici te, e sinceramente mi sento talmente più motivato vedendo che anche loro si fanno il mazzo che ho fatto in tutto 7 giorni di assenza (5 per malattia e 2 di permesso) dal 2001 ad oggi; in altre ditte in cui i titolari fanno i vagabondi, la gente si mette in malattia tranquillamente 2-3 giorni al mese.
Forse sbagliero' di brutto ma ho come l'impressione che quelli del primo caso siano, per la maggior parte, "imprenditori" (parola grossa ) della seconda generazione: ovvero che hanno ereditato l'azienda gia avviata, mentre nel secondo sono ancora alla prima: ovvero azienda creata da loro .
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Old 22-10-2007, 17:39   #69
LUVІ
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dove stavo io arrivava alle 10 e se ne usciva alle 17 ( quando veniva )
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ciaozoaza
Ehhh ma che ne sai... poi lavorava a casa, si portava in giro i clienti, i workshop, le hostess tu non puoi capire, non sei mai stato amministratore di una azienda
LUVІ è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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