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Old 22-10-2008, 09:31   #181
^TiGeRShArK^
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L'Avatar di ^TiGeRShArK^
 
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menzogne su menzogne, perchè dalla legge 133 i primi che verrano inc*lati a sangue saranno proprio i giovani ricercatori meritevoli e senza raccomandazioni...come gli si può chiedere, magari dopo anni di precariato con stipendi da fame, senza diritti sindacali e copertura pensionistica (dato che i contributi che lo stato si pappa per la famigerata "gestione separata" a quanto pare vanno perduti non appena si passa alla gestione ordinaria, e cmq sono di efficacia ridicola), di restarlo per altri 20-30 anni, per via del famigerato taglio al turnover (senza contare che cmq col taglio ai fondi di finanziamento, sarà impossibile portare avanti le attività di ricerca che già adesso soffrono di una gravissima carenza di fondi)? ma stiamo scherzando? ma i fanboy del governo non si vergognano ad essere così disinformati o, peggio, in malafede???
no, sono tutti finocchi col culo degli altri.
Solo quando è il LORO culo a bruciare allora iniziano a rendersi conto di quello che accade.
E nemmeno troppo in fretta.
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Old 22-10-2008, 10:35   #182
85francy85
 
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non so come funziona da voi, ma i soldi necessari per svolgere una tesi sono di qualche ordine di grandezza inferiore a quelli necessari per pagare la TUA intera carriera universitaria. parli di contratti da quanto? 20mila, 30mila euro massimo? TU costi allo stato mezzo milione di euro... ti farai un mutuo?

sui corsi di laurea farlocchi sono d'accordo.... MA FACCIAMO UNA LEGGE PER ABOLIRLI, non una legge che di fatto distrugge TUTTO quello che c'è invece di buono...
Guarda che io ho solo risposto alla tua affermazione che gli interventi dei privati non fossero necessari. Molta della ricerca è praticamente finanziata da privati.
Ovvio che la legge per come è fatta non mi va giu nemmeno a ficcarla con un forcone
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Old 22-10-2008, 11:48   #183
Blue Spirit
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no, sono tutti finocchi col culo degli altri.
Solo quando è il LORO culo a bruciare allora iniziano a rendersi conto di quello che accade.
E nemmeno troppo in fretta.
purtroppo è uno dei problemi principali dell'itaGlia
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«Sono cristiano con Copernico, Descartes, Newton, Leibniz, Pascal, Eulero, Gerdil, con tutti i grandi astronomi e fisici del passato. E se mi si chiedessero le mie ragioni sarei felice di esporle» (Cauchy) /// I shall fear no evil, for Thou art with me /// CLIO COMMUNITY /// AF inside /// Sehnsucht
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Old 22-10-2008, 15:54   #184
85francy85
 
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Non ho idea di cosa sia successo questo pomeriggio al campus. Non si è sentita mosca volare e di questo mi meraviglio. Che sia stata la prima manifestazione ordinata che abbia mai visto?
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Old 22-10-2008, 16:59   #185
DarKilleR
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LE DECISIONI DEL SENATO ACCADEMICO DI PISA:

Si propone un tavolo di discussione nazionale per una riforma seria dell'università, ma partendo dall'abolizione del DL 133

Ecco qui cosa riporta il giornale dell'ateneo:



Il Senato Accademico, riunitosi il pomeriggio del 21 ottobre nell’aula Gerace del Polo Fibonacci (ex Marzotto), in merito alle “iniziative in ordine alle conseguenze della L. 133/2008″, ha deliberato una mozione di cui si riporta il testo integrale.

“Il Senato Accademico
- ribadisce che i provvedimenti di legge (taglio indiscriminato del Fondo di Finanziamento Ordinario, blocco indiscriminato del turn over) condurranno in brevissimo tempo a conseguenze disastrose per il normale funzionamento dell’Università affossandone contemporaneamente ogni prospettiva di riforma;
- ritiene che solo la non applicazione dei provvedimenti stessi possa essere il punto di partenza di una discussione sui problemi reali dell’università;
- si impegna a sostenere le forme di pressione di docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti volti ad ottenere questo obiettivo, auspicandone la continuazione e l’allargamento in un’ottica unitaria.
Per quanto riguarda le sue specifiche responsabilità e competenze si impegna, insieme con il rettore, a far passare a livello di tutti gli organi di governo delle università italiane una posizione altrettanto decisa che giunga a prevedere anche le dimissioni collettive da ogni carica ricoperta.”
22 Ottobre 2008
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Old 22-10-2008, 17:00   #186
DarKilleR
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I Consigli di facoltà
sulla legge n. 133
Pubblichiamo i testi integrali delle mozioni approvate nei giorni scorsi


Logo Università di PisaIn questa pagina del nostro giornale raccogliamo le mozioni approvate nelle scorse settimane da alcuni Consigli di facoltà dell’Ateneo pisano, riunitisi per discutere ed esprimere in via ufficiale la propria preoccupazione in merito alle conseguenze che la legge n. 133 potrebbe avere sul futuro dell’Università pubblica italiana.

Facoltà di Ingegneria, mozione approvata l’8 ottobre

Il Consiglio della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, riunitosi Mercoledì 8 Ottobre 2008 in seduta straordinaria aperta alla partecipazione degli studenti e del personale tecnico-amministrativo, ha sviluppato un ampio ed articolato dibattito sugli effetti della legge 133/2008.
Dal dibattito è emersa una valutazione fortemente critica dei pesanti e indiscriminati tagli ai finanziamenti delle Università e degli strettissimi vincoli imposti sul turn-over del personale, tagli e vincoli che rischiano di “strangolare” il sistema universitario, già sofferente per il cronico sottofinanziamento che relega l’Italia alle ultime posizioni nello sforzo per il raggiungimento degli obiettivi comunitari in tema di investimenti per la ricerca.
Da tale tipo di provvedimenti non possono infatti che derivare nel medio termine pesanti ripercussioni sulla quantità e qualità della didattica e della ricerca sviluppate dalle Università, che si vedranno costrette a ridurre gli organici e dovranno confrontarsi con una inevitabile disaffezione dei docenti di seconda e terza fascia, ai quali viene in pratica negata ogni opportunità di progressione di carriera, a prescindere dal merito.
I Ricercatori, in particolare, evidenziano la frustrazione derivante dal vedere del tutto ignorato il loro l’impegno, quotidianamente profuso per lunghi anni per assicurare il buon funzionamento delle strutture universitarie, ben al di là, nella grande maggioranza dei casi, dei loro compiti ordinari.
E’ stato inoltre evidenziato come i tagli in questione:
- comporteranno gravi danni per gli studenti, minando alla base i presupposti per poter mantenere i requisiti di qualità, efficienza ed efficacia recentemente messi a punto, con notevole sforzo, in sede di attivazione della riforma DM 270/2004; si assisterà infatti ad una riduzione del ventaglio dell’offerta didattica, ad un suo peggioramento qualitativo ed alla possibile introduzione del numero chiuso in ingresso per insufficienza di risorse umane, in piena contraddizione con la sempre crescente richiesta di ingegneri altamente qualificati.
- allontaneranno ancor di più dall’università i neolaureati eccellenti, in quanto risulteranno ulteriormente ristrette le già scarse opportunità di ingresso nel sistema universitario, andando così ad alimentare il fenomeno della “fuga dei cervelli”, identificato come problema sistemico del Paese da contrastare prioritariamente.
La strada della trasformazione in fondazioni private, indicata dalla legge 133 come possibile soluzione dei problemi di gestione, oltre a snaturare l’Università come servizio pubblico, punto di forza del sistema italiano apprezzato anche a livello internazionale, presenta contorni indefiniti e preoccupanti su aspetti chiave, quali i metodi di selezione e progressione dei docenti, l’effettiva autonomia nelle scelte didattiche e di ricerca, l’assicurazione del diritto allo studio, l’omogeneità a livello nazionale ed il valore legale dei titoli di studio.
Per quanto suddetto, pur riconoscendo l’esistenza di aspetti di inefficienza e disfunzione gestionale all’interno dell’attuale sistema universitario, che in casi isolati sono degenerati fornendo il pretesto per una campagna mediatica denigratoria che ha ingiustamente offuscato il prestigio dell’intera Università italiana, il Consiglio ha espresso la propria forte contrarietà ai contenuti sia finanziari che normativi della legge 133/2008, stigmatizzando in particolare la reiterazione di interventi legislativi estemporanei e non ponderati, nè tantomeno discussi con gli organi di rappresentanza istituzionali, su un sistema delicato ed essenziale per lo sviluppo del paese come quello universitario, tanto da apparire dettati dalla mera intenzione di riduzione della spesa, anziché da una seria e costruttiva volontà di riforma.
In tale scenario, si ritiene necessaria una sospensiva del provvedimento e l’avvio, invece, di una seria riforma strutturale che, affrontando organicamente tutti i nodi irrisolti, quali lo stato giuridico dei docenti e le procedure di ingresso e progressione nella carriera, l’adeguato finanziamento delle attività didattiche e di ricerca e la definizione di regole efficaci per la gestione degli atenei, sia capace di disegnare uno scenario credibile e condiviso di sviluppo sostenibile di medio-lungo termine, consono alle necessità di un paese che voglia legittimamente definirsi moderno.
Il Consiglio di Facoltà ha quindi espresso auspicio che:
• gli organi istituzionali dell’Ateneo, in particolare Consigli di Facoltà, il Consiglio di Amministrazione e il Senato Accademico, prendano ufficialmente posizione sull’argomento, assumendo in tempi brevi deliberazioni che mettano chiaramente in evidenza i gravi problemi derivanti dall’applicazione della legge 133/2008 e invitino il Consiglio Universitario Nazionale e la Conferenza dei Rettori ad operare una più risoluta azione di denuncia e contestazione del provvedimento.
• le istituzioni locali, in particolare Comune e Provincia di Pisa e Regione Toscana, si pronuncino sugli effetti che la contrazione e l’impoverimento culturale dell’istituzione universitaria pisana potrebbero avere sul tessuto socio-economico del territorio;
• la sensibilizzazione verso le problematiche evidenziate si estenda, sia a livello locale che nazionale, coinvolgendo tutte le componenti del mondo universitario, docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo;
• Rettori e Presidi di Facoltà, quali figure istituzionali accademiche rappresentative, manifestino pubblicamente la piena disponibilità a dimettersi in mancanza di segnali positivi da parte del Governo.
• le problematiche evidenziate vengano riprese ed analizzate seriamente dai mezzi di comunicazione e che gli stessi diano adeguato risalto alle forme di protesta che saranno adottate a sostegno delle richieste di revisione della legge 133/2008, al fine di portare la questione alla ribalta dell’opinione pubblica e quindi all’attenzione del Governo, che ha sinora dimostrato un deplorevole disinteresse verso le sorti del sistema universitario nazionale.
Per quanto attiene la Facoltà di Ingegneria di Pisa, molti docenti e ricercatori hanno manifestato la volontà di procedere a forme di protesta volte a sensibilizzare il mondo politico-istituzionale nazionale e la stampa, inclusa la sospensione della didattica ed il rifiuto dei compiti non istituzionali. Pur consapevoli dei disagi che saranno inevitabilmente arrecati agli studenti, essi ritengono al momento necessario esercitare il proprio incontestabile diritto a manifestare il dissenso ed ad evidenziare le conseguenze del provvedimento di legge, proprio al fine di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul un problema di così grande rilevanza per il futuro del Paese.
Preso atto delle suddette dichiarazioni, e tenuto conto delle forme di protesta già in corso e di quelle che si stanno coordinando a livello di Ateneo, il Consiglio di Facoltà ha invitato il Preside a monitorare la situazione nei prossimi giorni, dandogli mandato di procedere alla sospensione delle attività didattiche, nel caso non ne sia garantita la regolarità e per la messa a punto dei necessari provvedimenti.

Facoltà di Lettere e Filosofia, mozione approvata il 9 ottobre

Viste le mozioni e le successive prese di posizione approvate sin dall’emanazione del Decreto Legge 112 del 18 giugno 2008, convertito il 6 agosto nella Legge 133/2008, dalla CRUI e dal CUN, ovvero, i maggiori organi di rappresentanza delle Università Italiane, da diverse Conferenze dei Presidi, dai Senati Accademici e dai Consigli di amministrazione della maggior parte degli Atenei Italiani;
Vista la posizione espressa dai Senati Accademici delle Università Toscane riunitisi per via straordinaria in seduta congiunta;
Viste le prese di posizione di molti organi collegiali della Facoltà e dei Dipartimenti dell’Ateneo pisano e toscani;
Vista la forte denuncia all’opinione pubblica fatta dall’assemblea generale del personale dei tre Atenei pisani rivolta ad evidenziare il rischio dello smantellamento dell’Università pubblica;
Vista la rilevante, giustificata protesta studentesca e la profonda preoccupazione dei giovani laureati e dei giovani docenti che svolgono con sacrificio e senza la giusta rimunerazione tanta parte delle funzioni didattiche nel momento attuale;
Vista l’attuale sordità da parte del Governo nei confronti dei pareri negativi delle rappresentanze dei docenti e delle associazioni di dottori di ricerca, dei dottorandi, contrattisti, precari e studenti, della CRUI e del CUN, delle Conferenze dei Presidi, dei Senati Accademici e consigli di amministrazione della maggior parte degli atenei italiani;
Considerato che l’Italia, in buona posizione per produzione scientifica, è già molto lontana dagli obiettivi europei sulla formazione, perché molto indietro (malgrado tentativi maldestri di mostrare il contrario) per spesa annua per studente, ed ultima in Europa per spesa totale destinata all’Università rispetto alla PIL (0,9 % contro 1,3% della media UE), per la quota di spesa pubblica per l’università (1,6% contro 2,8% della media UE), per spesa totale destinata alla ricerca rispetto al PIL (1,09% contro 2,26% della media UE);
Considerato che, approfittando di attacchi mediatici (spesso diffamatori) su caratteri pur discutibili della gestione dell’Università, viene colpito il sistema pubblico nel suo insieme penalizzando anche gli atenei con maggiore tradizione nella ricerca e nell’insegnamento;
Considerato che il sistema universitario e di ricerca italiano esige un’analisi critica approfondita e un ampio confronto per giungere ad una vera riforma che, superando operazioni strumentali e di dubbio conio, pervenga ad una riaffermazione del fine di alta formazione e di cultura critica, dia maggior rilievo alla ricerca, premi il merito e apra talenti dei “capaci e meritevoli”;

Rilevato che la legge 1338/2008 (conversione del DL 112/2008) condanna alla fine il sistema pubblico universitario e di ricerca prevedendo i seguenti effetti:

• una riduzione annuale fino al 2013 del Fondo di Finanziamento Ordinario di 467 milioni di euro (taglio del 6%) e un taglio del 46% sulle spese di funzionamento;
• una riduzione del turn /over al 20% per l’università (su 5 che vanno in pensione uno solo verrà assunto) nel periodo 2009-2013 (in termini finanziari-64 milioni di euro nel 2009,-190 milioni di euro nel 2010,- 316 milioni di euro nel 2011, - 417 milioni di euro nel 2012,- 455 milioni di euro nel 2013);
• un taglio complessivo di quasi 4 miliardi di euro in 5 anni;
• la trasformazione delle Università pubbliche in fondazioni di diritto privato;

Rilevato che gli effetti combinati dell’art.49 della Legge 133/2008 (divieto di ricorrere al medesimo lavoratore con più tipologie contrattuali per periodi di servizio superiori al triennio nell’ultimo quinquennio), e del 37-bis inserito nel ddl 1441 in corso d’approvazione parlamentare, (cancellazione della procedura delle stabilizzazioni) produrranno il blocco delle forme contrattuali a tempo determinato in enti dove la frequenza di concorsi è scarsa e il licenziamento in tronco (dopo tre mesi dall’eventuale entrata in vigore del ddl 1441) di chi aveva già ricevuto garanzie dallo Stato di un percorso per andare a stabilizzare la propria attività professionale;
Ritenuto che le misure descritte mettono a rischio il normale esercizio della didattica e della ricerca nelle università e nei centri di ricerca, aggravano il problema del numero e della media anagrafica del personale, tradiscono gli accordi europei e il dettato costituzionale sulla necessità della natura pubblica dell’istruzione, compresa quella universitaria; difatti:

• i tagli indiscriminati senza accenni a criteri di valutazione, sono insopportabili per un settore già in grave sofferenza e sottovalutato rispetto a quanto succede nel mondo;

• vengono chiuse le porte ai giovani talenti, una delle risorse più pregiate del nostro Paese;

• il taglio indiscriminato delle risorse unito alla possibilità di trasformazione in fondazione rischia di modificare il sistema Universitario nazionale in un sistema di formazione debole e con accessi differenziati in base al censo (nessun tetto per le tasse universitarie). Inoltre, senza riferimento alla valutazione si selezioneranno le discipline e le sedi universitarie non sulla base del loro valore, ma in ragione del contesto socio economico in cui operano;

• lo Stato non può garantire un percorso di acquisizione di diritti e al tempo stesso tradire quella garanzia mettendo in gioco la reputazione delle istituzioni e le basi di solidità civile dei cittadini.

Il Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia

Facendo propria la mozione dell’assemblea tenutasi in Piazza dei Cavalieri l’8 ottobre 2008, afferma con forza la propria contrarietà ai provvedimenti adottati dal Governo, evidenziando i gravi rischi legati ad un indebolimento del ruolo complessivo della produzione e fruizione del sapere nel nostro paese.
Chiede:

• che il Governo riveda i propri orientamenti;
• che il Parlamento non approvi il ddl n. 1441;
• che, a partire dalla discussione parlamentare della Legge finanziaria, si riaffermino gli obiettivi europei e siano corrette le norme previste dalla Legge 133/2008;
• che, dato il carattere strategico delle politiche sulla formazione universitaria e la ricerca, tale materia non venga trattata con decreti e a colpi di maggioranza, ma con un serio confronto, con il coinvolgimento degli esponenti della cultura italiana e di tutti i soggetti interessati.
• Impegna il Preside a farsi interprete in ogni sede delle posizioni espresse, a prendere contatto tempestivamente con i rappresentanti istituzionali dell’Università di Pisa e a farsi promotore di iniziative congiunte con la Provincia e la Regione.
Decide una settimana di sospensione della normale attività didattica con un impegno dei docenti strutturati e precari, del personale tecnico amministrativo e degli studenti, a discutere e ad approfondire i problemi riguardanti la programmazione didattica alla luce della situazione venutasi a creare nella Facoltà e nell’Università.

Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, mozione approvata il 10 ottobre

Il Consiglio della Facoltà di Scienze MFN, ritiene forma incisiva di protesta contro la Legge che vuole distruggere l’Università pubblica attraverso lo strumento finanziario, quella di mettere in chiara evidenza quanto la disponibilità su base volontaria del personale docente e ricercatore sia indispensabile e determinante allo svolgimento di una attività didattica completa e di qualità quale è quella offerta nei nostri corsi di studio. Invita quindi il personale della Facoltà a dichiarare la propria indisponibilità a svolgere attività didattiche e istituzionali che non siano quelle richieste dal proprio stato giuridico. Invita nel contempo il Preside della Facoltà a valutare la situazione che verrebbe ad ingenerarsi senza escludere la possibilità di una riprogrammazione didattica dei vari Corsi di Studio.
Facoltà di Scienze politiche, mozione approvata il 14 ottobre

Il Consiglio di Facoltà si è riunito in data 14 ottobre 2008 in seduta straordinaria e allargata a una rappresentanza dei precari della ricerca e dell’area tecnico-amministrativa della Facoltà e a una rappresentanza degli studenti di Scienze Politiche del Polo Carmignani occupato per discutere gli effetti della legge 133/2008. Il Consiglio di Facoltà auspica una riforma del sistema universitario che preveda interventi selettivi per ridurre gli sprechi, migliorare la qualità della governance, introdurre parametri efficaci di valutazione della didattica e dell’attività di ricerca; istituire meccanismi concorsuali trasparenti. La legge 133/2008 non risponde affatto a queste esigenze. La legge 133/2008 prevede soltanto:
- un taglio indiscriminato e progressivo delle risorse destinate al fondo di finanziamento ordinario (art. 66, comma 13)
- la limitazione del turn-over al 20% delle unità del personale docente e amministrativo fino al 2012 (art. 66, comma 13 e comma 7);
- la possibilità data agli atenei di trasformarsi in fondazioni private con un semplice voto del Senato accademico, attraverso il quale si avrebbe il trasferimento a titolo gratuito dell’intero patrimonio degli atenei pubblici in mani private (art. 16).
Questi interventi, posti in essere senza alcun effettivo confronto con i rappresentanti delle diverse componenti del sistema universitario, hanno un carattere strutturale e incidono pesantemente sul finanziamento della ricerca, sulla possibilità di reclutamento e di avanzamento di carriera, sugli assetti istituzionali, sulla natura stessa dell’Università quale soggetto pubblico. Le conseguenze saranno infatti l’inevitabile dequalificazione dell’attività di ricerca, con una ricaduta negativa sulla didattica; la drastica riduzione del personale docente e tecnico-amministrativo; l’affossamento definitivo delle speranze di ingresso di molti giovani e di carriera per ricercatori e professori associati; la contrazione dell’offerta formativa e dei servizi amministrativi e di sostegno alla didattica garantiti agli studenti. Lo scenario alternativo è la trasformazione delle Università in fondazioni di diritto privato, con prevedibili conseguenze negative in termini di lievitazione delle tasse universitarie, caduta della qualità dell’offerta formativa, ulteriore precarizzazione dell’attività di docenza, mortificazione della ricerca. Al di là della prevedibile privatizzazione dei rapporti di lavoro, infatti, rimane del tutto indeterminato il futuro assetto organizzativo e gestionale dei nuovi soggetti privati, che andrebbero a subentrare alle Università rilevandone il patrimonio.
La legge produce effetti particolarmente penalizzanti per gli Atenei storici, tra i quali l’Università di Pisa, caratterizzati da una più marcata necessità di ricambio del corpo docente. La Facoltà di Scienze politiche, storicamente sottodimensionata, presenta sotto questo profilo una situazione di assoluta emergenza. A fronte di 14 pensionamenti previsti nei prossimi 4 anni, pari a circa il 25% del corpo docente, saranno infatti possibili soltanto 2,8 operazioni di reclutamento o avanzamento di carriera.
I ricercatori della Facoltà di Scienze politiche, riuniti in assemblea il 13 ottobre 2008, hanno approvato un documento con il quale esprimono la loro protesta nei confronti della legge 133/2008 e deliberano lo stato di agitazione, rinunciando agli affidamenti didattici aggiuntivi e invitando le altre componenti del corpo docente ad aderire alla loro mobilitazione.
Il Consiglio di Facoltà a maggioranza, con un voto contrario:
- manifesta la propria solidarietà ai ricercatori;
- prende atto della rinuncia dei ricercatori agli affidamenti didattici aggiuntivi e dell’intenzione manifestata da numerosi docenti di I e II fascia di rinunciare ad incarichi eccedenti i loro doveri contrattuali;
- chiede al Preside di sospendere la normale attività didattica allo scopo e per il tempo utile a consentire la necessaria e conseguente rimodulazione dell’offerta didattica;
- invita tutte le componenti presenti al Consiglio di Facoltà ad organizzare incontri e seminari di discussione sui contenuti della legge 133/2008;
Il Consiglio di Facoltà invita il Preside a chiedere agli organi di governo dell’Ateneo di riunirsi per valutare ed esprimersi in merito alla situazione di disagio che si è venuta configurando.

Facoltà di Farmacia, mozione approvata il 15 ottobre

Il Consiglio della Facoltà di Farmacia nella seduta del 15 ottobre 2008 dopo una lunga e motivata discussione alla quale hanno partecipato nella seduta allargata la componente studentesca ed il personale tecnico amministrativo ha deliberato presenti solo gli appartenenti al Consiglio di Facoltà il seguente documento:

Vista la delibera del Consiglio di facoltà di Farmacia del 18.07.2008

Vista il documento approvato dal Senato della Università di Pisa nella seduta del 7.10.2008.

Vista la posizione espressa dai Senati Accademici delle Università Toscane riunitisi per via straordinaria in seduta congiunta il 14.7.2008

Viste le prese di posizione di alcune Facoltà e Dipartimenti dell’Ateneo pisano e toscani;

Visto il documento dell’Assemblea tenutasi a Pisa il 8.10.2008

Vista la protesta studentesca, la profonda preoccupazione dei giovani laureati e di tutti coloro che svolgono attività di ricerca nell’Università senza una reale prospettiva futura,

Il Consiglio della Facoltà di Farmacia, pur nella piena consapevolezza della grave situazione economica del Paese, e delle criticità, anche di ordine finanziario, esprime una valutazione estremamente negativa relativamente ai contenuti che si riferiscono all’Università della legge 6 agosto 2008 n. 133.

Nello specifico, il Consiglio di Facoltà di Farmacia ribadisce che gli interventi previsti per l’Università costituiscono una profonda alterazione dei caratteri e dei connotati del sistema, nonché delle capacità operative delle Università.

La riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario e più complessivamente delle risorse disponibili, realisticamente non compensabili con nuove e diverse entrate, che si aggiungono ad un pregresso conclamato sottofinanziamento, provocherà un rapido ed inevitabile deterioramento della didattica, della ricerca e dei servizi.

La limitazione improvvisa del turn-over, pesante e senza una preventiva valutazione, contraddice l’esigenza di un ricambio generazionale della docenza e colpisce ancor più il personale tecnico-amministrativo, comportando il peggioramento indiscriminato degli Atenei pubblici.

Il Consiglio della Facoltà di Farmacia non può non rilevare che tale provvedimento si caratterizza per una totale assenza di valutazione e motivazione.

Il Consiglio di Facoltà non può inoltre non rilevare che l’incapacità di operare scelte razionali e motivate, basate su indicatori oggettivi d’efficacia e qualità dell’Università, è ormai una costante che sembra aver caratterizzato i diversi governi.

Viene inoltre sottolineato come l’opinione pubblica non sia sensibile alle tematiche dell’Università a causa di una campagna mediatica che ha evidenziato i casi di inefficienza e corruzione, comunque presenti nell’Università, senza considerare l’altra parte maggioritaria del mondo accademico che si impegna affinché gli Atenei continuino a mantenere standard elevati.

Il Consiglio di Facoltà esprime pertanto la sua profonda perplessità verso una classe politica che complessivamente non ha saputo, negli ultimi anni, comprendere le potenzialità reali della formazione avanzata per lo sviluppo sociale ed economico del paese.

Il Consiglio di Facoltà afferma che solo una discussione approfondita e condivisa a livello nazionale delle misure, che si ritengano necessarie ed opportune per un miglioramento e avanzamento dell’Università pubblica, sia l’unico strumento che permetta, nel rispetto dell’autonomia, una riforma efficace e produttiva.

Afferma altresì che non è attraverso la “strada delle Fondazioni” che tale risultato possa essere raggiunto ma anzi si perderebbe la vocazione pubblica e si provocherebbe al tempo stesso un aumento delle pesanti disparità dovute alle diverse realtà socio-economiche del Paese nonché si peggiorerebbero le condizioni di accesso al diritto allo studio.

Il Consiglio della Facoltà di Farmacia chiede pertanto :

− che gli organi istituzionali dell’Ateneo prendano una decisa posizione contro i provvedimenti del Governo, eventualmente anche attraverso la pubblica manifestazione della disponibilità di remissione del proprio mandato (Rettore, Presidi di Facoltà e componenti del Senato Accademico);

− la predisposizione di metodi di pubblicizzazione di questa protesta attraverso il sito della Facoltà, dei Dipartimenti e di tutti i docenti;

− che il Governo divenga consapevole che l’Università è settore strategico per il rilancio del paese e per tanto riveda i propri orientamenti politici;

− che tutti i parlamentari, indipendentemente dalla appartenenza politica, nella discussione della prossima Legge finanziaria, prendendo coscienza degli obiettivi che sarebbe opportuno raggiungere di utilizzo del PIL destinato all’alta formazione e alla ricerca al pari degli altri paesi della comunità europea provvedano a sospendere e correggere le norme previste dalla Legge 133/2008.

Il Consiglio di Facoltà dichiara inoltre la propria disponibilità a partecipare a manifestazioni condivise dall’intero Ateneo e del mondo universitario allo scopo di recuperare il consenso dell’opinione pubblica e produrre un ripensamento generale del governo.

Ritiene che sia indispensabile per questo che la CRUI si adoperi perché si inizi una trattativa con il governo per una riforma dell’Università che parta da una valutazione analitica dello stato delle Università e proponga misure che studiando nuovi meccanismi di reclutamento del personale docente e modifiche dello status giuridico del personale universitario arrivi ad una razionalizzazione delle risorse disponibili ed ad un potenziamento degli investimenti sulla ricerca.

Il Consiglio di Facoltà, approva all’unanimità questa mozione.

Facoltà di Lingue e Letterature straniere, mozione approvata il 15 ottobre

I professori, ricercatori, lettori, tecnici e amministrativi, dipendenti precari, dottorandi, assegnisti, contrattisti e studenti di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Pisa chiedono che il Rettore, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione, raccogliendo la vibrante protesta della comunità universitaria pisana contro la legge 133/2008, che sta trovando crescente rispondenza nelle iniziative in atto in altri Atenei, esprimano una netta opposizione nei confronti di una politica mirata alla sistematica destrutturazione dell’Università pubblica mediante iniziative legislative disorganiche basate su tagli finanziari e tagli al turn-over.

A tale scopo, chiedono:
1) che il Rettore si faccia portavoce presso la CRUI e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca della richiesta di pervenire a sostanziali ed immediate modifiche legislative che escludano il sistema dell’università e della ricerca dall’ambito di applicazione della legge 133/2008, e della improcrastinabile necessità di apertura di un serio tavolo di trattativa istituzionale per la definizione di una riforma organica e condivisa dell’Università;
2) che quanto sopra venga dibattuto quanto prima in una seduta del Senato Accademico aperta a tutte le componenti del mondo accademico;
3) che, come segno visibile della posizione dell’Ateneo pisano, il Rettore assuma immediatamente la decisione di non procedere all’inaugurazione dell’Anno Accademico e che nella data originariamente prevista per tale evento tutte le attività dell’Ateneo vengano sospese in segno di protesta, dando il massimo rilievo attraverso i mass media a tali iniziative.

In considerazione di quanto sopra, l’Assemblea s’impegna :
- a non attivare una sospensione generalizzata dell’attività didattica, bensì una mirata a consentire la partecipazione di studenti e docenti a iniziative di protesta indette a livello locale e nazionale, purché comunicate con non meno di 5 giorni di anticipo al fine di consentire la pubblicizzazione delle stesse;
nel contempo, le attività didattiche prevederanno anche forme alternative, quali :
- lezioni all’aperto,
- lezioni concordate fra docenti e studenti, parzialmente o integralmente dedicate all’illustrazione dei contenuti della Legge 133/2008 e del funzionamento globale dell’Università,
- attività di autoformazione con la collaborazione dei docenti della Facoltà.

Facoltà di Agraria, mozione approvata 16 ottobre

Il Consiglio della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, riunito il giorno 16 ottobre 2008 CONDIVIDE le mozioni e le successive prese di posizione approvate sin dall’emanazione del Decreto Legge 112 del 25 giugno 2008, convertito il 6 agosto nella Legge 133/2008, dalla CRUI e dal CUN, dai maggiori organi di rappresentanza delle Università Italiane, da diverse Conferenze dei Presidi, dai Senati Accademici delle Università Toscane riunitisi per via straordinaria in seduta congiunta, che esprimono preoccupazione per la gravità degli effetti che i provvedimenti riguardanti l’Università potranno produrre sul funzionamento degli Atenei;
RITIENE che la formazione universitaria di qualità sia minacciata dalla proposta di ulteriori, pesanti e indiscriminate riduzioni del fondo di finanziamento ordinario e del riassorbimento da parte dello Stato delle economie, con ripercussioni negative che colpiranno in particolar modo gli studenti, che vedranno aumentare le tasse e diminuire i servizi;
RITIENE che il drastico blocco del turnover al 20%, penalizzi soprattutto i giovani ricercatori;
DENUNCIA il rischio che le misure contenute nella legge 133, riguardo alla possibilità di trasformazione delle Università in Fondazioni di diritto privato, compromettano l’esistenza stessa dell’Università pubblica italiana, aprendo scenari imprevedibili sulla libertà di ricerca e di insegnamento, sullo stato giuridico del personale docente e tecnico amministrativo, sul governo delle Università, sui criteri di finanziamento, sulle tasse universitarie;
PRENDE ATTO delle posizioni espresse dall’Assemblea di Facoltà del 15 ottobre 2008;
AUSPICA che la Preside sospenda, a partire da venerdì 17 ottobre fino a venerdì 24 ottobre 2008, tutte le attività didattiche, come richiesto dall’Assemblea di Facoltà del 15 ottobre 2008;
CHIEDE al Rettore di farsi promotore di una proposta di rilancio e di miglioramento del sistema universitario pubblico, perseguita attraverso maggiori finanziamenti per l’Alta formazione e la Ricerca, maggiori risorse per il diritto allo studio e il reclutamento di giovani ricercatori, attraverso la riforma della docenza, distinguendo nettamente il reclutamento dall’avanzamento di carriera, e attraverso la riaffermazione del principio del merito.

Facoltà di Medicina Veterinaria, mozione approvata il 16 ottobre

Il Consiglio della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Pisa, riunitosi giovedì 16 Ottobre 2008 in
seduta aperta, nella fase di discussione, alla partecipazione degli studenti e del personale tecnicoamministrativo,
ha sviluppato un ampio ed articolato dibattito sugli effetti della legge 133/2008.
Dal dibattito è emersa una valutazione fortemente critica dei pesanti e indiscriminati tagli ai finanziamenti
delle Università e degli strettissimi vincoli imposti sul turn-over del personale dai quali deriveranno, già nel
breve termine, pesanti ripercussioni sulla quantità e qualità della didattica e della ricerca sviluppate dalle
Università.
Un giudizio negativo è stato espresso in particolare sulla possibilità della trasformazione delle Università in
fondazioni private, indicata dalla legge 133/2008 come possibile soluzione dei problemi di gestione. Questa
soluzione, infatti, oltre a snaturare l’Università come servizio pubblico e come strumento di garanzia della
stessa democrazia, presenta contorni indefiniti e preoccupanti su aspetti chiave, quali i metodi di selezione e
progressione dei docenti, l’effettiva autonomia nelle scelte didattiche e di ricerca, l’assicurazione del diritto allo
studio, l’omogeneità a livello nazionale ed il valore legale dei titoli di studio.
Per quanto suddetto, il Consiglio ha espresso la propria forte contrarietà ai contenuti sia finanziari che
normativi della legge 133/2008, stigmatizzando in particolare la reiterazione di interventi legislativi
estemporanei e non ponderati, né tantomeno discussi con gli organi di rappresentanza istituzionali, su un
sistema delicato ed essenziale per lo sviluppo del paese come quello universitario, tanto da apparire dettati dalla
mera intenzione di riduzione della spesa, anziché da una seria e costruttiva volontà di riforma.
Accogliendo con soddisfazione gli impegni presi dal Rettore nell’Assemblea dell’Università di Pisa da lui
convocata il 15 ottobre u.s., la Facoltà di Medicina Veterinaria rinnova l’invito al Rettore a:
- farsi portavoce presso la CRUI e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca della richiesta:
. di pervenire a sostanziali ed immediate modifiche legislative che escludano il sistema dell’università e della
ricerca dall’ambito di applicazione della legge 133/2008;
. di evidenziare la urgente necessità di apertura di un serio tavolo di trattativa istituzionale per la definizione
di una riforma organica e condivisa dell’Università;
. di farsi carico dell’improcrastinabile esigenza, richiamata anche dalla Dichiarazione di Lisbona, di
potenziare i finanziamenti per la ricerca, portandoli quanto più possibile vicini ai livelli di quelli degli altri
Paesi industrializzati, con il conseguente ampliamento del reclutamento di giovani ricercatori;
- convocare quanto prima una seduta del Senato Accademico aperta e allargata a tutte le componenti del mondo
accademico;
- non procedere all’inaugurazione dell’Anno Accademico come segno visibile della posizione dell’Ateneo
pisano e a sospendere, nella data originariamente prevista per tale evento, tutte le attività dell’Ateneo in segno
di protesta;
A sostegno delle forme di protesta già in corso in altre Facoltà e di quelle che si stanno coordinando sia a
livello di Ateneo che a livello nazionale, il Consiglio si impegna:
- a promuovere attività didattiche alternative come lezioni all’aperto e altre iniziative diffuse sul territorio
rivolte all’illustrazione del funzionamento e dei problemi dell’Università, nonché dei contenuti della Legge
133/2008;
- ad attivare una sospensione mirata dell’attività didattica al fine di consentire la partecipazione consapevole di
studenti e docenti a iniziative indette su questi temi a livello locale e nazionale.
21 Ottobre 2008
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Old 22-10-2008, 18:32   #187
Lucrezio
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Spero che Pasquali voglia andare fino in fondo, senza cercare di tenere i piedi in due paia di scarpe.
Lo conosco come mio professore di Chimica Generale ed è una persona in gamba... spero che non ci deluda.
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Old 22-10-2008, 18:53   #188
Bastian UMTS
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ha subito un trauma cranico, amputazione di un piede e di una gamba ed ora è in coma...era uno con le palle quadre sotto tutti i punti di vista per le sue collaborazioni dall'aereonautica alla ferrari in F1 alla Aprila e Piaggio...
Azz...ho lavorato con lui, sai dirmi se è ricoverato a Pisa?
Grazie
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Old 23-10-2008, 22:11   #189
DarKilleR
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Azz...ho lavorato con lui, sai dirmi se è ricoverato a Pisa?
Grazie
Allora l'incidente è avvenuto al Mugello (mi pare) e quindi dovrebbe essere a Firenze...ma c'era la previsione di trasferirlo a Pisa appena le condizioni si sarebbero ristabilizzate.

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Novità sulla manifestazione di oggi a Pisa?? Oggi in treno da Pisa Centrale si sentivano i cori che venivano dall'esterno...al TG3 hanno detto che è stata la più grande manifestazione che si sia mai vista a Pisa nella storia della città...qualcuno ha vociferato di oltre 30.000 persone...

Qualcuno ha qualche conferma/foto / esperienza diretta??

Io oggi son mancato a questa manifestazione, per motivi contingenti a cui oggi non potevo rinunciare...







F.I.G.A.
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Old 23-10-2008, 23:28   #190
elect
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Al Poli a Torino oggi assemblea nel cortile centrale, un 2-3000 persone

Con grande tristezza il rettore non c'era fin dall'inizio, è venuto solo verso la fine, ma solo per far facciata, vista la quantità di studenti..

Ha detto tanto ma era poco o niente, parlava come un politico, cercava i 2 piedi una scarpa, che tristezza, non voleva prendere una posizione chiara sulla 133 di Tremonti

nel suo *inutile* discorso, raccontava di come i finanziamenti pubblici non bastano più e bisogna far ricorso anche a quella privati, peccato che GIA' oggi sia così al Poli, soprattutto con Microsoft e GM

E poi ha nominato le "banche", ed allora ha molti è venuto in mente che è il FRATELLO di Profumo dell'Unicredit, dalle voci è emerso che invece il vicedirettore Mezza Lama è nel CDA di Sanpaolo invece, CHE SCHIFO, le banche ci sono già dentro fino all'osso nella nostra Università OGGI, figuriamoci con la 133

Ora mi spiego perchè tutti quei banchetti della carta "replay" dell'unicredito in giro per i corridoi (cazzo, è come se la Nivea aprisse anche lei un banchetto per il Poli! ma vi pare?)

Ed anche tutte le nostre tasse, tutta la tesoriera del Poli gira intorno in conti Unicredito, insomma, GIA' oggi siamo culo e camicia con le BANCHE!

E mi fa una tristezza immensa vedere come ci sia un palese conflitto di interesse anche a questi livelli, in questo mondo, nel mondo dell'università di Torino

Era così distante dagli studenti Profumo..

Si è parlato anche da noi della sospensione della cerimonia dell'anno didattico, ma purtroppo gli interessi in gioco sono altissimi, vedi collaborazioni e scambi internazionali..
Però ci proviamo, raccoglievano infatti le firme degli studenti a favore dell'abolizione della cerimonia

Ed il 28 arriverà la Gelmini, le faremo capire che non siamo 2 gatti..
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Old 23-10-2008, 23:52   #191
elect
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Concorsi per residenti. Sarà molto difficile, quasi impossibile, in futuro che un giovane residente a Messina possa vincere un concorso per un posto a Milano. E' l'ennesimo emendamento-sorpresa comparso a corredo dell'articolo 37 ed è un'idea della Lega. Stabilisce che d'ora in poi ci sarà una corsia preferenziale, una vera e propria precedenza, nei concorsi pubblici per i residenti della regione dove si svolge il concorso. Una norma su cui pesa in modo palese un vizio di incostituzionalità. La Lega aveva avuto anche un'altra idea: non si doveva tener conto del titolo di studio nella formazione delle graduatorie dei concorsi. Via libera agli asini, o quasi. L'aula l'ha bocciata.


tralasciando l'ultima parte.... veramente senza vergogna questa destra italiana

da oggi in poi un aspirante pediatra napoletano dovra'

1) rinunciare alla pediatria (causa "numeri chiusi" a napoli dei "figli" aspiranti pediatri)

2) farsi la residenza a milano
Ci fosse stata questa legge la Gelmini forse avrebbe avuto qualche difficoltà in più ad andare a fare l'esame di stato giù...
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Old 24-10-2008, 07:57   #192
Ileana
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Iscritto dal: Jan 2006
Città: casalecchio di reno
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Perchè è sacrosanto essere contro i tagli, ma lo è ancor di più esserlo contro gli sprechi, è partita l'iniziativa 'Aste di beneficenza'
Vuoi comprare il buco dell'università di Siena?
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O il Polo di Novoli dell'università di Firenze?
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Oppure il corso di Scienze dell'Universo? Qui è più un gesto caritatevole verso i professori che si trovano sempre davanti aule vuote, o con uno studente quando va bene.
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A Bologna, invece, mettiamo all'asta la lussuosissima sede di Buenos Aires, con ermellino incluso per proteggersi durante i gelidi inverni argentini, e 1500 factotum sempre a disposizione direttamente dalla sede centrale del rettorato
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Alla sapienza mettono all'asta il nuovo sgargiante logo costato 186mila€+IVA
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A Torino i gioielli del rettore
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A Roma 3 i tipici agrumi, per una speciale spremuta universitaria
http://cgi.ebay.it/AGRUMI-MADE-IN-RO...QQcmdZViewItem


Un pochino di goliardia non fa mai male
(spero si possano postare link di ebay )
__________________
Mi chiedete perchè non posso prendere sul serio questa Europa? Perchè il grado di sviluppo e maturità dei cocomeri va determinato in modo congruo e l'indice rifrattometrico della polpa, misurato al centro della polpa, nella sezione massima normale dell'asse deve essere uguale o superiore all'8° brix.
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