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#16821 |
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Claudio Borghi, ex Milan, nuovo allenatore del Boca Junior
20.05.2010 23:15 di Antonio Gasparro articolo letto 494 volte Fonte: repubblica.it © foto di imago sportfotodienst Claudio Borghi, ex giocatore del Milan, ma anche di Flamengo, River Plate e tante altre squadre argentine, è il nuovo allenatore del Boca Junior. La squadra che fu anche di Diego Armando Maradona, dopo un campionato concluso nelle ultime posizioni della classifica, aveva in un primo momento puntato su Carlos Bianchi, il quale per ora ha fatto sapere di non essere disponibile per questo incarico. Borghi, da tecnico, ha appena vinto il campionato nazionale alla guida dell'Argentinos Junior. Ha già annunciato che punterà su Martin Palermo e Juan Ramon Riquelme, la coppia che ha sostanzialmente salvato la squadra dalla retrocessione. "Arrivo al Boca nel momento giusto, sono ancora un allenatore giovane, ma che ha già maturato una buona esperienza", ha detto Borghi.
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Ciao Leo, vivrai per sempre nei nostri cuori. 13 novembre 2008: da oggi in cielo brilla una nuova stella. 2 aprile 2005, ore 21:37 - Il Papa torna a casa. - Clan dei nonni di HWU - Milan clan HWU Uomo avvisato... LEGGETE TUTTI - 22 luglio 2009: Benvenuto Matteo! ![]() |
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#16822 |
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Il giallo della panchina e la promessa di un asso, altri segnali di stanchezza
Giornalista Mediaset dove lavora tutt'ora come redattore e inviato, dal 1991 al 1996 è stato caporedattore di Tele+. Opinionista presso l'emittente Telenova, è ospite di Milan Channel. 21.05.2010 00:00 di Luca Serafini articolo letto 1943 volte Nel 1986, quando Silvio Berlusconi acquistò il Milan salvandolo dal fallimento, l’allenatore era Nils Liedholm che – come argutamente scrisse subito Maurizio Mosca – “era la sua palla al piede come lo era Indro Montanelli alla direzione del ‘Giornale’, non a caso i loro successori furono due purosangue scatenati come Arrigo Sacchi e Vittorio Feltri”. Berlusconi ha sempre saputo scegliere i suoi uomini, nelle aziende, nei posti di comando, intorno a sé. Affidò la reggenza del club ad Adriano Galliani e Ariedo Braida e non li ha mai cambiati e nessuno può sostenere che fosse giusto un ricambio. La continuità è un motivo di orgoglio e di successo anche alla Fininvest e a Mediaset. Oggi però Berlusconi ha la testa e il cuore altrove, lontanissimi da Milanello e da San Siro. Per il Milan resta l’affetto, un affetto da una cinquantina di milioni all’anno. Non c’è più voglia non di investire, ma di programmare. L’esempio della panchina ancora vacante e la promessa di un grande acquisto quest’estate, confermano la stanchezza del Presidente. Incontrò una mezza dozzina di allenatori nella primavera del 1987, il conte Rognoni (fondatore del Cesena e del “Guerin Sportivo”) gli portò ad Arcore il mago di Fusignano e bastò una lunga chiacchierata per convincersi che fosse la persona giusta. Fu Berlusconi a organizzare il passaggio di Sacchi alla Nazionale avendo già preparato da un anno Fabio Capello a prenderne il posto. L’anno scorso, deciso l’allontanamento di Ancelotti, tutti sapevano già in primavera che il designato era Leonardo. Ora questa attenzione non c’è più, c’è solo qualche lontano fastidio per qualche scelta, prima di Ancelotti, poi di Leonardo. Berlusconi non conosce Allegri, non sa chi sia. I suoi identikit portavano inevitabilmente a Donadoni o Costacurta, dopo Van Basten. Allegri è un’idea (un’intuizione?) che non gli appartiene, come evidentemente non gli appartenevano quelle di Galli e/o Tassotti. Cedere ad Allegri, non conoscendone evidentemente gli orientamenti politici che tanto pesarono nel rapporto con Zaccheroni, oltre a un passato vivace se non proprio burrascoso da giocatore, è un altro segnale di stanchezza. Come lo è stato la promessa di “un grande acquisto” quest’estate, lasciando la nettissima sensazione di volersi semplicemente allontanare dalla durissima contestazione più che voler seriamente colmare le lacune della squadra. Quale “grande acquisto”? Ibrahimovic? Da mettere tra Pato Borriello Ronaldinho e davanti a Seedorf? O chi altro? In panchina ci si può mettere Allegri o Tristi o Contenti, Costacurta o Donadoni o Galli o Albertini o chi vi pare. E’ la squadra, che deve avere la precedenza. Una squadra stanca, logora, fragile caratterialmente (vedi i derby, i Manchester, il crollo una volta arrivati a 1 punto dall’Inter) che non ha bisogno di “un grande acquisto” una tantum, ma un Thiago e un Abate ogni anno, cioè un buon (gran) giocatore affermato e un giovane. Quale che sia Caronte sulla panchina rossonera nella prossima stagione, dovrà traghettare al 2011 anime in scadenze contrattuali, non rinnovabili per raggiunti limiti di età.
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#16823 |
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estudiantes-internacional 2-1
il gol all'88° di Giuliano ha permesso al colorado di passare il turno bendico', a sto punto fanno 2 caffe' ![]()
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Dal 1899 la seconda squadra di milano ![]() 24/04/2010 Per chi fosse interessato, vi suggerisco di puntare 1000€ sulla vittoria della coppa libertadores da parte dell'Internacional di Porto Alegre. Galliani spalmati sotto un treno |
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#16824 |
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riguardo all'articolo postato da lucio68, aggiungo che berlusconi del milan se ne sta ampiamente sbattendo dal 2005 non e' una cosa di un annetto a questa parte eh
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#16825 | |
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#16826 |
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#16827 | |
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#16828 | |
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.... pero' due gol all'88esimo (uno all'andata e uno al ritorno)
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#16829 |
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Buongiorno a tutti!™
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#16830 |
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Ora come ora non saprei dirti Luciano,
la prossima settimana mi trasferirò per andare a convivere con la mia ragazza, quindi le prossime settimane saranno un pò un'incognita. ![]()
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#16831 |
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Calcio: Milan, Fininvest "La societa' non e' in vendita"
MILANO - Il Milan non e' in vendita. Lo precisa un comunicato ufficiale della Fininvest. "Si conferma ancora una volta - si legge nella nota - che non esiste (e non e' mai esistita) alcuna intenzione ne' tanto meno progetti di cessione dell'Ac Milan". Smentita anche l'ipotesi di un allargamento della base societaria. "Per quanto riguarda l'inedita ipotesi alternativa di ingresso di soci esterni nell'azionariato Fininvest (incredibile!) - prosegue la nota - siamo di fronte ad una fantasia a dir poco ardita, naturalmente priva del benche' minimo fondamento". (RCD)
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#16832 | |
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si comunque due gol sul finale di partita, segno che la squadra c'e', e l'estudiantes era la favorita o quasi per la vittoria finale! ora l'internacional balza tra i favoritissimi. 4 ave maria, 6 padre nostro e 8 gloria per non aver ascoltato le mie dritte ![]()
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#16833 | |
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Ho vinto quasi una sessantina di euro.... ma tu, per curiosita' hai scommesso qualcosa?
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#16834 | |
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diciamo che riprendero' a scommettere piu' avanti. io usavo match-point
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#16835 |
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Agente Ronaldinho: 'Resta? Sì, ha un contratto. Il City? Chiedete al Milan'
10:32 del 21 maggio Roberto De Assis, procuratore e fratello di Ronaldinho, parla del futuro del brasiliano del Milan ai microfoni di Sky Sport 24: "Ronaldinho rimane al Milan? Penso di sì, c'è un contratto con il club rossonero e non abbiamo parlato di altro. Dubbi? Da parte mia nessuno, c'è un contratto con il Milan e tutto va bene". "E' contento delle sue prestazioni, penso che questo Milan meritava qualcosa di meglio, hanno giocato bene, hanno fatto bellissime partite - prosegue De Assis, ripercorrendo l'ultima stagione -. Il calcio è così, bisogna pensare alla prossima stagione. Il Milan è una grande squadra e c'è sempre voglia di vincere. Tutti i tifosi vogliono di più, c'è delusione quando non si vince. Ronaldinho al Manchester City? Ha un contratto col Milan, sta benissimo a Milano. Sono domande da rivolgere alla società". GM
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#16836 | |
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#16837 |
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Milan Hernanes nel mirino
12:25 del 21 maggio Milan: c'è Hernanes nel mirino. Il centrocampista brasiliano del San Paolo, 25 anni, potrebbe essere l'acquisto più oneroso e pregiato della prossima campagna acquisti. Nei giorni scorsi i rappresentanti del giocatore hanno incontrato i vertici di via Turati. Per far fronte all'acquisto di Hernanes, i rossoneri potrebbero cedere Huntelaar (il Tottenham sembra disposto a investire i 15 milioni richiesti dal Milan). (Corriere dello Sport)
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#16838 |
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Milan, no di Capello Rfiutato l'ennesimo ritorno
11:20 del 21 maggio Oltre a Marco van Basten, anche Fabio Capello avrebbe detto no al Milan, per un doppio motivo. Il primo è quello 'legale', relativo al contratto del tecnico friulano con la Football Association come commissario tecnico della Nazionale inglese. Il secondo motivo riguarda considerazioni tecniche, economiche e di opportunità. Allenare il Milan nella prossima stagione sarà un'impresa non da poco. La società eviterà spese folli e la grande rivoluzione inizierà nel 2011. (Tuttosport) ![]()
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#16839 |
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Il Pagellone dell'anno. The winner is...
21.05.2010 12:00 di Francesco Somma articolo letto 2675 volte Ecco il pagellone del campionato del Milan: Storari 6,5: Tra le prime novità del Milan di Leonardo, materializza il volta pagina dalle continue incertezze di Dida, e la speranza di non rimpiangere il buon Abbiati. Tra dubbi (i soliti: è o non è da Milan? È bravo, ma, esperienze in grandi club?) e prestazioni da estremo ed insuperabile baluardo, risulta il migliore nel momento peggiore della stagione. Dida 6: Esce Storari, entra Dida. La musica non cambia, il campionato sì. “Baghera” saluta il decennio rossonero con un’annata positiva, specie nella prima fase del periodo invernale, che lo ha visto tra i protagonisti assoluti delle partite che ricordiamo con maggior piacere. Su tutte, le rimonte contro Roma e Chievo (ancora abbiamo negli occhi la provvidenziale parata su Granoche da zero metri), ma anche nella trasferta-beffa di Napoli il brasiliano fece un’ottima figura, così come nel 2-0 casalingo contro il Parma. Dà il peggio di sé nella seconda parte dell’inverno. Abbiati 6: Esce Dida, entra Abbiati: di nuovo il sereno tra i pali rossoneri. Torna in campo alla fine di gennaio, nell’ultima gara rossonera di Coppa Italia contro l’Udinese, ricordata soltanto per la sua prestazione da applausi. Da incorniciare la trasferta di Bari, in cui riuscì a neutralizzare l’unico penalty della stagione, ipnotizzando Barreto. Esce di scena con due prove da brividi, contro Napoli e Parma (un pareggio e una sconfitta) Abate 6: Il voto va riferito soprattutto all’impegno e all’abnegazione con i quali si adatta ad un ruolo diverso e a ridurre notevolmente il proprio raggio d’azione. Vero e proprio Globetrotter del Milan leonardiano, risulta alla fine tra i più impiegati e, soprattutto, tra quelli (pochissimi) con il contachilometri esaurito. Unico neo, non poco evidente, l’esigua quantità di cross sfornati per la testa dei centravanti Oddo 5: Quella appena conclusa forse non sarà la sua ultima stagione in rossonero; sicuramente non la ricorderemo come una delle migliori. L’addio di Ancelotti sembrava poterlo rilanciare nell’albo delle pedine affidabili, invece, fatta eccezione per l’ottima apparizione di Madrid, nelle comunque poche presenze collezionate, il pescarese confeziona più tonfi che successi, culminati nell’«incidente» casalingo contro il Napoli e, soprattutto, nella dolorosa debacle del Barbera che porta vividamente impresso il suo marchio Zambrotta 5,5: Sufficienza appena appena accennata per l’ex blaugrana, rossonero per il secondo anno consecutivo. Una stagione senza infamia e senza lode: saremmo ingiusti ad imputargli colpe gravi o errori grossolani, ma lo saremmo altrettanto se giudicassimo positivo un campionato che lo ha visto offrire alla causa rossonera nient’altro che discrete prestazioni in fase difensiva. Berlino è sempre più lontana… Jankulovski 5,5: Alla quinta stagione con la casacca rossonera, subisce l’arrembante Antonini, che Leonardo gli preferisce sistematicamente nella difesa a 4. Trova un pochino di spazio in più a centrocampo, ma non riesce mai ad eccellere, né a trovare continuità di rendimento. Onyewu: sv. L’età e il fisico sono dalla sua parte. Peccato per l’infortunio: sei mesi di campo lo avrebbero aiutato a conoscere il Calcio molto più di quanto – presumibilmente- non abbia fatto l’infermeria Bonera 6: Complice l’infortunio che gli concede libertà soltanto a partire da metà gennaio e, soprattutto, dell’annata eccellente dei due centrali Nesta e Thiago, vede il campo meno di quanto meriterebbe, perché sia da laterale destro che sinistro, sia da stopper, quando chiamato in causa, il bresciano risponde sempre presente. Favalli 6: Quarta ed ultima stagione in rossonero per l’ex (ex) difensore arrugginito venuto a svernare a Milanello, ben presto ribattezzato “Professore”. Avere 38 anni, per un atleta, vuol dire imparare a fare tesoro dell’energia disponibile, offrendo senza riserve ciò che abbonda, ossia l’esperienza. Tutti gli anni maturati giocando a calcio gli sono serviti a chiudere la carriera con classe e dignità e a non sentire il peso di sostituire Nesta Nesta 7,5: Un voto alto, importante, come il rimpianto che per chissà quanto tempo ancora ci porteremo dietro pensando all’ultima parte della stagione 2009/2010, giocata senza di lui. Più che una sorpresa, il recupero di un leader difensivo del suo livello è stata la notizia più rassicurante, non l’ultima sulla quale Leo ha potuto costruire l’intera annata. Mai sotto la sufficienza, vive una stagione da vero immortale, beneficiando non poco anche dell’apporto di Thiago, seconda metà del muro rossonero. Thiago Silva 8,5: Siamo certi di non esagerare. Da quanto tempo il Milan non vantava una coppia centrale di livello internazionale? Chi ha eccelso più di lui in quanto ad affidabilità e continuità di rendimento? Certo, dal Brasile Leo non ha mai portato bidoni, ma chi a inizio campionato avrebbe immaginato che l’ex Fluminense potesse rivelarsi una sorpresa così sbalorditiva? A lui vanno gli applausi e l’ammirazione per averci portato via ogni aggettivo a suon di prestazioni maiuscole, e lo scettro di “Migliore del Campionato”. Antonini 7: Tra le sorprese più belle, subito dopo Thiago Silva, non possiamo che annoverare il fluidificante milanese, che sabato sera contro la Juve ha riscosso il giusto premio per una imprevedibile stagione di grande spessore. Con grinta, polmoni e semplicità, Luca ha convinto gran parte dei tifosi, e soprattutto Leonardo, a dargli fiducia, prima condizionata, poi senza riserve. Alla fine, malgrado un piccolo grande pegno pagato alla sfortuna, risulta tra i migliori Kaladze 4,5: Con Nesta e Thiago non ce n’è per nessuno. Nemmeno per lui, costretto a giocare le briciole di un campionato con il quale non riesce mai a rompere il ghiaccio. Annata da punto e a capo. Preferibilmente altrove Ambrosini 6: Sull’ingresso della Club House di Milanello, fino a qualche tempo fa capeggiava una foto di Maldini con accanto una scritta: Una bandiera si vede quando il vento soffia forte. Anche se non è più lì, quella scritta oggi non stonerebbe, specie riproducendo nell’immagine lo stesso passaggio che ha investito la fascia di capitano. Il vessillo è passato ad Ambro, degno capitano ma protagonista di una stagione intermittente, fatta più di bassi che di alti, e contraddistinta dalla convivenza con una condizione fisica tutt’altro che eccelsa. Chi occupa il suo ruolo non può concedersi finezze e svolazzi: deve correre per cercare di arrivare sempre prima degli altri. Ma il vento, quest’anno, è soffiato forte eccome, chiamandolo agli straordinari in più di un’occasione. Inizio di stagione da dimenticare, prima fase invernale da incorniciare (tra i migliori in Lazio-Milan; Milan-Real Madrid e Milan-Genoa) Pirlo 5,5: Sono lontani i tempi in cui il Milan girava con e grazie a lui, spensierato ed elegante direttore d’orchestra. La stagione conclusa non lo ha visto brillare in genio e lucidità, così come quella passata. Con un doveroso distinguo. Per Ancelotti, il bresciano era indispensabile: non c’era azione che non prendesse avvio dai suoi piedi. Per Leonardo, che ne ha sempre riconosciuto l’innegabile valore, è diventato “solo” importante. Il coraggio del brasiliano e la complicità di prestazioni spesso da dimenticare, hanno affrancato Pirlo dal peso della regia, e il Milan da un gioco macchinoso e prevedibile Gattuso 5,5: Le ultime apparizioni fanno ben sperare in vista dei Mondiali e dell’anno venturo, ma non cancellano una stagione in minore per il Ringhio rossonero, appannato, acciaccato e scavalcato da Ambrosini nelle gerarchie leonardiane praticamente per l’intero campionato Seedorf 5: Sarà stato il cambio di ruolo – da mezzala sinistra a trequartista puro – o una condizione fisica spesso sotto la soglia della presentabilità, l’olandese ha vissuto una stagione da pesce fuor d’acqua. Fatta eccezione per “la staffilata dell’illusione” contro il Chievo, il n.10 è riuscito a materializzare la vittoria della stanchezza e dell’appagamento sugli stimoli e sul desiderio di mettersi in discussione, confezionando una stagione deludente: ci ha abituati troppo bene Beckham 5,5: Rivederlo di nuovo in rossonero a gennaio fece ben sperare chi, dodici mesi prima, ne aveva apprezzato la duttilità e l’abnegazione. Il tendine d’Achille è stato giudice di un idillio durato poco: due mesi. A ben vedere, è bastato molto meno per capire che a distanza di un anno erano cambiate tante cose, e che l’inglese, pur non sfigurando, non era più lo stesso. Avremmo voluto (forse potuto) riaverlo per il rush finale, ma è andata diversamente. All the best, Becks! Flamini 5,5: Due stagioni orsono, per curare le ferite della scottante eliminazione dalla Champions per opera dei “Ragazzi terribili” di Wenger, il Milan pensò di rinforzarsi pescando a casa del nemico, e puntò sulla grinta del francese per ridare freschezza e vigore al reparto centrale. Esperimento fallito al primo intermedio, sotto il segno di Ancelotti. Lievi progressi un anno più tardi, agli ordini di mister Leonardo, che la fiducia non l’ha negata a nessuno. Quest’anno Mathieu ha trovato più spazio: non ha mai deluso, ma fatica ad assimilare il divario tra la soglia di tolleranza degli arbitri italiani e quella degli inglesi Inzaghi 6: Tra i meno delusi per la partenza di Mister Leonardo, non può che esserci lui. La stagione appena conclusa lo ha visto collezionare un’infinita serie di panchine e subire il superamento, nelle preferenze del tecnico, dal discontinuo Huntelaar. A settembre, il Milan corsaro a Marsiglia grazie ad una sua doppietta faceva dormire sonni tranquilli ai propri tifosi, sicuri di avere quel bomber europeo tanto necessario e tanto mancato al Milan nel prosieguo della Champions. Invece no: a SuperPippo sono rimasti gli sbuffi e le polemiche. E, naturalmente, la voglia di andare avanti e riprovarci. Almeno un altro anno Borriello 7,5: L’assenza di un centravanti d’area, generoso, forte fisicamente e capace di far rifiatare e salire la squadra in momenti complicati, è stata una mancanza cronica per il Milan di Ancelotti. Fin da agosto, invece, Leo ha potuto sfregarsi le mani quando ha capito di poter contare sull’ex genoano, protagonista di una stagione che lo ha visto finalmente trionfare sugli infortuni che sembravano non volerlo più mollare, mettere a segno 14 reti (alcune di pregevole fattura) ed assolvere con spirito di sacrificio – ed ottimi voti – al ruolo di bomber n.1 Huntelaar 5,5: La politica del “lavorare senza una politica”, attuata dalla società di Via Turati negli ultimi anni, lo ha investito della carica di fiore all’occhiello dell’ultima campagna acquisti. La stagione 2009/2010 lo ha visto alternare prestazioni da mattatore assoluto (quella di Catania su tutte), a prove sbiadite, da vero e proprio fantasma. Dalla sua, ha l’alibi di ferro di aver giocato spesso troppo lontano dalla porta. Dalla “nostra”, abbiamo il doloroso ricordo di tante, troppe occasioni mancate Pato 7,5: L’ultimo episodio (lungo un’intera stagione) delle avventure di Paperino è “Pato e gli infortuni”. Già, perché a pensare al campionato disputato dal nostro n.7, nella mente dei tifosi rossoneri affiora un interrogativo spinoso: come sarebbe finita contro Napoli, Roma, Parma, Lazio, Manchester e via dicendo…se avessimo potuto annoverarlo tra i disponibili? La risposta non ci appartiene, ma a giudicare dal numero di vittorie rossonere griffate Pato – 16 su 30 con lui in campo; 7 su 18 senza di lui - è quantomeno ipotizzabile che avremmo lasciato per strada qualche punticino in meno. Devastante contro Roma e Real Madrid ma sciupone all’andata contro il Manchester, Pato vuol dire talento puro: il finale di stagione del Milan lo eleva al rango di insostituibile Mancini 5: Fino a quando il compito di sostituire Pato (o Ronaldinho) spetterà a lui, non avremo certo da dormire sonni tranquilli. La scommessa invernale di Galliani & co. ha deluso senza appello: 0 reti e 0 assist nel novero rossonero del brasiliano, giunto a Milanello con un bagaglio di infortuni e inattività, ma con il desiderio di ricominciare da capo e dimostrare gli errori di chi per due anni non gli ha riservato che tribune e panchine. Missione fallita, rimandato. Ronaldinho 7,5: Last but not least, ultimo ma soltanto per caso, R80, il sorriso rossonero. Qualunque attività Leonardo decida di intraprendere d’ora in avanti, può inserire nel proprio stringato curriculum da allenatore, la riabilitazione di un atleta che soltanto pochi mesi fa, in molti davamo per finito. Il Ronaldinho ancelottiano è lontano un bel po’ da quello ammirato quest’anno, per il quale parlano i numeri – 12 reti e 17 assist – ma non solo. La grazia della stagione di Dinho è testimoniata soprattutto dalla scioltezza, dal coraggio e dalle decine di azioni che hanno avuto avvio dai suoi piedi. Nella stagione appena conclusa, abbiamo rivisto molte volte il campione che ci aveva fatti disperare con maglia del Barça. Non c’è due senza tre. Speriamo Leonardo 7,5: Almeno lui, per fortuna, infortuni muscolari non ne ha subiti: da essere umano, e da allenatore esordiente, ha commesso i propri errori, ma ha dimostrato di avere la stoffa, l’occhio lungo, e uno stile fuori dal comune, che anche se non fa Special, alla fine rimane un esempio per tutti. Questo “suo” Milan, estroso, insicuro e coraggioso (oltre che da Champions), ci è piaciuto. GRAZIE
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Infatti, spero proprio!!
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