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Old 26-08-2004, 13:05   #1
Bet
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La France Virile

movimentiamo un po' questo forum postferragostano, ancora relativamente quieto

dunque, qualche giorno fa lessi sulle pagine interne del Corriere della Sera un articolo che vi ripropongo (perchè per pura fortuna l'ho trovato pubblicato su un altro sito): riguarda una discussione francese sulle fasi post-liberazione

http://www.comedonchisciotte.net/mod...ticle&sid=2054



Agosto ’44, la faccia oscura della Liberazione francese

Storia e archeologia A sessant’anni dalla caduta del regime di Pétain si arroventa la polemica sugli eccessi dei vincitori che provocarono migliaia di vittime

Sul palcoscenico pareva una gran festa: balli, bevute, amplessi, fuochi d'artificio, la Marsigliese a tutto volume e a squarciagola. Nella Francia dell'agosto 1944, grazie al generale de Gaulle che aveva trasformato tradimento e sconfitta in vittoria, si celebrava la Liberazione. Le Leica e le macchine da presa di allora inquadravano volti ridenti e soprattutto i partigiani dai tratti infantili. Erano i ragazzi del maquis , usciti da boschi e macchie, il popolo li guardava con fierezza, li accarezzava, erano tutti suoi figli. In realtà, la Liberazione, dietro le quinte, impugnava la falce, aveva la faccia livida della morte: si uccise spesso senza alcuna giustificazione con i tribunali sommari dei comunisti, con gli agguati, con le torture disumane come, in alcuni casi, la crocifissione; le unghie erano strappate una a una, gli occhi infilati e estratti con forbici e coltelli; i linciaggi erano episodi frequenti; le vendette personali per corna subite o debiti che non si volevano pagare diventavano atti esemplari di giustizia; molte donne erano violentate con bastoni e talora con picchetti usati per le tende e poi rasate soltanto per aver sorriso a un tedesco, l'accusa era di collaboration horizontale , collaborazione orizzontale.

Lo storico Fabrice Virgili, nel suo libro La France virile (Payot et Rivages, pp. 392, 22,11), ha tentato di calcolare il numero delle donne rasate, il che avveniva più per misoginia che per fatti di collaborazionismo o per aver avuto rapporti sessuali coi tedeschi: ebbene, a detta di Virgili, le presunte putains des boches punite tra il 1943 e il 1946 sono state ventimila e avevano l'età media di vent'anni. I miliziani di Vichy venivano assassinati a decine, è vano tenerne il conto. E in tutto questo orrore quanti erano i veri colpevoli? Chi meritava effettivamente una sorte del genere? Non si è mai saputo, né mai si saprà.

Mentre Charles Trenet cantava «Douce France, cher pays de mon enfance», si scatenò l'epurazione più selvaggia d'Europa. Ben pochi ebbero il coraggio di protestare e dire che i francesi, semmai, dovevano essere epurati in massa. Una grande fetta della popolazione (80-90 per cento, una percentuale ancora non accertata) accettò o subì troppo passivamente il governo collaborazionista, tenuto a briglia dal venerando maresciallo Pétain che si era fatto onore sui campi di battaglia del 1914-1918. Pétain fu processato dall'Alta corte e condannato, ma intervenne subito la grazia di un de Gaulle che lo aveva ammirato. Nel 1945, Laval, capo del governo di Vichy, fu condannato a morte e in cella, per evitare la fucilazione, si avvelenò: fu trascinato lo stesso, mentre rantolava, davanti al plotone d'esecuzione schierato nel carcere di Fresnes. Il generale de Gaulle si mostrò spietato come tanti altri. Nel 1940, da Londra, aveva già invocato vendetta e punizione per i traditori.

In questi giorni i cittadini celebrano gioiosamente lo sbarco in Provenza e la Liberazione, escono libri e i settimanali rievocano i fatti in apparenza senza timori reverenziali per la storiografia ufficiale. Oggi, forse perché il Pcf è ridotto a proporzioni ridicole, si rievoca il «terrore rosso» esercitato da decine di Robespierre usciti dall'ombra. I principali autori dell'epurazione furono i comunisti. E de Gaulle, forse per quel famoso appello del 1940, li lasciò liberi di agire per qualche tempo.

Henri Amouroux, massimo storico degli anni 1940-45 e membro dell'Académie française, dice: «I comunisti sapevano che, a causa della presenza delle truppe americane, non avrebbero mai potuto conquistare il potere sul piano nazionale. Ma si sfogarono sanguinosamente sul piano locale. Gli esempi sono infiniti. Viene a mente quell'ex tenutario di bordelli parigini diventato comandante partigiano col nome di Bayard. Fra i tanti misfatti, tortura una donna prima di ucciderla; ricordo un capo dei miliziani, tale Jourdan: questi è costretto ad assistere, prima del colpo alla nuca, all'uccisione della moglie, della madre, di una zia e di una figlia di due anni che piangeva nella culla. Nel 1944, a Limoges e dintorni furono pronunciate in tre settimane più di settanta condanne a morte. Si era fieri d'essere i torturatori dei torturatori…».

Secondo una risorta storiografia «criptovichysta», le esecuzioni furono centomila, le donne violentate e rasate cinquantamila, almeno un milione le persone perseguitate e terrorizzate con inchieste, interrogatori, pedinamenti, perquisizioni improvvise, minacce di fucilazione e infine con ricatti che fruttavano denaro a un numero imprecisato di «liberatori». Le cifre non possono mai concordare su quei giorni terribili perché odio e rancore covano ancora sotto la cenere. Alcuni storici, invece, riducono le cifre dell'estrema destra e riferiscono di novemila esecuzioni sommarie. Lo stesso de Gaulle accennò a 10.842 casi.

A questi dati, comunque, si deve aggiungere una lunga lista di processi celebrati dalla magistratura, che aveva cominciato a operare sin dal 1943 in Algeria e poi nel settembre 1944 in Francia. I dossier di «épuration pénale» sono 350 mila con 1500 condanne a morte, delle quali almeno la metà è stata eseguita. Novantamila persone sono state infangate dalla degradazione nazionale, molte erano innocenti come Lagardelle, ministro del Lavoro di Pétain.

A parte i funzionari di Vichy che dovevano servire alla continuità burocratica della Francia libera, pareva che nessuno potesse sfuggire, né scrittori né attori del cinema. Si dà la caccia a Céline come fosse una bestia feroce. Brasillach è giustiziato. L'attrice Arletty, che era stata amante di un ufficiale della Luftwaffe, è arrestata e trascinata nel lager di Drancy, a due passi da Parigi. Qui erano stati rinchiusi anni prima migliaia di ebrei arrestati dai gendarmi francesi, senza che i tedeschi lo avessero chiesto, e in seguito trasportati nei vagoni piombati della Sncf (ferrovie francesi, che facevano pagare il trasporto al governo di Vichy) verso le camere a gas in Germania. Arrivata in una baracca del campo di concentramento, Arletty, la splendida ribelle di Hôtel du Nord e Les enfants du paradis , si guardò intorno. «Come mai sono la sola attrice tra queste mura?», chiese. Un gendarme le spiegò che l'arte della seduzione aveva salvato molte altre, tra cui spiccavano Viviane Romance, Danielle Darrieux e Suzy Delair. Non era poi una colpa così grave aver cenato e scherzato con Goebbels, aggiunse il gendarme.

Arletty, che aveva solo amato un tedesco, ma che era odiata per la sua indipendenza prefemminista, tacque e subì l'atrocità di Drancy.

Ulderico Munzi
Fonte:www.corriere.it
19.08.04


a fianco dell'articolo c'era un interessante trafiletto sul confronto con lsituazioni analoghe accadute in Italia... peccato che non lo trovo
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Old 26-08-2004, 13:09   #2
quickenzo9
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Re: La France Virile

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Originariamente inviato da Bet
movimentiamo un po' questo forum postferragostano, ancora relativamente quieto

dunque, qualche giorno fa lessi sulle pagine interne del Corriere della Sera un articolo che vi ripropongo (perchè per pura fortuna l'ho trovato pubblicato su un altro sito): riguarda una discussione francese sulle fasi post-liberazione

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Agosto ’44, la faccia oscura della Liberazione francese

Storia e archeologia A sessant’anni dalla caduta del regime di Pétain si arroventa la polemica sugli eccessi dei vincitori che provocarono migliaia di vittime

Sul palcoscenico pareva una gran festa: balli, bevute, amplessi, fuochi d'artificio, la Marsigliese a tutto volume e a squarciagola. Nella Francia dell'agosto 1944, grazie al generale de Gaulle che aveva trasformato tradimento e sconfitta in vittoria, si celebrava la Liberazione. Le Leica e le macchine da presa di allora inquadravano volti ridenti e soprattutto i partigiani dai tratti infantili. Erano i ragazzi del maquis , usciti da boschi e macchie, il popolo li guardava con fierezza, li accarezzava, erano tutti suoi figli. In realtà, la Liberazione, dietro le quinte, impugnava la falce, aveva la faccia livida della morte: si uccise spesso senza alcuna giustificazione con i tribunali sommari dei comunisti, con gli agguati, con le torture disumane come, in alcuni casi, la crocifissione; le unghie erano strappate una a una, gli occhi infilati e estratti con forbici e coltelli; i linciaggi erano episodi frequenti; le vendette personali per corna subite o debiti che non si volevano pagare diventavano atti esemplari di giustizia; molte donne erano violentate con bastoni e talora con picchetti usati per le tende e poi rasate soltanto per aver sorriso a un tedesco, l'accusa era di collaboration horizontale , collaborazione orizzontale.

Lo storico Fabrice Virgili, nel suo libro La France virile (Payot et Rivages, pp. 392, 22,11), ha tentato di calcolare il numero delle donne rasate, il che avveniva più per misoginia che per fatti di collaborazionismo o per aver avuto rapporti sessuali coi tedeschi: ebbene, a detta di Virgili, le presunte putains des boches punite tra il 1943 e il 1946 sono state ventimila e avevano l'età media di vent'anni. I miliziani di Vichy venivano assassinati a decine, è vano tenerne il conto. E in tutto questo orrore quanti erano i veri colpevoli? Chi meritava effettivamente una sorte del genere? Non si è mai saputo, né mai si saprà.

Mentre Charles Trenet cantava «Douce France, cher pays de mon enfance», si scatenò l'epurazione più selvaggia d'Europa. Ben pochi ebbero il coraggio di protestare e dire che i francesi, semmai, dovevano essere epurati in massa. Una grande fetta della popolazione (80-90 per cento, una percentuale ancora non accertata) accettò o subì troppo passivamente il governo collaborazionista, tenuto a briglia dal venerando maresciallo Pétain che si era fatto onore sui campi di battaglia del 1914-1918. Pétain fu processato dall'Alta corte e condannato, ma intervenne subito la grazia di un de Gaulle che lo aveva ammirato. Nel 1945, Laval, capo del governo di Vichy, fu condannato a morte e in cella, per evitare la fucilazione, si avvelenò: fu trascinato lo stesso, mentre rantolava, davanti al plotone d'esecuzione schierato nel carcere di Fresnes. Il generale de Gaulle si mostrò spietato come tanti altri. Nel 1940, da Londra, aveva già invocato vendetta e punizione per i traditori.

In questi giorni i cittadini celebrano gioiosamente lo sbarco in Provenza e la Liberazione, escono libri e i settimanali rievocano i fatti in apparenza senza timori reverenziali per la storiografia ufficiale. Oggi, forse perché il Pcf è ridotto a proporzioni ridicole, si rievoca il «terrore rosso» esercitato da decine di Robespierre usciti dall'ombra. I principali autori dell'epurazione furono i comunisti. E de Gaulle, forse per quel famoso appello del 1940, li lasciò liberi di agire per qualche tempo.

Henri Amouroux, massimo storico degli anni 1940-45 e membro dell'Académie française, dice: «I comunisti sapevano che, a causa della presenza delle truppe americane, non avrebbero mai potuto conquistare il potere sul piano nazionale. Ma si sfogarono sanguinosamente sul piano locale. Gli esempi sono infiniti. Viene a mente quell'ex tenutario di bordelli parigini diventato comandante partigiano col nome di Bayard. Fra i tanti misfatti, tortura una donna prima di ucciderla; ricordo un capo dei miliziani, tale Jourdan: questi è costretto ad assistere, prima del colpo alla nuca, all'uccisione della moglie, della madre, di una zia e di una figlia di due anni che piangeva nella culla. Nel 1944, a Limoges e dintorni furono pronunciate in tre settimane più di settanta condanne a morte. Si era fieri d'essere i torturatori dei torturatori…».

Secondo una risorta storiografia «criptovichysta», le esecuzioni furono centomila, le donne violentate e rasate cinquantamila, almeno un milione le persone perseguitate e terrorizzate con inchieste, interrogatori, pedinamenti, perquisizioni improvvise, minacce di fucilazione e infine con ricatti che fruttavano denaro a un numero imprecisato di «liberatori». Le cifre non possono mai concordare su quei giorni terribili perché odio e rancore covano ancora sotto la cenere. Alcuni storici, invece, riducono le cifre dell'estrema destra e riferiscono di novemila esecuzioni sommarie. Lo stesso de Gaulle accennò a 10.842 casi.

A questi dati, comunque, si deve aggiungere una lunga lista di processi celebrati dalla magistratura, che aveva cominciato a operare sin dal 1943 in Algeria e poi nel settembre 1944 in Francia. I dossier di «épuration pénale» sono 350 mila con 1500 condanne a morte, delle quali almeno la metà è stata eseguita. Novantamila persone sono state infangate dalla degradazione nazionale, molte erano innocenti come Lagardelle, ministro del Lavoro di Pétain.

A parte i funzionari di Vichy che dovevano servire alla continuità burocratica della Francia libera, pareva che nessuno potesse sfuggire, né scrittori né attori del cinema. Si dà la caccia a Céline come fosse una bestia feroce. Brasillach è giustiziato. L'attrice Arletty, che era stata amante di un ufficiale della Luftwaffe, è arrestata e trascinata nel lager di Drancy, a due passi da Parigi. Qui erano stati rinchiusi anni prima migliaia di ebrei arrestati dai gendarmi francesi, senza che i tedeschi lo avessero chiesto, e in seguito trasportati nei vagoni piombati della Sncf (ferrovie francesi, che facevano pagare il trasporto al governo di Vichy) verso le camere a gas in Germania. Arrivata in una baracca del campo di concentramento, Arletty, la splendida ribelle di Hôtel du Nord e Les enfants du paradis , si guardò intorno. «Come mai sono la sola attrice tra queste mura?», chiese. Un gendarme le spiegò che l'arte della seduzione aveva salvato molte altre, tra cui spiccavano Viviane Romance, Danielle Darrieux e Suzy Delair. Non era poi una colpa così grave aver cenato e scherzato con Goebbels, aggiunse il gendarme.

Arletty, che aveva solo amato un tedesco, ma che era odiata per la sua indipendenza prefemminista, tacque e subì l'atrocità di Drancy.

Ulderico Munzi
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19.08.04


a fianco dell'articolo c'era un interessante trafiletto sul confronto con lsituazioni analoghe accadute in Italia... peccato che non lo trovo


Ottimo lavore Bet.
Per quanto accaduto in Italia, spero che tutti leggano quanto prima "il sangue dei vinti"... a mio parere uno dei libri più equilibrati ed interessanti che abbia letto sull'orribile tematica.
quickenzo9 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 26-08-2004, 13:17   #3
GhePeU
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niente di nuovo sotto il sole, tanto per cambiare è sempre colpa dei comunisti

sarà una nuova moda

Ultima modifica di GhePeU : 26-08-2004 alle 13:19.
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Old 26-08-2004, 13:22   #4
quickenzo9
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niente di nuovo sotto il sole, tanto per cambiare è sempre colpa dei comunisti

sarà una nuova moda

No, solo dati di fatto storici, documentati e scritti, molto bene, da scrittori appartenti all'area della sinistra italiana.

quickenzo9 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 26-08-2004, 13:24   #5
Bet
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niente di nuovo sotto il sole, tanto per cambiare è sempre colpa dei comunisti

sarà una nuova moda
non durerà molto, ma finch'è possibile proviamo... no dai ghepeu... tu probabilmente conosci bene sti periodi... cosa pensi? che non sia accaduto niente di tutto ciò?

da parte mia non c'è nessuna voltontà di discredito verso nessun fenomeno, pero' mi pare che solo con 50 anni di distanza si inizi pubblicamente a parlare di questi fatti (vedi il libro di Pansa), che cmq restano circoscritti... almeno per quanto riguarda l'Italia
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Old 26-08-2004, 13:41   #6
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e cosa posso dire? che il mondo non è perfetto...

ma quando mia nonna mi racconta di suo padre che torna in lacrime dal mercato perchè su ognuna delle strade che entravano nella piazza erano stati gettati i corpi torturati di sette partigiani del luogo e i tedeschi e i fascisti non permettevano alle famiglie di prendere i cadaveri, cosa posso pensare di quelli che dopo la liberazione invece di portarlo in prigione hanno condotto uno dei responsabili, il maestro di scuola del luogo, nelle case delle vittime dove è stato picchiato a sangue e infine fucilato?
che hanno fatto giustizia sommaria? che era "il sangue di un vinto" quello nelle loro mani? che non serviva ucciderlo? sì, ma fatti come questo non bastano per reggere tutto il castello di revisionismi che si è fatto in questi anni

e l'errore di pansa è stato quello, quel libro doveva pubblicarlo anni fa, non ora quando tutto quello che ottiene e di venir strumentalizzato

PS. dell'articolo trovo fastidiosa in modo particolare che si parli di un libro e si riesca comunque a tirare in ballo "i comunisti"...
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Old 26-08-2004, 13:45   #7
quickenzo9
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e cosa posso dire? che il mondo non è perfetto...

...

e l'errore di pansa è stato quello, quel libro doveva pubblicarlo anni fa, non ora quando tutto quello che ottiene e di venir strumentalizzato

PS. dell'articolo trovo fastidiosa in modo particolare che si parli di un libro e si riesca comunque a tirare in ballo "i comunisti"...
Pansa, da persona intelligente ed accorta ha atteso che la Storia facesse giustizia. Il revisionismo storico ha solo eliminato alcune miserevoli bugie dei "vincitori". La Storia non si può strumentalizzare, come hanno sperato, per 50 anni, i responsabili di eccidi e massacri che hanno insanguinato l'Italia del Nord.
Fortuna (anche storica), che alcuni movimenti partigiani erano di estrazione liberale e democratica...se fossero stati solo rossi, avremmo avuto il triplo dei morti ammazzati.
Ah...Trieste non è lontana dalla foibe, vero ?
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Old 26-08-2004, 13:53   #8
GhePeU
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ecco cosa intendevo per strumentalizzazione...

adesso sembra che ci siano stati milioni di vittime

cosa c'era da aspettarsi da gente che avevo visto queste cose?


baci e abbracci?

PS. trieste è vicina anche a questi posti...
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Old 26-08-2004, 13:54   #9
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e cosa posso dire? che il mondo non è perfetto...

ma quando mia nonna mi racconta di suo padre che torna in lacrime dal mercato perchè su ognuna delle strade che entravano nella piazza erano stati gettati i corpi torturati di sette partigiani del luogo e i tedeschi e i fascisti non permettevano alle famiglie di prendere i cadaveri, cosa posso pensare di quelli che dopo la liberazione invece di portarlo in prigione hanno condotto uno dei responsabili, il maestro di scuola del luogo, nelle case delle vittime dove è stato picchiato a sangue e infine fucilato?
che hanno fatto giustizia sommaria? che era "il sangue di un vinto" quello nelle loro mani? che non serviva ucciderlo? sì, ma fatti come questo non bastano per reggere tutto il castello di revisionismi che si è fatto in questi anni

e l'errore di pansa è stato quello, quel libro doveva pubblicarlo anni fa, non ora quando tutto quello che ottiene e di venir strumentalizzato

PS. dell'articolo trovo fastidiosa in modo particolare che si parli di un libro e si riesca comunque a tirare in ballo "i comunisti"...

ma ci mancherebbe altro... te l'ho detto che il post non ha intenzioni che si potrebbero pensare... son ben contento della disfatta fascista

rimane incredibile la cosa che questi fatti di cui si fa cenno nei libri erano ben noti da tempo ma se ne parla pubblicamente solo ora (è ovvio che stiamo parlanda di alcuni fatti, non della resistenza in generale): al di là delle esecuzioni sommarie, non giustificabile ma in quel clima comprensibili, i miei genitori, che era ben contro il fascismo, ricordano pero' ancora bene volti, nomi e cognomi di persone che erano trascinati fuori di casa da partigiani e che non vi hanno fatto più ritorno per rese dei conti anche personali... han fatto fuori in sacco di persone o che non erano coinvolte nel regime o che erano sospettate (un po' come la fase della terreur della rivoluzione)


ps: quickenzo, limita le frecciate, cosa vuoi che ti rispondano poi?
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Old 26-08-2004, 13:57   #10
quickenzo9
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ma ci mancherebbe altro... te l'ho detto che il post non ha intenzioni che si potrebbero pensare... son ben contento della disfatta fascista

rimane incredibile la cosa che questi fatti di cui si fa cenno nei libri erano ben noti da tempo ma se ne parla pubblicamente solo ora (è ovvio che stiamo parlanda di alcuni fatti, non della resistenza in generale): al di là delle esecuzioni sommarie, non giustificabile ma in quel clima comprensibili, i miei genitori, che era ben contro il fascismo, ricordano pero' ancora bene volti, nomi e cognomi di persone che erano trascinati fuori di casa da partigiani e che non vi hanno fatto più ritorno per rese dei conti anche personali... han fatto fuori in sacco di persone o che non erano coinvolte nel regime o che erano sospettate (un po' come la fase della terreur della rivoluzione)


ps: quickenzo, limita le frecciate, cosa vuoi che ti rispondano poi?

Non sono frecciate, solo verità. Che poi Ghepeu tiri fuori le sue foto non è una novità...la storia non la fa certo Ghepeu e lo spaventoso numero di morti ammazzati dai prodi rossi ad ostilità terminate (come l'orribile vicenda delle foibe) non si cancella.
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Old 26-08-2004, 13:59   #11
Bet
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...

PS. dell'articolo trovo fastidiosa in modo particolare che si parli di un libro e si riesca comunque a tirare in ballo "i comunisti"...
guarda in maniera implicita e soft (ovviamente) di fatto ne parla anche Liberazione, anche se l'argomento centrale è altro
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Old 26-08-2004, 14:20   #12
GhePeU
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Non sono frecciate, solo verità. Che poi Ghepeu tiri fuori le sue foto non è una novità...la storia non la fa certo Ghepeu e lo spaventoso numero di morti ammazzati dai prodi rossi ad ostilità terminate (come l'orribile vicenda delle foibe) non si cancella.

si, bravo, continua a frignare
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Old 26-08-2004, 14:29   #13
LittleLux
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E tre: ma gli state anche a rispondere?
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Old 26-08-2004, 14:29   #14
tatrat4d
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Gli ufficiali polacchi a Katyn non avevano certo a che fare con i crimini nazisti (anzi li subivano), eppure non subirono dai sovietici trattamento molto migliore di quello descritto dall'articolo.
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G.G. "Il tutto è falso"
In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta
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Old 26-08-2004, 14:31   #15
GhePeU
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Gli ufficiali polacchi a Katyn non avevano certo a che fare con i crimini nazisti (anzi li subivano), eppure non subirono dai sovietici trattamento molto migliore di quello descritto dall'articolo.

questo come c'entrerebbe?
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Old 26-08-2004, 14:34   #16
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Old 26-08-2004, 14:34   #17
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questo come c'entrerebbe?
C'entra per il fatto che robe del genere i comunisti le hanno fatte (come molti altri) anche senza avere "vendette" da consumare. Erano uomini come gli altri che dimostravano la loro parte peggiore in guerra (e non solo), non marziani che si erano fatti insegnare la bestialità umana dai nazifascisti.
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Old 26-08-2004, 14:43   #18
GhePeU
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Originariamente inviato da tatrat4d
C'entra per il fatto che robe del genere i comunisti le hanno fatte (come molti altri) anche senza avere "vendette" da consumare. Erano uomini come gli altri che dimostravano la loro parte peggiore in guerra (e non solo), non marziani che si erano fatti insegnare la bestialità umana dai nazifascisti.


ripeto, che cosa ha a che fare una strage compiuta dalla NKVD nell'Unione Sovietica con un thread in cui si parla della resistenza in francia e in italia?
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Old 26-08-2004, 14:51   #19
quickenzo9
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Originariamente inviato da GhePeU


ripeto, che cosa ha a che fare una strage compiuta dalla NKVD nell'Unione Sovietica con un thread in cui si parla della resistenza in francia e in italia?

Effettivamente, si è sbagliato massacro.
In questo caso si parla dei morti ammazzati, ad ostilità terminate, in Francia ed in Italia...di materiale, come sempre, se trova a bizzeffe.
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Old 26-08-2004, 14:55   #20
Amu_rg550
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Originariamente inviato da quickenzo9
Non sono frecciate, solo verità. Che poi Ghepeu tiri fuori le sue foto non è una novità...la storia non la fa certo Ghepeu e lo spaventoso numero di morti ammazzati dai prodi rossi ad ostilità terminate (come l'orribile vicenda delle foibe) non si cancella.
nessuno dovrebbe cancellare i morti quickenzo.
se non altro x rispetto.
io sono d'accordo su una rivisitazione storica di quel periodo, ma a che pro? strumentalizzare quei morti x dare ai figli le colpe dei padri, come spesso è accaduto quest'anno?
no, grazie.
di speculazioni sui morti ne faccio volentieri a meno.
in italia imho nn c'è ancora il clima giusto x affrontare un discorso simile: anche xchè parlare solo di quei morti dal 44 in poi non servirebbe a nulla.
sarebbe + utile tentare di capire il perchè di quelle morti e di quelle barbare rappresaglie, non solo il come ed il chi.
quegli omicidi non sono stati altro che il colpo di coda di un periodo storico, di cui tutti ci ricordiamo un ventennio fatto di soprusi e angherie, che spesso sfociavano in violenza.
chi ammazzò non era un'orda di barbari che ammazzava x sadismo o ferocia, ma gente che usciva da una guerra che fu il culmine della follia fascista.
gente che aveva perso tutto, famiglie amici in primis e che cercava vendetta, non giustizia.
ora, quickenzo, lungi da me giustificare un omicidio, qualunque colore sia stata la causa: furono gesta ignobili, senza se e senza ma.
ma fare morale o revisionismo adesso davanti ai nostri pc da 1500€, senza sapere cosa sia veramente la privazione della libertà e la guerra, non mi pare corretto.
io non so cosa avrei fatto al posto loro, sinceramente.
razionalmente adesso dico che avrei teso la mano ai vinti, ma in guerra e in miseria il raziocinio lascia il posto a sentimenti "diversi".
poi c'è che approfittò di questa vendetta x farsi i suoi porci comodi, ma su costoro mi pare ci sia ben poco da dire.

ps: ho letto il libro di pansa: bello, tardivo purtroppo ma bello.
__________________
Maurizio | There is no dark side in the moon, really. Matter of fact it's all dark. The only thing that makes it look light is the sun.
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