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Old 24-11-2005, 12:24   #1
Foglia Morta
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David Irving come Galileo Galilei ?

Non mi intendo di metodo scientifico ma credevo che non dovesse sottostare a nessun dogma , eppure delle ricerche scientifiche vengono moralisticamente incriminate . Quindi oggigiorno sarebbe sufficiente prendere di mira certi argomenti per esser tacciati ( e arrestati a quanto pare ) , e addio libertà di pensiero .

vi propongo un articolo che a me ha fatto riflettere :

Quote:
Giro di vite perché proprio adesso?
Maurizio Blondet
23/11/2005
Ernst Zundel durante la sua detenzione per il delitto di «negazione dell’olocausto»Non è solo David Irving, arrestato in Austria il 4 novembre per l'innominabile delitto di sfidare la verità ufficiale.
In questo momento si trova in carcere in Germania anche un meno conosciuto Ernst Zundel, la cui storia merita di essere conosciuta.
Zundel, nato tedesco, viveva in Canada dal 1958, dove ha lavorato una vita come artista grafico. Negli anni '80 ha cominciato a fare sue ricerche sull'olocausto, finendo per scrivere un libro dal titolo «Did six millions really die?», «Sono morti davvero in sei milioni?».
Denunciato nel 1985 da organizzazioni ebraiche per «pubblicazione di notizie false» e perseguito in vari processi, Zundel commise l'errore di portare a sua difesa testimonianze di esperti di camere a gas e di altri storici, e soprattutto di accettare confronti davanti ai giudici con sopravvissuti della shoah, che non furono in grado di reggere alle contestazioni dello storico improvvisato.



Così, nel 2003 Zundel è stato arrestato.
Non per le «false notizie» che avrebbe diffuso, bensì per «violazione delle norme sull'immigrazione»: altro errore, col suo passaporto canadese aveva fatto una visita in USA. Estradato in Canada, il pericolosissimo immigrante irregolare è stato tenuto per due anni in isolamento in un carcere di massima sicurezza.
Poi, deportato in Germania, è stato condannato dalla corte di Mannheim per il delitto di negazione dell'olocausto.
A 65 anni, Zundel ne sta scontando cinque di galera per i suoi scritti e pensieri proibiti.
Assai simile la storia di Germar Rudolph.
Chimico tedesco, Rudolph ha commesso l'errore di visitare nel 1989 i lager di Birkenau e Auschwitz alla ricerca di tracce di Zyklon B, il gas del genocidio.
Per di più, ha commesso l'errore di non trovarlo.
E ancor peggio: ha commesso l'errore di scrivere che quella storia delle camere a gas, scientificamente, non reggeva.
Condannato prontamente a 14 mesi per negazione dell'olocausto, Rudolph ha creduto di sfuggire alla cattura riparando negli Stati Uniti.
Nel novembre di quest'anno lo hanno arrestato a Chicago e consegnato alle autorità tedesche.



Siegfried Verbeke, cittadino belga, ha indagato sulla storia di Anna Frank e non gli è sembrata del tutto vera.
Accusato di negare l'olocausto l'agosto scorso, ad ottobre è stato estradato dall'Olanda in Germania (di entrambi i Paesi non è cittadino) è si è preso 14 mesi di galera.
Il caso Irving a novembre promette di non essere l'ultimo.
C'è evidentemente un giro di vite contro i revisionisti storici del Terzo Reich.
Ci si domanda perché.
Alcuni dicono: internet, fonte di informazione non controllabile del tutto, sta dando il panico alla nota lobby.
Altra possibilità: i superstiti dei lager, benché diano l'impressione di aumentare di numero di anno in anno, e alcuni abbiano superato, nonostante le immani sofferenze patite dai nazisti, felicemente il secolo di vita, stanno in realtà defungendo; spariscono «testimoni oculari» da esibire, dunque bisogna ricorrere ai rigori della psico-polizia per mantenere la verità ufficiale.
Terza possibilità: è quella che ha definito George Orwell: «chi controlla il passato, controlla il presente».



Un caso personale.
Tempo fa mi fu mandato un giornalista che collabora al Foglio e a Prima Comunicazione (mensile dei radicali) di nome Daniele Scalise, allo scopo di interrogarmi.
La sua domanda centrale era: Blondet, lei è un negazionista?
Precisamente, ecco la domanda: «considera l'olocausto una tragedia unica nel suo genere o solo uno dei tanti terribili episodi della storia dell'uomo? Ritiene che sia verosimile il numero dei morti - sei milioni almeno - uccisi nei campi?».
Ecco, vedete.
Già basterebbe rispondere che ci sono state altre tragedie nella storia, per essere bollati da negazionisti.
O esprimere un dubbio sui sei milioni «almeno», per macchiarsi del delitto di apologia di nazismo.
E' il passo preliminare per trovarsi estradati in Germania, o magari in Turchia (non è Europa?) grande amica di Israele, davanti a un giudice turco a rispondere delle mie idee sulla storia in turco, a difendermi da delitti previsti come tali dal codice turco, con la prospettiva sicura di finire - non so se mi spiego - nelle galere turche. In mano ai Dunmeh.
O magari anche in Polonia, della classe del neo-sionismo di destra: ad essere giudicati da magistrati polacchi che sono ancora quelli del comunismo.



E' l'Unione Europea, dopotutto.
E' a questo scopo che è stato pensato il mandato di cattura europoide.
In questi processi, come mostrano i casi di Zundel, Rudolph e Irving, non vale portare prove, né testimoni a discarico, né perizie tecniche.
Si è già colpevoli per il fatto di essere accusati (1).
Il minimo dubbio su Anna Frank, e sei spacciato.
E non è che siamo al sicuro nemmeno in Italia, visto che Veltroni ha elevato a Roma un monumento ad Ataturk, il capo del regime dunmeh, laicissimo, dell'europea Turchia; e inutilmente protestano gli armeni, vittime (dicono loro, non io) «di uno dei tanti terribili episodi della storia».
Perciò non rispondo a quel lettore che mi incita a postare sul sito i rapporti che la Croce Rossa pubblicò tra il 1946 e il 1947 («Documents sur l'activitè du CICR en faveur des civils détenus dals les camps de concentration en Allemagne 1939 -1945», «Inter arma caritas: the work of the ICRC during the second world war»), che paiono scagionare Irving e Zundel.
Se la Croce Rossa è negazionista, affari suoi.
Andateveli a leggere su internet, se avete il coraggio (2).
Qui, no.
Meglio non occuparsi di storia.
Mi occupo del presente ed ho abbastanza atrocità e crimini contro l'umanità da segnalare anche oggi.
E voglio continuare a farlo, finché potrò.

Maurizio Blondet




--------------------------------------------------------------------------------
Note
1) Per capire a cosa va incontro David Irving, basta leggere il seguente lancio dell'ANSA: «Tempi da record per la magistratura di Vienna che solo 11 giorni dopo l'arresto in Austria di David Irving ha formulato l'accusa di apologia del nazismo contro il controverso esponente britannico del negazionismo. Secondo l'agenzia stampa austriaca Apa, la velocità del procedimento della procura si spiega con il fatto che Irving, dal 1989, non era più' espresso pubblicamente in Austria con affermazioni sul Terzo Reich. Visto che il mandato d'arresto in base al quale Irving era stato fermato l'11 novembre scorso in Stiria (Austria centrale) risale appunto al 1989, la giustificazione di una lunga custodia cautelare sarebbe molto difficile da far valere, se non con una accusa già' pronta e con un processo imminente. I magistrati di Vienna, stando all'Apa, insisteranno perchè la custodia cautelare di Irving venga prolungata, quando venerdi prossimo il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sulla sua scarcerazione o meno. La giustizia di Vienna teme che lo storico, come cittadino britannico, una volta scarcerato possa andare all' estero e sottrarsi quindi al processo. Subito dopo la decisione, l'atto verrà trasmesso al dipartimento per la corte d'assise, dove dovrà essere nominato il giudice per il processo. Secondo l'accusa, Irving - in due relazioni tenute a Vienna e nella città della Stiria di Leoben nel 1989 - avrebbe affermato che Hitler in realtà "aveva tenuto le sue mani protettrici sugli ebrei". Inoltre avrebbe negato l'esistenza delle camere a gas e sostenuto che gli eccessi violenti della cosiddetta "notte dei cristalli" sarebbero stati iniziati da "sconosciuti travestiti con le divise delle SA". In Austria l'apologia del nazismo è vietata in base alla cosidetta "legge di divieto di riattivazione di politiche legate al nazionalsocialismo"del 1947. Legge in base alla quale una trentina di persone all'anno sono in media processate nel Paese e che prevede condanne da uno a dieci anni di reclusione per chi "attraverso un'opera stampata, tramite emittenti radiotelevisive, altri media o in qualsiasi altra maniera accessibile a tante persone, nega, approva, minimizza, o cerca di giustificare il genocidio nazista o altri crimini contro l'umanità commessi dai nazionalsocialisti". Secondo la legge austriaca, Irving ha tuttavia due settimane di tempo per presentare ricorso contro questa accusa. Nel caso ciò non dovesse avvenire, il processo davanti ad una corte d'assise potrebbe già cominciare all'inizio dell'anno prossimo a Vienna. Irving era stato fermato su un'autostrada della regione della Stiria, nei pressi della località St. Johann in der Heide. Sembra che lo storico negazionista, nato nell' Essex nel 1938, avesse voluto partecipare ad una riunione della Burschenschaft (si tratta di associazioni di carattere politico - goliardico) viennese Olympia. La notizia del suo arresto del 17 novembre scorso - prima annunciata sulla homepage di Irving e poi confermata dalle autorità austriache - aveva sollevato clamore in tutto il mondo». (ANSA).
2) Pubblicati da thunderbay.indymedia.or il 28 gennaio 2005, i rapporti della Croce Rossa (o ampi passi di essi) circolano su internet ferocemente. Affermo qui che disapprovo il fatto, di per sé delittuoso.




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Non ne so nulla di revisionismo storico e non so proprio che pensare , ma il comportamente della "giustizia" sembra voler dire che bisogna obbedire incodizionatamente alla loro verità

era sempre Orwell che in 1984 parlava di un ministero della verità ? forse ci siamo
Foglia Morta è offline  
Old 24-11-2005, 13:06   #2
Tenebra
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E' rischioso anche parlarne in questo forum, cosa credi...
Ci sono alcuni argomenti che pesano più degli altri, e sui quali molta gente non ammette ALCUNA discussione. Il revisionismo sull'olocausto è uno di questi.
Poco conta che chi lo propone non sia assolutamente un nostalgico delle SS o un antisemita, ma semplicemente uno storico: persecuzione ferrea è la risposta comune.
Anche solo per aver riportato l'argomento qui, molti di quelli che avranno letto questo post ti avranno già bollato come "negazionista" e "antisemita".
Per il semplice fatto che ti poni dei dubbi - dubbi che tra l'altro sono più che leciti, visti i metodi con cui si svolgono i processi contro i "rei" di revisionismo ed il fatto che alcuni di essi portano prove che nessuno ha ancora confutato.

Il revisionismo in sè è visto come cosa negativa, qualunque argomento storico tratti: dalla storia romana al comunismo, mettere in dubbio le cosiddette "teorie ufficiali" è un gesto che porta guai.
Il revisionismo sull'olocausto poi è il più pericoloso di tutti, sia perchè basta parlarne per veder nascere un muro di preconcetti (evidentemente uno NON PUO' avere dubbi o anche solo tentare di ragionare su quello che crede un evento storico, per quanto orribile, come altri: se lo fa è nel torto, pare) sia perchè, come dice l'autore, ci sono numerose leggi alquanto "curiose" che vengono applicate in maniere altrettanto "curiose".

Per cui, accetta la teoria "ufficiale" e non porti domande. E' assurdo, ma funziona così.
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Tenebra è offline  
Old 24-11-2005, 13:29   #3
FastFreddy
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L'Avatar di FastFreddy
 
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Mah, sinceramente mi chiedo come si possa "inventare" la sparizione di 6.000.000 di persone, non si tratta di corrompere un paio di testimoni, ma milioni....

Poi mi dite: " non erano 6 milioni!", saranno stati pure di meno forse, ma non è che ciò cambi la sostanza della cose....

Sulla base di tutti gli elementi oggettivi che esistono, negare l'olocausto è come affermare che la terra è piatta.
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FastFreddy è offline  
Old 24-11-2005, 13:31   #4
Feric Jaggar
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Non me ne volere, Foglia Morta, ma francamente penso che il tuo post sia fonte di imbarazzo per tutti noi.

La storia giudiziaria dei personaggi citati da Blondet è abbastanza conosciuta e non controversa, per cui penso si possa dire che dispiace, ogni qual volta si legge che qualcuno è incarcerato per reati di opinione. Quali che siano le opinioni, diffamatorie, aberranti, antistoriche.

Penso - anche se ovviamente non posso parlare a nome di tutti - che la libertà di espressione sia la libertà più grande, perchè è prodromica alla costruzione di ogni altra libertà.... e su questo stesso forum si leggono le opinioni più accese e a volte più estreme, se si eccede e si mette a rischio la convivenza si viene bannati o sospesi, sicuramente non incarcerati.

In Italia persino una Wanna Marchi può andare in TV a dire le sue menzogne, poi c'è un giusto processo se fa dei danni, ma in carcere non c'è finita solo per averle dette.

Ciò premesso, devo dire che sentire riportare queste vicende da Maurizio Blondet, lo stesso personaggio citato pochi giorni fa in questa sezione, come rivelatore di un "complotto cinese per la conquista del mondo", non aiuta a leggere nella giusta luce le vicende in parola. Anzi, le inquina.

Sullo specifico, cioè la questione olocaustica, voglio dire solo una cosa.

Da molti anni esiste una storiografia parallela, dissidente, minoritaria ma tenace, che nega del tutto o ridimensiona la questione olocaustica. Ne prendo atto.

Tuttavia, occorre anche dire che, se pure l'Olocausto è ancora in un certo senso controverso, non sono affatto controverse altre questioni riguardanti il Nazismo; nessuno storiografo revisionista, ha mai negato o letto in diversa luce altre questioni salienti del periodo. Lo smantellamento dello stato di diritto in Germania, a partire dal 1933, e la sua sostituzione con uno Stato totalitario, la repressione della libertà di espressione e di associazione, non sono negate da nessuno. Le Leggi di Norimberga, il loro contenuto, sono un dato storico acquisito, e non negato da nessuno. La politica di annessione e di aggressione verso i Paesi confinanti con la Germania, non sono assolutamente oggetto di controversia. I discorsi di Hitler e di Goebbels, con il loro contenuto istigatore alla violenza, sono non solo un dato storico, ma una prova filmata e registrata.

A questo punto, dire che "Hitler prese gli Ebrei sotto la sua ala", quando il contenuto delle Leggi di Norimberga dice tutt'altro, o che "nella notte dei cristalli operarono sconosciuti in divisa delle SA", se queste affermazioni sono effettivamente riferibili a Irving - e voglio dargli il beneficio del dubbio persino su questo - cozza pesantemente con la pretesa scientificità degli studi sull'Olocausto, e con gli intenti stessi degli studi. Perchè una cosa è demolire l'Olocausto per la ricerca della verità storica, altra cosa è lavorare per la riabilitazione del Nazismo.

Tanto per dire, che se come dicono Irving e altri storici revisionisti, l'Olocausto fu un'invenzione o un'esagerazione, bisogna però dire che esiste tutta una serie di prove indiziarie che portano come un imbuto alla conclusione che l'Olocausto ci sia stato nei termini sostenuti dalla storiografia prevalente.
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi?

Ultima modifica di Feric Jaggar : 24-11-2005 alle 13:34.
Feric Jaggar è offline  
Old 24-11-2005, 14:02   #5
indelebile
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Città: Vicenza
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Maurizio Blondet=EFFEDIEFFE=disinformazione.it=antiosionista=antimericano=integralista cattolico=ballista

ed anche probabilmente negazionista

Al di la di ritenere giusto o sbagliato incacerare una persona per le sue idee bisogna dire che la storia di Ernst Zundel raccontata da Blondet è come solito romanzata,mistificata,inventata e lo fa apparire come un santo, ho trovato qualcosina qua
http://www.olokaustos.org/argomenti/...e/mrdeath2.htm
ma per capire meglio qualcosa sul negazionisto e revisionismo leggete qua http://www.olokaustos.org/saggi/sagg...ismo/index.htm
indelebile è offline  
Old 24-11-2005, 14:36   #6
Feric Jaggar
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Iscritto dal: Jan 2005
Città: 100% caciocavallo pride
Messaggi: 146
Ho letto gli articoli; con delusione - perchè contavo di trovarmi, differentemente che con Blondet, di fronte a foto e documenti - devo dire che purtroppo siamo sugli stessi livelli di Blondet. Zundel è "artista grafico" per Blondet, e "produttore di paccotiglia nazista" per l'altro. Tutte affermazioni generiche e largamente autoreferenziali, nell'uno e nell'altro caso, ovviamente contrapposte tra loro, degne di ufologi da Stargate, senza un dato di fatto verificabile e senza nessuna possibilità, per una persona dotata di normali possibilità di ricerca, e di voglia di fare una ricerca, di smentire l'una o l'altra visione dei fatti e dei personaggi.

Siamo all'assurdo, che non solo non si riesce a mettere la parola "fine" sulla questione dell'Olocausto, non si riesce nemmeno a fare chiarezza sulla biografia di chi lo contesta, per giunta una persona ancora in vita.

Mi domando quali livelli di mistificazione subiamo quotidianamente, laddove non percepiamo l'esistenza di una controversia, ed accettiamo passivamente come buona l'unica versione che ci perviene.

E' molto deprimente.
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Feric Jaggar è offline  
Old 24-11-2005, 15:27   #7
Foglia Morta
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Quote:
Originariamente inviato da Tenebra
E' rischioso anche parlarne in questo forum, cosa credi...
Ci sono alcuni argomenti che pesano più degli altri, e sui quali molta gente non ammette ALCUNA discussione. Il revisionismo sull'olocausto è uno di questi.
Poco conta che chi lo propone non sia assolutamente un nostalgico delle SS o un antisemita, ma semplicemente uno storico: persecuzione ferrea è la risposta comune.
Anche solo per aver riportato l'argomento qui, molti di quelli che avranno letto questo post ti avranno già bollato come "negazionista" e "antisemita".
Per il semplice fatto che ti poni dei dubbi - dubbi che tra l'altro sono più che leciti, visti i metodi con cui si svolgono i processi contro i "rei" di revisionismo ed il fatto che alcuni di essi portano prove che nessuno ha ancora confutato.

Il revisionismo in sè è visto come cosa negativa, qualunque argomento storico tratti: dalla storia romana al comunismo, mettere in dubbio le cosiddette "teorie ufficiali" è un gesto che porta guai.
Il revisionismo sull'olocausto poi è il più pericoloso di tutti, sia perchè basta parlarne per veder nascere un muro di preconcetti (evidentemente uno NON PUO' avere dubbi o anche solo tentare di ragionare su quello che crede un evento storico, per quanto orribile, come altri: se lo fa è nel torto, pare) sia perchè, come dice l'autore, ci sono numerose leggi alquanto "curiose" che vengono applicate in maniere altrettanto "curiose".

Per cui, accetta la teoria "ufficiale" e non porti domande. E' assurdo, ma funziona così.
Infatti l'avevo messo in conto , avevo specificato :

Quote:
Non ne so nulla di revisionismo storico e non so proprio che pensare
eppure c' è gente che sembra provi gusto nel mettersi dalla parte del più forte e farne le veci .

X tutti gli altri :

Per rimanere IT io ho proposto un esempio ( eclatante e scomodo ) per parlare sull effettiva libertà di cui ci si riempe tanto la bocca ma poi nei fatti non esiste.

Ci sono storici che propongono punti di vista differenti , perchè non permettere che tutti gli studi possano sopravvivere per scoprire la realtà dei fatti ?
Usare violenza come si sta facendo può essere solo sintomo di malafede . Le idee si contraddicono con idee .

Non è mia intenzione discutere dell' olocausto perchè è un argomento pesante e troppo impegnativo , sul quale non so nulla e ,soprattutto ,supera di gran lunga le possibilità che un forum può mettere a disposizione essendo anche solamente i documenti del processo inanalizzabili per quantità da un comune mortale . In internet si può leggere tutto e il contrario di tutto con la quasi inevitabile conseguenza che la conclusione sia solo una preferenza di come siano andati i fatti piuttosto che l effettiva realtà dei fatti appunto .

Per chi non può leggere Blondet spero che un Massimo Fini possa risultare meno indigesto , anche lui prende spunto da questi fatti per criticare la "libertà" che si vive oggigiorno

Quote:
Uno storico in galera: un'assurdità
di Massimo Fini [20/11/2005]
Fonte:massimofini.it


_Lo storico inglese David Irving è stato arrestato la settimana scorsa a Graz, in Austria, perché nel 1989 «aveva negato in pubblici discorsi l'Olocausto». E in base a una legge, che esiste in Austria, Germania e Francia, negare l'Olocausto è un reato. In Austria Irving rischia una condanna a vent'anni di reclusione.
Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche, giustifica il provvedimento. «Credo che sia sbagliato porre la questione in astratto, come se fossimo davanti a una semplice manifestazione di opinioni. Chi esalta il nazismo e nega la Shoah non si limita ad esprimere il suo pensiero, ma intende promuovere la diffusione di pregiudizi razzisti, vuole preparare il terreno per il risorgere di una dottrina che ha causato in Europa lutti e distruzioni senza pari. Credo che di fronte a un simile pericolo sia opportuno tutelarsi anche attraverso la legislazione penale».

Buoni motivi per tappare la bocca altrui se ne trovano sempre, arrivando financo a fare un cattolicissimo processo alle intenzioni come Amos Luzzato, perché negare lo sterminio degli ebrei (per la verità Irving non lo nega, lo ridimensiona drasticamente, ma questo, all'interno del discorso più generale che riguarda la libertà della manifestazione del pensiero e della ricerca storica, è un dettaglio) non significa, per ciò stesso, essere razzisti e antisemiti.

Ma la questione di fondo è che quelle di Irving sono opinioni, suffragate, per la verità, anche da argomenti e documenti, tutti naturalmente da verificare, e che quello per cui è stato arrestato e può essere condannato è un reato di opinione. Ora, in una democrazia i reati di opinione non dovrebbero esistere, altrimenti non è più una democrazia. I reati di opinione sono tipici dei totalitarismi, dei fascismi e furono particolarmente in auge proprio sotto il regime nazista che, per paura delle idee altrui, mandava i libri sgraditi al rogo (in alcune democrazie ci si limita a vietarne la pubblicazione, ma la sostanza è la stessa).

Una democrazia, se vuol essere tale, deve accettare la diffusione anche delle idee più aberranti e che le paiono più aberranti. Il discrimine assoluto è che non siano fatte valere con la violenza. È il prezzo che la democrazia paga a se stessa.

Io devo poter essere libero di negare ciò che mi pare, anche l'esistenza del Duomo di Milano. Le opinioni, le idee, gli argomenti si controbattono con altre opinioni, con altre idee, con altri argomenti, con i ragionamenti, i dati, le documentazioni, non con le manette. La libertà di pensiero, come quella di ricerca storica che ne è un aspetto, è indivisibile e non ammette eccezioni. Perché si comincia con gli Irving e si finisce, fatalmente, col mandare al rogo i Giordano Bruno o far abiurare Galileo.
Foglia Morta è offline  
Old 24-11-2005, 15:28   #8
nestle
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il problema principale per me non sta nel revisionismo, manel fatto che sia possibile incarcerare una persona perchè la pensa diversamente...

è davvero assurdo...
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il mio blog:

http://gabrireef.blogspot.com/
nestle è offline  
Old 24-11-2005, 16:59   #9
Tenebra
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Infatti, il problema non è l'olocausto (per quanto sia forse il più fulgido esempio di "argomento intoccabile") ma la visione negativa che si ha del revisionismo, che altro non è che l'elaborare nuove teorie sulla base di altri dati.
Un altro esempio è la storiografia egiziana, dove chiunque si allontani anche solo un attimo dalle interpretazioni "comuni" di chi ha costruito quella tal piramide o quanti anni abbia la sfinge viene deriso senza nemmeno prendere in considerazione i dati che porta.
Oppure le teorie darwiniane... quando le espose fu oggetto di dileggio, poi sono divenute un dogma indistruttibile per la comunità scientifica, e le deviazioni dall'evoluzione darwiniana che sono apparse negli ultimi anni a seguito di ricerche sono state dileggiate allo stesso modo.
O ancora la collocazione di Troia: ci sono più prove contro che a favore, ma guai a confutarla...

Il revisionismo non è un atto criminale, se fatto a regola d'arte, tutt'altro: molte delle teorie scientifiche odierne sono state, un tempo, revisioniste.

Certo che non si può negare che, nel caso dell'olocausto, chi si azzarda anche solo a confutarne i numeri (e non la portata) viene praticamente imprigionato senza passare dal via... si è superato il limite del lecito, per quanto alcuni revisionisti in odore di nostalgia nazista se lo siano ampiamente meritato. Ma gli altri no, quindi il "dagli all'untore" è veramente assurdo nel ventunesimo secolo.
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Tenebra è offline  
Old 24-11-2005, 17:56   #10
Foglia Morta
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L'Avatar di Foglia Morta
 
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vi posto un altro articoletto trovato sull'argomento
Quote:
VIENNA - Leggo sconcertato, ma non stupito, le cronache sull'arresto di David Irving, che rischia addirittura vent'anni di carcere in Austria per reato d'opinione.
Domando: chi è il depositario della verità sull'ultima guerra mondiale, al punto da poter stabilire per legge che cosa possa o non possa scrivere uno
storico?
Si scrivono tuttora libri revisionisti su Tutankhamen, su Nerone, su Carlo Magno, su Napoleone, libri che a volte capovolgono giudizi storici
consolidati da secoli, ma nessuno si sogna di proporre per i loro autori il carcere.
Si scrivono libri vergognosi, pieni di volgarità e di bestemmie, libri che negano le più sacre verità di fede come l'esistenza stessa di Gesù Cristo, e
tutto viene pubblicato e venduto in nome della «libertà di pensiero».


Che queste vergognose vicende (non si tratta certo del primo episodio del genere; attualmente sono in carcere i revisionisti tedeschi Germar Rudolf,
autore di un rapporto scientifico sulle camere a gas dei lager, deportato a tal fine dagli Stati Uniti in cui viveva, ed Ernst Zundel, anch'egli
deportato dal «democratico» Canada di cui aveva preso la cittadinanza, mentre è in esilio l'altro revisionista svizzero Jurgen Graf, perseguitato
dal suo «democratico» Paese; non ci sono state manifestazioni, cortei, dichiarazioni «siamo tutti revisionisti» e simili.
Viviamo in un mondo in cui la verità è stata appaltata a una parte, quella che controlla l'economia e quindi i media, le università e le scuole, e guai
a chi osa sottrarsi, anche unicamente con il pensiero, a tale ferreo controllo.
Però è triste, anzi infinitamente squallido.

Che fa Giuliano Ferrara, che fanno i radicali, che fanno tutti i paladini della libertà di pensiero e di ricerca? Perché non si mobilitano anche solo
in nome di Voltaire e del suo «non condivido ciò che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo»?
Perché non rispolverano almeno un decimo, un centesimo delle parole usate per celebrare Giordano Bruno e l'«eresia come matrice di verità», per
deplorare i «guasti inenarrabili» dell'Inquisizione?Che cosa è questa se non un'Inquisizione laica, infinitamente più feroce, ingiusta, inquietante nel suo mellifluo procedere e nell'uso distorto delle parole e dei concetti?
E si può chiamare democrazia (la riflessione è di tanti, fra cui Massimo Fini, anch'egli emarginato dal circuito mediatico per le sue «scomode»
opinioni) un regime che contempla il reato d'opinione e che ha paura degli storici non allineati ed anticonformisti?


Chi può arrogarsi il diritto di violare il sacrario della coscienza di un uomo, in questo caso di David Irving, stabilendo che egli sia un «falsario»,
cioè che pensi una cosa e ne scriva un'altra per chissà quali inconfessabili motivi?
Tutto ciò non sa di barbarie, di totalitarismo?
Che senso ha deplorare il controllo, al confronto pateticamente blando, del fascismo sulla cultura, di fronte a questa censura mostruosa che si avvolge
nei panni degli «immortali princìpi»?
Questo sì, questo sarebbe un buon motivo per scendere in piazza, ma sono sicuro che nessuno lo farà. Dimostrando così che il loro amore per la
libertà è a senso unico, e che è amore per la libertà solo di quelli che la pensano come loro.
Non ci vengano poi più a rompere le scatole con i loro cortei o con i loro stracciamenti di vesti per i vari Marsiglia, non ci venga Gad Lerner a dire
che «Darwin fa paura» quando c'è ben altro che fa paura all'establishment e cioè la libertà di ricerca sulla seconda guerra mondiale e in particolare
sulle vicende degli ebrei.


Il tutto è reso infine grottesco dal seguente particolare: tra i seriosi commentatori, loro sì degni del titolo di «storici», Enzo Collotti parla,
come di un fatto dimostrato, delle «camere a gas» di Mauthausen.
Ebbene, è da quarantacinque anni esatti che tutti sanno o dovrebbero sapere, almeno gli storici (dichiarazione autografa dell'allora collaboratore e poi
direttore del museo di Storia contemporanea di Monaco di Baviera, l'antinazista Martin Broszat, del 19 agosto 1960, sulla rivista Die Zeit)
che non ci furono camere a gas omicide nei campi dell'Ovest (Mauthausen è in Austria), ossia nel territorio dell'ex-Reich.
Jurgen Graf, nel riportare la «notizia» nel suo «L'Olocausto allo scanner» (1994), scrive che «non vi sono più storici seri che credano alle gassazioni
nel castello di Hartheim... e ciò da decenni».
Hartheim, per chi non lo sapesse, è il castello che sorge presso il lager di Mauthausen e in cui secondo le «confessioni» dell'ex comandante del campo,
Franz Ziereis, sarebbero state gassate tra uno e un milione e mezzo di persone.
Purtroppo le prime vittime di questo spietato sistema di imporre per legge la menzogna, o almeno una versione contraffatta e di parte della storia,
sono le giovani generazioni, cui viene imposto con il terrorismo intellettuale di credere ciò che il potere vuole che credano.
Chissà quanti secoli ci vorranno perché l'umanità si liberi dei guasti morali ed intellettuali prodotti da questa barbarie, assai peggiore, mi
permetto di dire, nella sua untuosa ipocrisia, di quella nazionalsocialista, che almeno i suoi fini li dichiarava apertamente.

professor Franco Damiani
Con un minimo di onestà intellettuale bisognerebbe ammettere che questo atteggiamento legislativo ( a senso unico nei confronti dell'olocausto ) potrebbe essere in malafede .

A me fa pensare che il tipo di "unità" che si vuol dare a questa società sia unicamente funzionale alla difesa di una "elite" ( non dichiarata ma di fatto esistente ).
Foglia Morta è offline  
Old 25-11-2005, 18:35   #11
nomeutente
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Il problema del rapporto fra democrazia e libertà di stampa è un problema molto serio.
Gli arresti di cui si parla sono dovuti alle clausole contro le idee antisistema che tutti i sistemi hanno.
A Cuba vieni messo in carcere se professi idee filoamericane, in Germania vieni messo in carcere se professi idee filonaziste e si è discusso anche se ammettere o meno la pds nell'arena politica.
Il Italia si condannano i secessionisti per attentato all'unità nazionale.
Ogni sistema politico (anche quello definito "democratico") ha alla sua base alcuni valori ed un percorso storico che ne escludono altri, per cui le idee che confliggono frontalmente con questi valori o percorso storico e che rischiano di minare le fondamenta del sistema sono considerate pericolose.
Piaccia o non piaccia, funziona così.

Fuori dal discorso giuridico, il negazionismo è una vaccata colossale.
nomeutente è offline  
Old 25-11-2005, 18:45   #12
Northern Antarctica
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A Cuba vieni messo in carcere se professi idee filoamericane, in Germania vieni messo in carcere se professi idee filonaziste e si è discusso anche se ammettere o meno la pds nell'arena politica.

Il Italia si condannano i secessionisti per attentato all'unità nazionale.
Mo' non esageriamo
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Old 25-11-2005, 18:52   #13
Andala
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Originariamente inviato da indelebile
Maurizio Blondet=EFFEDIEFFE=disinformazione.it=antiosionista=antimericano=integralista cattolico=ballista

ed anche probabilmente negazionista

Al di la di ritenere giusto o sbagliato incacerare una persona per le sue idee bisogna dire che la storia di Ernst Zundel raccontata da Blondet è come solito romanzata,mistificata,inventata e lo fa apparire come un santo, ho trovato qualcosina qua
http://www.olokaustos.org/argomenti/...e/mrdeath2.htm
ma per capire meglio qualcosa sul negazionisto e revisionismo leggete qua http://www.olokaustos.org/saggi/sagg...ismo/index.htm
Complimenti per questi begli epiteti.

Secondo il tuo stesso ragionamento

Quote:
Blondet=EFFEDIEFFE=disinformazione.it=antiosionista=antimericano=integralista cattolico=ballista
allora George W. Bush=cristiano integralista=ballista=antisionista=antiamericano

Quindi anche Massimo Fini(giornalista), che si trova sulla stessa linea del Blondet, è un antigiudeo.
Peccato che Fini sia di origine ebraica e la famiglia di sua madre sia stata sterminata durante la II guerra mondiale.

Ciao,

Andala
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Old 25-11-2005, 18:59   #14
mexico77
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Old 25-11-2005, 19:10   #15
Andala
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Comunque la metti, l'equivalenza va in tutti i versi.
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Old 25-11-2005, 19:14   #16
indelebile
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no da scemo, non ho controllato come ero logato e ho usato lo stesso account di mio fratello, sorry vedi pvt
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no da scemo, non ho controllato come ero logato e ho usato lo stesso account di mio fratello, sorry vedi pvt
ah ok (avevo appena mandato un pvt a mexico77, già pregustavo il sapore del ban )
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Amu_rg550 è offline  
Old 25-11-2005, 19:23   #18
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dici che l'equivalenza va in tutti versi?
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Old 25-11-2005, 19:26   #19
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ah ok (avevo appena mandato un pvt a mexico77, già pregustavo il sapore del ban )
si c'è stato in po di confusione, mi sono ritrovato a postare con l' account di mio fratello , devo stare attento
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Old 25-11-2005, 19:30   #20
Andala
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Originariamente inviato da indelebile
(EFFEDIEFFE+disinformazione.it+antiosionista+antimericano+integralista cattolico)= Maurizio Blondet=ballista

dici che l'equivalenza va in tutti versi?
Dico dico!

E' il bello dell'equivalenza
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