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Bannato
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Andrea Camilleri - Il fascismo che ho vissuto
http://www.unita.it/index.asp?SEZION...TOPIC_ID=42390
PALERMO «Gli italiani stanno iniziando a capire chi è Silvio Berlusconi, ma ancora il bicchiere è mezzo pieno. Debbono berlo tutto questo amaro calice, e poi capiranno completamente». Andrea Camilleri commenta così le recenti elezioni che hanno visto il trionfo del centro-sinistra. Con ironia critica, esprime un giudizio disincantato, e inizia così il suo dialogo con l’Unità, nel quale parla di cultura, di storia, di politica, di attualità, di informazione. Delle elezioni. Partendo ovviamente dal suo ultimo libro, che è balzato in testa alle classifiche Privo di titolo, edito da Sellerio. Con un tema complesso, come abbiamo già raccontato su queste pagine, poiché si tratta di un romanzo storico ambientato nel fascismo. Segno che in Italia il pubblico dei lettori è più attento di quel che si pensi. La vicenda al centro del nuovo libro è nota, la storia di Luigi Gattuso, un fascista - racconta lo scrittore di Porto Empedocle - ucciso per sbaglio dai suoi durante una rissa in una notte del 1921, e non da un muratore comunista. Camilleri partendo dalla letteratura si interroga sulla verità storica, sulle verità dell’esistenza e sul loro significato. - Qual è il rapporto di Camilleri con il concetto di verità? «Non tendo ad una verità assoluta, dogmatica. Credo a verità relative. Ma quando anche la verità relativa viene stravolta ti domandi a cosa devi credere. Riferendoci al libro. Esiste una verità del senso comune, vi è quella processuale, vi è quella storica. Se la verità viene manipolata in verità processuale, a sua volta questa in una verità di comodo, in verità virtuale, allora qual è il filo d’Arianna che ti può servire per muoverti in questo labirinto? Ecco perché la ragione critica ha un valore essenziale, ti dà la possibilità di pensare con la tua testa, di non farti abbindolare dalle manipolazioni e dalle falsificazioni. Di mantenere il tuo spirito libero, critico. La letteratura è uno strumento critico che può aiutare a svelare le verità, a smascherarle. La fantasia narrativa può aiutare a riflettere e capire la realtà che ci circonda. Siccome sono una persona, che si rifà ai fatti quotidiani, richiamo alla mente la tragedia a Bagdad, con l’uccisione di Calipari: tutti sappiamo che ci verrà ammannita una verità parziale (e in questi giorni abbiamo visto quanto parziale e «di parte» sia, ndr) lo sappiamo tutti e non facciamo niente. Ci basta un millesimo di verità in dose omeopatiche. Mi ribello a questa sorte di imposizione. Ritorno sempre a questa faccenda della dittatura. Siamo in un regime mediatico in Italia. Se non fosse così, oggi Enzo Biagi avrebbe la sua trasmissione. Così come Michele Santoro avrebbe la sua. Luttazzi lavorerebbe in tv. Così come lavorerebbero in tv la Guzzanti, Paolo Rossi e tanti altri, che evidentemente hanno creato con il loro spirito libero problemi al potere. Ma qualcuno dalla Bulgaria ha detto che Biagi , Santoro, Luttazzi, non debbono lavorare, e così è. Il diktat è stato rispettato. Queste per me sono limitazioni della democrazia. E c’è talmente fumo negli occhi che ti viene da soffocare». - Lei è sempre stato molto critico su Berlusconi.. «Guardi, Berlusconi è l’antipolitica, anzi metaforicamente potrei dire che è l’antimateria, ovvero la sua è una politica virtuale, non si occupa dei problemi della gente, quelli reali. Tranne i suoi, ovviamente. Per risolvere i suoi problemi, ha una intera maggioranza che vota in maniera compatta». - Ma gli italiani hanno espresso un voto netto alle regionali facendo vincere il centro-sinistra. Hanno compreso la politica di Berlusconi e l’hanno bocciata? «Gli italiani stanno iniziando a capire Berlusconi, ma non l’hanno ancora capito completamente. La questione è più complessa. Anche la vicenda del regime mediatico non l’hanno ancora compresa a fondo. Il punto è - come dicevo prima- che il bicchiere è mezzo pieno, e debbono berlo tutto questo amaro calice. Solo allora capiranno completamente, ed il vaccino potrà funzionare». - Si riferisce alla tesi di Indro Montanelli? «Certo, lasciatelo governare, sino alla fine della legislatura e la sua politica si mostrerà per quel che è. Sarà come un vaccino per gli italiani. Ma la questione, ripeto è più complessa, bisogna aspettare e vedere come andranno le elezioni politiche del prossimo anno, alla fine del mandato di governo di Berlusconi. Lì si vedrà se gli italiani lo hanno capito completamente». - Il suo «Privo di titolo», continua a suscitare divergenze. Qual è la sua definizione di fascismo e cosa ha rappresentato nella storia d’Italia? «Il fascismo, malgrado la sistemazione teorica, lo sforzo intellettuale di Gentile, era tutto e il contrario di tutto, era una sorta di blob. Assumeva le forme che era necessario assumere, per abbattere i democratici. Era una dittatura autentica, che ha prodotto tante vittime. Tante persone hanno subito il carcere, e venivano mandate al confino, al duro confino, altro che villeggiatura! Il fascismo si verificò in Italia, quando l’Europa era malata. Estremamente malata. Per fortuna vinsero le democrazie, quelle vere! Ma Lei mi chiedeva una definizione del fascismo. Ebbene, potremmo dire che fu una solenne minchiata. Una atroce minchiata. Il fascismo sarebbe stato grottesco, se non fosse stato tragico. Se non avesse comportato la morte di tanti innocenti, ricordo Matteotti e Gramsci solo per fare qualche esempio, il fascismo sarebbe stata solo una buffonata. Purtroppo invece è stato un evento tragico. Non lo dico solo io, ma anche un signore che è andato dagli ebrei, ed ha parlato del male assoluto». - Il fascismo, fatto isolato nella storia d’Italia, o atteggiamento mentale che ritorna? «Guardi, quando appesero Mussolini a Milano, un grande giornalista inglese, scrisse in buona sostanza questi concetti: non l’avete ucciso, potete credere di averlo ucciso, ma per decenni questa sorta di tumore ve lo porterete appresso. Del resto esponenti della tradizione fascista sono diventati ministri della Repubblica». - Non è la prima volta che affronta il periodo del fascismo. Vi è un'altra sua opera, «La Presa di Makallè» dove spiega in maniera critica i meccanismi psicologici e sociali della costruzione del consenso. Il ruolo della propaganda nella comunicazione e nella politica.. «Ha colto perfettamente il nesso. È una riflessione che avevo già avviato ne La Presa di Makallè, in quel caso mi occupavo in particolare dei meccanismi psico-pedagogici e sociali della costruzione del consenso, della manipolazione delle menti. In quel libro la riflessione si sviluppava all’interno di un cervello di un bambino: ovvero come fosse possibile che un certo tipo di educazione alterasse un cervello, il comportamento di un adolescente, trasformandolo in un assassino. Forse però, il racconto sulla vita sessuale del protagonista del romanzo non è stato compreso, né la metafora che essa rappresentava. In Privo di titolo per non offrire il fianco a facili equivoci, ho evitato ogni riferimento a questi argomenti. Del resto non è una storia che concede divagazioni». - Racconta però sempre con un stile ironico-critico.. «È il mio stile, impresso nel mio Dna». - Qualcuno l’ha criticata sostenendo che voleva cambiare il nome di una strada a Caltanissetta dedicata a Gattuso? «Siamo seri, si figuri se penso alla strada di Caltanissetta. Questo è provincialismo, di più paesanottismo. Sono frasi senza senso. Hanno criticato, facendo riferimenti alla toponomastica, un libro che non avevano letto. Probabilmente questo è coerente con i loro principi: attaccare senza conoscere, bollare in maniera dogmatica chi la pensa in maniera diversa da loro, senza manco prendersi la briga di informarsi sui contenuti della questione. Comunque non fanno altro che portarmi il carico da undici come direbbe Salvo Montalbano. Allora dico: o scelgono Fini che se ne va dagli ebrei facendo una scelta giusta, o scelgono la polemica sulla strada. La verità è che una parte di loro rimane legata al nome delle strade…». - Sul piano della struttura che soluzione ha adoperato? «Questo è un romanzo che si serve di quello che ho sperimentato in altri romanzi, una sorta di assemblaggio di dati, di lettere, di corrispondenza, di ritagli di giornali, tutti inventati di sana pianta. Però qui a differenza de La scomparsa di Patò, vi sono amplissimi squarci narrativi, romanzeschi. C’è una complessità maggiore». Cosa ne pensate? LuVi |
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Messaggi: 280
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Bella intervista, nello stile Camilleri, bella anche la definizione del fascismo "una minchiata"! Semplice tagliente, ma realistica!
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#3 | |
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Junior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Messaggi: 23
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E se ne distaccò lentamente e poi irrimediabilmente al varo delle leggi razziali. Montanelli era e sarà un grande. Camilleri lo deve ancora diventare(sostenendo che era una minchiata ha dato del minchione a tutti gli italiani dell'epoca) |
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#4 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 1831
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mio nonno per comprare il pane doveva avere la tessera del partito fascista. se no la cosa era un tantino più problematica.... il fascismo si impose con la forza, non convincendo democraticamente gli italiani. non si campa di ideali, se non volevi fare la fine di gramsci piegavi la testa al fascismo, che può anche aver avuto dei pregi, ma non può dissociarsi dalla violenza con cui arrivò a farli. quando poi una nazione ha avuto percentuali di consenso così nette, è sempre e solo stato con l'imposizione di una dittatura, non per libera scelta dei cittadini. ergo, il fascismo è una minchiata imho. |
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 1831
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lucio, bell'avatar complimenti mi ricorda le foto in b/n che mi faceva mio padre da piccolo. [/ot] |
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#6 | |
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Junior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Messaggi: 23
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Allora vedrai che non è come dici tu |
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#7 | |||
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Messaggi: 302
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[quote=Lucio Virzì]http://www.unita.it/index.asp?SEZION...TOPIC_ID=42390
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Quote:
Il consenso, quello vero, si acquista con i fatti. E credo che il popolo Italiano abbia dato consenso a Mussolini per 15 anni, 21-36 (periodo "Anni del consenso" definito così da molti storici"). |
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#8 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: torino but i'm sard inside.
Messaggi: 406
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squadraF, non replico al quote solo xchè 'stò aspettando chiarimenti su cui hai glissato, a proposito di un certo simboletto.
Finirai col farmi credere d'esserti lasciato prendere la mano con la fantasia, biricchino.
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Primo Officiante della Setta dei Logorroici - Arconte della prolissità - Crociato della Replica|Custode Di Lomaghiusa e Muffin| |
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#9 | |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
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LuVi |
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#10 | ||
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
Città: Roma Status:Superutente Messaggi totali:38335 Auto:Fiat Stilo 1.9 MJT Moto:Ducati Sport 900 IE
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Quote:
Certo, in un governo democratico, queste, non riporterebbero la scritta DVX o una grande M od un fascio. Fatto sta che tu le ricordi e le glorifichi solo per questo particolare. Quindi, basta. Stop. Fine. Quote:
Mi auguro che non possa mai tornare una stagione simile. LuVi |
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#11 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Messaggi: 302
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Quote:
Il piano regolatore varato verso la metà degli anni 20 ricostruì un'intera città in meno di 15 anni. Ripeto: l'intera città. Ora non dico che ci vorrebbe il Fascismo per fare queste cose, ma dico che bisogna riconoscere ai governi le opere e la volontà di ricostruire od abbattere la Nazione nel caso del governo nazionale o la Città in caso di quello comunale. E bisogna anche condannare chi questa volontà non ce l'ha. Quote:
Sulla tua penultima frase, Vergogna. |
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#12 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 1831
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e poi, il motivo del mio quote al tuo post forse sarà che la storia del fascismo a cui tutti gli italiani aderirono e poi si distaccarono come dice montanelli, non mi trova d'accordo? per niente? se anche montanelli aderì di sua volontà, c'è chi invece non ebbe scelta. |
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#13 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2001
Città: Medhelan Padania
Messaggi: 1458
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MAdonnina bella che palle che avete fatto !!!!!
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#14 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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[quote=squadraf]
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Ecco, appunto, il lavoratore. Questa figura se la prese nel culo mica male, sotto il fascismo. Vediamo di smetterla con sta burletta del lavoratore al centro delle attenzioni del regime, per favore. I salari dei lavoratori, squadra, durante la dittatura fascista, videro un crollo verticale senza precedenti, altro che storie. Gli agrari, ad esempio, furono ridotti alla fame. Percui, davvero, smettetela di raccontar banfe. Del fascismo, fattene, fatevene una ragione, non c'è nulla da salvare. Ci sono solo idee da rottamare. Anche la storia del consenso è una burletta. Forse vi fu vero consenso solo nel 1936, sull'onda della vittoria riportata su quattro poveri cristi africani e sulle false promesse basate su di un falso impero. P.S.: forse, una cosa che si può salvare del fascismo esiste. Anzi, sicuramente esiste. Sono i francobolli, probabilmente i più belli mai emessi nella storia d'Italia. Ciao |
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#15 | ||||
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
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LuVi |
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#16 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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fassisti su Marte pianeta bolscevico e traditor......
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#17 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Città: Milano Tokyo , purtroppo Utente con le palle fracassate
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Kotoshi mo yoroshiku onegai-itashimasu |
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#18 | |||
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
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Ultima modifica di squadraf : 03-05-2005 alle 23:20. |
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#19 | ||
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Bannato
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#20 | |
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Senior Member
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Se vuoi proprio saperlo la città è quella dello Stretto, dove vorrebbero costruire il ponte.
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