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Old 11-02-2010, 15:07   #1
NexusMM
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Il Giornale - Da Montanelli a Feltri ed il peso della politica

Mi sembrava interessante andare a rispolverare un argomento tornato attuale con i recenti fatti accaduti, in particolar modo dopo la bolla di sapone dello "scandalo" Boffo.

Il Giornale (all'epoca chiamato "Il Giornale Nuovo") nasce da un'idea di Indro Montanelli, scontento delle nuove scelte editoriali del Corriere Della Sera, e dalla collaborazione del collega Enzo Bettiza.

Emblematico l'editoriale del 1° numero recante data martedì 25 giugno 1974:
Quote:
Dall'editoriale del nº 1 de «Il Giornale Nuovo»: "Al lettore"

[Chi sarà il nostro lettore] noi non lo sappiamo perché non siamo un giornale di parte, e tanto meno di partito, e nemmeno di classi o di ceti. In compenso, sappiamo benissimo chi non lo sarà. Non lo sarà chi dal giornale vuole soltanto la "sensazione" […] Non lo sarà chi crede che un gol di Riva sia più importante di una crisi di governo. E infine non lo sarà chi concepisce il giornale come una fonte inesauribile di scandali fine a se stessi. Di scandali purtroppo la vita del nostro Paese è gremita, e noi non mancheremo di denunciarli […] Ma non lo faremo per metterci al rimorchio di quella insensata e cupa frenesia di dissoluzione in cui si sfoga un certo qualunquismo, non importa se di destra o di sinistra […] Vogliamo creare, o ricreare, un certo costume giornalistico di serietà e di rigore. E soprattutto aspiriamo al grande onore di venire riconosciuti come il volto e la voce di quell'Italia laboriosa e produttiva che non è soltanto Milano e la Lombardia, ma che in Milano e nella Lombardia ha la sua roccaforte e la sua guida.
La direzione di Montanelli durò un ventennio circa.

Dal 1977 Silvio Berlusconi iniziò ad interessarsi alla testata acquistando il 12% delle quote societarie.

Con la legge Mammì (che impediva a proprietari di televisioni di essere anche proprietari di testate giornalistiche) del 1990 quest'ultimo dovette rinunciare alla posizione di socio maggioritario e cedette la società editrice a suo fratello Paolo tenendosi il 29% delle quote.

Ma fu il 1994 l'anno che vide il vero cambiamento del quotidiano. Con l'entrata in politica di Silvio Berlusconi "Il Giornale" non poteva più rimanere una testata libera da condizionamenti politici ed Indro Montanelli, conscio di ciò, si dimise.

E su questo punto che mi premeva rinfrescare la memoria degli interessati postando la trascrizione integrale dell'intervista di Enzo Biagi ad Indro Montanelli in merito ai fatti accaduti proprio in concomitanza con le dimissioni di quest'ultimo.

Per rendere più comprensibile l'inizio dell'intervista voglio ricordare che Montanelli, dopo le dimissioni e le dichiarazioni fatte contro SB aveva ricevuto diverse minacce telefoniche

Ecco l'intervista:

---------------------------------------------------

Biagi: Questa delle minacce di morte per te è quasi una cara consuetudine?

Montanelli: Ma veramente non è una consuetudine, ma non vorrei che si esagerasse su questa minaccia. Ho ricevuto delle telefonate non tanto minatorie, quanto di sfogo, di insulti: le minacce erano sottintese, quindi non mi fanno nessunissimo effetto.

Biagi: È convinzione abbastanza diffusa che a Maggio la vittoria toccherà a Berlusconi e ai suoi alleati.

Montanelli: È una convinzione che io condivido in pieno. Io son convinto che il Polo vince: come vincerà, è un po' più da discutere.

Biagi: E se il Cavaliere vince come si regolerà? Previti ha detto: «Non faremo prigionieri».

Montanelli: Credo che Berlusconi si disferebbe volentieri di Previti se potesse, ma evidentemente non può perché ogni volta che Previti apre bocca Berlusconi perde qualche voto.

Biagi: A mio parere se il leader del centro destra arriva alla ribalta sarà duro toglierlo di scena.

Montanelli: Questo non lo so, credo invece che sarà più facile. Perché l'uomo con le promesse sappiamo benissimo quale forza trascinante possieda. Si tratta di mantenerle. Si può tingere le proprie sconfitte dei colori più vivaci, più seducenti, più belli, ma le sconfitte vengono fuori e lui va incontro a delle grosse sconfitte, secondo me.

Biagi: In caso di vittoria del leader del Polo, mi è venuta l'idea di una possibile dittatura morbida che non ha le quadrate legioni, ma i quadrati bilanci.

Montanelli: Tu hai detto esattamente, hai previsto quello che succederà. Son convinto che governerà senza quadrate legioni, con molta corruzione.

Biagi: Ti accusano di una certa doppiezza nei confronti di Berlusconi. C'è un prima e un dopo?

Montanelli: Nei confronti miei e del giornale fu un editore eccellente, che non mise mai il becco dentro alla conduzione, che rimase fedele alla formula che io avevo escogitato. Tu sei il proprietario, io sono il padrone almeno fino a che rimango qui a fare il direttore, e d'improvviso quando mi dichiara che entra in politica va nella redazione a mia insaputa e dice: qui bisogna cambiare tutto, perché adesso il giornale deve mettersi al suo servizio. Non dica di no perché io ho le testimonianze di quasi tutti i redattori del giornale. Quindi diventa un uomo diverso, io non potevo trattare il mio editore allo stesso modo in cui poi ho dovuto trattare il mio padrone, perché lui voleva diventare il mio padrone, e io veramente la vocazione del servitore non ce l'ho.

Biagi: L'avresti mai immaginato che ti avrebbero accusato di essere di sinistra?

Montanelli: Questo veramente è il coronamento della mia vita, e quindi lo accetto con una certa allegria. Mi doveva succedere anche questo, e mi è successo.

Biagi: Tu dici che sei di destra, precisiamo, quella di Prezzolini o quella di Fini?

Montanelli: Quella di Prezzolini. Sebbene, intendiamoci, quella di Fini io la posso accettare. Io non lo conosco, non l'ho mai incontrato. Ma a me sembra una persona abbastanza ragionevole, abbastanza moderata. Certo lui ha un padrone. Berlusconi è il suo padrone e quindi poveretto non lo invidio proprio.

Biagi: Hai detto che voterai per il centro sinistra, perché?

Montanelli: Per quello che ti ho detto prima: questo centro sinistra è pieno di magagne e io l'ho scritto e non perdo occasione di scriverlo, è un'armata Brancaleone, si decompone ad ogni svolta di strada, è balbuziente come me: quindi per carità è pieno di difetti, però non fa paura, mentre questa destra mi fa paura.

Biagi: Che ne dici della Lega che si presenta insieme a Forza Italia, dopo tutto quello che Bossi ha detto del Cavaliere?

Montanelli: Sono evidentemente due compari: fra compari questo è giusto che succeda, non fra amici.

Biagi: Tentiamo un «ritrattino» dei due contendenti, Berlusconi chi è?

Montanelli: Berlusconi chi è, ormai credo che l'abbiano capito tutti, meno naturalmente quelli che non vogliono capire: ma insomma è il più grande piazzista che ci sia non in Italia, ma nel mondo. Certamente è un uomo che ha risorse inimmaginabili, che ha della verità un concetto del tutto personale, per cui la verità è quello che dice lui. E a questa sicumera forse a furia di dire le bugie ci crede, forse diventa un bugiardo in buona fede perché questo lo faceva anche prima. Questo è Berlusconi.

Biagi: E Rutelli?

Montanelli: Mi sembra che dica delle cose sensate; è giovane, probabilmente la politica però l'ha fatta come sindaco di Roma e l'ha fatta bene. So che fare il capo del governo è tutt'altra cosa. Però l'uomo mi dà una certa garanzia di equilibrio. Purtroppo dovrà fare esperienza e naturalmente l'esperienza si paga con degli errori, è sempre così. Sarà così anche per lui, però non mi allarma. Io la sera a letto non mi metto a pensare a che cosa farà Rutelli, perché non mi farà nulla. Mentre cosa farà Berlusconi, mi inquieta un po'.

Biagi: Che cosa c'è da sperare per il futuro? Cosa auguri al nostro Paese?

Montanelli: Al nostro Paese io auguro di rinsavire, di trovare finalmente un po' di maturità, perché tutto questo dipende dal fatto che noi non abbiamo una coscienza civile, non ce la siamo formata: noi siamo un coacervo, non siamo né un popolo, né una nazione, perché se fossimo una cosa e l'altra le cose le vedremmo in maniera diversa. Invece non lo siamo, so anche per colpa di chi, ma questo è un discorso che bisogna fare in un'altra sede.

Biagi: Cosa ti auguri allora?

Montanelli: Mi auguro, adesso naturalmente scandalizzerò tutti, la vittoria di Berlusconi, perché Berlusconi è una di quelle malattie che si curano con il vaccino. Per guarire di Berlusconi ci vuole una bella iniezione di vaccino di Berlusconi. Bisogna vederlo al potere e io credo che il ribaltone fu la più grossa sciocchezza che abbia fatto l'Italia.

---------------------------------------------------

Ma cosa successe quell'8 gennaio del 1994 nella direzione del giornale?

Se volete approfondire le motivazioni dietro alla decisione di Montanelli che poi ha portato alla direzione prima Feltri, poi Cervi, Belpietro, Giordano ed infine ancora Feltri (come sapete) ecco un link interessante:

http://discutere.wordpress.com/2009/...nale-nel-1994/

Vorrei soprattutto sottolineare la lettera di Sandra Artom a Santoro (citata sul fondo) ricordando che quest'ultima è stata presidente della testata.


Evito considerazioni personali in merito, i fatti parlano da soli e mi sembra che il confronto fra lo spessore di un Montanelli e quello di un Feltri sia decisamente eloquente.

Il succo del thread è evidenziare quanto la politica possa essere schifosa ed arrivi a corrompere qualsiasi cosa. I mezzi che ha un certo tipo di potere per arrivare ad ottenere ciò che gli serve passano sopra a tutto e a tutti.

Montanelli, uomo di destra, distrutto da una pseudo-destra criminale e criminosa, che utilizzava ed utilizza tuttora le menzogne e l'indottrinamento per sedare le menti.

Concludo con una citazione:
Quote:
L'unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella che s'ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio. (Indro Montanelli)
__________________
L'Italia berlusconiana è la peggiore delle Italie che ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, del 25 luglio, dell'8 settembre, e anche l'Italia di p.le Loreto. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo. (Indro Montanelli)
NexusMM è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-02-2010, 15:20   #2
Vincenzo1968
Bannato
 
Iscritto dal: Mar 2008
Città: Villabate(PA)
Messaggi: 2515
Quote:
Originariamente inviato da NexusMM Guarda i messaggi
...
Ma cosa successe quell'8 gennaio del 1994 nella direzione del giornale?

Se volete approfondire le motivazioni dietro alla decisione di Montanelli che poi ha portato alla direzione prima Feltri, poi Cervi, Belpietro, Giordano ed infine ancora Feltri (come sapete) ecco un link interessante:

http://discutere.wordpress.com/2009/...nale-nel-1994/

Vorrei soprattutto sottolineare la lettera di Sandra Artom a Santoro (citata sul fondo) ricordando che quest'ultima è stata presidente della testata.


Evito considerazioni personali in merito, i fatti parlano da soli e mi sembra che il confronto fra lo spessore di un Montanelli e quello di un Feltri sia decisamente eloquente.
...
*

Quote:
...
Ecco infine la lettera che l’altroieri Sandra Artom, che nel ‘94 era responsabile delle pagine culturali de Il Giornale, ha inviato a Michele Santoro per confermare la mia versione dei fatti.

Montanelli, il fioretto e la spada

Caro Santoro,
ho appena assistito alla puntata dedicata al centenario di Montanelli e posso testimoniare che quanto ha ricordato il collega Marco Travaglio corrisponde a verità, mentre il tentativo di distorcere i fatti da parte di Maurizio Belpietro è assolutamente tendenzioso.
In qualità di caporedattore della Terza Pagina ero presente a quella tempestosa riunione nel salone della Cronaca e ricordo perfettamente la metafora del fioretto e della spada (mi sembra di ricordare che fosse una spada e non una sciabola, ma il senso non cambia) e non è vero che i redattori del “Giornale” fossero d’accordo con Berlusconi.
Anzi scendemmo indignati al terzo piano dove c’era la direzione e Montanelli, presente e non a spasso ai giardinetti come ha voluto far credere Belpietro, era furibondo e preparammo subito una lunga lista di firme contro l’intervento di Berlusconi da pubblicare l’indomani sul “Giornale”.
Purtroppo ormai il tentativo di distorcere la realtà dei fatti è costume ricorrente. Complimenti per la trasmissione. Speriamo che la libertà di stampa non venga del tutto soffocata, ma bisogna stare attenti anche all’autocensura di certi colleghi troppo timorosi di mettersi contro i poteri forti.
Cordiali saluti
Sandra Artom
Montanelli chiama in diretta in Rai e ringrazia Travaglio! (e fa a pezzi Feltri):
http://www.youtube.com/watch?v=1BoJtPp9oQY


Ultima modifica di Vincenzo1968 : 11-02-2010 alle 15:25.
Vincenzo1968 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-02-2010, 16:47   #3
markk0
 
Messaggi: n/a
quando sento dire Feltri - Montanelli...


...chissà perchè mi viene automatica l'associazione d'idee cacca - cioccolata.
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