Niente più chipset nel futuro delle CPU Intel
A partire dal 2015, con le architetture Broadwell, Intel integrerà il chipset all'interno delle CPU con un approccio multi chip module
di Paolo Corsini pubblicata il 17 Aprile 2012, alle 15:13 nel canale ProcessoriIntel
Con il debutto delle CPU basate su architettura nota con il nome in codice di Broadwell, attese in commercio non prima dell'anno 2015, Intel introdurrà importanti novità dal punto di vista dell'architettura dei propri sistemi. Avremo infatti una integrazione del Platform Controller Hub o PCB, quello che è di fatto al momento attuale il chipset, all'interno del processore.
La logica che verrà utilizzata, stando a quanto anticipato dal sito ComputerBase con questo articolo, prevede un design di tipo Multi Chip Module, con il quale due distinti componenti di silicio sono montati sullo stesso package di processore. Tale approccio è speculare a quanto visto in passato con i processori Intel per sistemi desktop che per primi hanno introdotto architettura dual core, oltre che in seguito per quelli quad core.
E' evidente che una così profonda revisione dell'architettura dei processori Intel richiederà un cambio di socket di connessione con la scheda madre. Sappiamo sin d'ora che i processori della serie Ivy Bridge continueranno ad adottare socket 1155 LGA per il collegamento con la scheda madre, socket che verrà sostituito da quello 1150 LGA per le proposte della famiglia Haswell di prossima generazione.
E' ipotizzabile che quest'ultimo socket possa avere una vita residua sul mercato di circa 2 anni, pari quindi a due generazioni di processore, per poi venir sostituito da nuovo socket che sarà abbinato alle CPU basate su architettura Broadwell. Queste ultime saranno costruite con tecnologia produttiva a 14 nanometri, che sarà tuttavia già introdotta con i processori Haswell di seconda generazione nel corso dell'anno 2014.
Un approccio di questo tipo sembra lasciare ancora meno spazio ai produttori di schede madri per diversificare le proprie schede madri. Nel corso di questi ultimi anni la progressiva integrazione di componenti all'interno dei processori ha già di fatto limitato i margini di intervento dei produttori di motherboard, sia per quanto riguarda la dotazione accessoria onboard sia per i margini di tweaking e ottimizzazione da lato bios.
39 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoal massimo costeranno meno le mobo senza chipset.
% di rottura schede madri in 5 anni: 33%
% di rottura cpu intel in 5 anni: 0%
Numeri a caso, ma grosso modo, lavorando come tecnico ho visto che le cose stanno così. Non ho mai visto un processore Intel rotto, se non i primi Pentium II o Pentium III con L2 esterna.
Del resto anche allo stato attuale, il chispet (pch) gestisce l'I/O, tolto questo tutto il resto della qualita sull'overclocking, tweaking, ecc ecc è grazie al reparto di alimentazione, mosfet, VRM, e quant'altro.
Senza contare che poi ci sarannocomunque i produttori che ti proporanno (ancche se il chipset non c'è piu) modelli con dei chip dissipati che avranno una qualche tecnologia (features) aggiuntiva rispetto gli altribmodelli che ti occare di piu o ti gestisce meglio una determinata cosa.
Figuriamoci se adesso le case dimobo falliranno, o peggio ancora nn faranno piu mobo, il marketing lo troveranno sempre per tirar fuori diversi modelli e scelte per i consumer.
nei laptop penso che si stia andando in questa direzione
nei sistemi desktop credo siamo lontani ed e' meglio che rimanga la distinzione
In fin dei conti in un APPLE (escluso il MAC PRO) gli interventi di ampliamenti sono molto limitati .. ram e/o HD ... e questo è un vantaggio (per chi produce ofc) perché sei obbligato a cambiare macchina se la vuoi di maggior potenza (APPLE intendo).
Comunque l'integrazione e/o la miniaturizzazione dei componenti è una costante del mondo dell'elettronica in generale ... basta pensare e/o andarsi a vedere come erano 20 anni fa sia i computer sia ogni e qualsiasi apparecchi elettronico.
Peraltro non mi dispiacerebbe avere un computer dentro l'orologio con una potenza di un CRAY interfacciabile in wireless con qualsiasi dispositivo capace di riprodurre le immagini, che siano un paio di occhiali o il "monitor" a parete ... ovunque sia, a comandi "vocali":-) (vabbè ho visto di recente ancora Star Trek)
Ottima osservazione.
La storia è un anello, prima o poi si ripete.
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