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Dresda, 13 Febbraio 1945 - 13 Febbraio 2005
Nessuno ha apert un thread per ricordare e commemorare il 60° anniversario (uno dei tanti per questo 2005) dal più gravi bombardamento a tappeto della storia?
Dresda, la più importante città d'arte di Germania: ![]() ![]() Da Landeshauptstadt Dresden: 13. Februar 2005 – 60. Jahrestag der Zerstörung Am späten Abend des 13. Februar 1945 griffen mehrere Hundert britische Bomber das Stadtzentrum Dresdens an. Ihnen folgten Stunden später eine noch stärkere Streitmacht und in den Mittagsstunden des 14. und 15. Februar 1945 amerikanische Verbände. Im Ergebnis dieser vier Luftangriffe wurden das Dresdner Stadtzentrum fast vollständig zerstört und mehrere Zehntausend Menschen getötet. In seinem sechsten Jahr hatte damit der von Deutschland begonnene Zweite Weltkrieg, dem bereits Millionen Menschen zum Opfer gefallen waren, endgültig auch Dresden erreicht. Die Luftangriffe trafen eine Stadt, die Hunderttausende Menschen und unersetzbare Kulturgüter barg, die aber gleichermaßen umfassend in die deutsche Kriegsführung einbezogen war. Symbolkraft und Erinnerungskultur Die Zerstörung Dresdens im Februar 1945 wurde rasch zu einem weltweit bekannten Symbol für militärische Gewalt gegen die Zivilbevölkerung. Bis heute wird das Geschehen in Dresden als Beispiel für viele vergleichbare militärische Aktionen dieses und folgender Kriege genannt. Zugleich beeinflusst die Erinnerung an die Zerstörung nachhaltig das Bild unserer Stadt in der Welt. In Dresden ist seit 1945 eine reiche und differenzierte Erinnerungskultur entstanden, die vor allem den Friedenswillen der Nachkriegsgenerationen bewahrt und Raum für Annäherung an die ehemaligen Kriegsgegner gegeben hat. Parallel dazu wurde und wird in politisch motivierten Verlautbarungen und Handlungen auf die Zerstörung Dresdens Bezug genommen. Je nach Akteuren und Situation dient das historische Geschehen dabei als Ausgangspunkt für Argumentationen, die auf zum Teil völlig unterschiedliche Ziele gerichtet sind. So steht die Erinnerung an den 13. Februar 1945 im spannungsvollen Kontext von Diskussionen, die weit über den lokalgeschichtlichen Rahmen hinaus Bedeutung haben. Sie schließen eine kritische Auseinandersetzung mit der Geschichte unserer Stadt und ihrer Menschen ebenso ein, wie sie grundlegende Fragen von Frieden, Menschenwürde und unserer Verantwortung dafür zum Inhalt haben. 60. Jahrestag der Zerstörung 2005 wird des 60. Jahrestages des Endes des Zweiten Weltkrieges gedacht werden. In diesem Kontext spielt auch die Erinnerung an die Zerstörung Dresdens, die am 13. Februar 2005 ebenso 60 Jahre zurückliegen wird, eine wesentliche Rolle. Für die demokratische Öffentlichkeit Dresdens soll das Anlass sein, Erinnern und Gedenken in unserer Stadt zu diskutieren, positive Traditionen aufzugreifen, Haltungen und Ziele festzuschreiben und einem Missbrauch der Erinnerung entgegen zu treten. Der städtische Internetauftritt wird diesen Prozess begleiten.
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2000
Città: lodi-crema-milano.
Messaggi: 12338
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giofx, va bene tutto, ma che senso ha aprire un thread con un papiro in tedesco di 60 righe?
mah....
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La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché! |
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Treviso
Messaggi: 1156
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io non capisco nulla di tedesco
![]() L'argomento però mi interessa, anche se non ne ero a conoscenza.
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Non ho niente altro da offrire alle altre persone, se non la mia stessa confusione something cold is creepin' around, blue ghost is got me, I feel myself sinkin' down L'arte non insegna niente, tranne il senso della vita |
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#4 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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Interessantissimo link che spiega (in inglese) molto bene ciò che successe a Dresda tra il 14 ed il 15 Febbraio di 60 anni fa.
Come potete vedere dalla tabella, imèressionante il tonnellaggio di esplosivo sganciato sulla città in quei due giorni. Oltre 4.000 tonnellate! L'equivalente di una bomba atomica di 4 kton! http://www.airforcehistory.hq.af.mil...cs/dresden.htm Ultima modifica di LittleLux : 14-02-2005 alle 21:41. |
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#6 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 984
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Ricostruire e dimenticare il passato, è questo quello
che si dovrebbe fare frà noi Europei. Invece mò và di moda resuscitare vecchi scheletri, che non hanno più bisogno di esistere. Deutschland auf immer |
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#7 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
Messaggi: 1126
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Intanto provo a tradurre l'articolo postato da Gio, facendo salvo il beneficio d'inventario.
13 febbraio 2005 - 60° anniversario della distruzione Nella tarda serata del 13 febbraio 1945 diverse centinaia di bombardieri inglesi attaccarono il centro di Dresda. Poche ore dopo queste furono seguite da una flottiglia ancora più numerosa, così come da forze americane nelle ore diurne del 14 e 15 febbraio. Come conseguenza il centro storico fu quasi totalmente distrutto, e diverse decine di migliaia di persone persero la vita. Nel suo sesto anno, la guerra che la Germania aveva cominciato e che era già costata la vita a milioni di persone raggiunse così Dresda. Gli attacchi colpirono una città che conservava centinaia di migliaia di vite ed un insostituibile patrimonio culturale, ma che allo stesso modo era stata coinvolta nella conduzione della guerra (questa ultima frase credo che sia quella peggio tradotta) Forza simbolica e cultura della memoria La distruzione di Dresda divenne subito uno dei simboli della forza militare rivolta verso la popolazione civile. Fino ad oggi il bombardamento di Dresda è citato come esempio per simili azioni militari, sia della seconda guerra mondiale che di quelle successive. Allo stesso tempo la distruzione ha segnato l'immagine che della nostra città si ha nel mondo. A Dresda esiste dal 1945 una approfondita cultura della memoria, rivolta soprattutto all'aspirazione di pace delle nuove generazioni, e che ha dato spazio ad un riavvicinamento con quelli che erano i nemici all'epoca dei fatti. Parallelamente gli eventi sono stati e sono argomento di dibattito politico. I fatti storici sono di volta in volta serviti a sostenere argomentazioni diverse, spesso con finalità molto distanti tra loro. Per questa ragione ciò che accadde il 13/14 febbraio 1945 è al centro di una avvincente discussione, il cui significato va ben oltre i confini della storia locale. Queste questioni impongono di confrontarci con la storia della nostra città e dei suoi cittadini, così come con le fondamentali problematiche della pace, dell'umanità e della responsabilità che noi abbiamo verso di esse. 60° anniversario della distruzione Nel 2005 ricordiamo il 60° dalla fine della seconda guerra mondiale. In questo quadro ha un ruolo anche il ricordo della distruzione della nostra città, anch'essa lontana 60 anni. Per l'opinione pubblica questa deve essere l'occasione per discutere nella nostra città del ricordo e della memoria, per darsi degli obiettivi e per impedire che della ricorrenza si possa fare un uso distorto. Il sito internet della città tenterà di contribuire a questo sforzo. ------- dopo proverò a scrivere qualcos'altro.
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G.G. "Il tutto è falso" In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta |
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#8 |
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Iscritto dal: Jan 2001
Città: Milano, la mia città, che amo perdutamente, anche se certe volte mi vien voglia di andare a vivere in campagna... ah-ah, oh-oh !
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Bravo Gio,
hai aperto un thread interessante !In effetti troppo spesso si tendono ad accantonare gli "episodi minori" come il bombardamento di Dresda (o anche di Amburgo, che non fu da meno) così come l'allucinante bombardamento incendiario di Tokio del 1944 che fu di tale intensità da sciogliere l'asfalto delle strade e fare evaporare una quantità impressionante di metri cubi d'acqua del fiume che l'attraversa. Giusto qualche mese fa leggevo il diario che mio nonno Aldo teneva durante la guerra. All'epoca aveva 36 anni ed era sfollato da Milano sul Lago Maggiore per salvare la buccia a se stesso ed alla propria famiglia. Lavorava in un linificio e occasionalmente faceva un salto a Milano per trafficare un po' al mercato nero, vendendo golfini e calze fatte all'uncinetto da mia nonna in cambio di un po' di burro, pane nero e zucchero per sfamare mia madre e mio zio, piccolini. I suoi viaggi da e verso Milano avevano dell'incredibile, oggi sembrano cose fuori dal mondo, e l'idea che quel vecchietto gentile ed educato, un po' pedante che conoscevo, alla mia età attuale avesse fatto cose da Indiana Jones per sfamare la famiglia mi sembra impossibile. Durante uno di questi viaggi capitò in un mezzo al famigerato bombardamento dell'estate del '43, che distrusse mezza Milano: stava scappando cercando un riparo in Piazza della Repubblica quando uno Spitfire inglese lo puntò e lo mitragliò a sangue freddo. Le pallottole gli TOLSERO LE SCARPE, LASCIANDOLO ILLESO Poi la fuga verso Piazzale Cadorna, dove lo aspettavano due amici con una moto ed un sidecar per tornare sul lago, di notte, a fari spenti per non farsi fermare. Nelle sue parole si legge un tale strazio, un tale dolore per la vista di tanta morte e distruzione alla sua amata città che non mi riesce difficile credere che un danno morale di questo genere possa segnare davvero una vita... |
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#9 |
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Io proverei a guardare anche i bombardamenti che gli "amici" americani hanno fatto a Casa Nostra dopo l' "armistizio" (da molti,compreso da me,interpretato come tradimento,ma non è questo l'argomento adatto per parlarne).
I bombardamenti su Roma e su tutto il sud Italia, compresa la mia città. Un accanimento mai visto: tra l'altro bombe gettate sui civili (una è stata rimossa dopo la guerra nella casa dove abito). Nessun obiettivo militare, dato che qui erano pressochè tutti arresi in mano americana. Quello che oggi si dovrebbe fare,a mio avviso, non è il seminare odio antiamericano di cui qualcuno vuol farsi portavoce: si dovrebbe però mettere seriamente in discussione la leggenda degli "americani liberatori", liberatori che non hanno mai chiesto scusa nè a Dresda, nè all'Italia, ma ciò che è più grave, nè a Hiroshima e Nagasaki, autentica vergogna della vigliaccheria e della strage di innocenti. Che dopo 60 anni non hanno ancora ammesso. |
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Kotoshi mo yoroshiku onegai-itashimasu |
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#11 |
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La situazione a Dresda prima dei bombardamenti.
La vita prima dell’evacuazione in massa dei tedeschi orientali di fronte all’avanzata sovietica contava circa 630000 abitanti. Era una delle più belle città tedesche dell’epoca, edificata con spiccate forme architettoniche rococò già durante il XVIII secolo fino a diventare l’"Atene" e la "Firenze dell’Elba". Di fronte all’impressionante avanzata nell’est europeo dell’Armata Rossa moltissimi tedeschi fuggirono inorriditi dalle loro case, anche a causa delle violenze che i russi infliggevano ai civili che si rifiutavano di evacuare la zona da loro abitata. E’ evidente nei russi il desiderio di vendicare la distruzione del loro territorio ad opera delle Wermacht e contemporaneamente le tante sofferenze patite dai civili russi: fucilazioni di massa, stupri, incendi di interi villaggi, deportazione degli uomini nei lager, ecc. L’affluenza dei profughi verso Dresda aumentò quando i russi furono molto vicini al confine con la Germania. Ben 5 milioni di tedeschi abbandonarono la propria casa tra il gennaio e il febbraio ’45. In quel momento sembrò che tutta la Germania orientale fosse perduta (Prussia e Slesia) e il centro più sicuro fosse Dresda in Sassonia. In pochi mesi la popolazione a Dresda oscillò tra 1200000 e 1400000 unità. Da parte delle autorità tedesche e dei civili c’era l’illusione che Dresda non sarebbe mai stata attaccata dal cielo a causa della quasi totale mancanza di industrie che lavorassero per la guerra. Anche le bellezze architettoniche e i tesori artistici sembravano fare di Dresda una realtà estranea alla guerra. Nei mesi precedenti c’era stato solo un debole tentativo di distruggere l’area industriale della città (7 ottobre ‘44). L’incursione aerea provocò 438 morti. Un’altra incursione aerea (16 gennaio ’45) aveva causato 376 vittime. Tutto questo spiega la totale mancanza della contraerea e di strutture di rifugio per i civili in caso di attacco dal cielo. Ma il 13 febbraio alle ore 22 e 19 si scatenò l’inferno nonostante in alcuni campi intorno alla città vi fossero circa 26000 prigionieri di guerra di diverse nazionalità, tra cui molti inglesi. Aveva così inizio l’operazione "thunderclap" (Colpo di tuono) con l’obiettivo della "tempesta di fuoco" sulla città, ossia il bombardamento con finalità terroristiche, voluto soprattutto da Churchill. Il quadruplice attacco. Il primo attacco, il 13 febbraio, durò dalle 22 e 9 fino alle 22 e 35 e sulla città furono sganciate circa 3000 bombe dirompenti e 400000 incendiarie. Molte dirompenti pesavano tra i 1800 e i 3600 chilogrammi. L’incursione della RAF colse di sorpresa abitanti e autorità. Nel sottosuolo erano state costruite molte gallerie ma queste strutture erano del tutto inadeguate di fronte alle incendiarie le quali appiccavano rovinosi incendi che penetravano facilmente nei rifugi antiaerei non dotati di ventilazione. I singoli rifugi erano divisi da pareti che all’occorrenza erano facilmente abbattibili, tutto questo facilitò il propagarsi dei gas caldi uccidendo migliaia di persone asserragliate nei rifugi. Durante il secondo attacco, il 14 febbraio, dall’1 e 22 all’1 e 54 , su una città già violentemente colpita, furono sganciate circa 4500 dirompenti e 170000 incendiarie. Nelle due operazioni vennero utilizzati 1400 bombardieri con 6000 aviatori. L’intervallo di 3 ore doveva servire per colpire anche le strutture antincendio e di "protezione civile" che nel frattempo sarebbero affluite a Dresda. Contemporaneamente sarebbe stato possibile sorprendere la popolazione fuori dai rifugi. Ormai è chiaro qual era l’obiettivo: infliggere danni gravissimi alla città colpendo la parte più debole ma anche estranea alla guerra: gli abitanti e i profughi dell’Est privi di protezione da parte delle autorità militari tedesche. Al termine del secondo attacco la città era un gigantesco incendio visibile nel buio della notte a centinaia di chilometri di distanza. Il denso fumo nero che si alzava era causato dalle strutture delle abitazioni che ardevano ma anche dalla combustione di migliaia di corpi di civili. Il terzo attacco, sempre il 14 febbraio, però questa volta in pieno giorno, riversò su Dresda 1500 dirompenti e 50000 incendiarie. Furono impiegate 1350 fortezze volanti e Liberatores 14 ore dopo il primo attacco. Il quarto attacco su una città che continuava ad ardere avvenne il 15 febbraio, durò circa 40 minuti in pieno giorno, e riversò sulla città 900 dirompenti e 50000 incendiarie. Gli ultimi due attacchi furono condotti dall’aviazione americana. L’obiettivo erano ancora i civili, infatti furono utilizzate ancora le incendiarie e soprattutto i terribili "Mosquito" i quali mitragliavano, passando appena sopra i tetti delle case, tutto ciò che si muoveva. Così i civili che miracolosamente erano sopravvissuti furono mitragliati dai piloti americani vicino al fiume e nei parchi cittadini dove l’entità delle distruzioni era minore. L’ultimo attacco ci fu il 2 marzo quandi più di 1200 bombardieri finirono di distruggere il poco che ancora era rimasto in piedi nella città. Anche questa volta lo scalo ferroviario non fu colpito. Perché questa orrenda carneficina? E’ necessario, come sempre quando si analizzano fatti storici, distinguere le ragioni addotte dagli aggressori e le probabili cause dello stesso avvenimento evidenziate dagli storici. Per inglesi e americani Dresda era una città di particolare importanza strategica a livello militare (passaggio di truppe dirette ad Est), industriale (molte fabbriche lavoravano per la guerra) e come snodo ferroviario della Germania centro-orientale. In più gli anglo-americani sostenevano che a Yalta i russi avevano chiesto incursioni aeree alleate sulle città tedesche per facilitare l’avanzata dell’Armata Rossa. Le prime due ragioni erano assolutamente fuori luogo (era impensabile che le truppe tedesche passassero proprio nel centro della città). L’ultima affermazione fu smentita dai russi dopo la guerra. Solo la terza aveva qualche validità. Ma allora perché usare prevalentemente le incendiarie se l’obiettivo era anche il sistema ferroviario di Dresda? Secondo i sopravvissuti al quadruplice attacco i danni che le strutture ferroviarie di Dresda riportarono erano minimi. Solo 3 giorni dopo fu possibile far circolare di nuovo i treni. Invece nella stazione centrale erano stati trovati migliaia di corpi privi di vita a causa delle altissime temperature (fino a 1000 gradi) e dei gas venefici respirati. Non fu neanche attaccato l’aereoporto civile e militare di Dresda-Klotrch nonostante il sovraffollamento di velivoli. Anche l’area industriale fu poco danneggiata. Quali sono allora le cause? Secondo Irving, Dresda potrebbe essere definito il primo episodio della "Guerra fredda" piuttosto che un evento traumatico dei mesi che precedono la fine della II guerra mondiale. Infatti le truppe russe fin dal ’44 avanzavano velocemente e senza ostacoli dispiegando una potenza bellica quasi illimitata in fatto di uomini arruolati. Invece le operazioni anglo-americane nel continente sembravano immobili: il fronte italiano era bloccato lungo l’Appennino tosco-marchigiano e l’avanzata dopo lo sbarco in Normandia procedeva con relativa lentezza. A questo punto il disastroso bombardamento di Dresda serviva anche per mostrare ai russi, i quali avevano ormai occupato gran parte dell’Est europeo, di quale potenza di fuoco disponessero gli alleati. La conferenza di Yalta (4 – 11 febbraio ’45) si era appena conclusa in Crimea e i tre grandi: Roosvelt, Churchill e Stalin avevano diviso l’Europa e il mondo in due grandi aree di influenza politico-economico e militare. Il bombardamento di Dresda doveva servire ai russi per capire che lo stesso trattamento poteva essere riservato a loro se i patti di Yalta nono fossero stati rispettati. Probabilmente la stessa logica è alla base del duplice bombardamento atomico di Hiroscima e Nagasaki voluto da Truman: non tanto per dare la spallata definitiva ad un Giappone ormai agonizzante, quanto per mostrare ai russi quali terribile arma avessero gli americani da far valere nel quadro dei rapporti di forza a livello internazionale. Un’altra causa plausibile per spiegare l’attacco su Dresda riguardava la saldezza del fronte interno tedesco e la necessità di minarne le basi con azioni terroristiche in grande stile. A questo proposito i bombardamenti convenzionali sulla Germania non bastavano più, erano necessarie altre armi terribili come le bombe incendiarie per carbonizzare e terrorizzare migliaia di innocenti. Ma come spiega Irving, nel saggio citato, dopo Dresda non ci furono più altre azioni simili e così il fronte interno tedesco resse fino al suicidio di Hitler e alla cessazione delle ostilità l’8 maggio ’45. I russi arrivarono a Dresda appunto l’8 maggio: il tremendo bombardamento non era servito a "liberare" Dresda neppure un giorno prima della fine della guerra. Se gli obiettivi politico-militari del quadruplice attacco furono un fallimento, il risultato fu un’immane catastrofe per una splendida città e per migliaia di contadini annientati e di bambini bruciati vivi per l’intenso calore, carbonizzati, diventati cenere e asfissiati dal monossido di carbonio e dal fumo. Più di 240 chilometri quadrati della città furono divorati in una solo notte e la città bruciò per 7 giorni e 7 notti. Chi scrive è convinto che la tragedia di Dresda è ancora oggi poco conosciuta al di fuori della Germania. Forse è il destino della storia che esalta i vincitori, nascondendo gli orrori da essi provocati, e denigra eccessivamente i perdenti, misconoscendo come in questo caso le orribili sofferenze patite dai civili inermi. http://www.legnano.org/reteciv/scuol...ovo/DRESDA.htm
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#12 | |
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#13 |
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interessante l'ipotesi che Dresda fu il primo atto di Guerra Fredda insieme alle bombe di Hiroshima e Nagasaki.
D'altro canto la potenza militare Sovietica e del patto di Varsavia era predonderante rispetto alla NATO. In una campagna militare convenzionale la NATO sarebbe crollata in neanche 2 mesi. Da qui la dottrina militare NATO di utilizzare armi nucleari tattiche per fermare le truppe nemiche anche su territorio invaso. Forse davvero Dresda fu una dimostrazione del fatto che gli alleati non avrebbero avuto remore a colpire con armi nucleari pur di fermare l'avanzata di truppe nemiche.... P.S. : anche oggi la dottrina militare NATO della guerra fredda è ancora operativa
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#14 |
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E delle bombe incendiarie su Tokyo? E delle dichiarazioni di Ike "Non esistono Giapponesi civili"? Vogliamo parlarne?
Dresda è uno dei tanti episodi vergognosi che gli USA hanno voluto mettere a tacere col tempo, assieme alle centinaia di migliaia di morti nei campi di concentramento alleati DOPO il 1945. I primi terroristi globali. LuVi |
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#15 |
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mi sono accorto che avevo postato due volte la stessa foto.
ecco l'articolo del Guardian: ![]() Flowers laid in front of a memorial stone at Dresden's Heidefriedhof cemetery. Photograph: Uwe Meinhold/AFP/Getty Images Dresden remembered The attempt by 5,000 neo-Nazis to exploit yesterday's 60th anniversary of the British bombing of Dresden received short shrift in today's German press, but no agreement on how best to tackle the rise of the far-right in the country. The Süddeutsche Zeitung optimistically bills yesterday's turnout by 60,000 citizens to mourn the dead of the February 14 bombing raid as "Dresden Sets An Example Against Right Wing Extremism – Tens of Thousands on The Streets" and the Frankfurter Rundschau headlines it: "Rembering in Dresden – Nazis booed" whilst the Berlin-based Der Tagesspiegel more cautiously reports "5,000 Nazis Disrupt Remembrance In Dresden", but insists that the white rose symbols carried by the city's mourners overcame the hatred of the far-right. Die Welt calls the counter-demonstration by the far-right "a complete flop", with columnist Matthias Kamann commenting: "Whilst 5,000 right-wing radicals were making themselves look ridiculous, countless people in Dresden and beyond did what is self-evident for every German capable of feeling sympathy: they mourned the bombing vicitims. They found the appropriate tone, free of moral relativism, full of the wish for reconciliation. This kind of remembrance cannot be 'overshadowed' by NPD marches. For the right-wing radicals, the 13 February was a complete flop." The British ambassador to Berlin, Sir Peter Torry, yesterday gave a conciliatory interview to Tagesspiegel saying that for the British too, Dresden was a symbol, and that not enough Britons are fully aware of the sufferings of the German people at the end of world war two. It was Sir Peter, of course, who had to steer the Queen through the diplomatic minefield of demands from the tabloid paper Bild for a royal apology during the state visit last November. Although the monarch stopped well short of saying sorry, she was the guest of honour at a charity concert raising funds for the reconstruction of the Frauenkirche - Dresden's cathedral destroyed in the Allied bombing raid.
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#16 | |
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Quindi? Dove vuoi andare a parare? |
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#17 | |
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#18 | |
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#19 | |
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acc...la miccia di LuVi si è accesa ti ricordo che anche i valorosi sovietici ne hanno fatte .... E comunque la strategia di attacco a Dresda fu ideata dagli Inglesi , Churchill in testa. Io non capisco ...sei sempre ad alzo zero verso gli USA? Di default sempre contro?!!!? Mi chiedo come saremmo oggi se a liberarci fossero venuti i Sovietici invece degli Americani.....
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#20 | |
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Non lo so, non chiedere a me non ho esperienza nel campo.. e non ci tengo ad averla. Faccio un passo avanti io, il punto di arrivo è quello di Lu. Vi. ? |
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