SSD, tre unità sopra i 100GB di capienza

SSD, tre unità sopra i 100GB di capienza

Con questa analisi siamo andati a valutare le prestazioni di tre unità a stato solido caratterizzate da una capacità di 100GB o superiore. Tre soluzioni di tre altrettanti produttori, con controller differenti, per riuscire a capire meglio come orientarsi in quello che sta diventando un segmento di mercato sempre più popolato e articolato

di pubblicato il nel canale Storage
 

La metodologia di testing

Uno degli elementi più difficili da affrontare quando si parla di unità a stato solido, riguarda la procedura di testing. Se da un lato è vero che gli SSD sono in grado di far registrare, non appena tolti dalla confezione, prestazioni degne di nota, è innegabile che queste subiscono però importanti decadimenti durante l'impiego dell'unità. Questo decadimento prestazionale, più marcato con le unità a stato solido che per prime sono state immesse sul mercato, è stato oggetto degli sforzi da parte di molti produttori. Riuscire a fornire uno scenario di test che tenga in considerazione tutti questi elementi rappresenta quindi lo scoglio principale. In questo senso abbiamo impiegato una suite di benchmark sintetici che è stata sfruttata per valutare le unità SSD appena tirate fuori dalla scatola mentre il solo HDTune è stato sfruttato dopo averle riempite al 25, 50 e 75%.

Questi i software impiegati per la nostra analisi:

1. AS SSD - velocità di lettura e velocità di scrittura - transfer rate

2. ATTO 2.46 - velocità di lettura e velocità di scrittura - transfer rate

3. HD Tune Pro - velocità di lettura e velocità di scrittura

4. HD Tach - velocità di lettura e velocità di scrittura

La suite di benchmark è stata eseguita, come abbiamo scritto in precedenza, sia a disco completamente nuovo e vuoto, sia dopo averlo riempito al 25, 50 e al 75% della sua capacità nominale. Questa scelta è stata dettata dalla necessità di simulare l'utilizzo del disco e il suo graduale riempimento. Per riempire il disco gradualmente abbiamo utilizzato una tool sviluppato internamente e in grado di scrivere un pattern di dati fisso composto da file variabili dai 4k ai 512MB: questa metodologia rappresenta al momento l'unico possibile approccio ripetibile per ogni unità ed è utile per simulare un progressivo utilizzo del disco. Come è infatti noto le unità a stato solido soffrono di un decadimento prestazionale in relazione all'utilizzo: in questo modo saremo così in grado di avere una importante indicazione di quanto le prestazioni cambino di unità in unità e da controller a controller. Ecco le caratteristiche hardware della piattaforma di test:

  • Processore: Intel Core i7 920 , clock 3,2 GHz con tecnologia Turbo Mode attiva;
  • memoria RAM: 3x2 Gbytes Corsair TR3X6G1600C8D; frequenza di clock 1.600 MHz con timings pari a 8-8-8-24;
  • Hard disk: Western Digital WD7500AAKS, 750 Gbytes SATA 7.200 rpm;
  • Scheda madre: Gigabyte GA-X58A-UD7, chipset Intel X58;
  • Sistema operativo: Windows 7 Ultimate 64bit, con tutti i più recenti fix rilasciati da Microsoft;
  • Alimentatore: ToPower 1.100 Watt.

 

 
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