WiFi pubblico, tempo di una svolta?

Il WiFi pubblico italiano è gravato da limitazioni che da anni pesano sulla diffusione del servizio in locali pubblici. Un'anomalia quasi esclusivamente italiana, ma che potrebbe presto sbloccarsi grazie a una proposta ritenuta valida da tutto l'arco parlamentare
di Alessandro Bordin pubblicato il 07 Ottobre 2010 nel canale SistemiIl WiFi pubblico e le restrizioni causa forza maggiore
La data del 7 luglio 2005 è tristemente famosa nella recente storia europea. In quel giorno una serie di attentati sconvolsero Londra, causando 52 morti e 700 feriti per le esplosioni ad opera di attentatori suicidi. Un attacco portato direttamente al cuore della città, nell'ora di punta, a danno di persone che affollavano alcune stazioni del trasporto pubblico.
Non stupisce quindi che l'onda di emotività, fortemente giustificata da fatti concreti, abbia portato molte persone, compresi i legislatori, ad adottare un atteggiamento molto più guardingo rispetto allo status quo ante. Si potrebbe discutere molto sulle modalità e sull'effettiva efficacia di molte delle norme anti-terrorismo introdotte in buona parte del mondo occidentale e non solo, ma non è questo ovviamente il luogo adatto, né lo è la testata, di sua natura pensata per la divulgazione di contenuti legati alla tecnologia.
Cosa lega gli attentati di Londra con il titolo di questo breve articolo? In Italia, all'epoca dei fatti, venne emanato un Decreto Legge (27 luglio 2005, n.144), volto ad adottare misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale, giustificato sia dal momento storico particolare, sia dalla necessità di rassicurare l'opinione pubblica su mosse concrete attuate dai governi in tempi rapidi.
Il Decreto Legge n. 144 del 27 luglio 2005 (noto anche come decreto Pisanu) fornisce, nella sua interezza, indicazioni volte a prevenire atti di terrorismo estendendo alcuni poteri a livello investigativo e non solo. Vi si trovano voci come "Colloqui a fini investigativi per il contrasto del terrorismo" (Art. 1), "Permessi di soggiorno a fini investigativi" (Art. 2), "Nuove norme in materia di espulsioni degli stranieri per motivi di prevenzione del terrorismo" (Art. 3), "Nuove norme per il potenziamento dell'attività informativa" (Art. 4), "Unità antiterrorismo" (Art. 5), "Nuove norme sui dati del traffico telefonico e telematico" (Art. 6), "Integrazione della disciplina amministrativa degli esercizi pubblici di telefonia e internet" (Art. 7), "Integrazione della disciplina amministrativa e delle attività concernenti l'uso di esplosivi" (Art. 8).
Gli articoli che hanno attinenza col campo della tecnologia sono il 6 e il 7, sebbene sia quest'ultimo a balzare agli onori delle cronache di questi giorni, come vedremo in seguito. Passiamo quindi ad analizzare la situazione attuale e le conseguenze che gravano sul mondo delle telecomunicazioni, soggetto a norme restrittive indotte da situazioni di pericolo.