Intel, cosa ci riserva il futuro fra pochi anni?

Intel approfitta del Computex 2007 per riprendere alcune tematiche esposte all'IDF di pechino, oltre che per presentare i nuovi chipset della serie 3. Grande importanza in ogni caso alle tentenze future, che secondo Intel passano senza alcun dubbio attraverso gli UMPC, Ultra Mobile PC, destinati a cambiare il nostro modo di vivere
di Alessandro Bordin pubblicato il 18 Giugno 2007 nel canale SistemiIntel
UMPC, la risposta a tutti i dubbi
Intel dunque fa notare come il primo problema di compatiblità sia praticamente risolto in modo automatico, se il dispositivo portatile con il quale si intende visualizzare un contenuto web fosse un UMPC. Questi apparecchi sono infatti PC a tutti gli effetti, con tutto il bundle software necessario e con monitor sicuramente inferiori a quelli dei modelli portatili e desktop, ma che costituiscono un passo avanti rispetto a cellulari e SmartPhone, oltre ad essere in grado di visualizzare pagine web in modo più che decente. Nel secondo problema, quello della potenza degli apparecchi, Intel si sente tirata in causa in prima persona, essendo soprattutto un'azienda produttrice di chip.
Intel ha mostrato una roadmap dei chip che vedremo l'anno prossimo, che saranno indicati con il nome in codice Menlow. Rispetto alle soluzioni attuali McCaslin saranno disponibili prestazioni superiori del 10% ed il supporto nativo a comunicazioni vocali e a sistemi operativi alternativi a Windows Vista, incentrati su Linux. Inferiori invece saranno le dimensioni e il consumo energetico.
Come anticipato anche in occasione dell'IDF di Pechino, Intel intende portare all'interno degli UMPC che adotteranno i propri processori e chipset il supporto a sistemi operativi alternativi a Microsoft Windows nelle varie declinazioni. Se da una parte i sistemi operativi di casa Microsoft sono garanzia di compatibilità se non con gli standard W3C, con la maggior parte dei siti web esistenti, dall'altra sono caratterizzati da un codice particolarmente gravoso, che potrebbe mettere in crisi l'usabilità dei prodotti di fascia bassa.
L'apertura a Linux, nella versione Ubuntu, nasce quindi con la necessità di poter contare su un sistema operativo dal codice snello ed in grado di offrire compatiblità abbastanza elevata con i siti esistenti, grazie ad una evoluzione del software in opera già da tempo.