Coronavirus: su Amazon prodotti che si dichiarano efficaci ma privi di certificazione

Coronavirus: su Amazon prodotti che si dichiarano efficaci ma privi di certificazione

Amazon ha avuto un incontro con esponenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per ripulire il noto e-commerce da prodotti reclamizzati inopportunamente come rimedi contro il Coronavirus

di pubblicata il , alle 17:01 nel canale Web
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Su Amazon proliferano i prodotti che costituirebbero un rimedio contro il Coronavirus pur non essendoci alcuna garanzia a riguardo. Si tratta principalmente di disinfettanti, vitamine e mascherine che, secondo le descrizioni e lo stesso titolo dell'inserzione su Amazon, aiuterebbero a debellare il Coronavirus o a ridurre le possibilità di contrarlo. In realtà, non c'è alcuna certificazione o certezza in tal senso.

Nei giorni scorsi si è tenuto a Menlo Park, nella sede di Facebook in California, un incontro con esponenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per discutere le strategie di prevenzione della disinformazione sul Coronavirus, una vera e propria piaga in questa delicata fase che contribuisce a creare una percezione inesatta sulla gravità del problema. Oltre ad Amazon, vi hanno fatto parte delegazioni di Google, di Twitter e della stessa Facebook, come riporta la Cnbc. Amazon, come gli altri giganti del web, deve fare i conti con tale tipo di disinformazione.

Amazon

In seguito all'incontro, Amazon ha diffuso un messaggio ai venditori di terze parti ospitati sull'e-commerce in modo da scoraggiarli a promuovere “fake news sanitarie”. Si cerca di fare da deterrente alla diffusione di messaggi che possano far erroneamente credere che un dato prodotto possa in qualche modo essere utile contro la diffusione del Coronavirus, in assenza di certificazione medico-scientifica.

Amazon sta cercando di attaccare anche le false pubblicità secondo le quali certe mascherine proteggerebbero dal contagio. Ricordiamo, invece, che l'uso della mascherina è consigliato solo se si sospetta di aver contratto il Coronavirus per evitare di trasmetterlo, quando si assiste una persona malata o se ci si trova in luoghi pubblici affollati. Alcuni di questi venditori di terze parti, infatti, stanno "cavalcando" la psicosi che le ultime notizie sul Coronavirus hanno contribuito a creare, vendendo dei prodotti inutili o completamente inefficaci contro l'epidemia. Non mancano libri che alimentano la paura del virus o che forniscono false soluzioni su come prevenirlo.

I venditori possono tornare a vendere i loro prodotti solo a patto che vengano eliminate le false “indicazioni mediche”. Basta fare una rapida ricerca anche sulla versione italiana con la parola "Coronavirus" per ottenere un cospicuo elenco di prodotti, che già nell'intestazione riportano proprio il nome del virus.

Andy Pattison, referente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per quanto riguarda i rapporti con le grandi aziende del mondo della tecnologia, si ritiene soddisfatto dell'incontro, sempre stando ai report della Cnbc. "Qualcosa sta cambiando nei rapporti con le Big Tech" ha detto Pattison, che vede da parte di queste grosse aziende un impegno più serio rispetto a quello dimostrato nel passato nella lotta alle notizie false.

Pattison, inoltre, ha chiesto a queste aziende di intervenire in prima persona sulle false notizie sul Coronavirus, piuttosto che affidarsi ad aziende di terze parti. "Twitter, YouTube e altri siti di social media sono ancora inondati di disinformazione", ha dichiarato Pattison, che si riferisce al problema con il termine di "infodemia". Ha anche affermato che alcune di queste aziende sono più avanti di altre nella lotta alla disinformazione sul Coronavirus. "Lo scopo era quello di creare i presupposti per il cambiamento, e ha funzionato bene", ha detto Pattison. “Ho incoraggiato la collaborazione e l'innovazione. La crisi si è rivelata un'ottima occasione per iniziare a ragionare insieme sul problema della disinformazione".

Un modo attendibile per seguire l'effettiva diffusione del Coronavirus, quasi in tempo reale, è la mappa della Johns Hopkins University.

7 Commenti
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X3n024 Febbraio 2020, 17:27 #1
dovrebbero esserci serie ripercussioni per questi sciacalli
CYRANO24 Febbraio 2020, 17:45 #2
Tipo questo ?



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Còssàsàsàs
theboy24 Febbraio 2020, 18:32 #3
Originariamente inviato da: CYRANO
Tipo questo ?


che magari un buon climatizzatore fa meglio
giugas24 Febbraio 2020, 18:38 #4
Che vergogna!
icoborg24 Febbraio 2020, 21:38 #5
fosse solo quello ...troppa roba spacciata per altro c'è
ZannaMax25 Febbraio 2020, 22:05 #6
Originariamente inviato da: CYRANO
Tipo questo ?



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Segnalato
Mparlav26 Febbraio 2020, 17:29 #7
http://www.ansa.it/sito/notizie/top...dbb06e867b.html

MILANO, 26 FEB - Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano ha effettuato acquisizioni di documenti e dati nelle sedi di Amazon e eBay nell'ambito dell'inchiesta dei procuratori aggiunti Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco sulle "manovre speculative" nelle vendite a prezzi folli di mascherine, gel disinfettanti e altri prodotti sanitari in questi giorni di emergenza Coronavirus. Il fascicolo, che ipotizza speculazioni sui prezzi di "generi di prima necessità", è a carico di ignoti.

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