Escobar Inc.: una frode che porta il marchio del noto narcotrafficante, il CEO confessa
Olof Gustafsson, ex CEO di Escobar Inc., ha ammesso la colpevolezza per frode e riciclaggio. L’azienda, legata al fratello di Pablo Escobar, vendeva smartphone pieghevoli, lanciafiamme e iPhone placcati in oro mai consegnati
di Vittorio Rienzo pubblicata il 23 Luglio 2025, alle 17:24 nel canale TelefoniaPromettevano smartphone pieghevoli dorati a prezzi stracciati, gadget ispirati a Elon Musk e persino la prima criptovaluta fisica al mondo, ma i più fortunati hanno ricevuto un libro autocelebrativo. Dietro l’immagine accattivante di Escobar Inc. si celava un (piuttosto banale) schema fraudolento. Oggi, dopo anni di indagini e sospetti, la vicenda trova un epilogo giudiziario: Olof Gustafsson, amministratore delegato dell’azienda, si è dichiarato colpevole per frode postale e telematica e per riciclaggio di denaro.
Fondata da Roberto Escobar, fratello del tristemente noto narcotrafficante Pablo, Escobar Inc. si era lanciata nel settore tecnologico nel 2019 con l’Escobar Fold 1, venduto a soli 349 dollari. In realtà, si trattava di un Royole FlexPai riconfezionato, mentre il successivo Fold 2 –offerto a 399 dollari – era un Samsung Galaxy Fold (difettoso o reso) mascherato sotto una pellicola dorata, come denunciato pubblicamente dal tech influencer Marques “MKBHD” Brownlee.
Nel 2020, Roberto Escobar citò perfino in giudizio Apple a causa di alcuni problemi riscontrati con una chiamata fraudolenta ricevuta su FaceTime. Al tempo, Escobar chiese perfino un risarcimento da ben 2 miliardi di dollari per "afflizione morale" a causa di quella chiamata.
Le operazioni dell’azienda erano focalizzate principalmente sul marketing degli influencer e sulla creazione di un'apparente legittimità. Ma la maggior parte degli acquirenti non riceveva mai il prodotto promesso. In alternativa, venivano spediti certificati di possesso, libretti e altro materiale promozionale. Questo escamotage consentiva all’azienda di generare prove di spedizione sufficienti a respingere eventuali richieste di rimborso.
Tra il 2019 e il 2020, secondo gli atti del tribunale, Gustafsson ha trasferito oltre 307.000 dollari truffando centinaia di clienti. Il listino comprendeva non solo i due smartphone pieghevoli, ma anche iPhone placcati in oro offerti a 500 dollari, un clone del celebre “Not-a-Flamethrower” di Elon Musk venduto a 250 dollari e la misteriosa “Escobar Cash”, pubblicizzata come la prima criptovaluta fisica.
In realtà, l’unico scopo di queste vendite era generare transazioni documentabili, senza la reale intenzione di evadere gli ordini. Solo pochi influencer ricevevano effettivamente i prodotti, spesso a loro insaputa, trasformandosi inconsapevolmente in veicoli pubblicitari della truffa.
Oggi Gustafsson rischia fino a 20 anni di carcere per ciascuna delle accuse di frode e 10 anni per ogni capo d’imputazione relativo al riciclaggio. Nell’ambito dell’accordo con l’accusa, ha accettato di rimborsare fino a 1,3 milioni di dollari, inclusi fondi congelati in conti bancari svedesi. La sentenza definitiva è attesa per il 5 dicembre presso un tribunale di Los Angeles.










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3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoStrano che non offrisse anche il conto corrente online.
Altrimenti subito !
Però dai, sono notizie come queste che ti fanno sentire migliore.
[SPOILER]...visto e considerato che una sacco di gente gli ha dato soldi per davvero ![/SPOILER]
Ti si alza subito l'autostima.
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