La grande migrazione di Microsoft: addio alla produzione cinese nel 2026
L'azienda di Redmond intende trasferire la maggior parte della produzione di Surface, server per datacenter e console Xbox al di fuori del territorio cinese a partire dal 2026, coinvolgendo componenti critici e processi di assemblaggio
di Nino Grasso pubblicata il 16 Ottobre 2025, alle 16:41 nel canale SistemiMicrosoft
Microsoft ha comunicato ai propri fornitori l'intenzione di ridisegnare completamente la propria catena produttiva, spostando la manifattura della maggior parte dei nuovi prodotti al di fuori della Cina a partire dal 2026. La decisione, riportata da Nikkei Asia, riguarda in particolare i laptop e tablet della linea Surface e i server destinati ai datacenter, prodotti considerati particolarmente sensibili dal punto di vista strategico.

L'azienda di Redmond avrebbe chiesto ai partner della supply chain di prepararsi a trasferire anche la produzione di componenti critici e l'intera filiera manifatturiera, non soltanto le linee per l'assemblaggio finale dei prodotti. Secondo quanto riportato dalle fonti, Microsoft punta a garantire che almeno l'80% dei materiali utilizzati per i server provenga da regioni esterne al territorio cinese. La società avrebbe già avviato il processo di trasferimento per una porzione consistente della produzione di server dall'anno scorso, proprio per via della delicatezza di questi dispositivi.
Amazon Web Services e Google stanno percorrendo strategie analoghe per proteggere le proprie catene di approvvigionamento. AWS sta accelerando i processi per ridurre la dipendenza dai fornitori cinesi, specialmente per quanto riguarda i server destinati ai datacenter con architetture AI, valutando anche la possibilità di sostituire partner storici come i produttori di PCB. Google, dal canto suo, sta ampliando le capacità produttive di server nel sud-est asiatico, concentrandosi in particolare sulla Thailandia, dove alcuni assemblatori starebbero raddoppiando la capacità costruendo nuovi stabilimenti.
L'azienda di Redmond sta promuovendo attivamente lo spostamento della manifattura al di fuori della Cina anche per quanto riguarda la produzione delle console Xbox, ma sembra attuare in questo caso un approccio più graduale rispetto a quanto pianificato per i dispositivi Surface e server. Le difficoltà tecniche nell'implementazione di una simile transizione non vanno sottovalutate: spostare le linee di assemblaggio risulta relativamente semplice, ma ridurre la dipendenza cinese a livello di componenti individuali rappresenta una sfida molto più complessa, specialmente considerando i tempi ristretti.
Le motivazioni dietro a questa scelta sembrano essere legate alle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, che hanno raggiunto livelli preoccupanti nelle ultime settimane. La Cina ha recentemente introdotto controlli più stringenti sulle esportazioni di terre rare e materiali per batterie, elementi fondamentali per la produzione di chip, automobili e dispositivi elettronici. Dall'altra parte, Washington ha risposto minacciando ulteriori dazi, con il presidente Trump che ha proposto tariffe aggiuntive del 100% per il mese di novembre se Pechino non ritirerà le restrizioni. Le nuove regolamentazioni cinesi, destinate a entrare in vigore entro fine anno, potrebbero richiedere alle aziende di ottenere licenze da Pechino anche per commercializzare prodotti al di fuori del territorio cinese.
Altre aziende tecnologiche hanno già anticipato Microsoft in strategie simili. Apple, Samsung e Google hanno cominciato a esportare smartphone e altri dispositivi da paesi come Vietnam e India dopo aver trasferito le unità produttive. La riduzione della dipendenza produttiva dalla Cina sta aprendo opportunità decisamente importanti per le nazioni dell'Asia meridionale e del sud-est asiatico, che stanno progressivamente acquisendo competenze manifatturiere un tempo appannaggio quasi esclusivo del gigante cinese.










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3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLa Cina stessa ha spostato alcuni impianti produttivi dalle zone costiere a zone molto più interne. Ufficialmente è per favorire lo sviluppo delle zone interne (meno sviluppate delle zone costiere), c'è chi dice che invece possa essere per sottrarle ad eventuali attacchi in caso di conflitto...
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