Interfacce cervello-computer, la Cina prepara la tabella di marcia: obiettivo 2030
Sette ministeri cinesi definiscono una strategia nazionale per le interfacce cervello-computer: obiettivi tecnici al 2027, ecosistema industriale sicuro e affidabile al 2030
di Andrea Bai pubblicata il 29 Agosto 2025, alle 11:31 nel canale Scienza e tecnologiaIl 6 agosto 2025 è stato pubblicato sul portale del governo cinese il documento ufficiale “Opinioni per promuovere lo sviluppo innovativo dell’industria BCI”: il testo, co-firmato da sette dipartimenti tra cui il Ministero dell'Industria e la Commissione Nazionale della Sanità, indica una tabella di marcia per la creazione di un settore produttivo nazionale dedicato alle interfacce brain-computer. Viene fissato il 2027 come anno entro cui sviluppare le capacità produttive per elettrodi, chip e sistemi completi rispondenti a standard qualitativi internazionali, mentre per il 2030 l'obiettivo è il raggiungimento di un ecosistema industriale sicuro e affidabile con 2-3 imprese di rilievo globale e una filiera competitiva a livello mondiale.
Il piano cinese si articola in cinque direttrici: rafforzamento di hardware e software di base, sviluppo di prodotti ad alte prestazioni, spinta a trasferimento tecnologico e industrializzazione, crescita dei campioni nazionali, potenziamento di standard, etica e talenti.
Cinque direttrici per un totale di 17 misure, che includono: chip per la raccolta/decodifica dei segnali neurali ad alto canale e bassi consumi, comunicazione ultra low-power ad alta affidabilità, software di decodifica in tempo reale, standardizzazione tecnica, piattaforme di test e linee pilota per la pre-serie, oltre a prodotti BCI non impiantabili in form factor come fronte/cranio/orecchio, caschi, occhiali e cuffie. Il documento prevede l’uso delle BCI in tre scenari: manifattura e sicurezza industriale (hazmat, nucleare, miniere, elettricità), sanità e riabilitazione, consumi e vita quotidiana. Tra i target clinici rientrano il controllo di cursori, arti robotici ed esoscheletri, oltre al potenziale monitoraggio in tempo reale di parametri cerebrali per prevenzione e gestione di patologie neurologiche; è menzionato anche il miglioramento di dispositivi affini quali DBS e impianti cocleari. La produzione di massa di dispositivi non impiantabili potrebbe inoltre beneficiare della base manifatturiera consumer cinese.

Pechino sta costruendo un quadro nazionale in cui politiche centrali e iniziative locali si rafforzano: la municipalità di Beijing ha varato un piano quinquennale 2025-2030 su laboratori chiave, piattaforme open, big data BCI e catene di trasferimento rapide “ricerca–validazione–trasformazione”. In parallelo, a livello nazionale vengono diffuse notizie relative al lancio di nuove linee prodotto e consorzi per accelerare la clinica, segno di un’accelerazione della filiera e dell’interesse all'istituzione di cluster e parchi industriali tematici.
L'iniziativa del governo cinese è una chiara risposta all'attività che gli USA già stanno portando avanti in questo campo, dove operano attori come Neuralink, Synchron e Paradromics, che attualmente sono impegnate in attività di sviluppo e sperimentazione sul campo, senza però ancora alcuna soluzione commerciale. A quanto pare, invece, la Cina mira a passare rapidamente dalla ricerca alla commercializzazione con una spinta di sistema.
La roadmap sottolinea con enfasi la costruzione di un sistema di standard per dispositivi, software e test, insieme al consolidamento di un quadro etico e di governance con cooperazione interdipartimentale e partecipazione sociale, inclusa la formazione di talenti e l’istituzione di accademie dedicate. Il focus regolatorio comprende anche il riconoscimento di voci tariffarie sanitarie e linee guida per la valutazione, a supporto dell’adozione clinica e dell’integrazione nei percorsi di cura e riabilitazione, riducendo i colli di bottiglia di accesso.










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1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNonostante gli annunci eclatanti di Neuralink e soci, i risultati ottenuti sono più o meno gli stessi da 30-40 anni a questa parte, e permangono due problemi fondamentali irrisolti, e di difficile soluzione:
- questi sistemi sono puramente associativi (e peraltro associano in maniera assai grossolana): non capiamo nulla o quasi nulla di ciò che fa il cervello, del perché ecc... ciò in teoria pone meno problemi a obiettivi motori, ma ne pone di grandi per altre funzioni (percezione ad es.), e i primi senza le seconde sono assai limitati.
Per dirla con la nota battuta di un neuroscienziato sulla DBS, non sappiamo né perché né come funziona, ma se paragoniamo il funzionamento cerebrale normale alla perfetta esecuzione al piano di un pezzo di Mozart, è come se noi stessimo tirando martellate a casaccio sulla tastiera.
L'ordine di distanza è questo, e parliamo di una delle due sole applicazioni di una discreta efficacia (almeno in parte dei casi), testata da decenni.
- i materiali usati, sostanzialmente gli elettrodi, oltre a fare danni irreparabili quando sono inseriti (danni sostanzialmente casuali), provocano quasi sempre reazioni di rigetto/infiammatorie a medio-lungo termine, così che il sistema smette di funzionare e va sostituito (se possibile) con una nuova operazione neurochirurgica, nuovi danni ecc...
E' molto probabile che per fare dei sostanziali passi avanti dovremmo cambiare completamente materiali, e anche in questo caso la strada è molto lunga.
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