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#1 |
Member
Iscritto dal: Feb 2003
Messaggi: 39
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Il futuro della professione ingegnere
Al ritorno dalle meritate ferie vorrei aprire un dibattito il più possibile costruttivo sul futuro della professione dell'ingegnere nei diversi settori di attività.
Dalle prime esperienze di diversi colleghi dell'università mi trovo di fronte una situazione a dir poco imbarazzante e piuttosto generalizzata che porta i laureati in ingegneria a ricoprire cariche del tutto inappropriate sia dal punto di vista economico/contrattuale che nelle attività da svolgere. Questo accade in tutte le specializzazioni, forse una leggera differenza si può apprezzare per il campo Edile/Civile dove comunque si è avuto ugualmente un certo livellamento al basso della figura dell'ingegnere. Non va male a tutti quanti, c'è anche chi con un po' di fortuna ha trovato il proprio spazio in aziende serie ed opera utilizzando buona parte delle conoscenze acquisite durante gli anni di studio, ma purtroppo queste sono le eccezioni e non la normalità. Nella maggior parte dei casi da me raccolti vedo laureati nel settore meccanica/materiali che si ritrova a disegnare 8 ore al giorno al CAD progetti fatti da altri, elettronici che o sono a spasso o disegnano pure loro circuiti progettati da altri... qualche fortunato fa trasferte dai clienti, gestionali che tengono dietro alle scorte di magazzino (fino a ieri lo faceva il capo magazzinieri che certo non aveva bisogno di una laurea in ingegneria), infine gli informatici che operano sì nel loro campo sfruttando molte conoscenze acquisite all'università, ma si ritrovano con contratti da fame e in mano ad aziende che possono scoppiare da un momento all'altro. Se a questo vogliamo aggiungere la tensione fra ordine degli ingegneri e ministero dell'istruzione visti i problemi creati dalla convivenza nell'ordine di iscritti in possesso di laurea vecchio ordinamento, laurea specialistica e laurea triennale.... In altre parole la situazione si sta evolvendo nella direzione sbagliata e non parlo solo di aspetti economici, pur importanti, ma soprattutto della figura professionale dell'ingegnere in se che si sta rapidamente trasformando in tecnico specializzato e a questo punto mi domando: e i nuovi periti cosa diventeranno ?? Non oso immaginare.... Sarò lieti di verificare le vostre impressioni ed esperienze di lavoro nel campo dell'ingegneria. Prego di non creare inutili e sterili discussioni filosofiche come ho visto in altri thread. Saluti a tutti e mi raccomando, come dice Tonino Guerra : "Ma come si fa a non essere ottimisti!!!!!"
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3DFX MAI NESSUNO MEGLIO DI TE! |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Messaggi: 773
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Ciao,
E' un problema che anch'io ho preso in considerazione, anche se da una prospettiva probabilmente diversa, dato che devo iscrivermi all'università e stavo vagliando l'ipotesi, attualmente abbandonata per i motivi che sto per citare, di iscrivermi ad ingegneria (informatica). Secondo me, il punto centrale del problema consiste nel fatto che, ogni anno e da ogni università italiana, escono centinaia e centinaia di ingegneri, causando un sovrannumero non trascurabile, soprattutto nel campo informatico. E' per questo, quindi, che al giorno d'oggi troviamo ingegneri con anni ed anni di studio alle spalle, che magari avevano iniziato scegliendo ingegneria proprio per le vaste opportunità lavorative, che oggi si trovano a spasso, o quasi. Per quel che mi riguarda, visto l'attuale andamento, come sarà la situazione tra 3/5 anni? La laurea in Ingegneria sarà ancora una valida base lavorativa, come lo è stata in passato, ma come, forse, non lo è più? Per questo mi sto sempre più orientando verso la facoltà di scienze matematiche ed il corso "matematica per l'informatica"...tanto al giorno d'oggi non posso sapere come sarà il mercato tra 5 anni. Saluti ![]() |
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#3 |
Member
Iscritto dal: Jun 2005
Messaggi: 151
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Io quest'anno inizio l'università e mi sono iscritto a ingegneria aerospaziale........ un mio amico ke si è laureato 3 anni fa stesso indirizzo , al quarto anno di università aveva già ricevuto 3 offerte di lavor........ fra 2 mesi parte e va in america dove ha stipulato un contratto. Credo ke le possibilità di lavoro dipendono molto dall'indirizzo scelto
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Tutto l'universo solo per noi terrestri............... sarebbe spazio sprecato |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Messaggi: 773
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Beh considera che gli scienziati italiani sono molto richiesti all'estero, dove ci sono possibilità più o meno per chiunque sia disposto a spostarsi...il problema è in Italia...
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 2164
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che sto paesello sia agli ultimi posti per la qualità del lavoro e la valorizzazione delle competenze è risaputo
che ormai pure gli ingegneri vengono presi per il culo, sottopagati o presi a stages gratuiti per fare lavori che non richiedono una laurea anche che se non trovi prospettive allettanti qua ti prendi un bel biglietto di sola andata per l'estero pure e se mi mandano in magazzino gli do fuoco ![]() ps: la storia del sovrannumro è una balla creata ad hoc per sottopagare la gente... diciamo che c'è la mentalità che i laureati dovrebbero lavorare gratuitamente e mangiare merda a mò di espiazione. una volta la chiamavano gavetta e imparavi il mestiere, adesso è sfruttamento bello e buono. quel genere di imprenditori martellateli, verbalmente e fisicamente, a forza di accettare tutto e oltre per "umitlà" arrveremo a fare tre anni di praticantato gratuito come gli avvocati mentre all'estero ti strapagano ( rispetto a qui) anche da neoassunto
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IN ANUBIS WE TRUST
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#6 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Messaggi: 773
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Beh se ci pensi non è così una balla la storia del sovrannumero...ti faccio l'esempio con l'università di Palermo (che è quella che frequenterò): alcuni corsi di ingegneria sono a numero chiuso con 120 posti...si presuppone, quindi, che un gran numero di iscritti, tra tutti i corsi, vada avanti fino a laurearsi e sommarsi a tutti gli altri ingegneri provenienti da ogni università italiana...quello che io penso è: "se ogni anno si laureano tutti questi ingegneri, tra 5 anni quanto posto ci sarà per me? Non rischio di trovare il posto che mi compete già occupato e di finire a fare qualcosa che non ha nulla a che vedere con la mia laurea?".
Secondo me, è meglio entrare in un campo meno inflazionato. Ultima modifica di Alexhat : 12-08-2005 alle 17:38. |
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#7 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 2164
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è il MENO inflazionato. che vuoi fare? architettura? sc delle comunicazioni? o lauree umanistiche? legge? in quei settori sì che hanno sovrabbondanza di laureati al polimi gli anni passati non raggiungevano il numero massimo disponibile... e poi poche palle, se le aziende cercano gente formata devono essere disposte a formarla sul campo e mantenere i talenti a suon di €€€, qua nessuno lavora per la gloria ![]()
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IN ANUBIS WE TRUST
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#8 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Messaggi: 773
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#9 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 2164
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la ricerca non è poi cosa per tutti...
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IN ANUBIS WE TRUST
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#10 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Messaggi: 773
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Che le aziende prediligano gli ingegneri è vero, però quello che voglio dire io è che con la gran quantità di ingegneri che ci sarà, credo, in futuro, non si può dire se un neo-ingegnere avrà meno difficoltà ad inserirsi rispetto ad un neo-matematico/fisico/chimico o viceversa...è 1po' come è stato per giurisprudenza nel passato (ora c'è un numero spropositato di avvocati, ma quelli che dominano sono sempre gli stessi...anche se ovviamente il paragone è molto azzardato).
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#11 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Treviso
Messaggi: 1156
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Il problema non si pone, fanno cose diverse...
I chimici sono chimici, gli ingegneri chimici sono ingegneri chimica..poco ma sicuro, che c'è più bisogno dei chimici! E' come sc. dei materiali e ing. dei materiali...il primo sta in laboratorio a monte del processo di produzione, è ricerca a basso livello (non nel senso di "scarso") mentre gli ingegneri si occupano di cose più da ingegneri. Se li metti in un laboratorio gli ingegneri (come ogni teorico) fa disastri. Per i fisici, boh, dipende... Matematici se ne laureano talmente poche che trovano tutti un posto (decente)... Per le sc. biologiche si è messi male... Ovvio che poichè di iscritti a scienze matematiche fisiche ce ne sono di meno (MOLTI di meno) magari sul punto di vista occupazionale qualcosa si guadagna, ma cambia motlo da un corso di laurea ad un altro!
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Non ho niente altro da offrire alle altre persone, se non la mia stessa confusione something cold is creepin' around, blue ghost is got me, I feel myself sinkin' down L'arte non insegna niente, tranne il senso della vita |
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2001
Città: Dundee, Scotland
Messaggi: 467
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Il punto è che il 99% di posizioni per neo-laureati non richiedono competenze particolari e potrebbero essere occupate da scimmie intelligenti. La chiave di tutto è specializzarsi in un settore e uscire dalla massa di neolaureati "anonimi". A quel punto ti puoi permettere di prendere parte del gioco domanda/offerta. |
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#13 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: VR-PD
Messaggi: 11696
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Diciamo anche trenta ![]()
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#14 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2005
Città: Milano (MI)
Messaggi: 2379
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Secondo me questa tua affermazione è verissima, ma mi sorge una domanda (o meglio una catena di domande): io vado all'università, ho i miei esami da fare, che ovviamente servono per prendere il pezzo di carta e per il lavoro a un bel tubo, perchè devo anche sobbarcarmi del lavoro supplementare per: 1) trovare un campo molto specializzato che sia in crescita e possibilmente mi piaccia 2) mettermi a studiarmelo DA SOLA quando pago la retta universitaria perchè mi vengano spiegate le cose non c'è qualcosa che non funziona in tutto questo? |
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2001
Città: Dundee, Scotland
Messaggi: 467
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Ad ogni modo l'università non può imboccare tutto con il cucchiaino e sopratutto se ci si basa solo sull'università TUTTI i CV di persone laureate nella stessa facoltà sono identici. La differenza la fa la passione, la voglia di apprendere cose nuove e il desiderio di emergere. |
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#16 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: VR-PD
Messaggi: 11696
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Il problema grosso é l' ignoranza abissale che pervade la "classe dirigente" a ogni livello , fino al semplice caporeparto , per loro un superspecializzato che si é fatto il mazzo tanto e il neolaureato che dice che sa fare quella cosa , anche se non l' ha mai vista , sono identici , tranne che nel prezzo , quindi prendono quello che costa meno , se hanno fortuna si impegna e diventerà bravo , se hanno sfortuna non farà niente per 8 ore al giorno , ma tanto la loro ignoranza gli impedirà di vedere quale sia il risultato , la differenza tra uno bravo che fa le robe per bene e uno scarso che lavora alla <organo sessuale> di cane per loro é una sfumatura invisibile . Anzi , uno bravo spesso e volentieri si rende conto delle stupidaggini che dicono e chiedono e finisce per rendersi antipatico perché "dice sempre di no" , ne ho visti tanti di bravi mandati via , ma i leccaculo e gli incompetenti mai .
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#17 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2001
Città: Dundee, Scotland
Messaggi: 467
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"Il punto è che il 99% di posizioni per neo-laureati non richiedono competenze particolari e potrebbero essere occupate da scimmie intelligenti." Per posizioni banali un neolaureato non specializzato può in qualche modo bastare. Ci sono situazioni però dove o ti rivolgi ad una persona specializzata o il lavoro non si fa proprio. |
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#18 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: VR-PD
Messaggi: 11696
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![]() In informatica non esiste niente che non si possa imparare .
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#19 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2001
Città: Treviso
Messaggi: 1156
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Il fatto è che le aziende vogliono subito giovani con esoperienza pluriennale...sanno che usciti dall'uni non si sa poi molto per lavorare, ma nel contempo hanno smesso di investire per poter insegnare a questi giovani il loro futuro lavoro.
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#20 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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E' un fatto che la laurea in ingegneria si sta democratizzando, passando dall'essere una certificazione d'elite (come del resto le lauree in generale) ad una certificazione di medio livello diffusa.
In un quadro di questo tipo "l'ingegnere" di una volta (un laureato che portava il verbo in aziende di padroni, in cui ragionieri e periti erano "la mente" e persone non scolarizzate "il braccio") non può esistere. La conoscenza si è diffusa più velocemente di quanto si sia innalzata, quindi il gap tra un laureato e "il mondo la fuori" è sempre più ridotto. Quello che una volta era la fascia d'eccellenza, "l'ingegnere" a prescindere da voto, durata e facoltà, oggi è l'ingegnere con lode, in corso, in facoltà primarie, con 2 lingue straniere ed esperienza all'estero. Parlo della mia esperienza come neolaureato in gestionale. Non penso sia riduttivo dire "oggi un gestionale è in magazzino a gestire le scorte, ieri lo faceva un magazziniere". Oggi le scorte vanno gestite in maniera diversa (principalmente, non facendone ![]() ![]() Personalmente mi ritengo fortunato. Lavoro in una società di consulenza giapponese, focalizzata su operations e R&D, faccio progetti proprio sui temi che ho studiato all'università, non posso davvero lamentarmi. Ho constatato in fretta però che il sapere a livello universitario è molto più avanti delle applicazioni pratiche, non solo nelle PMI ma anche in aziende multinazionali. Il problema infatti oggi non è tanto "cosa fare" (la teoria è nota) quanto "come farlo": come farlo con le persone, con i tempi, con i budget a disposizione delle aziende. L'attuale periodo di crisi tutto sommato in certi sensi è una fortuna: impone a molte aziende di riorganizzarsi, scongela situazioni bloccate, favorisce il cambiamento. Certo la tentazione di andare all'estero è forte. Gli stipendi sono dal doppio al triplo che qui, il costo della vita persino più basso, le opportunità di carriera anche maggiori. E' insopportabile l'idea che il proprio lavoro valga molto di più degli euro in busta a fine mese e che la differenza tra quello che vale e quello che si percepisce finisca a mantenere mille rivoli, inefficienze, fosse scavate e riempite, persone che si grattano la pancia al sole e immobiliaristi che fanno 100 milioni di capital gain con insider trading che tutti conoscono ma nessuno può fermare. |
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