|
|
|
![]() |
|
Strumenti |
![]() |
#1 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Messaggi: 350
|
Referendum
Dal risultato molto incerto direi
![]() SASSARI - In Sardegna domenica e lunedì ci si esprime su cinque quesiti, uno in più rispetto al resto d'Italia. L'ultimo, però, non ha nulla a che vedere con la legge sulla procreazione. I sardi decideranno anche se abrogare la Legge Regionale Sarda del 2001, che disciplina l'arrivo e la lavorazione nell'isola di rifiuti extraregionali, a patto che possano essere usati come materie prime. Il risultato si dà per scontato: basta un 33 per cento per raggiungere il quorum e in Sardegna se si parla di ambiente e protezione del territorio l'interesse è alto. Nel 2003, quando si paventò la possibilità che arrivassero in Sardegna le scorie nucleari, la mobilitazione fu immediata. Gavino Sale, il leader del Movimento indipendentista sardo deve gran parte del suo successo alla sua linea dura su qualunque ingerenza nazionale sulle questioni ambientali e la posizione altrettanto netta del presidente della Regione Soru in fatto di servitù militari e cementificazione ha contribuito al successo dei candidati di Progetto sardegna nelle recenti elezioni amministrative. Ma in questo caso è tutto più difficile. Sul sì o no alle scorie i Ds si sono spaccati, i sindacati chiedono il no, An voterà sì in un'improbabile alleanza con Progetto Sardegna, il gruppo di Soru, e Rifondazione, e perfino nel compatto fronte ecologista ci sono state alcune perplessità. L'argomento principe di chi non vuole che si chiuda la porta ai rifiuti extraregionali è la perdita dei posti di lavoro (ne calcolano 1500) nell'impianto che a Portovesme, sulla costa sud occidentale tratta i fumi di acciaierie. E poi c'è chi non vuole chiudere la porta alla possibilità di installare altri impianti per la lavorazione dei rifiuti. Gli ecologisti invece vogliono blindare l'isola perché "non diventi una pattumiera" e ribattono a chi agita lo spettro della disoccupazione che "in Sardegna non esistono industrie che producano acciaio, però sono presenti industrie che smaltiscono fumi d'acciaierie per ricavarne zinco. Se ne può recuperare fino al 10-15%, mentre le altre sostanze tossiche che rimangono dopo il trattamento vengono emesse e disperse, parte in atmosfera e parte accumulate nel suolo e nelle acque". Un po' come dire che non vale la pena per lavorare un 15 per cento di materiale ritrovarsi con il problema di doverne smaltire una grossa quantità. Sono però argomentazioni che non interessano ai più. Non a caso la gente parla di referendum sulle scorie e non sui rifiuti e sono in molti ad abbinare al termine l'aggettivo "nucleari" in modo del tutto improprio, ma senz'altro efficace per richiamare la mobilitazione della Basilicata e la reazione dell'isola del 2003, quando uno stoccaggio di questo tipo fu solo ipotizzata. Certo è che per la maggioranza di Soru qualunque sarà l'esito del referendum si aprirà una vertenza difficile. Nel primo vertice di maggioranza dopo la tornata di elezioni amministrative lo scorso 1 giugno, si è parlato soprattutto del referendum e si è deciso di discutere una nuova legge che, in modo indipendente dal risultato del referendum "concilii le esigenze primarie di tutela ambientale con la prosecuzione dell'attività della Portovesme Srl e la salvaguardia dei posti di lavoro". http://www.repubblica.it/2005/f/sezi...d/refsard.html |
![]() |
![]() |
![]() |
Strumenti | |
|
|
Tutti gli orari sono GMT +1. Ora sono le: 08:11.