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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Messaggi: 1047
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Sapete che l'italia è tra i primi 7 paesi più industrializzati al mondo?
è già siamo entrati nel g7 insieme al canada
Io l'ho scoperto solo ora e ne sono entusiasta, studiando economia (sono a 3,5 esami studiati) mi sono reso conto di un sacco di cose!!! Colgo l'occasione per darvi un consiglio per tutti, leggetevi un manuale di economia semplice e alla portata di tutti, si intitola: "Come si legge Il Sole 24 Ore" L'ignoranza nel mondo dell'economia è enorme, leggetelo PS: SaMu come farò ora che non potrò più esporre le mie vecchie eresi... ehm idee |
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Messaggi: 740
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strano, a leggere il forum pensavo ci fosse la corea
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
Messaggi: 9300
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Ho trovato quest'articolo, di due anni fa, ma molto interessante.
I pre-POTENTI della terra "Si chiamano G7 e G8. Sono i summit nei quali i paesi più ricchi decidono sul nostro futuro. Come funzionano e come operano. Le prime riunioni dei capi di stato e di governo dei paesi più potenti del pianeta risalgono al secondo dopoguerra, quando le potenze alleate si incontravano per definire i futuri assetti del mondo. Ma è solo dal 1975 che hanno inizio le riunioni del cosiddetto "Gruppo dei Sette" o G7, che per la verità in quella prima riunione non comprendeva ancora il Canada. Sarà l'anno successivo, nel 1976 in Porto Rico, che questa si unirà a Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Germania e Italia, dando vita ufficialmente al G7. L'Unione Europea (allora Comunità europea) fu invitata l'anno successivo con uno status diverso rispetto agli stati membri, e da allora partecipa regolarmente ai vertici. Al gruppo originario dei sette paesi si è aggiunta, ufficialmente nel 1998, la Russia. E' così nato il G8, che si riunisce parallelamente al G7. La Russia è stata "ammessa" nel gruppo dei grandi paesi dopo un lungo percorso di avvicinamento, iniziato nel 1991, poco dopo il crollo definitivo del sistema socialista. Il gruppo si è ulteriormente allargato, ancora in forma di riunioni parallele, nel 1999, quando è nato il G20, che riunisce i ministri economici di venti stati, tra cui alcuni dei principali paesi emergenti, come Cina, India, Brasile e Messico. Come funziona Come è facile immaginare, ogni riunione del G7 viene preparata con largo anticipo. In realtà, i ministri e i funzionari competenti per le materie oggetto degli incontri si incontrano più volte durante tutto l'anno. I cosiddetti "sherpa", i tecnici addetti alla preparazione dei vari documenti, formano ormai un gruppo compatto che si riunisce regolarmente, in un percorso che coinvolge tutte le amministrazioni dei paesi membri del G7. Ai vertici, dunque, non partecipano solo delegazioni di carattere diplomatico, ma sono sempre presenti le schiere di funzionari che garantiscono la continuità del lavoro, a prescindere dai cambiamenti di governo. Le decisioni che scaturiscono dai vertici non hanno valore vincolante da un punto di vista formale, ma costituiscono degli "orientamenti politici" che ogni paese membro si impegna a concretizzare. Essi sono contenuti nel comunicato finale del vertice, che rappresenta il testo principale e che viene di norma concordato preventivamente. A partire dal 1975, quindi, possiamo affermare che al panorama delle organizzazioni internazionali nate dopo la seconda guerra mondiale (Fondo monetario internazionale, Banca Mondiale, Ocse, Onu) si è aggiunta una ulteriore sede di dialogo politico internazionale. Il G7, però, presenta una differenza fondamentale rispetto alle organizzazioni citate: esso, infatti, non ha alcuna base formale. Il G7 non è una vera e propria istituzione internazionale, dal momento che non è basato su un trattato internazionale. Dal punto di vista del diritto internazionale, insomma, il G7 non esiste, è solo una sede informale di dialogo ai massimi livelli. Le sue "decisioni", quindi, non hanno alcun valore vincolante per i paesi che le sottoscrivono, se non dal punto di vista politico-diplomatico. E sono ancor meno legittimate da un punto di vista democratico, poiché i capi di stato e di governo partecipano al G7 non hanno alcun mandato parlamentare, né tantomeno sottopongono gli impegni assunti alla discussione democratica nei propri paesi. Il G7 rappresenta dunque un paradosso politico-istituzionale, ma ciò non ha impedito che divenisse - di fatto - la sede più importante di decisione a livello internazionale. Già nel 1975, la nascita del G7 ha in realtà segnato l'inizio del superamento definitivo del tentativo di dare vita ad una comunità internazionale ampia e democratica, basata sulle Nazioni Unite. La regolarità delle riunioni del G7 a partire da quel primo incontro informale, ma soprattutto l'ampliamento dell'agenda degli incontri, hanno progressivamente eroso le competenze delle Nazioni Unite e delle altre istituzioni internazionali. Sempre più globale Al principio, i motivi che spinsero i capi di stato dei paesi più ricchi del mondo a riunirsi furono di carattere economico e finanziario. La forte instabilità determinata dalla crisi inflazionistica del 1973, infatti, fece sorgere la necessità di dare una regolazione concertata al sistema finanziario internazionale. Le prime riunioni, quindi, furono dedicate alla politica monetaria internazionale e ai tassi di cambio. E' con gli anni 80 che i vertici cominciano ad assumere un carattere più politico. Il tema principale degli incontri di questo decennio fu inevitabilmente la questione delle relazioni est-ovest, con i primi segnali di ingerenza nelle questioni di politica internazionale prima demandate esclusivamente alle Nazioni Unite. E così il G7 si è occupato di commercio internazionale, di agricoltura, di debito estero, della guerra Iran-Iraq e del controllo degli armamenti. A partire dal 1990, il G7 ha giocato un ruolo molto importante nella gestione della transizione verso il mercato delle economie dell'Est europeo. Dalla metà del decennio (1994, G7 di Napoli), l'attenzione dei grandi si è spostata su temi di rilevanza globale, conseguentemente alla crescente interdipendenza data dalla globalizzazione neoliberista. Il G7 è così tornato ad occuparsi di sistema finanziario internazionale, di commercio e investimenti, di debito estero. Ma a partire dal 1997, quando la crisi finanziaria del sud-est asiatico ha cominciato a minare le basi dell'ottimismo neoliberista, all'agenda dei vertici si sono aggiunti temi "sociali", come le emergenze umanitarie, l'inclusione sociale, la democrazia globale, il debito, la lotta alla povertà e altre questioni tradizionalmente riservate alla competenza nazionale. Un ruolo decisivo Con l'avanzare della globalizzazione neoliberista, dunque, il G7 ha avocato a sé sfere di decisione sempre più ampie. Chi ne ha fatto le spese, come dicevamo, sono state le Nazioni Unite e le altre istituzioni internazionali, anche quelle dominate dagli stessi interessi dei paesi più ricchi. La perdita di credibilità del Fmi dopo le crisi finanziarie del 1997 è stata così compensata da un intervento più incisivo del consesso dei grandi. Allo stesso modo, la tendenza alla definizione di un governo unipolare del mondo è stata in qualche modo sancita dal vertice del 1999 a Colonia. In quella sede, il G7 decise la soluzione del conflitto nella ex-Jugoslavia, segnando il definitivo superamento dell?autorità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In linea, del resto, con le modalità illegittime con cui quella guerra è stata condotta da parte della Nato. Vale la pena ricordare che anche quest'ultima, proprio nel 1999, modificò la sua natura "istituzionale", in modo tanto strutturale quanto illegittimo, dal momento che il trattato alla base dell?alleanza non è mai stato sottoposto a nuova ratifica parlamentare negli stati membri, nonostante ne sia stato profondamente modificato l'oggetto. La faccia buona Il consolidamento del sistema neoliberista ha acuito le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza mondiale, dando luogo, di pari passo, ad una crescente instabilità sociale e ad una progressiva erosione della legittimità delle istituzioni globali. Così anche il G7, ben prima dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, è stato oggetto di contestazioni popolari molto partecipate. Per citare solo le più recenti, ricordiamo il controvertice organizzato in occasione del G7 di Napoli nel 1994, la catena umana di 10mila persone che a Colonia nel 1999 ha chiesto la cancellazione del debito estero e le migliaia di persone che nel luglio del 2000 hanno raggiunto Okinawa. La risposta dei grandi dinanzi all'ondata crescente di contestazione è stata l?inclusione nell'agenda dei principali problemi globali: povertà, debito estero, Aids, ambiente, lavoro, disoccupazione, nel tentativo di recuperare legittimità. Allo stesso modo, si è cominciato a parlare di un'apertura del G7 al dialogo con altri paesi e con le organizzazioni della società civile. E così quest'anno a Genova, il G7 pensa di invitare alcuni capi di stato di paesi poveri, nell'illusione di dare un carattere più democratico a quello che è e resta la più importante rappresentazione del dominio di paesi più ricchi sul resto del pianeta."
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
Messaggi: 9300
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Per il commercio mondiale (esportazioni ed importazioni) la graduatoria assoluta del 2002 secondo la World Bank e':
1) USA 2) Germania 3) Giappone 4) Regno Unito 5) Francia 6) Italia 7) Cina 8) Canada 9) Paesi Bassi 10)Belgio 11)Messico 12)Spagna 13)Singapore 14)Corea Sud 15)Malaysia 16)Svizzera 17)Svezia 18)Austria 19)Russia 20)Australia Nota: Taiwan non figura nella graduatoria, quasi certamente per questi due motivi: 1) E' entrata nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) solo nel 2001, a causa del lungo boicottaggio da parte della Cina nei suoi confronti 2) Soltanto 30 nazioni riconoscono ufficialmente Taiwan. Da questa graduatoria emerge: a) considerando la loro molta minore popolazione, Olanda e Belgio hanno un industrializzazione e un commercio estero molto maggiore rispetto a Canada e Italia. b) il gigante politico Russia e' un nano economico. c) la Cina non solo 'è vicina' ma e' destinata entro qualche decennio a superare Italia, Francia e Gran Bretagna come volume di scambi con l'estero d) nazioni importantissime come India, Brasile, Indonesia, Argentina, Turchia ed Egitto non sono neanche tra le prime venti.
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 1999
Città: Milano
Messaggi: 1362
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Scusa Gik, ma lo scopri solo adesso?
Anch'io sto studiando econonomia, ma non mi è certo servito un corso per apprendere che l'Italia sia fra le 8 nazioni più industrializzate? Non ti ricordi il G8 di Genova?
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"Detesto quelli che, e in giro ce ne sono tanti, predicano bene e razzolano male" Calisto Tanzi. "Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante" Khalil Gibran. |
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#6 |
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Bannato
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 72
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Ma va?!?! Incredibile!!!
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#7 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: milano prov
Messaggi: 148
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evidentemente siete alle prime armi perchè non sapete che alcuni di questi paesi in classifica sono border line vale a dire fanno passare le merci dai loro confini affinchè raggiungano altri paesi !
Queste merci in transito vengono considerate nel computo di import export falsando i valori che leggete in questa classifica ! Per poter effettivamente valutare dovreste usare un indicatore formato da import+export + produzione interna su PIL Non è per fare il saccente ma questa è la domanda più volte fatta al corso di marketing internazionale e dove fregano di più gli studenti !
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concluso affari con : Pacone,niky75,aketaton,xp2002, pier3dnow,sberlapro,lorekon,angus,julian, sharpet |
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#8 |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
Messaggi: 9300
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Visto che i dati a tuo giudizio non sono significativi perche' non ne riporti altri ? Daresti un utilissimo contributo a questa discussione, e si vedrebbero le differenze tra le due graduatorie.
Non discuto il criterio che hai enunciato, ma questi dati sono diffusi da parte di un organismo internazionale come la Banca Mondiale (World Bank), al quale dei corsi internazionali per il marketing purtroppo credo interessi ben poco (e sicuramente sbagliano, intendiamoci, cosi' come sbagliano a non tenere conto di tutte le critiche che ricevono, del resto questo discorso vale ancor di piu' per il WTO). Senza polemica, ciao.
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#9 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 1999
Città: Monza
Messaggi: 2791
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Ciao homerr
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Mathusalem Member - Intollerante con gli intolleranti Devo lavorare, non ho tempo per fare carriera |
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#10 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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Re: Sapete che l'italia è tra i primi 7 paesi più industrializzati al mondo?
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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai |
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#11 | |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2003
Città: Modena ©2004 Tutti I Diritti Riservati
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#12 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
Messaggi: 2723
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Non è una classifica reale.........non tiene in considerazione alcuni fattori:
PIL reale, tasso di crescita, tasso di sviluppo umano! Se prendete in cosiderazione questi fattori vedrete che l'Italia scivola magicamente tra il 12° e il 13° posto!
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#13 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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facciamo anche tutte le altre graduatorie? Tipo ricerca, innovazione, pluralis*, ecc. ecc.
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#14 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Messaggi: 1009
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Re: Sapete che l'italia è tra i primi 7 paesi più industrializzati al mondo?
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Dice niente la sigla G7, e, da qualche anno ormai, G8?La Russia è l'ottava...ma per me dovrebbero metterci la Cina Ciao |
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#15 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Messaggi: 1047
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PS: approfitto per chiedere alcune info Nei vari esami di economia ho studiato 1) redazione e interpretazione bilanci e conti economici, sfruttamento degli ammortamenti, ecc 2) definzione di mercato, coordinamento, aggistamenti e stabilità dell'equilibrio 3) classificazione dei sistemi economici (ismi, moderna), (centralizzazioni/decentralizzazioni), ecc 4) Azioni, opzioni, obbligazioni, indici, indici di borsa, analizi tecnica 5) globalizzazzione, regionalizzazione 7) stato e ruolo anticiclico, ruolo dello stato, ecc 8) vari sistemi per cui il "mercato può fallire" e metodi per farlo riprendere 9) keynes e suoi oppositori (monetaristi) 10) ricerca e sviluppo 11) organizzazione funzionale o per proggetto, ec, ecc, ecc, ecc 12) motivazioni, metodi previsionali (curve ad S, questionari anonimi) e in generale qualità e tecniche che un manager deve possedere Cosa mi manca? |
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#16 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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#17 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
Messaggi: 2723
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Non appena torno a casa ve le posto io le cazzatelle di cui sopra!
Non è questione di essere fieri o meno.......io pretendo da una nazione come l'Italia molto ma molto dipiù! Non sono orgoglioso di essere tra i primi dieci, sarei molto più orgoglioso se l'Italia cercasse di arrivare fra i primissimi posti o cmq se cercasse di migliorarsi! Siamo settimi su alcune cose ma su altre siamo addirittura 30°! Quando rientro a casa posto! Sapete, in Giappone c'è la mania all'eterno secondo! Non vogliono essere primi, primi significa adagiarsi, essere secondi o terzi significa rincorrere e migliorarsi sempre!
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#18 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Re: Sapete che l'italia è tra i primi 7 paesi più industrializzati al mondo?
Quando han fatto il G8 a Genova pensavi fossero in Italia perchè gli piaceva il pesto?
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#19 | |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2003
Città: Modena ©2004 Tutti I Diritti Riservati
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#20 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Città: Bologna
Messaggi: 3459
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Re: Sapete che l'italia è tra i primi 7 paesi più industrializzati al mondo?
Quote:
Ma tu non hai ancora finito con ingegneria, giusto? Gli esami li stai studiando per passione avendo come base il piano di studio di un corso di laurea in economia oppure ti sei proprio iscritto ad economia? |
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