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Old 20-02-2008, 17:23   #1
Fritz!
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[3d uniti] salario minimo: è giusto?

Secondo me la proposta di Veltroni di introdurre una regolamentazione legale per un salario minimo è la maggiore novità a livello di politica macroeconomica proposta negli ultimi anni.

Posto questo articolo, che è vecchio (del 2004) ma che è utile per chiarire i termini della discussione.

E che non può essere accusato di essere scritto ad uso propagandistico

fonte Lavoce.info

Perché è giusto introdurre un salario minimo in Italia
di Tito Boeri e Roberto Perotti 11.05.2004

Il salario minimo deve esclusivamente proteggere le categorie più a rischio di emarginazione e sfruttamento e non rappresentate. I salari di imprese operanti nel medesimo settore, ma in regioni diverse potrebbero così differenziarsi maggiormente in base alle condizioni del mercato del lavoro e ai livelli di produttività, favorendo l’occupazione nelle regioni del Mezzogiorno e l’uscita dal sommerso. Non deve essere usato invece come surrogato di altri strumenti contro la povertà, che nel nostro paese colpisce soprattutto chi un lavoro non ce l’ha.

Sebbene un istituto di questo tipo esista in quasi tutti i paesi europei, in Italia si è sempre parlato poco del salario minimo, per i motivi ben evidenziati nell'intervento di Pietro Ichino. Una delle tante lezioni delle recenti vicende di Melfi è che è giunto il momento di parlarne di più.

È importante chiarire lo scopo del salario minimo. A nostro avviso, il salario minimo deve esclusivamente proteggere le categorie più a rischio di emarginazione e sfruttamento e non rappresentate, per le quali l'alternativa sarebbero salari ancora più bassi e ancora meno tutele nel sommerso. Un uso diverso del salario minimo, che interferisca in modo sostanziale con il funzionamento del mercato del lavoro di altre categorie già ben rappresentate, avrebbe effetti deleteri sull'occupazione.

Compressione salariale e decentramento della contrattazione collettiva

Data questa premessa, partiamo dalla situazione italiana corrente. Come è noto, il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da una elevata compressione salariale; per molti economisti, questa è una delle cause principali degli elevati tassi di disoccupazione di certe categorie di lavoratori, che rimangono "priced out" dal mercato del lavoro, e della disoccupazione nel Mezzogiorno. Questa elevata compressione salariale è in parte dovuta alla pratica giurisprudenziale di considerare come riferimento nella determinazione del "salario equo" in caso di contenzioso, proprio il salario più basso stabilito dalla contrattazione collettiva del settore.

In questo contesto, un salario minimo stabilito per legge – ma inferiore al salario minimo implicito nei contratti collettivi – sarebbe il nuovo punto di riferimento obbligato per la giurisprudenza, rimpiazzando il salario minimo implicito nella contrattazione collettiva. I salari di imprese operanti nel medesimo settore, ma in regioni diverse potrebbero così differenziarsi maggiormente in base alle condizioni del mercato del lavoro e ai livelli di produttività, favorendo l'occupazione nelle regioni del Mezzogiorno.

Chiaramente, un salario minimo fissato a un livello troppo alto potrebbe anche avere l'effetto opposto, cioè porre un freno alla dispersione salariale. Per evitare che ciò avvenga, è essenziale fissare il salario minimo a un livello sufficientemente basso, tale da proteggere esclusivamente le categorie più deboli – in generale, anche quelle meno sindacalizzate.
Il salario minimo avrebbe anche l'effetto di incoraggiare il decentramento della contrattazione collettiva, poiché priverebbe quest'ultima della copertura che le viene assicurata da una tradizione giurisprudenziale che interferisce troppo con la libera contrattazione fra le parti a livello di azienda. Il tutto senza dover aspettare la soluzione della disputa sulla corretta interpretazione degli articoli 36 e 39 della Costituzione – una soluzione che molto probabilmente richiederà anni.

Un secondo vantaggio dell'introduzione di un salario minimo sufficientemente basso è che offrirebbe un incentivo in più per uscire dal sommerso – un'azione oggi troppo costosa per molte aziende al livello di salario minimo stabilito dalla giurisprudenza. Misure temporanee per favorire l'emersione si sono rivelate del tutto inefficaci a ridurre le dimensioni dell'economia sommersa nel nostro paese.

Sarebbe utile accompagnare l'introduzione del salario minimo con misure che riducano il prelievo fiscale e contributivo sui lavori pagati ai salari minimi e al di sopra di questi (ad esempio, in Francia gli sgravi si estendono fino ai lavori pagati 1,7 volte i salari minimi). È un modo per ridurre il costo del lavoro e aumentare i salati netti al tempo stesso, incentivando ulteriormente l'emersione del sommerso.

Differenze per età, non per regioni

Come abbiamo accennato, un salario minimo deve essere fissato a un livello basso. Nei paesi dell'Unione europea è generalmente tra il 50 e il 60 per cento del salario orario medio nel settore manifatturiero, mentre negli Stati Uniti è più basso (inferiore al 40 per cento). Bisogna invece resistere alla tentazione politica di stabilire il salario minimo a un livello eccessivo, perché questo porterebbe a esiti occupazionali peggiori degli attuali. È quindi importante fissare il salario minimo avendo presente le condizioni del mercato del lavoro nel Mezzogiorno, ponendolo a un livello tale da renderlo vincolante solo per le categorie più deboli nelle regioni meridionali. Ma sarebbe sbagliato differenziare il salario minimo per regione perché ciò aprirebbe il varco a forme di interferenza politica nel mercato del lavoro difficilmente controllabili.

È, invece, importante differenziare il salario minimo in base all'età, come in Olanda. In Italia la diffusione del lavoro a basso salario è particolarmente elevata fra i lavoratori più giovani; di conseguenza, un salario minimo che protegga i lavoratori anziani più deboli metterebbe fuori mercato i più giovani, condannandoli a una prospettiva di una vita da disoccupati cronici. D'altra parte, il basso salario tra i giovani è in gran parte solo una tappa verso lavori meglio remunerati. È importante che questi bassi salari possano essere pagati anche in impieghi regolari e contratti permanenti, onde evitare che i giovani rimangano segregati nel sommerso o in contratti che offrono meno tutele dal punto di vista previdenziale e assicurativo.

Salario minimo e povertà

Infine, è importante notare che il salario minimo non deve essere usato come surrogato di altri strumenti contro la povertà. Il salario minimo non riesce infatti a discriminare i lavoratori a basso salario di famiglie benestanti.
Per combattere efficacemente la povertà, sono quindi necessari altri strumenti, più mirati, come un reddito minimo garantito e sussidi condizionati all'impiego. (1)
Un salario minimo come quello che proponiamo serve unicamente per contrastare il fenomeno dei "working poor", di chi è povero mentre ha un lavoro. Questo è un fenomeno crescente nel nostro paese, ma pur sempre marginale nel panorama della nostra povertà; quest'ultima, infatti, colpisce soprattutto chi un lavoro non ce l'ha.
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Old 20-02-2008, 18:07   #2
Varilion
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-Un salario minimo, calcolato sugli standard delle zone economicamente più disagiate, non risolve i problemi delle medesime categorie (precari etc..) in zone con stipenti già più alti, ma anche un costo della vita decisamente più elevato.

-Un salario minimo "di legge" potrebbe influenzare il mercato del lavoro facendo tendere tutti gli stipendi delle categorie in cui è applicato verso quel minimo, o quantomeno frenandone l'aumento visto che in ogni caso costituirebbe un punto fisso che definisce "il giusto" (o che viene percepito come "il giusto").

- E' sempre molto difficile applicare medesimi standard a zone molto eterogenee, ed economicamente parlando l'Italia è uno degli stati più ereogenei dell'UE, non sarebbe più opportuno applicare provvedimenti differenziati su zone (regioni?) economicamente omogenee?
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Old 20-02-2008, 18:16   #3
Fritz!
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-Un salario minimo, calcolato sugli standard delle zone economicamente più disagiate, non risolve i problemi delle medesime categorie (precari etc..) in zone con stipenti già più alti, ma anche un costo della vita decisamente più elevato.

-Un salario minimo "di legge" potrebbe influenzare il mercato del lavoro facendo tendere tutti gli stipendi delle categorie in cui è applicato verso quel minimo, o quantomeno frenandone l'aumento visto che in ogni caso costituirebbe un punto fisso che definisce "il giusto" (o che viene percepito come "il giusto").

- E' sempre molto difficile applicare medesimi standard a zone molto eterogenee, ed economicamente parlando l'Italia è uno degli stati più ereogenei dell'UE, non sarebbe più opportuno applicare provvedimenti differenziati su zone (regioni?) economicamente omogenee?
1) il salario minimo, come spiega bene l'articolo non è lo strumento per risolvere i problemi della flessibilità o del potere d'acquisto. ma è uno strumento intanto per evitare situazioni di sfruttamento e se legato ad altri provvedimenti utile per proteggere le fasce piu deboli.

2)vero, ma potrebbe anche permettere agli strumenti della concertazione di confrontarsi meglio sul rapporto tra produttività e salari,

3)concordo, ma è anche vero che fosse gestito a livello regionale diventerebbe un marasma. Forse si potrebbero prevedere coefficienti diversi tra nord e sud, un po' come avviene in germania per differenziare est ed ovest. oppure si potrebbe decidere un minimo basso nazionale a cui eventualmente i governi regionali possono mettere un'addzionale. (un po' tipo gli USA)
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Old 20-02-2008, 18:28   #4
Varilion
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Potrebbe essere una risposta introducendo la base nazionale più eventuali addizionali, ma bisogna vedere come collocare il provvedimento in se all'interno di tutti i provvedimenti da applicare.... riconosco che quantomeno è un tentativo di risolvere dei problemi...
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Old 20-02-2008, 19:20   #5
Maverick18
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Aumenterebbe il lavoro in nero ?
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Old 20-02-2008, 19:22   #6
Fritz!
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Aumenterebbe il lavoro in nero ?
dipende

da come è gestita la cosa

ma in ogni caso, imo, per ridurre il nero bisogna controllare e punire
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Old 20-02-2008, 19:31   #7
Maverick18
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dipende

da come è gestita la cosa

ma in ogni caso, imo, per ridurre il nero bisogna controllare e punire
Ok, preciso che io da poco mi interesso di politica, ma mi chiedo come si fa a definire novità una cosa così banale e semplice come l'introduzione del salario minimo.
Le possibilità son due:

-nessuno fino ad oggi ci aveva pensato (lo reputo difficile)
-è difficilmente realizzabile (per non dire quasi impossibile, almeno in breve tempo)



ps. Fritz non è polemica personale la mia, solo curiosità
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Old 20-02-2008, 19:37   #8
Fritz!
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Ok, preciso che io da poco mi interesso di politica, ma mi chiedo come si fa a definire novità una cosa così banale e semplice come l'introduzione del salario minimo.
Le possibilità son due:

-nessuno fino ad oggi ci aveva pensato (lo reputo difficile)
-è difficilmente realizzabile (per non dire quasi impossibile, almeno in breve tempo)



ps. Fritz non è polemica personale la mia, solo curiosità
Non è che nessuno ci ha mai pensato. Tant'è che come si dice nell'articolo l'italia è uno dei pochissimi paesi occidentali che non ha una norma del genere

Perchè non lo si è mai introdotto?... per molti motivi

Lo stesso vale ad esempio per il sussidio di disoccupazione, che anche qua esiste da sempre in paesi come inghilterra e USA ma non in Italia

L'Italia ha scelto altre strade nel welfare e nelle politiche del lavoro

ma per semplificare imho è che c'erano interessi convergenti. Le imprese non gradivano, anche temendo di avere un limite troppo alto
I sindacati non gradivano temendo che si livellasse al ribasso, e soprattutto perchè una misura del genere scardina le dinamiche tradizionali delle contrattazioni nazionali gestite dai sindacati
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Old 21-02-2008, 12:29   #9
Bandit
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per come la vedo io, se una persona lavora deve avere uno stipendio col quale vivere. Se aumenta il contorno deve aumentare anche lo stipendio.
oppure se non si vuole aumentare lo stipendio che si controlli gli aumenti ingiustificati da quando si è introdotto l'euro. (altra cosa difficilissima da fare)
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Old 21-02-2008, 13:40   #10
Amodio
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io sono un lavoratore cocopro e vengo pagato per ore lavorative

ad agosto quando c'è stata la chiusura aziendale, ho preso una stupidaggine
figuriamoci se mi ammalo per 3 settimane, non avrò niente

secondo me invece è una buona proposta
almeno si regolamenta u npo' sto stupido contratto COCOPro!!
anche se la migliore cosa sarebbe sarebbe abolirlo
__________________
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Old 21-02-2008, 14:02   #11
nomeutente
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Favorevole sia al salario minimo che al salario di cittadinanza.

Disgraziatamente, però, il coltello dalla parte del manico non ce l'hanno i lavoratori, quindi credo sia difficile implementare una simile politica e soprattutto farlo senza venire penalizzati dalla fuga di investimenti in paesi dove il lavoro costa meno.
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Old 21-02-2008, 14:12   #12
trallallero
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Originariamente inviato da Amodio Guarda i messaggi
io sono un lavoratore cocopro e vengo pagato per ore lavorative

ad agosto quando c'è stata la chiusura aziendale, ho preso una stupidaggine
figuriamoci se mi ammalo per 3 settimane, non avrò niente

secondo me invece è una buona proposta
almeno si regolamenta u npo' sto stupido contratto COCOPro!!
anche se la migliore cosa sarebbe sarebbe abolirlo
tu DEVI essere pagato a progetto, come prevede il contratto cocopro, non ad ore.
Denunciali e fai rispettare la legge
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Old 21-02-2008, 14:39   #13
dave4mame
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Città: Verona... finchè non mi buttano fuori :D
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premetto che farò un discorso antipatico.

ma quando "importi" a secchiate forza lavoro disposta a lavorare in qualunque modo a qualunque prezzo, diventa difficile ottenere quanto richiesto.
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Old 21-02-2008, 14:45   #14
kaysersoze
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Giusto il salario minimo!!!


Chi contesta questa auspicabile norma mi dica come si sentirebbe se lavorando 8-9 ore al giorno avesse uno stipendio da 600-700 euro mensili, poi ne riparliamo con calma!!!!

Il fatto che finora non sia stato mai attuato in italia la dice lunga su quali scopi abbiano i nostri politici ed i nostri sindacalisti...... il loro interesse!!!!
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Old 21-02-2008, 14:49   #15
matteo10
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Originariamente inviato da kaysersoze Guarda i messaggi
...Chi contesta questa auspicabile norma mi dica come si sentirebbe se lavorando 8-9 ore al giorno avesse uno stipendio da 600-700 euro mensili, poi ne riparliamo con calma!!!! ...
Cambiare lavoro?
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E' ora di fare di tutta l'erba un fascio.
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Old 21-02-2008, 15:04   #16
tdi150cv
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L'Avatar di tdi150cv
 
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personalmete mi sono chiesto se questo genere di trattamento salariale abbia o meno motivo di esistere ...
Voglio dire ... e' decenni che si lavora in questa maniera ed e' decenni che i lavoratori dipendenti fanno la fame ... la questione non va migliorando , anzi ... peggiora giorno dopo giorno.
Da queste banali considerazioni la mia domanda : ma si sta mantenendo una strada perchè rende oppure perchè la stasi mentale e l'incapacita' di evolvere dell'italiao medio la fa da padrona ?

E queste considerazioni danno luogo ad una ovvia domanda : Ma buttare nel cassonetto i vecchi contratti e fare in maniera che il salario di ogni lavoratore possa essere determinato in base al vero lavoro svolto da parte di ognuno ?
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Old 21-02-2008, 15:04   #17
dasdsasderterowaa
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Comunque credo che il salario minimo, per come l'abbia impostato Veltroni, non sia previsto automaticamente per tutte le aziende.

Mi è parso di capire che lo Stato concederà degli aiuti (quali ancora non si sa) solo a quelle aziende che innalzeranno il salario minimo dei precari a 1100 Euro. Quindi è lecito aspettarsi che molte aziende rimarranno fuori da questa proposta (ad esempio, se le spese sostenute per l'aumento dei salari dovessero essere superiori ai benefici fiscali garantiti dallo Stato).

Sbaglio?
dasdsasderterowaa è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2008, 15:07   #18
Fritz!
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Originariamente inviato da Cloudis Guarda i messaggi
Comunque credo che il salario minimo, per come l'abbia impostato Veltroni, non sia previsto automaticamente per tutte le aziende.

Mi è parso di capire che lo Stato concederà degli aiuti (quali ancora non si sa) solo a quelle aziende che innalzeranno il salario minimo dei precari a 1100 Euro. Quindi è lecito aspettarsi che molte aziende rimarranno fuori da questa proposta (ad esempio, se le spese sostenute per l'aumento dei salari dovessero essere superiori ai benefici fiscali garantiti dallo Stato).

Sbaglio?
dove lo hai letto?
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Old 21-02-2008, 15:16   #19
nomeutente
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Originariamente inviato da tdi150cv Guarda i messaggi
E queste considerazioni danno luogo ad una ovvia domanda : Ma buttare nel cassonetto i vecchi contratti e fare in maniera che il salario di ogni lavoratore possa essere determinato in base al vero lavoro svolto da parte di ognuno ?
Con la contrattazione individuale?

Il giorno in cui ci sarà più domanda di manodopera rispetto all'offerta e le imprese faranno la fila per assumere allora sarà un vantaggio, ma fino a quando la gente sarà disposta a vendere il sedere pur di avere uno straccio di lavoro la contrattazione individuale è solo a favore del datore di lavoro.
nomeutente è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 21-02-2008, 15:17   #20
dasdsasderterowaa
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Originariamente inviato da Fritz! Guarda i messaggi
dove lo hai letto?
Mi pare che Veltroni abbia detto così a PortaAPorta. Il salario minimo non sarebbe garantito dallo stato ma dall'azienda, che verrebbe "ripagata" dello sforzo economico attraverso benefici fiscali statali.

Magari più tardi cerco la puntata di PortaAPorta e mi assicuro. Però ricordo qualcosa del genere.
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