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#1 |
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Il vaticano si prepara al famili day sfrattando le famiglie
Pioggia di ingiunzioni con in calce la firma di Benedetto XVI
A Roma lo sfratto è “divino” Si tratta di immobili situati in prossimità del Vaticano gestiti dall’Apsa, Amministrazione del patrimonio della sede apostolica La coincidenza temporale con i giorni in cui si sta preparando il Family day sembra fatta apposta per provocare i facili sarcasmi da parte degli anti clericali duri e puri. Fatto sta che in questi giorni decine di famiglie e di anziani che abitano negli appartamenti dell’ Apsa, “Amministrazione del patrimonio della sede apostolica”, site intorno alle mura leonine appena fuori dello Stato Città del Vaticano, alcuni dei quali, ironia della sorte, in vie e piazze che portano il nome di illustri pontefici, tra cui un predecessore per nome dell’attuale pontefice, cioè un appartamento sito a via Benedetto XIV, stanno ricevendo lo sfratto per finita locazione. Ad agire per conto del patrimonio della Santa Sede l’avvocato Giulio Favino che rappresenta il Vaticano su delega di “sua eminenza reverendissima il signor Cardinale Attilio Nicora”, presidente dell’Apsa, che a sua volta è delegato direttamente, mediante scrittura chirografa depositata presso il notaio Paride Marini Elisei (studio in via Alberico II), dal Papa Benedetto XVI con atto notorio del 23 maggio 2005 firmato personalmente dal Papa attuale. E la cui firma è certificata come autentica da padre Giovanni Malizia, “officiale della segreteria di stato affari generali”. Detta in parole povere è come se il Papa in persona chiedesse all’avvocato Giulio Favino di sfrattare le famiglie e gli anziani che abitano questi vecchi palazzi che oltretutto il Vaticano costruì nel dopoguerra con i soldi americani del piano Marshall riservati alla Santa Sede. Alcuni sfrattati e loro familiari si sono rivolti al consigliere della Rosa nel Pugno del primo municipio Mario Staderini e hanno raccontato storie poco edificanti come “contrattazioni prendere o lasciare” fatte da ammiccanti funzionari vaticani e suggerimenti di “trovarsi amicizie in Vaticano per fare revocare l’istanza di sfratto”. Insomma rivolgersi ai più classici dei santi in paradiso. In udienza altri avvocati hanno raccontato che l’avvocato che rappresenta il Vaticano per gli sfratti, su delega indiretta del Papa, ha chiesto quasi sempre la procedura d’urgenza minacciando anche il ricorso alla forza pubblica. Così i diretti interessati hanno pensato bene di fare conoscere alla stampa la “carità cristiana con cui la Santa Sede si sta preparando al "family day”. Dall’inchiesta fatta nel 1977 da “L’Europeo” risultava che un quarto di Roma era in mano vaticana, e la pubblicazione di dati e indirizzi costò al direttore Gianluigi Melega il licenziamento da parte dell’editore Rizzoli. Oggi sono almeno 2000 gli enti ecclesiastici proprietari di immobili a Roma: confraternite, pontifici collegi, monache, ordini religiosi. Nel centro storico possiedono negozi, appartamenti, interi stabili pregiati, che rendono il Vaticano determinante per qualsiasi politica abitativa, oltre che per l’evoluzione del mercato stesso. Il valore complessivo delle “case del Papa” oggi è enorme e la collocazione degli appartamenti è ambita. Ma non sempre è stato così: sino a 30/40 anni orsono, i rioni romani (come Campo dei Fiori, Trastevere, Borgo) erano luoghi da cui si scappava a causa della povertà e dell’abbandono in cui versavano i palazzi e per il degrado sociale di quelle zone frequentate da tossici e piccoli malviventi. Fu così che gli unici ad avere il coraggio di vivere in quelle case decrepite con i bagni alla turca fossero i ceti più poveri, cui gli enti religiosi affittarono gli appartamenti altrimenti destinati al degrado. Poi negli anni ’80 ci fu la riqualificazione e gli immobili quadruplicarono di valore e iniziò la lunga stagione degli sfratti pontifici. Oggi si calcola che il patrimonio delle case di pertinenza vaticana solo in Roma sia almeno pari a un quinto di tutti gli alloggi del centro storico e delle zone limitrofe. Quando il proprietario è un ente ecclesiastico, e quindi collegato statutariamente con il Vaticano, le particolarità sono che le case pagano il 50% delle tasse sul reddito derivante dagli affitti perché trattandosi di enti della Santa Sede, enti ecclesiastici ed Onlus, i proprietari degli immobili hanno la riduzione del 50% dell’Ires, ovvero dell’imposta sul reddito cui vanno ricondotti i redditi fondiari erivanti da affitto di immobili. Si tratta spesso di immobili frutto di lasciti e donazioni, quindi vincolati ad “uso caritatevole”: passati tanti anni nessuno più controlla e vengono magari trasformati in alberghi. Gli immobili ecclesiastici, specie quelli del centro storico, sono accatastati come case popolari o ultrapopolari, quindi pagano un decimo dell’ICI. Le persone sfrattate hanno per decenni mantenuto il patrimonio, quando non c’erano ne cessi ne riscaldamenti e le zone suddette erano considerate malfamate. L’Opinione 3-5-2007
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit) |
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#2 |
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difensori della famiglia!
![]() Coapzpza
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#3 |
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dovevamo regalargli pure l'ici? spero [grande goduria] che tutti gli sfrattati siano grandi sostenitori: dei vatican-boy..
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#4 |
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e' tutto vero, anche che non pagano l'ici....... voglio una casa tutta mia!!!!!!!
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#5 | |
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#6 |
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http://it.wikipedia.org/wiki/Delega_...amministrativo)
iniziamo anche qui sul modello 110 autisti senza patente?
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#7 | |
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Detto questo, se poi andiamo col teorema, più riduttivo rispetto alla tesi apertamente affaristica del pezzo, di un Papa che comunque "non poteva non sapere che", beh, poichè la totalità della classe politica, di "dx" come di "sx", si autoassolve regolarmente da accuse di questo genere, sia sotto il profilo penale che quello politico e morale, non vedo perchè in linea di principio per una carica come quella del Papa dovrebbero valere regole diverse...
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#8 | |
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#9 |
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basta sapere il funzionamento di uno stato..visto che il vaticano lo e'
ha un capo di stato dei ministri non e' che il presidente del consiglio firma tutti i documenti..delega... ..tanto semplice...
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#10 | |
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rosa nel pugno doppia goduria... ![]()
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#11 | |
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Per esempio, se il pennivendolo di turno avesse trovato e citato con dovizia di particolari UN caso, dico almeno UNO, di abuso di destinazione di immobili donati con vincolo, oppure di affitti di favore a qualche politico, o di sfratto sfacciatamente persecutorio di qualche inquilino, ecco, allora si che si sarebbe potuto scrivere un buon pezzo... Invece, non avendo letto niente di tutto questo in un articolo in cui il veleno non manca sicuramente, cosa deve concludere un lettore? Che il giornalista non sa fare il suo mestiere, o che la gestione degli immobili vaticani trasuda adamantina onestà? Io propenderei d'istinto per l'ipotesi più facile: la prima. A parte che se putacaso salta fuori che pure sotto GPII ci son stati sfratti, beh, il teorema quale che sia va proprio a rotoli... (Eh... quando l'Unità era l'Unità...)
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi? Ultima modifica di Feric Jaggar : 04-05-2007 alle 17:14. |
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#12 |
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quoto, si vanno a leggere pure le virgole, quando non si sa dove andfare a parare...
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#13 |
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Mr Staderini va al Municipio – Le case del Papa
Politiche abitative e Vaticano. di Mario Staderini Dopo la pausa congressuale, riprende il “diario dal municipio”. L’ultima seduta del Consiglio del Municipio “Roma centro storico” ha avuto nuovamente come protagonista l’emergenza abitativa. Non che fosse all’ordine del giorno, certo, ma l’occupazione dell’aula consiliare da parte del comitato lotta per la casa ne ha imposto la centralità. L’emergenza si chiama Italo, un ottantenne residente a Trastevere e prossimo allo sfratto esecutivo. Da poche settimane ha subito l’amputazione di una gamba, e questo ha reso ancor più difficile la ricerca di un alloggio comunale, tutti inadeguati per la presenza di barriere architettoniche. Il Municipio, in realtà, ha competenze limitate in materia abitativa, potendo solo concedere un contributo per l’affitto sino a 540 euro ai residenti sfrattati o sgomberati. È però l’istituzione più vicina ai cittadini, e quindi destinata a svolgere un ruolo propulsivo e di mediazione sociale. Solo in serata la soluzione, ad intervenire Luca Odevaine, vicecapo di gabinetto del Sindaco, descritto dalla stampa come lo sceriffo metropolitano a capo della task force votata ad affrontare i problemi più caldi per l’amministrazione comunale. Un’altra occupazione del Municipio per motivi analoghi c’era stata già a luglio, epifenomeno di un problema che riguarda 5.000 nuclei familiari della Capitale, di cui 300 nel solo centro storico. Una vera bomba ad orologeria, sino ad oggi disinnescata attraverso l’espediente di fermare il tempo: negli ultimi dieci anni, infatti, una ventina di decreti leggi cosiddetti blocca sfratti ha sospeso l’esecuzione per motivi di ordine pubblico nei confronti di non abbienti, anziani, disabili. L’assenza di vere politiche abitative, oltre a favorire le speculazioni immobiliari che hanno devastato il territorio intorno alle grandi città italiane, ha lasciato dunque decine di migliaia di famiglie –e di proprietari di immobili- impantanate negli effetti conseguenti all’abolizione non graduata del sistema dell’equo canone. La reiterazione dei decreti non può reggere all’infinito, la Corte europea di giustizia ha già condannato l’Italia per la durata di questi interventi emergenziali, e l’ultimo provvedimento blocca sfratti varato a settembre dal Governo Prodi non è stato convertito in legge dal Parlamento. A fine agosto, con il deputato della Rosa nel Pugno e segretario di anticlericale.net Maurizio Turco, proprio dalla sede del Municipio abbiamo chiesto al Sindaco Veltroni ed al Governo di effettuare un censimento delle proprietà immobiliari pubbliche e private: la conoscenza dei dati di fatto dovrebbe essere condizione preliminare a qualsiasi intervento o programmazione pubblica. Sapere quanti appartamenti ci sono in un territorio, di chi sono e se sono in affitto o in vendita, liberi od occupati, è opportuno non solo per programmare ed informare ma anche per intervenire in caso di calamità naturali od emergenze sociali. Il caso di Roma è paradigmatico: nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, cui ha partecipato anche il consigliere comunale della Rosa nel Pugno Gianluca Quadrana, oltre al censimento abbiamo chiesto la verifica dell’attuazione della delibera n. 110/2005 del Consiglio comunale, che impegna il Comune a “promuovere incontri con la proprietà di alloggi sfitti per proporre un accordo che preveda, ove possibile e necessario, destinazione di quota parte alla locazione a canone concordato e solidale per un periodo di tempo da definire in sede di stipula di accordo”. Come si fa a promuovere accordi con i grandi proprietari di alloggi sfitti se non si ha la mappa di chi sono? Alcuni giornali l’indomani hanno titolato “i Radicali vogliono le case del Papa”, sottolineando che censimento a Roma significa svelare l’immenso patrimonio facente capo al Vaticano e agli enti religiosi controllati dalla Santa Sede. Dall’inchiesta fatta nel 1977 da “L’Europeo” risultava che un quarto di Roma era in mano vaticana, e la pubblicazione di dati e indirizzi costò al direttore Gianluigi Melega il licenziamento da parte dell’editore Rizzoli. Oggi sono almeno 2000 gli enti ecclesiastici proprietari di immobili a Roma: confraternite, pontifici collegi, monache, una panoplia di sigle di ordini religiosi. Nel centro storico possiedono negozi, appartamenti, interi stabili pregiati, che rendono il Vaticano in senso lato un player determinante per qualsiasi politica abitativa, oltre che per l’evoluzione del mercato stesso. Oltre al valore economico, il potere politico e sociale di una simile disponibilità è enorme, basti considerare che con il boom del mattone una casa in centro ed in palazzi storici è inarrivabile anche per i portafogli degli oligarchi della nostra classe dirigente. Un lusso per giornalisti, parlamentari, dirigenti, amministratori di ogni sorta, che spesso ci si può concedere solo con l’intercessione clericale. È un patrimonio frutto della “mano morta” ecclesiale, di donazioni lasciate dai fedeli in cambio di messe perpetue e di vocazioni affaristiche della Chiesa-azienda, prosperato in regime di esenzioni fiscale e di contributi pubblici. Trattandosi di enti della S.Sede, enti ecclesiastici ed onlus, i proprietari degli immobili hanno la riduzione del 50% dell’Ires, ovvero dell’imposta sul reddito cui vanno ricondotti i redditi fondiari derivanti da affitto di immobili. Se la registrazione al catasto è di casa popolare sono previste ulteriori agevolazioni sull’Ici, salvo non pagarla del tutto in presenza di legislatori compiacenti o controllori distratti. Il valore complessivo delle “case del Papa” oggi è enorme e la collocazione degli appartamenti è ambita. Ma non sempre è stato così: sino a 15/20 anni fa, i rioni romani (come Campo dei Fiori, Trastevere, Borgo) erano luoghi da cui si scappava a causa della povertà e dell’abbandono in cui versavano palazzi e contesti sociali. Fu così che gli unici ad avere il coraggio di vivere in quelle case decrepite con i bagni alla turca fossero i ceti più poveri, cui gli enti religiosi affittarono gli appartamenti altrimenti destinati al degrado. Con la rivalutazione della zona e dimenticando la carità cristiana, sono iniziati gli sfratti a go go, tutti per finita locazione e mai per morosità: insomma, il Vaticano aveva deciso di fare cassa e in questi casi si sa, non c’è santo che tenga, figuriamoci riconoscenza. Disabili, anziani, famiglie con minorenni, tutti sfrattati sul finire degli anni 90, magari dopo aver ristrutturato a proprie spese nella falsa promessa di rimanervi a lungo: Anna e Rinaldo, sfrattati dalla Amministrazione apostolica della Santa Sede; Cinzia dallo Ior; Nancy, Beatrice e Guido dal Pontificio Collegio armeno; Nadia e Sergio dai padri Maroniti. Erano presenti anche loro alla conferenza stampa, e per essi ho presentato delle interpellanze volte a conoscere se gli enti proprietari paghino l’Ici e di che tipo, chissà, magari la casa da cui vengono sfrattati per essere riaffittata a prezzi di mercato è accatastata come popolare ed esente dal fisco. Sia ben chiaro, anche per gli enti religiosi le leggi a tutela della proprietà privata valgono di più delle parole di Papa Giovanni Paolo II, che ad ogni incontro ufficiale con in sindaci di Roma (Vetere, Signorello, Giubilo,Carraro, Rutelli, Veltroni) definiva il problema casa “uno dei mali della città eterna”, denunciando “lo sradicamento che colpisce i residenti in determinate zone,obbligati a lasciare i propri alloggi non sempre per motivi di proporzionata gravità”. Personalmente considero profitti di regime buona parte del patrimonio immobiliare vaticano, ma la questione politica è un’altra: di fronte a cotanta opulenza dov’è l’interesse pubblico quando il Comune dona alla S. Sede –come ha fatto qualche mese prima delle elezioni- altri 30 terreni edificabili per la costruzione di nuove chiese con alloggi per pseudopellegrini? E soprattutto, dov’è la buona amministrazione se neanche si chiede al maggior proprietario immobiliare romano la disponibilità a collaborare nel governo delle emergenze? Nel frattempo, in attesa di nuove politiche abitative, la nostra richiesta di censimento del patrimonio immobiliare pubblico e privato è sul tavolo del Municipio e del Sindaco; la possibilità di conoscere per deliberare è lì a portata di mano.
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#14 |
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Ovviamente di tutto ciò non c'è traccia sui telegiornali nazionali: inutili contenitori di spazzatura come al solito.
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#15 |
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#16 |
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#17 | |
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poniamo (poniamo) che l'articolo sia mal scritto e poco documentato. qual'è la tua idea? che il tutto sia inventato? lo chiami "teorema"... che sia vero ma non dipenda dal Vaticano? che non ci sia stato alcuno sfratto? che non c'è contraddizione tra l'ossessione familista e lo sfratto di VERE famiglie per questioni economiche? così, per capire....
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"Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola". (Adolf Hitler) "Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre. se sei al duomo ti tirano il duomo". (cit. un mio amico ![]() |
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#18 |
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Non capite niente, erano case abitate da terroristi.
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#19 |
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e sarebbe uno scandalo ?
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#20 |
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La famiglia va sostenuta, questa e' una prova alla quale sottopongono i bravi cattolici, cosi' da temprarli ed avere fedeli ancora piu' accaniti contro gay e dico. Bluelake comincia a tremare, ora li addestrano
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"E' un lodo che potrebbe essere chiamato lodo Orwell; lodo “Fattoria degli animali”. Ricordate forse che nella “Fattoria degli animali” c’era una specie di animali più uguali degli altri. Erano i maiali." cit.:Marco Travaglio Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello - Montanelli |
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