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#1 |
Senior Member
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Prodi su Iraq: Dice tutto e il contrario di tutto.
http://www.ansa.it/main/notizie/awnp...4_1171714.html
Iraq: Prodi, se vinciamo ritiro -MILANO,4 SET- "Se vinciamo le elezioni cominceremo subito a prevedere un calendario di uscita dall'Iraq", ribadisce Romano Prodi alla Festa dell'Unita'."Ma noi -precisa- non siamo i vigliacchi che vanno via. Siamo quelli che si impegneranno con la Comunita' internazionale perche' l'Iraq abbia un futuro". La contraddizione fatta uomo. In pratica NON votano il rifinanziamento della missione di PACE in Iraq, AUTORIZZATA DA RISOLUZIONE ONU, e poi vengono a dire che non se ne vanno? e che vogliono impegnarsi con la comunità internazionale? Ma noi siamo già là e siamo già impegnati con la comunità internazionale. Forse Prodi è stato troppo fuori dall'Italia e si è perso qualcosa... La coerenza dove sta? O fai come Zapatero e te ne vai subito senza condizioni.. oppure approvi la missione di PACE del governo Berlusconi e dici SI' al rifinanziamento. Povera Italia.
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Se buttassimo in un cestino tutto ciò che in Italia non funziona cosa rimarrebbe? Il cestino. |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
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#3 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
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#4 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
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Comunque si sta parlando della coerenza del sig. Prodi, e di quello che lui farà dopo essere diventato primo ministro.
Del fatto che la guerra sia stata o meno giusta, si è già parlato ripetutamente e ci sono topic a riguardo.
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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Missione di pace? Ancora con questa foglia di fico? ![]() Cosa avrebbe detto di differente dall'ultima volta che qui fu aperta una ridicola discussione sulla stessa posizione? Forse non hai neppure ben chiaro che GIA' ADESSO vi è una strategia di uscita dall'Iraq, effettuata con gradualità. E quindi, di cosa "parlerebbe" questa discussione? ![]() Ciao Federico |
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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Non serve il ritiro dall'Iraq contro il terrorismo
Pochi giorni dopo il ritiro unilaterale delle truppe e dei coloni Israeliani dalla striscia di Gaza, un terrorista palestinese si è fatto esplodere nell'ora di punta alla stazione degli autobus a Beersheva, nel sud d'Israele, ferendo 50 persone, due delle quali versano ancora in condizioni disperate. Questo attentato ha risvegliato le paure di chi sostiene che in fondo il terrorismo, questo terrorismo, non è mai stato di difesa. Al contrario di quanto sostengono in molti, soprattutto nei paesi arabi, secondo i quali, il terrorismo palestinese non é inquadrabile nell'accezione negativa degli occidentali ma rappresenta una legittima forma di guerra di liberazione, dovuta all'occupazione israeliana. Il fatto che il terrorismo non sia una reazione di difesa e che i terroristi non siano dei combattenti per la libertà, sembra provato proprio dall'attacco di Beersheva, l'ennesima follia omicida che va a minare le faticose aperture alla pace, di due popoli che si fronteggiano da decenni. Storicamente i terroristi hanno a piú riprese tentato di frenare gli accordi di pace in Palestina. Infatti, mentre nel 1993 Israeliani e Palestinesi negoziavano la nascita di un nuovo ordine della regione a Oslo, il primo attentatore suicida (di un gruppo islamico sunnita) si fece esplodere in Israele; si chiamava Ala'a Kahlout; era un seguace della Jihad Islamica e si fece esplodere su un autobus ad Ashod. L'attentato di Beersheva è però piú significativo, perché non viene a rompere un accordo in-divenire ma quello che alcuni definiscono "un atto unilaterale di pace e disponibilitá". Questo stesso atto è definito da altri come il giusto ritiro dai territori illegittimamente occupati e un primo passo verso il rispetto delle numerose risoluzioni Onu al riguardo. Sia la prima che la seconda versione sono ben lontane da quella della propaganda terroristica, che vede nel ritiro una fuga dell'esercito israeliano in seguito a una sconfitta militare, cosí come avvenuto in Libano dopo la sciagurata operazione "Pace in Galilea". In merito alla questione israelo-palestinese, il problema che gli europei devono affrontare - al di là degli schieramenti politici o di quelli che stanno diventando dei veri e propri pregiudizi razziali - non è piú il ritiro delle truppe israeliane, accusate di non permettere la nascita di uno Stato palestinese, ma l'esistenza stessa dello Stato d'Israele. Nell'ultimo video di Hamas, Mohammed Deif incita i suoi a "continuare gli attacchi contro lo Stato ebraico […] perché senza la Jihad e la sua risolutezza (i palestinesi) non avrebbero ottenuto la liberazione della Striscia di Gaza...". Schernendo gli israeliani, aggiunge: "Avete occupato la nostra terra. Ora lasciate Gaza umiliati" (Fonte: TgCom del 27 agosto 2005). Secondo il leader di Hamas il ritiro israeliano deve considerarsi una sconfitta militare a tutti gli effetti e ordina a suoi l'inseguimento e la distruzione delle truppe nemiche in rotta. Questa, però, non si configura come una operazione militare convenzionale, come quella che avrebbero dovuto fare - e per fortuna degli alleati non hanno fatto - i tedeschi durante la seconda guerra mondiale a Dunkerque e che forse è costata la sconfitta finale ai nazisti. E' una operazione che secondo la tattica militare, non convenzionale e asimmetrica dei terroristi, si concretizza nell'invio di "sante bombe umane" in una stazione dei bus. Come se i nazisti, invece di fare una manovra a tenaglia alle truppe anglo francesi sulle spiagge della Manica, avessero bombardato con gli Stuka la metropolitana di Londra. Il concetto di guerra e di tattica militare, cosi come la conosciamo, stride rispetto agli atti dei terroristi. Considerando che la nostra idea di guerra potrebbe non essere la stessa dei terroristi, dobbiamo prendere atto di una illogicità evidente quando i terroristi parlano di obiettivi militari e colpiscono le stazioni dei bus. Senza considerare le vittime civili, donne e bambini, perché, come dice lo sceicco di al-Jazeera, Yusef al Qaradawi, "la societa istraeliana è militarizzata e le donne servono nell'esercito come gli uomini. Se poi capita di uccidere un bambino o un vecchio, ciò non avviene intenzionalmente ma per sbaglio, a causa d'errori dettati da esigenze militari" (cit. da Al-Ahram al-Arabi, Quotidiano egiziano, Il Cairo 3 febbraio 2001). Resta il fatto che una stazione di bus per pendolari non sembra un "legittimo" obiettivo militare. Per i terroristi di Hamas non c´è spazio né per trattative di pace né per una reciproca sopravvivenza: "Non esiteremo e non ci fermeremo fino a quando non avremo liberato completamente la nostra sacra terra" (Fonte: TgCom del 27 agosto 2005). Detto in altre parole, i terroristi continueranno con gli attacchi, finché gli Israeliani non verranno rigettati in quel mare da cui fin dai primi del secolo scorso sono giunti con le navi della speranza alla ricerca della terra dei loro padri prima, in fuga dal razzismo e dagli orrori della Shoah poi. Forse è vero, come sostenuto da Reuter, che "Hamas e la Jihad islamica fecero a suo tempo commettere attentati suicidi, soprattutto nei primi anni del processo di pace impostato a Oslo, non per rappresaglia ma al solo e perfido scopo di bloccare questo processo di pace, o quanto meno renderlo più difficile, perché un suo successo avrebbe rappresentato la loro fine" (C. Reuter, La mia vita è un'arma, Longanesi & C. p.173). Non a caso, l'attentato di Beersheva è stato rivendicato dalla Jihad islamica, mentre il supporto propagandistico è stato dato da Hamas. Se riportassimo il tutto alle faccende di casa nostra, dovremmo iniziare a pensare che bin Laden mente, quando nel video dell'ottobre 2004 sostiene che gli attacchi di al-Qaeda sono diretti contro gli Usa perché questi ultimi sono invasori della terra delle due moschee (Arabia Saudita) e che la sicurezza degli americani (e degli europei) dipende solo da loro stessi. (cfr. http://news.bbc.co.uk/ 1/hi/world/middle_east/3966817.stm) Per essere liberi dal terrorismo, forse basterebbe smetterla con il tentativo di esportare la democrazia, forse basterebbe uscire dai pantani militari del medioriente e dalle idiosincrasie dialettiche e culturali con il mondo musulmano. Forse non basterebbe. I terroristi sono storicamente dei bugiardi. Come sostiene P. Medhurst, "non è ragionevole aspettarsi che i terroristi aderiscano a forme di accordo o a regole che frequentemente rompono, non è realistico credere a persone che sono preparate a terrorizzare o uccidere persone innocenti"(P. Medhurst, Global Terrorism, Un Training Programme, Pg. 261). Se è vero che il fine ultimo del terrorismo palestinese è la cancellazione d' Israele dalle carte geografiche, molto verosimilmente il fine ultimo dell'iperterrorismo di al-Qaeda è la distruzione dell'Occidente e dei suoi valori costituenti. Gli attentati in Europa e negli Usa non sono allora una reazione di resistenti iracheni, ma la deliberata strage d'imperialisti islamici, i quali vogliono che, non solo i territori musulmani siano governati da un califfo, ma che i territori "altri" siano sottoposti allo stato di "dhimmi", la sottomissione all'Islam. Chi afferma che basterà ritirarsi dall'Iraq per essere al sicuro dal terrorismo mente a se stesso. Sarebbe folle credere a persone famose per avere una incredibile "abilità ad auto-convincersi, grande furbizia e un non comune capacità di giustificare e razionalizzare le proprie azioni" (P.Medhurst op. cit. pg.8) e che si auto-propagandano come vittime. Le vittime non mettono bombe nelle stazioni, uccidendo consapevolmente degli innocenti. Leandro Abeille |
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#8 | |
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#9 | |
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Dupa sei tu che non capisci le geniali elucubrazioni di Prodi..bisogna cambiare natura alle truppe di occupazione "cattive"..sostituire le armi con i ramoscelli di ulivo e andare lì a distribuire panini kebap..(ignorando il fatto che il governo provvisorio irakeno chiede alle truppe di rimanere) Si passeranno le consegne ad "giusto" Al-Sadr che prevederà lui a controllare il territorio.. Cosa non ti è chiaro? ![]()
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#10 |
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moderazione preventiva: manteniamoci su di un piano costruttivo
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#11 | |
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
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Non è neanche colpa sua, dato che deve tenere conto dei partiti per non essere fatto fuori preventivamente da chi lo sostiene.
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#13 | ||||||||||||||
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Ciao easyand, prendo spunto dall'articolo da te riportato per alcune considerazioni.
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Gli assassini devono avere lo stesso disprezzo da entrambe le parti. Quote:
Da entrambe le parti, è bene ripeterlo. I partiti ultraortodossi israeliani non sarebbero mai andati al governo se un terrorista non avesse ucciso Rabin. Quote:
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Purtroppo si deve anche notare che i cosidetti "danni collaterali" sono sovente giustificati anche da noi. Parte da incorniciare Quote:
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Oppure, con un esempio spiccio, è inutile nascondersi dopo aver rotto i piatti o rimanere giustificandosi che anche andandocene non tornerebbero come nuovi. L'unica cosa certa è che si sarebbero evitate funeste conseguenze se non si rompevano, o se si evitava di creare le condizioni affinchè si rompessero. Quote:
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1) o ricorrere al ricordo dei torti subiti in passato; 2) oppure ammettere di essere degli assassini. In ogni caso difficilmente avrebbero l'appoggio e il seguito da parte di fette di popolazione. E questo vorrebbe dire isolamento e di conseguenza mancanza di finanziamenti e di nuove reclute. In pratica la fine di una loro operatività su larga scala. Rimarrebbero solo alcuni invasati o irriducibili, senza seguito, costretti a nascondersi. Un esempio di questa evoluzione ce lo possono far vedere le BR degli anni 70 e i resti di oggi. Ciao Federico |
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#14 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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Ciao Ciao |
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#15 |
Senior Member
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ancora con queste cose ? Eddai e' na vita che insisto sul fatto che la coerenza e' una parola assente dai dizionari dei politici di sinistra e loro seguaci ...
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#16 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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Cosa dire allora dell'attuale maggioranza su questioni attualmente più importanti per noi quali Europa, legge sul risparmio e caso Fazio (con annesse implicazioni)? Meglio tacere............ Ciao Federico |
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#17 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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![]() Ma li apri mai i giornali? ![]() Ciao Ciao |
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#18 | |
Senior Member
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#19 | |
Senior Member
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Di esempi ve ne sarebbero a vagoni. Ma nel mondo delle meraviglie, dove tutto va bene, dove chi non ce la fa ad arrivare a fine mese non esiste, queste cose non le raccontano. Ciao Federico |
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#20 | |
Amministratore
Iscritto dal: Jan 2001
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Scusa ma.. rotfl Con questo non difendo la sinistra, sia chiaro, ma non vedere a destra le stesse cose che rilevi nella sinistra sottointende implica almeno una cosa delle seguenti: 1) sei fazioso. Mi sta bene, ognuno tira l'acqua al proprio mulino, posso non condividere ma accettare tranquillamente. 2) Non leggi i giornali e non ti informi, o ignori quello che non vuoi leggere, causa punto 1) 3) Vivi nel mondo Berlusca 10 e Lode, evidentemente a molti precluso |
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